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Mancavano solo pochi minuti alle otto di sera ed Hanamichi si stupì lui stesso della propria puntualità. Quante volte aveva fatto dannare Yohei che gli urlava ogni santo giorno di sbrigarsi o sarebbero arrivati in ritardo come sempre. Invece, quella sera, aveva anche qualche minuto di anticipo, ma d'altronde sapeva cosa gli avesse dato la giusta motivazione ad essere puntuale: Ayako sapeva essere molto convincente a volte, specie ventaglio alla mano.
Uscì dalla dependance e salì le scale che portavano alla casa principale, ma non fece in tempo ad entrare nel salone che subito Ayako gli corse incontro euforica: "oh mio Dio! E tu chi sei? Che ne hai fatto di mio cugino?" chiese fintamente sorpresa, alzandosi sulle punte dei piedi cercando di guardare oltre le spalle del ragazzo.
"Ah-ah molto divertente, cosa vorresti dire, non vado bene?" le chiese dubbioso, eppure aveva scelto i suoi migliori indumenti da uscita.
Non era niente di troppo elegante, ma non poteva dirsi neanche sciatto: indossava dei jeans chiari dal taglio semplice e comodo, una maglietta a mezze maniche di colore rosso con sfumature tendenti all'arancio che gli fasciava il torace, mettendo in evidenza le forme scolpite del suo corpo ed infine, aveva tirato su i capelli ravvivandoli con un po' d'acqua.
"Oh no, no, al contrario... stai veramente benissimo, non ti avevo mai visto così in tiro!" gli disse strizzandogli l'occhio e prendendolo sottobraccio. "Andiamo, Kaede ci ha già preceduti" lo informò ed, in effetti, Hanamichi non lo vedeva da quel pomeriggio, ma pensava che fosse uscito ad allenarsi.
"Ma dai, pensavo non fosse un tipo da festa e che arrivasse addirittura in ritardo" commentò il rosso ridacchiando.
"Mh, sì, solitamente se andiamo insieme da qualche parte devo sempre pregarlo di non fare tardi, o se esce con gli altri, il suo cellulare squilla in continuazione, ma nel pomeriggio è passato Akira per un incontro e così almeno, non farà ritardo. Sendo è un ritardatario cronico in tutto, ma stranamente se sono insieme, quei due riescono a compensare questo loro piccolo difetto congenito, non so spiegarlo, ma è così" disse la ragazza, mentre si fermava un attimo e, reggendosi al braccio di Hanamichi, si sistemava la stringa del sandalo.
"Oh capisco..." commentò distrattamente Hanamichi, il suo fu solo un sussurro che non raggiunse la ragazza, che continuò a parlare, cambiando argomento.
"Non so se ho fatto bene a mettere queste scarpe, non sono comodissime per lunghe passeggiate, ma mi piacciono troppo... ooh ma di cosa mi preoccupo, potrei approfittare per farmi portare in braccio da te, no?" lo guardò con un sorriso.
Hanamichi ricambiò l'occhiata alzando un sopracciglio ponderando se considerare quella battuta come uno scherzo o se veramente la ragazza fosse seria nella sua proposta.
"Senti Ayako, ma sei sicura che ai vostri amici non infastidirà la mia presenza? Voglio dire, non è una semplice uscita, mi sto praticamente auto invitando ad un compleanno, non è molto carino" chiese, mentre riprendevano a camminare.
"Ma cosa dici! Sarai il benvenuto e poi conosci già qualcuno, inoltre Kogure, il festeggiato, era il nostro vice l'anno scorso, è un ragazzo molto gentile e dolce, sono sicura che gli farà piacere! Vedilo come un modo per conoscere fin da ora i ragazzi della squadra, lavorerete insieme dal prossimo anno per cui..."
"Mmmh ma sai, io veramente..."
"Ehi-ehi-ehi, non fare quella faccia!! Cosa ti passa per il cervello, eh Hana?"
"No, niente, pensavo solo che..." ma la ragazza non lo lasciò concludere.
"Ah, allora vuoi darla vinta a Kaede, sai lui adora dire te l'avevo detto, non parla mai, ma quando lo fa..." lasciò ad intendere ad Hanamichi il resto. "Se pensi di lasciare il basket ancora prima di..." ma fu lei stavolta a venire interrotta.
"NO! Io non mi faccio dire te l'avevo detto da una stupida volpe! Stavo solo riflettendo tra me se fosse o meno il caso di mettere a disposizione della squadra il mio immenso e geniale talento, cosa hai pensato? Whawhawha!!" si salvò in corner con una delle sue solite sparate.
"Oh ecco! Siamo arrivati, è là!" disse Ayako, indicando con la mano un locale alla fine della strada: era una sorta di pizzeria che comprendeva anche una sezione per lo svago. Quando Hanamichi, infatti, individuò la presenza di un flipper e delle macchinette con joystick e consolle, cominciò quasi a sentirsi a casa.
Si sentì un po' emozionato all'idea di fare nuove amicizie e, mentre varcavano la soglia del locale, fece un bel respiro seguendo Ayako all'interno.
"Ayako!! Hanamichi!!" la prima ad accorgersi dei nuovi arrivati, fu Haruko che corse loro incontro. I due sorrisero ed Ayako lanciò uno sguardo di incoraggiamento ad Hanamichi.
"Harukochan!" salutò il rosso, andandole incontro.
"Wow Hana!" ci rimase lei, colpita dal modo di vestire del rossino, arrossendo lievemente.
Lo prese per mano tirandolo verso di sé e fu il turno di Sakuragi di imbarazzarsi, adesso: non aveva mai avuto neanche un contatto così semplice con una ragazza, era davvero emozionato.
"Vieni, ti voglio presentare mio fratello: Takenori!!" chiamò lei allegra e un ragazzo alto e ben piazzato, dal fisico robusto, si voltò nella loro direzione. Hanamichi rimase per un attimo colpito: quel ragazzo somigliava in modo impressionante ad un gorillone. Si trattenne dal ridere apertamente, non immaginando assolutamente che un omone di quella stazza potesse davvero essere il fratello della dolce Haruko.
"Ehm... piacere, mi chiamo Hanamichi Sakuragi!" si presentò cordiale, tendendo una mano al ragazzo il quale, dapprima lo squadrò, soffermandosi sull'intreccio delle loro mani: Hanamichi stava ancora stringendo la mano della sua cara sorellina.
"Akagi Takenori... come conosci mia sorella?" fu la prima cosa che chiese, Hanamichi rimase spiazzato.
Oh-oh, non la vedeva affatto bene. Fu Haruko a correre in suo soccorso: "fratellone, lui è il ragazzo di cui ti ho parlato, ricordi, Hanamichi è il cugino di Rukawa" e al pronunciare quel nome, il suo tono di voce ebbe un calo e il suo viso si colorò si un rosso acceso "… e di Ayako, ha deciso di entrare a far parte del club!"
Il ragazzo lo guardò ancora un attimo, come a volerlo studiare e poi, cambiò totalmente atteggiamento domandando informazioni circa le sue generalità e le sue qualità di giocatore.
"Oh beh, io ho appena cominciato, ma vado alla grande, dopotutto sono un genio e conto di arrivare a buonissimi risultati entro la fine dell'estate, la squadra che tu hai lasciato sarà in buone mani, non temere" gli disse sicuro di sé, riacquistando il suo eterno buonumore e specialmente la sua parlantina.
"Doaho!" immediatamente, in risposta al suo straparlare, la voce di Rukawa gli arrivò alle spalle facendolo voltare di scatto.
"Baka kitsune, tu di che t'impic..." s'interruppe di colpo, mettendo a fuoco solo in un secondo momento la figura del cugino davanti a sé: neanche lui era facilmente riconoscibile, per citare l'espressione usata da Ayako quando l'aveva visto.
Quello non poteva davvero essere la volpe addormentata che conosceva, dov'era finito il ragazzo vestito sempre con una tuta da ginnastica ed il pallone in mano? Quello che aveva davanti sembrava essere un altro Kaede Rukawa: indossava un completo nero, pantaloni eleganti e camicia nera con le maniche a tre quarti, leggermente arrotolate fin sull'avambraccio. Il colletto inamidato era tirato verso l'alto ed i primi bottoni della camicia slacciati; attorno al collo niveo portava una catenina con un ciondolo a forma di tribale.
A rompere l'incanto entro il quale Hanamichi era entrato, fu proprio Haruko al suo fianco che sospirò, ammirata anche lei, nell'osservare il ragazzo dei suoi sogni così come non le era mai capitato di vedere.
"R... Rukawa..." sussurrò, gli occhi a forma di cuore e la bocca leggermente aperta.
Il moro le rivolse uno sguardo strano, ignorandola come suo solito, tornando a rivolgere la sua attenzione ad Hanamichi, ma parlando al capitano alle sue spalle: "sempai non lasciarti ingannare, è un caso disperato, non riesce ancora a fare il terzo tempo e i tiri da fuori area" elencò serio, sfidando il doaho a ribattere.
Sakuragi s'innervosì non poco per quell'appunto non richiesto e stava per ribattere, quando venne salvato da Sendo che spuntò, gioviale, alle spalle di Kaede: "oh ma è una vera forza nelle schiacciate e ha occhio per i rimbalzi... sii onesto Rukawa!" lo riprese.
"Grazie Sendo!" disse convinto Hanamichi, finalmente qualcuno era dalla sua parte!
"Tzè!" rispose solo il moretto, allontanandosi. Hanamichi lo osservò andare a sedersi ad una grande tavolata e bere qualcosa.
"Oh, non prendertela Hanachan, Kaede è sempre così" lo rassicurò Akira, sorridendo.
"Sì... lo so..." disse mesto, era stufo di sentire tutti che gli dicevano quale fosse o meno il comportamento del cugino, anche lui lo conosceva, poco, ma lo conosceva.
"Ehi Hana!" a distrarre il gruppetto dalle loro chiacchiere, fu, stavolta, Ayako la quale si avvicinò a loro insieme ad un ragazzo dall'aria tranquilla, i capelli corti castani e un paio di buffi occhialetti sul naso.
"Hana, ti presento il festeggiato, l'ex vice della squadra dello Shohoku, Kiminobu Kogure, sempai, Hanamichi Sakuragi!" fece le presentazioni.
"Tanti auguri di buon compleanno... è un piacere conoscerti!" si presentò gentilmente ed il ragazzo gli sorrise.
"Grazie a te per essere venuto... hai già conosciuto il capitano, vedo... non farti ingannare dalle apparenze, ma se ti servono consigli sul basket chiedi pure; Ayako mi diceva che hai appena cominciato con questo sport!" gli disse gentilmente per metterlo a suo agio.
"Ehi, le notizie volano da queste parti!" sorrise, cominciando poi a chiacchierare tranquillamente con il quattrocchi.
La serata per il compleanno di Kogure fu una semplice rimpatriata tra amici, dove venne servita una cena fredda con stuzzichini, salatini e tante chiacchiere. Qui Hanamichi conobbe, oltre ai due sempai, anche il neo capitano della squadra dello Shohoku, un ragazzo basso e con l'orecchino, che scoprì poi essere l'antico spasimante di Ayako.
Quando gli venne presentato, Hanamichi lo indicò con il dito, ridendo di gusto: "ahahahah tu sei il tappetto di cui mi parlò la zia tempo fa, se non sbaglio eravate ancora alle medie! Ayako, ancora non hai ceduto alla sua corte? Sei una donna crudele!" se la rideva di gusto, mentre il povero Ryota Miyagi, questo il suo nome, moriva d'imbarazzo.
A riportare giustizia fu Akagi che, senza tanti complimenti, fece scendere sulla testa rossa un pugno punitivo, il famoso, almeno per i ragazzi della squadra: gorilla punch.
Mitsui, che stava affianco del rossino, emise un gemito di dolore per solidarietà: aveva sperimentato spesso sulla sua testa dura quella temibile punizione.
"Ahi, ma che ti dice il cervello?!" sbraitò all'indirizzo dell'ex capitano, il quale lo ignorò platealmente, ringraziando il cielo di non dover essere lui a sopportare quel casinista megalomane in squadra, aveva grande compassione per Miyagi che avrebbe dovuto tenere a bada quelle teste calde.
"Su, su, ragazzi, non litigate, vi siete appena conosciuti!" intervenne a fare da paciere il festeggiato.
"Hanamichi sono contento che abbia deciso di provare con il basket, sarebbe un peccato non sfruttare le tue capacità, mi rincresce solo non aver potuto giocare insieme" lo incoraggiò con un sorriso ed il rosso gliene fu grato.
Si sedettero poi tutti insieme alla grande tavolata e, dopo pochi minuti, vennero raggiunti dagli ultimi invitati.
"Fujima, Hanagata, ce l'avete fatta finalmente, credevamo non sareste più arrivati!" li accolse Mitsui, facendo loro cenno con la mano di avvicinarsi al tavolo.
"Non fare dell'ironia Hisashi" parlò il ragazzo più basso dei due. Aveva i capelli castani e due occhi verdi bellissimi, il suo viso pareva quasi quello di una ragazza: aveva un'aria gentile che ispirò subito simpatia al rossino, il quale osservava e cercava di imprimersi bene nella mente nome e viso dei nuovi ragazzi che stava conoscendo. Non era mai stato molto bravo con i nomi, li dimenticava quasi subito e spesso e volentieri, appioppava a tutti dei soprannomi proprio per memorizzarli meglio.
"Abbiamo incontrato questi due e ci siamo fatti dare un passaggio da Maki, ma per colpa di Kyota che ha detto di conoscere una strada più scorrevole per raggiungervi in meno tempo siamo rimasti bloccati nel traffico!*" concluse per lui il ragazzo moro e con gli occhiali al suo fianco.
Dietro dei due, infatti, comparvero poco dopo nel locale Maki e Nobunaga, i ragazzi che Hanamichi aveva incontrato nel suo primo giorno a Tokyo, quando era andato a visitare la torre con Kaede.
"Questa è l'ultima volta che ascolterò un tuo consiglio... mi domando ancora come faccia a sopportarti!" si interrogò, in modo poco carino nei confronti del ragazzo, l'ex capitano.
Fu Sendo a rispondere a quel quesito, con un bel sorriso stampato sulla faccia: "questo ce lo domandiamo anche noi, sebbene io un certo sospetto sulla motivazione ce l'abbia... vero?!" disse, lasciando cadere il discorso ed osservando gli altri due ritardatari che scossero la testa, al suo indirizzo. In effetti era stato un commento poco carino e tutti avevano ben compreso dove Akira volesse andare a parare... beh, tutti tranne Hanamichi che rimase un po' perplesso.
Ayako, seduta al suo fianco, lo notò immediatamente sussurrandogli così all'orecchio, per essere discreta, cosa intendesse il ragazzo.
"Hana, quei due stanno insieme... così come Hanagata e Fujima, gli ultimi due sono così cariiiniii!" gli disse entusiasta, guardandolo sorridente quando questi si voltò verso di lei con espressione stupita: non l'avrebbe mai creduto possibile.
Rimase per qualche secondo con la bocca socchiusa, indeciso su come reagire e poi, ovviamente senza prima mettere in moto il cervello, esclamare a voce discretamente alta: "ma Maki sembra un vecchio, come fa?!"
Il diretto interessato strabuzzò gli occhi, alzandosi dal tavolo, incredulo. Come aveva osato dargli del vecchio?!
Ayako scoppiò immediatamente a ridere, dalla faccia che il cugino aveva fatto, credeva che avrebbe reagito in qualsiasi modo, dal disgustato allo scioccato, fuorché tirando fuori quel commento poco, anzi per nulla carino.
In fondo Maki aveva solo diciannove anni. Immaginava di lasciarlo senza parole, non avendo mai avuto modo di affrontare un argomento delicato come quello, non poteva sapere l'idea che avesse Hanamichi a riguardo, nel migliore dei casi l'avrebbe visto un poco imbarazzato, invece non aveva fatto una piega nell'apprendere che i loro amici fossero gay.
Questo era davvero ma davvero un buon segno, pensò tra sé.
"Dai, Maki, Hanamichi scherzava... è fatto così, è molto ingenuo!" disse per placare gli animi e il ragazzo si sedette nuovamente, squadrando comunque Sakuragi che si voltò a sua volta offeso verso la cugina: "Ayako! Che vuol dire che sono ingenuo?"
"Doaho!" fu il commento che arrivò dal fondo della tavolata. Rukawa stava fissando la sorella ed il cugino con un'espressione sconsolata sul volto; quei due stavano facendo teatrino non richiesto e Sakuragi si stava rendendo un tantino ridicolo, senza rendersene conto.
"Baka kitsune, nessuno ti ha tirato in mezzo!" lo rimbeccò il rossino, squadrandolo a sua volta.
Tutti intorno a loro, scoppiarono a ridere, quei tre insieme erano una vera forza: con l'avvento in squadra di un tipo come Sakuragi, ne avrebbero visto davvero delle belle in campo.
"Dai, Hanamichi, non prendertela!" Mitsui gli andò vicino distogliendolo dal suo intento omicida nei confronti del cugino.
"Ho notato che hai dato uno sguardo interessato alle macchinette non appena entrato, ti va una partita? Sono molto bravo!" disse sicuro di sé, sfidandolo.
Ed Hanamichi, che non doveva farsi pregare inutilmente quando c'era da divertirsi con i videogiochi, accettò subito senza pensarci due volte.
"Tutto sarà meglio che vedere la faccia di quella stupida volpe, non capisce niente" fu il commento espresso mentre si alzava dal tavolo, prendeva un bicchiere di aranciata e si spostava con Mitsui, prendendo posto in una delle consolle con giochi di lotta.
"Preparati a perdere, teppista!"
"Ehi! E tu come fai a..." si voltò, sorpreso verso di lui, mentre infilava una monetina per far partire il gioco.
"Eh eh" Hanamichi, senza staccare gli occhi dallo schermo, sorrise compiaciuto.
"Ayako! Non volevo partire svantaggiato a questa festa e le ho chiesto di parlarmi un po' degli amici della volpe, che poi sarebbero anche i suoi" spiegò, mentre non perdeva un colpo, concentratissimo sul gioco.
"So del tuo passato non propriamente dignitoso, ma per questo non ti giudico, ci sono passato e so cosa significhi avere una certa reputazione" spiegò incupendosi un secondo, prima di continuare.
"Poi mi ha detto che la Nobuscimmia si crede un giocatore migliore di Rukawa, anche se questo l'avevo sospettato dal suo modo di parlare la prima volta che l'ho visto. Sendo è un ritardatario cronico ed un asso assoluto nel basket, ricopre facilmente ogni ruolo, qualunque sia la sua posizione. Mmmh quei due che sono arrivati in ritardo, Fujima, se non sbaglio, ha ingaggiato una sorta di ribalta con Maki per decidere chi sia il miglior playmaker tra i due, ma stanno facendo i conti senza l'oste in quanto abbiamo anche Sendo, che potrebbe benissimo concorrere per quel 'titolo'*. Che dici, sto andando bene?!" domandò soddisfatto di sé e dell'espressione di stupore che si era dipinta sul volto dell'altro e che, tra le altre cose aveva fermato il gioco concedendogli un discreto vantaggio.
Mitsui, sebbene sorpreso, non si lasciò, però, impressionare più di tanto e tornò nuovamente serio, concentrandosi sullo scontro, commentando semplicemente: "mh sì Ayako sa un po' tutto di tutti... ma credo che non ti abbia detto la cosa più importante..." fece il vago, convinto in questo modo di ottenere la sua totale attenzione.
"Del tipo?" domandò curioso Hanamichi, staccando per un momento gli occhi dallo schermo e voltandosi verso Mitsui. La sua attenzione, però, venne totalmente distolta dalla scena che, in quel momento, si ritrovò a scorgere oltre le spalle del ragazzo: al bancone, seduti vicini, Sendo stava bisbigliando qualcosa all'orecchio della volpe. Molto probabilmente, visto che la musica nel locale era abbastanza alta, l'aveva fatto per far sì che questi seguisse il discorso, ma ad Hanamichi la cosa sembrò molto sospetta, non sapeva perché gli sembrasse tale, ma rimase fisso ad osservarli perplesso.
Kaede sembrava come sempre annoiato, ma Sendo doveva avergli detto qualcosa di veramente divertente, o veramente stupido, perché per un momento, una frazione di secondo, Sakuragi aveva visto il volto del cugino mutare espressione: le sue labbra si erano incurvate in un sorriso trattenuto e poi camuffato in uno sbuffo, prima di muovere la spalla per dare un colpo a quella di Akira, che stava praticamente poggiato su di lui.
Non aveva mai visto Kaede sorridere per sbaglio neanche una volta ed incoerentemente e senza poterlo evitare, sentì il suo cuore battere forte per l'emozione di aver scorto una rara espressione sul suo viso, anche se, dentro di sé, si era agitato anche qualcos'altro, un sentimento inspiegabile nel constatare che questo era potuto avvenire per un qualcosa che Sendo aveva detto o fatto.
"… no insieme!"
"Come?!" Hanamichi si riscosse dai suoi pensieri, tornando a fatica a concentrarsi sulle parole di Mitsui.
"Ma dai, io ti do' una tale notizia e tu non mi stai a sentire?" lo prese in giro, avendo notato perfettamente su cosa il suo sguardo si fosse fermato.
"No, scusa ti ascolto..." gli disse, adesso era sinceramente curioso.
"Chi sta insieme? Non dirmi che Harukina è fidanzata perché io avevo capito che..." cercò di sembrare totalmente disinteressato alla cosa e di fregare Mitsui tirando in ballo Haruko.
"No, no, Haruko è presa persa di Rukawa che non se la fila per niente, se la ragazzina ti interessa, stai pur certo che nessuno ti metterà i bastoni tra le ruote, se non lei stessa... è un poco ingenua per certe cose, fidati!" le disse, prima di riprendere il pettegolezzo da dove lo aveva interrotto.
"Stavo dicendo che Akira e Kaede stavano insieme".
"Ah..." il cuore di Hanamichi mancò un battito e forse anche due. Si rimise seduto alla console dando volutamente le spalle ai due seduti al tavolo, per non distrarsi ancora e non dover vedere.
"Ecco perché... mi sembravano molto uniti, in modo strano" spiegò, perso nei suoi pensieri.
"Ehi... che significa in modo strano... Hanamichi, sospetti ci sia ancora qualcosa?!" si informò.
"No, beh i... io non me ne intendo, neanche mi ero accorto di Maki e Nobunaga... però di loro non so... anche prima mi sembravano piuttosto in confidenza... l'altro giorno hanno anche mangiato dallo stesso piatto...*" disse, esplicando i suoi dubbi.
"Perché ti interessa?" chiese poi. "Hai fatto una faccia!" lo prese un po' in giro, cercando di fare dell'ironia, come se la notizia non l'avesse affatto colpito, ma al contrario potesse continuare a scherzare sull'argomento.
"Non avrai anche tu delle mire, vero? Che vi danno da mangiare qui a Tokyo? Ahahah" continuò, riprendendo a giocare ed ottenendo un nuovo record di punteggio.
"Ridi, ridi tu, non è divertente, è solo un caso che ci siano diverse coppie omosessuali nel nostro gruppo e comunque io non ho delle mire, preservo solo ciò che è mio!"
Hanamichi lo osservò un attimo confuso, mentre riponeva il joystick e voltava la sedietta girevole verso di lui.
"Mmm... rallenta un attimo, definisci preservo ciò che è mio!"
Hisashi scosse il capo, assecondandolo: "intendo che non ho nessuna mira particolare, perché io ed Akira stiamo insieme".
"… definisci stiamo insieme" continuò Hanamichi che aveva capito perfettamente, ma ancora si ostinava nel suo interrogatorio.
"Siamo una coppia!" disse con un sorriso il ragazzo moro.
"… definisci coppia".
"Hana!!" lo riprese esasperato.
"Ok... ok ho afferrato! Ma scusa, non ti da fastidio che loro si vedano così spesso e facciano cose come... come quella!" gli disse, indicando i due con l'indice.
Hisashi si voltò giusto in tempo per vedere Akira aprire in due una pizzetta e dopo averne tolto il ripieno, porgere la sfoglia al moretto.*
Mitsui si mise a ridere appena: "no... certo che no, io mi fido di Akira, ormai stiamo insieme da un anno e ho imparato ad accettare il legame che lo unisce a Rukawa. Sono solo buoni amici, tra loro non ci può essere nulla di più."
"Ma come puoi esserne così sicuro e se scoccasse nuovamente la scintilla?"
"Ehi che fai, mi stai portando male? Vuoi per caso che si mettano insieme?" disse piccato, come poteva mettergli in testa simili idee?
"No, no certo che no, io domandavo. Se fosse successo a me, ci resterei male, qualche sospetto mi verrebbe!"
"Hanamichi, si vede che sei proprio ingenuo, ha ragione Ayako!" il rosso stava per ribattere quando Mitsui gli mise una mano sulla bocca, facendogli cenno di tacere e seguirlo fuori; non sapeva perché, ma sentiva che di Hanamichi si poteva fidare e poteva confidarsi, inoltre, credeva di aver già inquadrato il ragazzo che aveva davanti e voleva tastare il terreno.
Una volta fuori dal locale, Mitsui si posò con le spalle al muretto d'entrata ed Hanamichi davanti a lui, mani nelle tasche dei jeans, in attesa che parlasse.
"Allora, una volta per tutte ti sia chiaro che Akira ed io stiamo bene insieme e non riuscirai a mettermi nessun tarlo del dubbio in testa. Detto ciò, voglio dirti una cosa che mi disse Akira.
Devi sapere che noi ci siamo conosciuti proprio il giorno in cui lui ruppe con Rukawa, ovviamente ci eravamo già visti in partita, ma ci siamo conosciuti veramente quel giorno.
Io stavo facendo una corsetta serale sul lungomare in spiaggia, quando il mister mi riprese in squadra decisi che mi sarei impegnato al massimo, più di quanto facessi prima, per tornare in forma. Ci avevo messo due ore di treno per arrivare proprio in quella località, come sai qui non ci sono molte spiagge degne di questo nome e volevo stare solo per pensare, rilassandomi lontano da tutto.
Avevo quasi finito il mio allenamento, quando, seduto sul molo, vidi una sagoma a me familiare che mi dava le spalle. Più che riconoscerne la sagoma, riconobbi la sua acconciatura" ammise con un sorriso.
"Mi avvicinai, camminando piano per riprendere fiato e vidi Akira Sendo intento a pescare. Il sole stava quasi per scomparire nel mare e lui stava ancora lì con la canna da pesca e nel secchiello solo due piccoli pesciolini ancora vivi e sguazzanti.
Mi fermai accanto a lui rendendogli nota la mia presenza e, quando alzò lo sguardo su di me, rimasi semplicemente affascinato: quello non era il solito ragazzo che avevo imparato a conoscere in campo, il sorriso che mi rivolse non era lo stesso di sempre, era... era diverso, un sorriso bello, ma un po' triste.
Non avevamo mai parlato prima d'allora, ma mi sedetti accanto a lui e, non so cosa mi spinse a farlo, rimasi a fargli compagnia.
Restammo in silenzio seduti l'uno accanto all'altro per non so quanto tempo, ancora adesso quando ci ripenso, mi meraviglio di me... e anche di lui.
Personalmente non sono un tipo molto riflessivo, ne ho fatte veramente tante e non si può dire che abbia minimamente pensato prima di agire, ma quel giorno sapevo che doveva andare così.
Era Febbraio e, nonostante questo, la giornata era stata abbastanza calda e bella fino a sera, fino a quando il sole stava lasciando il posto all'oscurità, un brivido di freddo non mi attraversò il corpo.
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"Ehi... non credo che i pesci abboccheranno più, secondo me sono andati a dormire" disse il ragazzo con la cicatrice, rompendo quello strano ed impalpabile silenzio.
Akira Sendo si volse verso di lui: "hai ragione..." concordò e non disse più niente.
Rimase fermo ancora qualche secondo prima di raccogliere le sue cose, lentamente.
"Cosa ci fai qui?" chiese il tiratore da tre punti.
"Mi piace pescare... mi rilassa e mi aiuta a pensare..." spiegò l'altro, prendendo in mano il secchiello e rigettando in mare i due pescetti.
Mitsui lo guardò confuso ed Akira, comprendendo la sua perplessità, spiegò: "lo faccio sempre, non riuscirei a mangiarli se sapessi si averli presi con le mie mani... puoi darmi dell'idiota, visto che non mi faccio problemi a mangiare del pesce comprato al mercato, ma è così!" disse, senza temere da lui alcuna critica.
Ancora attimi di silenzio, poi la voce di Akira, mentre stavano attraversando il molo.
"Oggi sono stato scaricato!"
Mitsui si voltò a guardarlo: "eri fidanzato?!" si stupì, poi, rendendosi conto che la sua espressione sorpresa poteva essere fraintesa, aggiunse: "no... aspetta, non volevo dire che... solo che non lo sapevo... io... mi dispiace" si scusò.
Sendo gli sorrise, di nuovo in modo normale: "ma lo sapevo, sapevo che il mio era un interesse a senso unico... non dico che anche lui non mi volesse bene, o non avrebbe accettato di mettersi con me, ma, forse, è vero che io e lui non potremo mai essere nulla di più che buoni amici... forse in fondo l'ho sempre saputo, ma ho voluto tentare ugualmente. Non volevo restare con il dubbio o, peggio, il rimpianto di non aver almeno provato" gli spiegò.
"Aspetta, aspetta, rallenta. Lui? Stavi con un ragazzo?" chiese, sorpreso.
Akira si volse a guardarlo fermandosi: "Già... è un problema? Ti faccio schifo?" lo chiese, ma nella sua espressione non vi era né paura, né vergogna.
Era una semplice domanda.
"No... no, io sono bisessuale per cui non ho problemi..." confessò a sua volta il giocatore dello Shohoku.
"Se non sono indiscreto, chi è questo ragazzo? Dovevi... devi essere molto innamorato di lui... oh non lo dirò a nessuno se questo ti preoccupa" aggiunse subito ed era vero.
Ancora una volta, Akira sorrise: "Kaede Rukawa" disse solo.
Il ragazzo spalancò gli occhi: "no... aspetta... quel... quel... il nostro Kaede Rukawa?"
"Già..."
"Wow... alla faccia del bell'addormentato... ecco perché non degna di uno sguardo neanche una di quelle ragazze che gli vengono dietro a scuola... stava già con te!" commentò con un sorriso. "Mi spiace che sia finita!"
"Anche a me... ma sono felice lo stesso, anche se solo come suo rivale numero uno, sarò sempre il primo in qualcosa per lui" commentò, guardandolo dritto negli occhi e riprendendo a camminare.
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"Wow!" fu l'unica cosa che Sakuragi riuscì a dire. "Ma il motivo della separazione non..."
"Oh sì, poi me lo disse, da quel giorno cominciammo a vederci per giocare insieme, parlare e mi disse tutto, diventammo l'uno il confidente dell'altro" spiegò.
"E..." volle sapere Hanamichi.
"E... questo non spetta a me dirtelo, mi spiace!" lo lasciò a bocca asciutta, sorridendo soddisfatto.
"Coooosa? Starai scherzando, vero?! Dimmelo, ti prego!" chiese curioso, voleva sapere perché tra i due fosse finita.
"Dirti che cosa?" la voce di Sendo interruppe i due.
Hanamichi sobbalzò, sentendosi scoperto e vedendo fare capolino dietro Akira anche Kaede.
"Oh niente, Hanamichi voleva sapere qualche dritta sui tiri da tre, ma non mi pare il momento adatto, c'è una festa che ci aspetta là dentro..." mentì Mitsui.
"E una torta da tagliare e mangiare, dall'aspetto sembra buonissima. Mancavate solo voi e siamo venuti a chiamarvi" disse Sendo.
Hanamichi rimase in silenzio, osservando, forse un po' colpevole, Kaede che lo fissava a sua volta: il moro lo vedeva strano e non capiva.
Rukawa guardò Mitsui parlare con Akira e non comprendeva cosa potesse essere successo tra i due: "doaho, il gatto ti ha mangiato la lingua?" disse rivolto al cugino, per scuoterlo.
"Ba... baka kitsune, certo che no, il Tensai stava pensando e..." si rivolse a Mitsui e al suo ragazzo che si erano momentaneamente persi nel loro mondo personale "… per quanto riguarda te, io non ho bisogno di alcun consiglio sui tiri da tre!!" disse piccato, tornando dentro la sala e raggiungendo gli altri.
Kaede lo vide allontanarsi in quel modo, un po' rosso in viso nell'osservare i suoi due amici ed ebbe così la conferma che doveva essere successo qualcosa al doaho.
Si volse a guardare i due ragazzi che si strinsero nelle spalle, mentre Akira teneva fermo per la vita il suo ragazzo e gli faceva poggiare la schiena nuovamente contro il muro dietro di sé.
Sendo si voltò poi verso il moretto e, con un sorriso innocente, gli disse: "tu va pure avanti e tagliate la torta, noi arriviamo fra poco!"
Hisashi si mise a ridere, estremamente divertito dal siparietto a cui il suo ragazzo e la cosiddetta volpe lo stavano rendendo spettatore: Akira che voleva a tutti i costi rimanere da solo con lui cercando, senza troppo successo a dire il vero, di nasconderlo e Kaede che li osservava con un sopracciglio sollevato, per niente convinto.
"Fate come vi pare!" fu l'unica cosa che disse, lasciandoli soli.
Mitsui alzò le braccia a circondare le spalle del suo ragazzo e questi si posò contro di lui, facendo aderire i loro corpi, infilando gentilmente un ginocchio tra le sue gambe, facendosi spazio.
"Che intenzioni hai, Akira?" domandò divertito. "Non è educato non assaggiare il dolce ad una festa, sai?!" lo riprese.
"Lo so, infatti io ho intenzione di assaggiarlo... il dolce" specificò, avvicinando il viso a quello del ragazzo, sfiorandogli le labbra con le sue.
Hisashi sospirò, socchiudendo gli occhi. "Mh... spiritoso, io parlo sul serio".
"Anche io! Comunque voglio sapere cosa ci facevi qui da solo con Hanachan" socchiuse la bocca, prendendo tra i denti il labbro inferiore dell'altro, che arcuò il busto verso di lui stringendogli le braccia al collo.
"Gli stavo raccontando la nascita di una romantica storia d'amore... geloso?" chiese, socchiudendo gli occhi per guardarlo.
"Dovrei?" domandò Sendo, spingendo il proprio bacino contro quello del compagno.
"A... Akira..." sospirò. "Questo è sleale e comunque, no, non devi, anche se ammetto che la cosa potrebbe farmi piacere..." si sporse verso le sue labbra, per ricevere quel bacio che tanto stava desiderando, ma prima, aggiunse, ancora: "mmh, quei due..."
Non poté concludere, però, perché Sendo si protese maggiormente verso di lui, socchiudendo la bocca e introducendo la lingua velocemente in quella dell'altro, pronta a riceverlo: un bacio veloce, prima di allontanarsi di nuovo.
"Lo so..." liquidò così il discorso, prima di tornare nuovamente ad assaporare il gusto del suo ragazzo.