Meme della Quaresima - II Settimana

Mar 05, 2010 11:31

 

Stava rovistando fra i bauli e le pelli, gettando all’aria la cetra e qualunque cosa si trovasse di fronte. A braccia conserte mi misi ad osservarlo, notando con quanta foga cercasse qualcosa che, lo sapevo, non avrebbe trovato nella nostra tenda.

“Non lo troverai lì.”

Non si prese neanche il disturbo di alzare la testa per guardarmi quando mi rispose.

“Cosa ne sai, tu! Lo avevo portato da Tebe e sicuramente…”

“Ti dico che non c’è.”

Vidi che si fermava e mi guardava, gli occhi socchiusi. Finalmente stava capendo.

“Tu.” Mormorò, e nella voce sentii montare il fastidio ed il capriccio di un bambino. “Lo avevo conservato proprio per questa evenienza ed ora vuoi io resti digiuno?”

Risi, scrollando le spalle e sollevando le mani come a volermi difendere.

“Non potervi certo credere si sarebbe conservato così a lungo, e poi ora che non combatti più non credo sia il caso di ingozzarti con tanti dolci, sebbene siano..”

Non terminai la frase che mi si scagliò contro, ed io lo presi per le braccia, sollevandolo appena e baciandogli i capelli mentre m’insultava con epiteti colorati presi da chissà quale città.

“Non vorrai certo ingrassare mentre sei qui senza far niente, no? Ti ho solo tolto una tentazione da sotto il naso…”

Si fermò, alla fine e sbuffò, guardandomi torvo. Lasciandolo andare gli arruffai i capelli.

“Prometto che quando torneremo a casa potrai avere tutti i dolci che vorrai e ti imboccherò io stesso.”

La cosa parve consolarlo, perché mi diede un pugno sul braccio e poi uscì, diretto verso le cucine dell’accampamento.

Titolo:  Diguno II
Fandom: Original
Pgs: Cucchiaino/Torta
Parti: One Shot
Rating: Mah. Rosa?
Note: Idem come sopra, non ho tempo di riscrivere XD


Era l’unica cosa che voleva, questo era certo. Ormai era diventata un’ossessione, qualcosa a cui non poteva fare a meno di pensare. La vedeva giorno e notte, la sognava, ogni mattina al lavoro assieme a tutto quell’argento e quel metallo credeva di scorgerne il riflesso su Coltello e Forchetta, ma non c’era mai.

La poteva vedere la sera, mentre la portavano a braccetto tra un tavolo e l’altro, come se dovesse essere lei a scegliere e non loro. Credeva si divertisse a lasciarli tutti digiuni, tutti con l’acquolina in bocca mentre la squadravano e poi rimanevano a bocca asciutta.

Cucchiaino sorrise intimamente mentre lei si voltava e lo guardava, la pelle scurissima ed i capelli che sembravano cioccolato fondente fuso. Sospirò, socchiudendo gli occhi e tendendo una mano verso di lei. Era argento vivo, avrebbe potuto stringerla e non lasciarla più andare.

Torta gli si avvicinò, prendendogli la mano. Faceva uno strano effetto, quel colore così scuro contro il grigio argento del suo corpo. Era il profumo che lo avrebbe ucciso un giorno o l’altro, così inebriante ed intenso. Avrebbe dovuto fare attenzione, o l’avrebbe divorata davanti a tutti e certo non avrebbe fatto una bella figura.

Gli parlò all’orecchio, le labbra che lasciavano scie morbide lungo il suo lobo.

“Non dovevi essere a dieta?”

Lui sorrise appena, socchiudendo gli occhi e lasciandosi intorpidire da quella voce calda.

“La dieta non è certo un digiuno.” Mormorò, prima di morderle il collo in modo lieve, affondando nel suo gusto pieno e profondo.

Previous post Next post
Up