TITOLO: ancora da definire
AUTRICE: Jinny
GENERE: angst (ma si, facciamo la sborona)
RATING: nc-17
WARNING: yaoi
NOTE: Storia e personaggi originali
Damian Winters aprì gli occhi, i suoi enormi azzurrissimi occhi, su un’altra mattina grigia. Erano almeno cinque giorni di fila che pioveva ininterrottamente, e la cosa gli guastava l’umore. Non che le persone intorno a lui potessero minimamente accorgersene, lui era sempre sorridente e perfetto come lo pagavano per essere. Però si sentiva triste. E solo. Alan era rimasto a Los Angeles, per finire le ultime vacanze da studente, e lui, invece, era bloccato a Boston per il settimo telefilm. Erano solo poche puntate. Doveva interpretare il figlio di un avvocato, in una serie sugli avvocati ambientata a Boston… non aveva idea di come si intitolasse, ma poteva essere Boston Mac Beal o Ally legal, per quello che lo riguardava… sbuffò e si stiracchiò. Il suo cellulare squillò. Rispose immediatamente
<< Buongiorno!>> gli arrivò la voce squillante ed allegra di Christopher, il suo migliore amico. O avrebbe dovuto dire il suo unico amico, in effetti…
<< Giorno Chris… sei passato da Al? Sta bene?>> chiese. Christopher sbuffò
<< Ti ho chiamato io, potresti se non altro rispondere al mio saluto, prima di chiedermi di tuo fratello. Che per inciso mi sta guardando malissimo, perché sono rientrato adesso da un party… si, lo so, qui sono le sei… mi sta facendo gesti inconsulti, aspetta, te lo passo…>>
<< Non lasciarmi da solo con questo squilibrato, Dam!>> sibilò Alan, furioso. Damian sorrise, poi si mise davanti allo specchio, accigliandosi. Si, ok, guardarsi allo specchio e fare le facce mentre suo fratello parlava, avendo così l’impressione di averlo davanti, era… beh, da manicomio… però, non era colpa sua se erano nati con la stessa faccia…
<< Ma mi stai ascoltando?>> chiese ad un tratto Alan. A volte gli sembrava di avere una fidanzata, più che un gemello
<< Si, ti sto ascoltando… senti, perché non vieni a passare il weekend qui a Boston? Ci siamo cresciuti qui… io dovrò fare le ultime riprese, ma…>>
<< Non ci penso nemmeno. Non voglio più metterci piede li.>> disse Alan. Il suo tono era cupo. Damian sospirò
<< Scusami, hai ragione…>> mormorò
<< Non so come faccia tu a resisterci…>> disse Alan
<< Beh… sono dall’altra parte della città, non è difficile… Allison mi chiama sull’altra linea… senti, salutami Chris, e digli di impegnarsi a trovare un uomo per sua madre, perché è sempre più isterica e ne ha davvero bisogno.>> detto questo, Damian prese l’altra telefonata.
<< Si può sapere con chi eri al telefono?!>> chiese una voce di donna. Una voce molto arrabbiata
<< Con Alan.>> disse Damian, cercando di non mettersi a ridere << E con Chris.>>
<< Chris… Chris.. Chris chi?>> chiese la donna, presa in contropiede
<< Tuo figlio!>> disse Damian. D’accordo, la sera prima Allison doveva aver bevuto parecchio… ma arrivare a dimenticarsi di avere un figlio…
<< Ah. Quel Chris. Che immagino abbia chiamato alle sei di mattina solo perchè appena tornato da un party, vero? Party a cui si sarà presentato solo perché è mio figlio…>>
Damian si mise comodo. La tirata di Allison contro “quello snaturato di mio figlio” sarebbe andata avanti per almeno una mezz’ora.
<< Bene, tra venti minuti passo a prenderti, che alle undici dobbiamo essere sul set.>> disse la donna all’improvviso, lasciando Damian senza parole.
<< Ah! Ok. Mi faccio trovare pronto.>> disse. Riagganciò e si infilò in doccia. Si lavò in fretta, si mise le prime cose che gli saltarono fuori dalla valigia, poi si pettinò i capelli. Lisci. Lunghi. Biondi. Tutte le colleghe glie li invidiavano. Ma… senza Alan per lui era impossibile tenerli in maniera decente… si accontentò di una spazzolata veloce, poi li raccolse in una coda bassa. Tanto ci avrebbero pensato sul set. Quando uscì dal bagno, Allison era seduta sul divano della camera d’albergo ad aspettarlo
<< Mi farai venire un infarto!>> protestò lui. La donna alzò un sopracciglio, perfettamente curato
<< E’ provato che i Winters vengono stroncati dalla depressione molto prima che il cuore possa iniziare a cedere, quindi non dire assurdità.>> disse la donna. Damian si imbronciò leggermente
<< Credo sia ancora un po’ presto per le battute.>> disse, ed uscì dalla stanza. La donna lo seguiva, l’immancabile tailleur lilla, che faceva risplendere i capelli ramati, portati sciolti sulle spalle, le scarpe con i tacchi a spillo, mai meno di nove centimetri, nere, la borsa nera, la valigetta con documenti vari e computer portatile. Damian poteva viaggiare senza portare nulla con se, ci avrebbe pensato di sicuro Allison. Perché lei era Allison Sullivan, la professionista perfetta. Sbuffando la attese all’auto
<< Sei lenta.>> le disse
<< Non sono lenta. Sono le tue gambe che si sono allungate!>> protestò lei. Damian fece una smorfia
<< Niente smorfie. Ci pagano perché tu sorrida.>> disse lei, gelida, salendo sull’auto. Damian salì a sua volta, sedendolesi accanto. Era la persona che conosceva meglio in assoluto, e quella che sopportava meno. Era una donna bellissima, non c’erano dubbi, ma il suo unico pregio effettivo era quello di essere la madre di Christopher. Damian sospirò e si preparò al breve viaggio che l’avrebbe portato sul set. Come aveva previsto, appena arrivò, parrucchieri e truccatori lo circondarono. I truccatori un po’ lo lodarono e un po’ lo insultarono per la sua pelle perfetta, mentre una hairstylist lo rimproverava per come maltrattava i suoi capelli
<< Dovresti usare più balsamo. Sono bellissimi, ma se continui a trattarli così, si sfibreranno e si rovineranno…>>
<< E’ nella sua fase ribelle.>> borbottò Allison. Damian sorrise amabile, poi le fece una linguaccia appena si girò.
<< Fastidiosa.>> borbottò
<< Licenziala, no? Sei Damian Winters, potrai licenziare chiunque…>> disse la ragazza, continuando a pettinarlo
<< E’ la mia tutrice. Devo resistere fino ai ventuno. >> disse Damian. La ragazza si fermò un attimo, poi riprese a pettinarlo
<< Scusa, avevo letto di quello che era successo alla tua famiglia, ma tendo a dimenticare quello che leggo…>>
Damian si girò e le sorrise
<< Tranquilla.>> disse, in tono caldo. La ragazza arrossì, e Damian si girò, rendendosi conto di averlo appena rifatto. Aveva di nuovo fatto la cosa del colpo di fulmine, come diceva Alan. Gli bastava un sorriso per fare innamorare le ragazze, ma… per lui le ragazze erano un po’ un peso… nemmeno, non era quello… non era ancora riuscito a capire cosa fosse. In ogni caso la “cosa del colpo di fulmine” stava iniziando a diventare un problema…
<< E’ vero che ti ritirerai per un anno?>> chiese la ragazza. Damian si guardò le mani. Doveva fare qualcosa per le pellicine, accidenti…
<< Non un anno intero… voglio solo diplomarmi…>> disse, sorridendo, poi tornò a concentrarsi sulle pellicine
<< Ci mancherai…>> disse la ragazza
<< Non credo… ci saranno quattro film, spot pubblicitari e, nel tempo libero, le solite interviste, le foto e tutto il resto. Vi mancherò di più tra un anno, quando avranno finito il materiale… >> disse, sorridendo. Lei disse ancora qualcosa, che Damian non ascoltò, poi lo lasciò andare. Era pronto. Si avvicinò agli altri attori. Rise e scherzò con loro, provò un paio di battute con quello che interpretava suo padre, fu disponibile e sorridente per tutti e con tutti, come ci si aspettava da lui. Quando alla sera arrivò in albergo, si mise a letto togliendosi solo le scarpe. In quel periodo era sempre così stanco… forse era il tempo…
“ Non so come ci resisti…” disse la voce di Alan nella sua testa. Già, forse era proprio per quello… era praticamente fuggito da Boston tre mesi prima, ed ora eccolo di nuovo li… prese il cellulare e compose il numero di Alan
<< Che c’è?>> chiese Alan, in tono secco
<< Prometti di non prendermi in giro?>> chiese Damian. Alan promise
<< Mi manchi.>> disse Damian. Alan rimase un attimo in silenzio, poi inspirò
<< Prometti di non prendermi in giro?>> chiese a sua volta. Anche Damian promise
<< Ho sempre una tua foto con me, così non mi sembri così lontano…>> mormorò Alan. Damian sentì che il fratello stava per piangere e si morse forte le labbra
<< Al, resisti. Ancora tre giorni, poi torno da te. E ti salvo da Chris…>>
Sentì Alan buttare fuori l’aria dal naso con un colpo secco. La cosa più simile ad una risata che suo fratello avesse fatto negli ultimi tre mesi. Riattaccarono senza dire altro e Damian si addormentò.