Opera~

Apr 26, 2012 00:16

Title: Opera~
Pairing: KyuMin
Genre: SMUT
Summary: tenete presente il video di opera? e devo anche parlare?? *si nasconde*
Warnings: Se non vi piacciono le cose forti(?) ve le sconsiglio...




Una giornata uggiosa. Se l'aspettava. Chiunque gli avesse raccontato di quella terra l'aveva descritta fredda. Ma anche misteriosa.
Il suo mercantile non era adatto per navigare per quei canali così stretti ed angusti. Aveva  quindi continuato la navigazione su una di quelle strane imbarcazioni che gli avevano detto chiamarsi 'gondole'.
Il viaggio non durò molto. Anche se famosissima e ricchissima, Venezia rimaneva una città circoscritta. Nulla a che vedere con le altre città, europee e asiatiche, che aveva visitato per lavoro.
Dopo qualche minuto il gondoliere l'avvisò dell'arrivo. Il giovane mercante scese dalla gondola,
entrando in quella che gli avevano detto essere l'abitazione del 'Moro', l'uomo che si occupava degli scambi mercantili con i coreani.
La porta dell'austera abitazione era aperta, così il mercante l'attraversò senza molti convenevoli. Nell'immenso atrio li accolse un uomo di una certa età, di certo un maggiordomo.
'Posso aiutarvi?'
Chiese in veneziano. Il mercante non capì, costringendo l'uomo a ripetersi in coreano.
'Sono qui per parlare con il Moro. Ho con me della merce che sono convinto possa interessargli'
Il maggiordomo si sorprese, si scusò e lasciò l'atrio, pregandoli di aspettare qualche minuto.
Il mercante sapeva che non aveva rispettato le solite regole del Moro. In genere le vendite erano gestite nella piazza principale dai suoi uomini, che personalmente gli portavano pezzi di merce a casa. Se al Moro la merce piaceva allora il giorno dopo avveniva la trattativa, se al Moro la merce non piaceva, quel mercante non aveva speranze di vendere a nessuno la sua merce a Venezia.
Ma il giovane mercante non era stato a quelle regole. Era la sua prima volta a Venezia, ed aveva il sospetto che la merce dei nuovi mercanti potesse essere sabotata dagli uomini del Moro, che preferivano commerciare con i vecchi clienti, che poi li ricompensavano profumatamente.

Nell'attesa il mercante si guardò attentamente intorno. Grandi affreschi adornavano l'atrio senza però togliere importanza alla grande scalinata in marmo. E proprio da quella scala qualche minuto dopo scese un giovane, forse solo più grande di lui di pochi anni. Era più basso del mercante, con occhi e capelli scuri. Aveva caratteri tipicamente asiatici. E non per ultimo, era molto bello.
'Salve giovane mercante. Cosa vi porta nella mia umile dimora?' Chiese il Moro, rivolgendosi a lui in coreano.
Il mercante sorrise, la sua dimora sembrava tutto fuorché umile.
'Scusate la mia improvvisa intrusione, mio signore, sono qui per avere la possibilità di poter commerciare con voi'
Il Moro, che ormai era a pochi passi di distanza dal mercante, inarcò le sopracciglia, interdetto.
'Mio giovane amico, io do a tutti la possibilità di poter commerciare con me' sorrise, 'per questo ho dei miei uomini a Piazza San Marco ad accogliere i mercanti asiatici'
'Non perchè io non abbia fiducia nei vostri uomini, ma ho preferito portarvi di persona la merce di cui tratto. Spero non sia un problema per voi'
Dopo un secondo di indecisione, il Moro si aprì in un sorriso.
'Nessun problema. In genere non tratto di affari in casa mia con sconosciuti, ma per lei potrò fare un'eccezione. Seguitemi in una stanza più consona a parlare di affari'
Il padrone di casa chiamò il suo maggiordomo, parlandogli in veneziano, prima di fare un cenno
al mercante.
Il Moro lo portò in uno studio adiacente all'atrio, esortandolo ad accomodarsi.
'Ho chiesto al mio maggiordomo di portaci del vino. Il mio è il vino migliore di Venezia, importato dai vigneti migliori della penisola italica. Spero che le piaccia il vino'
'Molto. In verità è la bevanda che più gradisco'
In quel momento il maggiordomo portò una bottiglia di vino rosso, e ne versò il contenuto in due grandi bicchieri. Lasciando il mercante e il Moro soli.
Il Moro sorseggiò con gusto il vino, prima di ricominciare a parlare.
'Allora, giovane mercante, cosa la porta qui dalla lontana Corea?'
Il mercante poggiò con cautela il suo bicchiere concentrandosi interamente sul suo interlocutore.
No che la cosa fosse difficile.
Il Moro aveva un non so che di elettromagnetico.
In particolare i suoi occhi, neri e ipnotici.
E la sua voce, profonda e sensuale.
'Non è difficile immaginare il motivo per cui io sia qui. Venezia è il centro del commercio mediterraneo. Sarebbe un onore, e un affare, commerciare in questa città'
'E cosa l'ha portata da me'
'Non faccia il modesto. Tutti conoscono la sua fama di commerciante'
Il Moro sorrise, ricominciando a sorseggiare il suo vino.
'Vero'
'Lei non mi sembra Veneziano, mio signore'
Chiese d'improvviso il mercante, curioso.
Il Moro si accigliò e lo scrutò intensamente prima di rispondergli.
'Evidentemente no. Mio padre era Coreano'
'Ecco perchè conosce la mia lingua'
'Sono stato per molti anni in Oriente. Ho girato a lungo. Il coreano è solo una delle lingue che conosco'
'Mi complimento con lei, signore'
'Le lusinghe non l'aiuteranno a convincermi a trattare con lei. Dov'è la sua merce?'
'Non ho bisogno delle lusinghe per convincerla' disse il mercante, cacciando riquadri di stoffa dalla borsa che portava con se.
Il mercante sapeva che lui sua era stoffa molto pregiata.
E anche il Moro parve rendersene conto subito.
Dopo un'attenta analisi, si rivolse ancora al mercante, questa volte con un atteggiamento decisamente molto più amichevole.
'Non mi ha ancora detto il suo nome, giovane mercante'
Quest'ultimo rise.
'Non me l'avete chiesto'
'Beh ve lo chiedo adesso'
'Il mio nome è Cho Kyuhyun, signore. E il suo?'
Il Moro si stupì ancora di più, se possibile, alla domanda del mercante. Tutti sapevano del suo carattere scorbutico, e raramente gli venivano fatte domande come quella.
Ma quel mercante gli era simpatico.
La sua merce era di valore.
E lui era attraente. Molto attraente.
'Sungmin. Lee Sungmin. E può anche omettere il 'signore', non mi sembra molto più giovane di me'
'Come preferisce, Sungmin. Allora, cosa ne pensa della mia umile merce?'
Sungmin rise, pensando a tutt'altra merce.
'Mio caro Kyuhyun, la sua merce è tutto fuorché umile' disse, citandolo.
Anche Kyuhyun si aprì in un sorriso.
'Quindi posso sperare che lei voglia trattare con me'
'Certamente, Kyuhyun. Lei e la sua merce siete i benvenuti in casa mia'
E il mercante avrebbe giurato di aver colto una doppia allusione a quella frase.
Allusione che lo fece sorridere.
La cosa, ovviamente, non gli dispiaceva per nulla.
'Quando posso quindi darle la mia merce?'
Anche subito pensò il Moro, rispondendo però:
'Riparte subito Kyuhyun?'
Il mercante si stupì di quella domanda.
'Vorrei ripartire il prima possibile. Venezia è l'ultima di una serie di fermate, e vorrei tornare finalmente a casa, dopo lungo viaggiare'
'Spero che posso fermasi fino a questa sera'
'Questa sera?'
'Sa oggi è il 25 Aprile, festa di San Marco, patrono di Venezia. Ed è mia consuetudine dare una festa qui a casa mia. E mi piacerebbe molto che lei venisse, insieme alla sua merce, ovviamente'
Disse, ancora una volta allusivo.
'Non mancheremo, allora'
Disse sorridendo, e avviandosi all'uscita.

Sungmin si ritirò nelle sue stanze.
Giovane, bello, talentuoso, e non per ultimo, facente parte di una delle famiglie più facoltose di Venezia, era uno degli scapoli più ambiti della città.
Nonostante i suoi tratti asiatici, ereditati dal giovane mercante Coreano che aveva sedotto e abbandonato la madre, faceva cadere ai suoi piedi qualunque fanciulla europea.
Ma, fino a quel momento, non aveva ceduto a nessuna.
No che non avesse mai ceduto alla lussuria. Anzi.
Ma le sue preferenze ricadevano sui giovani ragazzi, possibilmente di passaggio. Giovani mercanti, come Cho Kyuhyun.
Era sicuro che il mercante avesse colto le sue poco velate allusioni, ed era sicuro che l'attrazione che provava verso di lui fosse reciproca.
Sorridendo tra se e se, iniziò a prepararsi per la festa in maschera di quella sera.
Quell'anno aveva un motivo in più essere perfetto. Impeccabile.
Aveva già disposto a dei suoi uomini di passare a prendere Kyuhyun alla piazza e portarlo a casa sua all'ora prestabilita. Loro si sarebbero poi occupati di quella merce che a lui, in quel momento, poco interessava.
Dell'altra merce, di quella che contava, se ne sarebbe occupato personalmente in seguito.
Scese dall'armadio un paio di pantaloni di pelle neri, attillatissimi, che mettevano in risalto le sue doti migliori.
Doti che avrebbero fatto impazzire Kyuhyun.
Camicia bianca, giacca lunga nera, rigorosamente aperta...mancava solo la maschera.
Quell'anno, come ogni hanno, se n'era fatto fare una apposta per lui, dall'artigiano migliore di Venezia.
Rosa.
Sorrise. Di certo non sarebbe passato inosservato.
Dopo qualche ora era tutto pronto, e i primi invitati erano già arrivati e il padrone di casa, con molta sufficienza li accolse in casa sua.
Mancava poco, e poi finalmente avrebbe avuto quello che agognava da tutto il giorno.

Dopo essere uscito da casa del Moro, di Sungmin, Kyuhyun fu portato da uno dei suoi uomini alla piazza.
L'incontro con il commerciante l'aveva piacevolmente sorpreso.
Non si sarebbe mai immaginato che una persona con una tale fama fosse così giovane. E bello.
Non aveva dubbi che una volta aver visto la sua merce, Sungmin sarebbe stato disposto ad acquistarla. E da quello che aveva intuito, i suoi tessuti non era l'unica cosa alla quale il commerciante ambiva.
Kyuhyun sorrise tra se mentre passeggiava tra le strada della Serenissima in cerca di qualcosa di adatto da indossare quella sera.
Non si sarebbe perso la festa per nulla la mondo.
E non solo per gli affari.
Dopo due ore aveva trovato tutto l'occorrente per la festa: pantaloni stretti scuri, maglioncino grigio girocollo e lungo cappotto.
La maschera che aveva acquistato era di un rosso accesso, con sfumature in oro e rilievi floreali.
Gli stava da Dio.

Orami stava calando la notte, e per le strade veneziane stava scendendo una fitta nebbia, che riduceva la visibilità al minimo.
Insieme a due suoi uomini Kyuhyun ritornò in piazza, all'appuntamento con il gondoliere che aveva il compito di riportarlo a casa di Sungmin.
I suoi uomini misero la merce sulla gondola e si avviarono di nuovo in piazza: avrebbero aspettato li il suo ritorno, mentre il gondoliere fece salire e sistemare Kyuhyun.
Nonostante la scarsa visibilità, arrivarono senza difficoltà a casa di Sungmin, già colma di gente.
Attraccata la gondola, Kyuhyun scese sul ponte di legno che l'avrebbe guidato all'entrata. Qui trovò due uomini che l'aspettavano. Sungmin gli aveva dato ordine di recuperare la merce che Kyuhyun avrebbe portato e di pagarlo profumatamente.
Dopo la scambio commerciale, Kyuhyun fu pregato di entrare e godersi la festa.

Il mercante era al settimo cielo. E non solo perchè aveva ricevuto dalla vendita di merce più oro di quanto se ne sarebbe aspettato.
L'atrio della casa, che quella mattina gli era sembrato così immenso, ora era invece troppo piccolo per contenere le centinaia di persone che erano presenti.
Tutte rigorosamente mascherate.
La cosa lo sconsolò alquanto: come avrebbe trovato Sungmin tra tutta quella gente?
Per tutta la sera fu circondato da assoluti estranei, ma solo con pochi potè avere delle vere e proprie conversazioni. Ma riuscì ad ottenere buoni contatti con altri commercianti di Venezia.
Essere a quella festa significava essere importanti. E Kyuhyun di certo si sentiva importante ad essere li.
Ma le ore passavano e di Sungmin nessuna traccia.
Sospirando si diresse verso un'ala dell'atrio, quella che aveva una specie di uscita secondaria che dava su un altro canale della città.
Notò con piacere che c'era però una piccola stradina che costeggiava la casa. Kyuhyun la percorse, sperando che una breve passeggiata potesse schiarirgli le idee.
Era più confuso che mai.
Davvero Sungmin l'aveva era interessato solo ai suoi tessuti? E l'invito alla festa quindi era mera cortesia?
Kyuhyun scosse la testa, non poteva essersi immaginato lo sguardo famelico con cui il commerciante l'aveva fissato.
Intanto, perso nei suoi pensieri, si rese conto di aver preso un'altra strada, e che quindi si era allontanato da casa del commerciante.
Si girò intorno, cercando qualcuno a cui chiedere informazioni.
Ma ormai non si vedeva nulla. La nebbia era troppo fitta.
Cercò quindi cautamente di tornare sui suoi passi, quando sentì qualcuno prenderlo per mano.
'Cercando qualcuno?'
Gli sussurrò lo sconosciuto ad un orecchio.
Kyuhyun sorrise.
Riconobbe quella voce sensuale.
'Penso di averlo trovato'
Disse un attimo prima di collegare le sue labbra a quelle di Sungmin.

Il Moro si destreggiava a suo agio tra i suoi numerosi ospiti. A quelle serate non mancava mai nessuno. In verità a lui no piacevano particolarmente, ma ormai erano una consuetudine che tutta la città aspettava con ansia.
La vita vera a Venezia veniva vissuta di notte. E quelle feste erano una scusa più che plausibile per darsi alla pazza gioia, con la scusa degli affari.
Come aveva pianificato, il suo uomo portò il giovane mercante a festa già inoltrata.
Sungmin vide Kyuhyun entrare e trovarsi spiazzato di fronte a tutta quella gente.
Sorrise.
Gli piaceva fare sempre un po' il prezioso, a Sungmin.
E poi sarebbe stato scortese nei confronti dei suoi ospiti se si fosse dileguato subito.
Il tempo passava, e Sungmin notò lo sguardo interessato che diverse persone avevano rivolto al suo mercante.
E la cosa lo irritava alquanto.
Notò anche che Kyuhyun ebbe diverse conversazioni con altri commercianti di Venezia.
Anche quello gli dava fastidio.
Era come se Kyuhyun fosse sua prerogativa.
Nessuno poteva mettere le mani sul mercante. In tutti i sensi.
La serata stava procedendo senza particolari eventi, e Sungmin non aveva smesso un attimo di osservare da lontano Kyuhyun.
Ma dopo essere stato costretto ad intervenire in un discorso dal Doge in persona, si rese conto di averlo perso di vista.
Scese le scale di marmo che adornavano l'atrio della sua immensa villa per addentrarsi nella folla.
Girava tra i suoi invitati, cercando di non essere riconosciuto e bloccato. Ma dopo aver più volte girato tra la folla, non riuscì comunque a trovare Kyuhyun.
Il commerciante iniziò ad entrare in panico.
Il mercante non poteva essere andato via.
Si avviò velocemente alla sua banchina personale, ma notò che il gondoliere addetto al viaggio di Kyuhyun era ancora li.
Quindi anche Kyuhyun doveva essere li da qualche parte.
Rientrando nella sala gli venne in mente della porta sul retro. Forse il mercante l'aveva notata, e l'aveva varcata.
Sorridendo il Moro uscì fuori, nella fredda e nebbiosa serata veneziana, percorrendo quel vicoletto che non portava via d'uscita. A meno che qualcuno non avesse voluto farsi un bel bagno.
Solo pochi attimi bastarono e Sungmin ritrovò la sua preda.
Notò che si era smarrita.
Gli occhi del giovane mercante non erano abituati a vedere nella nebbia e il suo senso d'orientamento non era così acuto da poterlo guidare per quelle stradine tutte uguali.
Silenziosamente gli si avvicinò, ponendosi di fronte a lui e prendendolo delicatamente per mano.
'Cercando qualcuno?'
Gli disse piano, sfiorandogli il lobo dell'orecchio.
Sentì Kyuhyun sorridere.
'Penso di averlo trovato'
E subito dopo sentì le labbra dell'altro sulle sue.
Un solo attimo di esitazione, e quelle labbra carnose iniziarono lentamente a muoversi sulle sue, mentre con la mano libera cercava e trovava il suo fianco, afferrandolo con decisione.
Sungmin alzò la sua di mano libera e la posizionò prima sulla spalla di Kyuhyun, per poi spostarsi lentamente verso il suo collo, il suo lunghissimo collo, accarezzarlo e fermarsi finalmente nei suoi capelli. Ne prese una ciocca e fece pressione, per avvicinarlo di più a se.
Kyuhyun colse le sue intenzioni, sorrise nel bacio, e morse con ben poca delicatezza il labbro inferiore di Sungmin, che aprì di più la sua bocca per accogliere la lingua del mercante.
Kyuhyun sapeva di vino. E la cosa lo inebriava ancora di più.
Le mani intrecciate si separano per raggiungere ben altre mete più ambite: Sungmin posizionò la sua sotto la maglietta del mercante, accarezzandogli la schiena nuda; mentre quella di Kyuhyun scese ad accarezzare la coscia del Moro, per poi fermarsi stabilmente sul suo sedere, non prima di averlo però avvicinato di più a se.

Dopo qualche minuto i due si staccarono per poter riprendere fiato.
'Pensavo che te ne fossi andato senza salutare'
Disse Sungmin lasciando un leggero bacio sulle labbra del mercante, che sorrise.
'Non avrei mai potuto senza prima averti ringraziato dell'invito' rispose Kyuhyun, abbandonando anche lui ogni onorificenza, e lasciando che le sue labbra, ingrossatesi per la veemenza del bacio, vagassero su per giù per il collo dell'altro, che nel frattempo aveva leggermente piegato il capo per lasciargli maggior accesso.
'Che gentiluomo' aveva dichiarato Sungmin, cercando di sopprimere un gemito dovuto al piacere che la mano del mercante, che continuava ad accarezzargli le cosce, gli stava dando.
'Penso che sia meglio entrare dentro, non credi?'
Aggiunse con fatica il commerciante.
'Non voglio che tu venga risucchiato in mezzo a tutta quella gente. Non adesso che sei tra le mie braccia'
Aveva però ribattuto il mercante, facendo sorridere Sungmin che prese il volto dell'altro tra le sue mani, per poterlo baciare ancora una volta.
'Ti ricordo che è casa mia. Conosco diversi modi per entrarci passando inosservato' disse dopo che si furono separati.
'Da questa parte ci sono delle scale che portano direttamente al piano superiore. Dove si trova la mia stanza. Anche li saremo soli' Aggiunse leccandogli l'orecchio.  'Anche li sarò tra le tue braccia' La sua lingua nel frattempo scese più giù, ad assaporare il suo collo. 'E in più li ci sarà il mio letto. Il mio enorme letto' Concluse posizionando la sua gamba tra le gambe del mercante, che sussultò di piacere.
'Spero che la tua stanza non sia molto lontana'
Sungmin rise, applicando più pressione. 'E' più vicina di quanto tu possa immaginare' Disse con le sue labbra poggiate a quello dell'altro. Ma quando fece per baciarlo, Sungmin si spostò, lo prese per mano e lo trascinò verso un ulteriore entrata.

Percorsero le scale quasi di corsa, e Sungmin ebbe solo il tempo di chiudersi la porta alle spalle, prima che Kyuhyun lo sbattesse letteralmente contro la parete per poterlo di nuovo baciare.
Questo bacio fu più passionale e famelico, con le lingue che si cercavano e si respingevano, e le mani esploratrici, che toccavano ogni lembo di pelle dell'altro.
Quando l'ossigeno fu necessario, si staccarono per quindi fissarsi a lungo negli occhi.
Entrambi avevano ancora la loro maschera.
Kyuhyun fece per togliere quella di Sungmin, quando questi lo fermò.
'Perchè?'
Chiese il mercante.
'Non pensi sia più eccitante non sapere chi io sia?'
'Ma io so perfettamente tu chi sei'
'Tu non sai chi sono io veramente'
Aggiunge il commerciante prima di ricominciare a baciarlo e a spingerlo verso l'enorme letto al centro della stanza, e posizionandosi con cura su di lui.
Senza troppi convenevoli entrambi iniziarono a spogliarsi, e ben presto l'unica cosa che entrambi indossavano ancora era la loro maschera.
Sungmin, ancora su di lui, iniziò piano a scendere con le sue labbra: mento, spalla, petto. Fino a concentrarsi sui suoi capezzoli.
A Kyuhyun sfuggì un gemito.
'Chi sei davvero Lee Sungmin'
'Ti interessa davvero saperlo?'
Chiese il commerciante mentre le sue labbra scendevano sempre di più, fino ad incontrare l'oggetto del loro desiderio.
E sinceramente a Kyuhyun in quel momento non interessava per nulla. Almeno non fin quando avesse il suo membro circondato dalle labbra del suddetto commerciante.
Il mercante mise la sua mano tra i capelli dell'altro, spingendolo se possibile ancora più vicino mentre muoveva ritmicamente il bacino, in concomitanza con quello che la bocca di Sungmin gli stava facendo.
Non ci volle molto prima che Kyuhyun venisse.
Sungmin si leccò le labbra soddisfatto, prima di avvicinarsi di nuovo al volto dell'altro e dargli un bacio.
Kyuhyun sorrise e si spostò sopra di lui.
'Ora tocca a me, non pensi?'
Subito dopo iniziò a far viaggiare le sue mani lungo il corpo di Sungmin.
Quelle mani.
Sungmin si era eccitato solo al pensiero di cosa quelle mani potessero fargli.
Erano così belle, lunghe, perfette.
Ed ora vagavano senza meta per il suo corpo che fremeva.
La loro prima sosta furono le cosce.
Kyuhyun sembrava fosse innamorato di loro per quanta attenzione gli aveva dato quella sera.
Erano le cosce migliori che avesse visto e sicuramente le migliori che avesse mai avuto per le mani.
Erano muscolose, piene...e aperte. Li per lui.
Mi mise in ginocchio sul letto, continuando a tracciare non chiari disegni nell'interno coscia del commerciante, che ormai gemeva senza nemmeno cercare di trattenersi.
Ad ogni cerchio circoscritto si avvicinava sempre di più alla sua zona sensibile, senza mai però toccarla.
'Kyuhyun!!'
Urlò frustrato Sungmin, che lo fissava con occhi sempre più vogliosi.
'Anche a me piace giocare'
Aveva sussurrato Kyuhyun. Ma finalmente aveva concentrato l'attenzione delle sue lunga dita sul membro di Sungmin, che non chiedeva altro che essere toccato.
Le sue dita viaggiavano su e giù,  percorrendo sempre strade differenti.
Dopo qualche secondo avvicinò anche le sue labbra, scoccandogli un bacio all'estremità e facendo percorrere la lingua per tutta la lunghezza, fino ad arrivare alla base, dove lasciò un altro bacio, mentre la schiena di Sungmin si inarcava dal piacere.
Ma mentre la sua mano lo circondò finalmente tutto, la sua lingua trovò qualcos'altro da torturare.
Sungmin stava per esplodere. Involontariamente alzò il bacino, lasciando così più libertà di manovra a Kyuhyun che da una parte aveva aumentato la velocità della mano sul suo membro, e dell'altra stava stimolando con la lingua la sua entrata.
Afferrò con forza i capelli di Kyuhyun, spingendolo verso il suo volto.
'Ti voglio dentro di me. Adesso'
Pretese affamato.
Kyuhyun rise, baciandolo con forza.
'Non chiedo di meglio'
Si posizionò meglio tra di lui, prendendo le sue gambe e mettendole intorno alla sua vita, e iniziando piano a penetralo, con la saliva di entrambi che fungeva da lubrificante.
Sungmin immediatamente lo cinse tra le sue braccia, spingendolo verso di se, baciandolo, mentre i loro bacini si muovevano in sincrono.
Dopo poco, stanco di quella posizione, il commerciante si spostò sopra, iniziandosi a muovere con veemenza.
E continuarono così, a muoversi ininterrottamente, a gemere e chiamarsi senza sosta, fin quando non vennero entrambi.
Stremato Sungmin si lasciò cadere su Kyuhyun, che subito lo chiuse tra le sue braccia come a non volerlo lasciare andare mai più.

La mattina dopo Sungmin si svegliò ancora nudo tra le braccia di Kyuhyun.
Anche l'altro, come lui aveva ancora indosso la maschera.
Ora così da vicino e con la luce del giorno poteva vederlo con chiarezza.
Aveva dei lineamenti bellissimi. Zigomi alti, ma dolci, no spigolosi. E quelle labbra... erano state la prima cosa che aveva notato quando l'aveva visto la mattina precedente: erano carnose e morbide al tocco.
Aveva una gran voglia di baciarlo.
Non gli era mai capitato di svegliarsi ancora al fianco delle persona con cui era stato le sera precedente. In genere subito dopo che avevano finito invitava il suo amico ad andarsene, o, se non stavano a casa sua, se ne andava semplicemente lui.
Ma con Kyuhyun era stato diverso.
Quando l'aveva cinto con le sue braccia, si era sentito al sicuro. E non voleva che lui andasse via.
Ma la magia doveva finire.
Kyuhyun era un mercante. E sarebbe andato via.

Perso nei suoi pensieri non si rese conto che l'altro si era svegliato e lo stava fissando.
'Buongiorno' Disse assonnato, posando un leggero bacio sulle sue labbra.
'Dormito bene?' Chiese il Moro.
'Mai dormito meglio' sentenziò il mercante.
Kyuhyun spostò una mano che era sul fianco di Sungmin per portarla sulla sua guancia, iniziandola ad accarezzare.
'Posso?'
Sungmin capì che stava chiedendo il permesso di togliergli la maschera.
Il cuore gli batteva forte.
Con la maschera si sentiva protetto. Era uno scudo ad ogni genere di sentimento che aveva provato e che continuava a provare.
Ma, anche se impercettibilmente, annuì.
Kyuhyun gliela sfilò, continuando ad accarezzare ogni singolo angolo del suo volto.
'Sei così bello' aggiunse poi, dandogli un altro bacio.
Sungmin si staccò un attimo, giusto il tempo per togliere anche la maschera dell'altro, per poi riprendere a baciarlo.
Kyuhyun continuava a tenerlo stretto tra le sue braccia, accarezzandolo dolcemente.
'Il sole è alto. Non dovevi ripartire?'
Chiese a malincuore il commerciante, facendo sospirare Kyuhyun.
'Già. Mi tocca dover andare'
Sungmin si strinse più forte a lui.
Da una parte dentro se sperava che il mercante decidesse di restare con lui.
Ma sapeva che questo non sarebbe mai successo.
E in fondo era meglio così. Lui non era fatto per stare sempre con lo stesso uomo nel suo letto.
Si staccò dal mercante, mettendosi a sedere.
'Penso che sia ora che tu te ne vada'
Aggiunse freddo.
'Sungmin io...'
'Non dire nulla. Non c'è bisogno che tu dica nulla. Ci siamo solo divertiti'
Non voleva sentire Kyuhyun che gli faceva finte promesse. Non voleva sentirlo dire che sarebbe ritornato per lui.
Non avrebbe fatto la fine di sua madre.
Kyuhyun si alzò dal letto senza dire una parola, si rivestì e si avviò alla porta.
'E' stato un piacere trattare con lei, Signor Lee' disse poi freddamente prima di andare via.
Sungmin non ebbe nemmeno il coraggio di alzare lo sguardo.
Si ristese sul letto sotto le coperte, e si rese conto che c'era qualcosa sul letto. Aprì gli occhi e notò la maschera rossa ed oro di Kyuhyun.
La prese tra le mani, lasciando cadere una lacrima.

Qualche anno dopo

'Signore, c'è qui un mercante che vuole parlare con lei'
Il maggiordomo era entrato nel suo studio, quasi intimorito. Ormai erano anni che era sempre più intrattabile.
'Sa perfettamente che non ricevo nessun mercante in casa mia. Se vuole commerciare con me, si deve rivolgere ai miei uomini in piazza'
'Signore, io gliel'ho detto, ma insiste. Ha detto che ha fatto un lungo viaggio solo per poter parlare con lei'
Sungmin guardò male il nuovo maggiordomo.
Il vecchio era morto l'anno precedente e Sungmin era stato molto male, gli era affezionato. Questo nuovo invece era irritabile. Non gli piaceva per nulla. Ma era l'unico che non se l'era data a gambe levate dopo qualche mese.
Riluttante si alzò dal suo divano per andare nell'atrio per cacciare personalmente il mercante.
Da quel giorno non aveva permesso più che nessun estraneo varcasse la porta di casa sua.
Non era stato più con nessuno in quella casa.

Una volta entrato nella grande sala, vide l'uomo responsabile della sua irritazione di quel giorno. Era di spalle e osservava con interesse un affresco.
'La prego di lasciare casa mia, signore. Qui la gente non invitata non è ben accetta'
Sungmin sentì lo straniero ridere.
'Ma io sono stato invitato'
Sungmin inarcò le sopracciglia.
Quella voce.
La conosceva.
'Da chi è stato invitato?'
'Da lei. In persona.'
Disse lo sconosciuto, mostrandosi finalmente.
Kyuhyun.
Il mercante sorrise alla sua faccia sbalordita, e si avvicinò lentamente a lui.
'Anche se l'invito mi è stato fatto un po' di anni fa, spero che sia ancora valido'
Sungmin non riusciva a crederci.
'Cosa ci fai qui?'
'Ho mantenuto la promessa'
'Quale promessa?'
'Quella che non hai voluto sentire quel giorno. Sono tornato. E questa volta non me ne vado' sorrise 'A meno che tu non voglia venire con me, ovviamente' rettificò dopo poco.
Sungmin rise.
'Cosa ti fa pensare che io voglia che tu rimani?'
Kyuhyun si posizionò di fronte a lui, le loro labbra distanziavano solo pochi centimetri.
'Allora mandami via'
Sussurrò piano, avvicinandosi ancora.
Quelle labbra. Non avrebbe mai potuto dire no a quelle labbra.
E non avrebbe mai potuto mandarlo via.
'Se mi lasci ti uccido'
Riuscì a sussurrare qualche secondo prima di cingergli il volto e riprendersi quelle labbra che gli erano mancate per troppo tempo.

tralallaalalla il ragazzo è un poco timido, coraggio baciala(?)
capitemi dopo ever scritto questo il mio criceto è morto per perdita di sangue dal naso.

fanfiction, smut, kyumin

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