[Final Fantasy X] Non più gli evocatori

Jul 15, 2011 14:29

Fandom: FFX
Titolo: Non più gli evocatori
Rating:  Verde
Conto Parole: 491
Personaggi/Pairing: Tidus (Tidus/Yuna)
Prompt sfidante: And the worst lie it may be that hope said / she’d be the last one to leave, squadra 3
Note dell'autore: Tidus, endgame E RELATIVI SPOILER. La stesura effettiva supera di un pochino le 500 ed è su EFP, qui ho dato una piccola sforbiciata a fine primo paragrafo per rientrare nel wordcount. Se a qualcuno ci fanno schifo i tempi verbali è pregato di segnalarlo nel commento, resto alquanto perplessa ma mi abbarbico ancora alla speranza di non dover girare tutto al passato remoto (come a dire, visto che si scrive di videogiochi propongo un'open beta, ahr ahr, fine umorista *shot*)



Il lieto fine esiste solo nelle fiabe e nei brutti seguiti. Ma un finale giusto, quello sì, va perseguito con ogni mezzo. La scelta del sacrificio è crudele da sostenere (Tidus tacque e restò grato di quel sogno lungo un'estate).

Non più gli evocatori

Il suo sacrificio fu il silenzio e l'inazione. Che per Tidus significò fare e parlare di tutt'altro, perché la posa da martire compatito gli metteva tristezza e volle restare fino in fondo Tidus, star degli Zanarkand Abes: furono i giorni in cui bruciò come una cometa, in testa a ogni azione, lesto a elargire risposte gagliarde a eretici e preti. Corse a perdifiato sventolando lo stendardo della sconfitta di Sin per distanziare il ronzio che lo scoppio delle parole di Bahamut gli aveva lasciato nelle orecchie.

Aveva dovuto abbandonare la speranza di rovesciare anche quella situazione. Che non era da Tidus. Tidus era quello che credeva fino all'ultimo - fu quello che credette fino all'ultimo, in Yuna. Tutta la sua speranza aveva riarso per lei e quando ebbero ottenuto il loro miracolo, quando ebbero lasciato Zanarkand tutti stretti in cerchio attorno a un'evocatrice confusa e viva, in un istante si rese conto di aver tirato il fiato e di essersi detto Sì. Va bene così. Se hai fra le mani un miracolo non batti il piedino chiedendone un altro, così come quando sei sotto e prendi palla tiri in porta, senza perdere tempo a fare bel gioco.

Ciò che comprese in quei giorni e che tenne stretto al cuore furono i sorrisi di Yuna nel salutare tutte le ultime cose. Credette di capire cos'aveva provato fino a Zanarkand, andando verso il sacrificio, e con quello la sentì più vicina, almeno un pochino. Guardare la morte con gli occhi di lei gli donò una chiarezza che non avrebbe acquisito da solo (proprio non era da Tidus: di suo, mesi prima, avrebbe tirato il freno e messo il broncio). Comprese la bellezza di una fine giusta e la tacque, come Yuna aveva taciuto la sua, la fece propria e seppe infine che era più preziosa del 'bello' di un bagno di folla dopo la vittoria o di un orizzonte frastagliato dipinto dalle luci dei grattacieli.
Restava la semplice angoscia di non poter più stare con lei, di andare con ogni respiro a sfracellarsi verso una fine sempre più vicina, e sì era vivo, era innamorato della vita e della sua evocatrice e restare fedele alla sua scelta lo dilaniava, ma non dubitò che la sua scelta fosse giusta. Aveva tolto quel tormento da Yuna. Lo caricò sulle sue spalle e poté sopportarlo.

Camminò però a lungo per i corridoi dell'aeronave, febbrile, prigioniero dietro alle grandi vetrate, guardando le terre al di sotto gelose dei propri misteri e immaginando che fra quelli almeno uno l'avrebbe salvato. Non si permise di condurre i compagni a caccia di un'altra incognita. Sin sarebbe caduto, quello era importante. Sin cadde. Yuna sarebbe sopravvissuta, quello sì che era fondamentale. Yuna sopravvisse. Lui imparò a percorrere per inerzia il poco che mancava e fece altro e parlò d'altro, corse in battaglia, incitò i compagni, svuotato di una meta che fosse insieme a lei.

Era la sua storia e la lasciò finire.

mdf: prompt sfidante, game: final fantasy x, mdf: squadra #6

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