Duello, Fuga e Imboscata

Jan 11, 2011 17:12


Fandom: Harry Potter;
Pairing: James/Lucius;
Rating: NC17;
Beta: koorime_yu .
Genere: Erotico;
Warning: Era dei Malandrini, PWP, Sesso descrittivo, Slash;
Words: 1390 (fiumidiparole ).
Summary: Baruffa sul campo da Quidditch e Lucius Malfoy lancia il guanto di sfida a James Potter.
Note: Scritta sul prompt "Stai già implorando il mio nome, Potter?" "Sto solo pregando che Merlino ti fulmini adesso, Malfoy!" del P0rn Fest #4 di fanfic_italia , per la Sfida aperta lanciatami da s0emme0s , e sul prompt 41. Aula, preso dalla mia cartella della Maritombola di maridichallenge.


DISCLAIMER: Non mi appartengono… bla-bla-bla…. Non ci guadagno niente… bla-bla-bla…

Duello, Fuga e Imboscata

Ci sono ottimi sentimenti che possono avere pessime ragioni.*
 La stanza era una vecchia aula in disuso, buia, polverosa, tanto ingombra da essere angusta, così piena di materiale inutilizzato da sembrare uno sgabuzzino. Nella foga, si erano infrattati lì senza badare alla porta che aprivano.
James sentiva premere contro le proprie caviglie qualcosa di arrotolato che poteva essere un tappeto, forse un arazzo, o perfino un cadavere, per quel che ne sapeva.
Le dita di Malfoy gli artigliavano i capelli, mentre lui gli mordeva il collo e stringeva nella mano il suo uccello. Il giorno dopo il Serpeverde avrebbe sfoggiato un bel livido, ma in quel momento a nessuno dei due poteva infischiargliene meno, soprattutto a James.
Era un gran casino, si rese conto questi, finendo di abbassargli con urgenza i pantaloni. Non sarebbe dovuta andare così.

Era cominciato tutto a causa della solita scorrettezza Serpeverde. Quei vermi striscianti avevano dovuto affatturargli la scopa per avere una possibilità di vittoria contro Grifondoro, ma non era servito a nulla, perché Potter aveva acchiappato comunque il boccino.
Era riuscito a toccare terra relativamente sano e salvo, se non si considerava un polso slogato nel tentativo di tenere in assetto la sua Stellafreccia77 e la voglia di spaccare il muso a quei viscidi bastardi. Si era diretto a passo di carica verso Lucius Malfoy, il Capitano della squadra avversaria, e lo aveva accusato della manomissione.
Lui aveva ribattuto beffardamente, James lo aveva quasi aggredito, poi avevano cominciato ad insultarsi e, prima che il Malandrino se ne rendesse conto, il Serpeverde gli aveva letteralmente lanciato il guanto - ehi, un guanto da Cercatore, ma pur sempre un guanto! - sfidandolo a duello.

Spinse le dita più in basso, massaggiando i testicoli nel palmo e sfiorando la sua apertura. Sussurrò un incantesimo per lubrificarlo e l’altro ragazzo sussultò per l’improvvisa sensazione fredda, ma non parve aver niente da dire quando Potter attirò un capezzolo tra le labbra.
«Niente più frasi sferzanti, Malfoy?» lo provocò, penetrandolo con attenzione diametralmente opposta al suo tono derisorio.
Questi rabbrividì, quando il respiro del Grifondoro accarezzò la sua pelle umida. Si sentiva la gola secca, ma che fosse dannato se avesse ceduto tanto presto!
«Anziché aprire bocca tanto per darle aria,» smozzicò «usala in modo più proficuo» suggerì nemmeno troppo velatamente e James s’inginocchiò ai suoi piedi con un sorriso che sapeva quasi di minaccia.
Quando risucchiò in bocca la sua intera lunghezza, nell’aula risuonò il tonfo sordo della testa di Lucius che sbatteva contro il muro.

Quella sera stessa il Serpeverde gli aveva comunicato formalmente chi sarebbe stato il suo secondo e l’ora e il luogo dove si sarebbe tenuto il duello.
«Sicuro di volerlo fare?» gli aveva domandato Sirius, mentre lui prendeva dal proprio baule il Mantello dell’Invisibilità e la Mappa del Malandrino. «Malfoy è uno spocchioso figlio di papà, ma - da bravo Purosangue - resta pur sempre uno spocchioso figlio di papà addestrato a duellare sin da bambino. Posso sistemarlo io, se vuoi» si era offerto, ma rialzandosi in piedi James gli aveva posato una mano sulla nuca e aveva premuto la fronte sulla sua, sorridendo con affetto.
«Amico, sarò morto il giorno che ti permetterò di combattere una mia battaglia» aveva asserito, poi le sue labbra si erano piegate in una curva più birichina «E poi tu e quel fesso di Malfoy state dimenticando un paio di cose: anche io sono un fottuto Purosangue, e… chi è che ha i migliori voti in Difesa e Incantesimi, nel nostro anno?» gli aveva ricordato.
Allora sul volto dell’altro Malandrino si era aperto un sorriso identico al suo.
«Occupati solo di Mocciosus, okay? Quello stronzetto potrebbe farmi un tiro mancino mentre duello con Malfoy» aveva concluso, staccandosi da lui.
«Mi occupo io del Ragnetto» gli aveva garantito Felpato con un ghigno esaltato.

Fece roteare la lingua attorno al prepuzio, spingendo contemporaneamente tre dita dentro di lui e sfiorandogli la prostata. Lucius soffocò un gemito mordendosi la mano, ormai quasi al limite, ma all’improvviso - impetuoso proprio come aveva cominciato - James si staccò da lui e lo rigirò, sbattendolo di faccia contro la parete polverosa dello sgabuzzino.
Malfoy grugnì in protesta, un imprecazione sibilata già sulla punta della lingua, quando sentì la punta bollente dell’uccello di Potter premere su di sé. Ammutolì di colpo, rigido per l’aspettativa e la tensione, immaginando che quello stronzo gliel’avrebbe sbattuto dentro senza troppi riguardi, ma James gli accarezzò con gentilezza un fianco, senza spingersi oltre.
«Che diavolo aspetti, un permesso scritto?» ringhiò il Serpeverde, dopo qualche minuto di silenzio ed ebbe quasi l’impressione di sentirlo sorridere nel buio.
«Aspettavo proprio questo» sussurrò Potter al suo orecchio e la frase sfumò in un sospiro, quando affondò con deliziosa e bruciante lentezza dentro di lui.

Il duello si era tenuto nella Sala dei Trofei, a mezzanotte. I due Grifondoro erano arrivati lì con appena qualche minuto di ritardo, ma i Serpeverde avevano l’espressione seccata di chi attendeva da ore.
«Nervoso, Malfoy?» lo aveva provocato James e l’altro ragazzo gli aveva regalato un sorriso freddo da Guinness World Record; peccato non sapesse cosa fosse!
«Oh, sì, mi tremano le gambe» aveva replicato con sarcasmo, impugnando la bacchetta. «Pronto?» aveva domandato, prendendo posizione, e l’avversario aveva fatto altrettanto.
Si erano inchinati come da regolamento e, mentre Piton scandiva il conto alla rovescia, Ramoso si era quasi aspettato che l’altro cominciasse in anticipo, ma Malfoy in certe questioni era un vero signore.
Lo scontro era iniziato con foga, incantesimo su incantesimo, finché il Serpeverde non aveva scagliato una maledizione che aveva rischiato di far volar via l’orecchio del Grifondoro. Fortunatamente James aveva buoni riflessi, ma si era ritrovato a ringhiare il suo nome con rabbia, mentre controbatteva con una magia altrettanto potente.
«Stai già implorando il mio nome, Potter?» lo aveva deriso Lucius, difendendosi con un Protego.
«Sto solo pregando che Merlino ti fulmini adesso, Malfoy!» aveva sbottato l’interpellato, ma all’improvviso Sirius li aveva interrotti.
«Fermi! Sta arrivando Gazza» aveva annunciato, adocchiando la Mappa.
Gli scoppi degli incantesimi dovevano aver attirato l’attenzione del Custode e, con rapidità degna di stima, i quattro ragazzi si erano ritrovati a rinfoderare le bacchette e sgattaiolare via da un’uscita secondaria. Durante la fuga, però, si erano dovuti dividere e James non aveva davvero idea di come fosse finito rinchiuso in quella stanza con Malfoy.
Sapeva solo che nello spazio ristretto i loro corpi accaldati si erano trovati presati l’uno contro l’altro e, nel buio, le loro labbra si erano sfiorate per sbaglio. In seguito, aveva semplicemente smesso di pensare.

E adesso le gambe di Lucius tremavano davvero, mentre lo scopava con un allettante schiocco di carne contro carne. Era così stretto da far quasi male, tanto che - per un attimo - James si chiese se fosse vergine. Ma, da come ansimava e lo incitava, non sembrava affatto; più probabilmente era solo molto poco avvezzo al ruolo.
Che adorabile piccola sgualdrina!
«Volevi questo sin dall’inizio, vero? Tutte le provocazioni, gli insulti, il duello… era questo che volevi: trovare qualcuno abbastanza forte da rimetterti al tuo posto, vero?» soffiò al suo orecchio, tirando i suoi lunghi capelli per fargli inclinare il capo, spingendosi in lui ancora più a fondo.
Malfoy si lasciò sfuggire un gemito sovraeccitato, che suonava quasi come un’ammissione di colpa, e James desiderò di riuscire a vedere meglio il suo viso. Poteva solo immaginarlo, arrossato e sconvolto dal piacere; doveva essere bellissimo.
Quante volte aveva desiderato di fare qualcosa per cancellare la sua solita espressione da freddo Purosangue del cazzo? A causa di idioti come lui, il loro mondo era retrogrado e pieno di pregiudizi. Ogni volta che incrociava il suo sguardo desiderava fargli male - affatturarlo, picchiarlo, maledirlo - pur di cancellargli quell’espressione supponente e la puzza da sotto al naso.
Be’, questo modo di cambiare le cose era di gran lunga più divertente.
Portò una mano a stringere la sua erezione e con l’altra gli afferrò una spalla, masturbandolo e spingendosi in lui allo stesso ritmo, forte e veloce. Malfoy gli afferrò una natica, tirandolo ancora di più contro di sé, mentre si puntellava al muro come poteva, e gemette inerme, venendo contro la parete, senza possibilità di scampo. Bastò quel suono ed i tremiti del suo corpo per portare anche Potter all’orgasmo.
«La vittoria è mia, Malfoy» ansò, accasciandosi su di lui con un sorriso soddisfatto.
Lucius rise sommessamente, stravolto ed appagato. «Fossi in te, non ne sarei così sicuro, Potter» replicò, voltandosi il tanto da catturare le sue labbra, alla cieca. «Sei mio» soffiò su di esse, sottolineando il concetto con un’esplicita palpata al suo sedere.

FINE.
 *La citazione che fa da introduzione alla fic è tratta dal film “Ritratto di signora”

Potete trovarla anche su:
EFP;
Nocturne Alley;

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