Titolo: Siworae
Rating: PG-13
Personaggi: Jim Moriarty & Mamma.
Note: Scritta per il
Summer Fest @
sherlockfest_it, prompt Jim Moriarty, child!fic, castelli di sabbia.
Riassunto: Papà non li ha mai portati al mare.
Papà non li ha mai portati al mare.
Il ché non è neppure questa grande mancanza, a dire il vero - a scuola tutti i bambini ci tornano con il tema sulle vacanze scritto in bella e pieno zeppo di mamme con cestini di panini al latte e papà che insegnano a nuotare e a fare le bolle col nasino sott’acqua, ma anche se il suo non lo ha mai portato al mare non è un problema, Jim può sedersi sul bagnasciuga e inzaccherarsi le gambe e il costumino a mo’ di cotoletta anche da solo.
“Papà verrà?”
Immerge la paletta giallo sole nella poltiglia bagnaticcia che sfugge alla risacca, pescando anche qualche conchiglia senza volerlo. La mamma si inginocchia accanto a lui, col prendisole arancio a fiori che le si drappeggia giù per i fianchi come una strana tenda a sbuffo.
“Certo, tesoro.”
Mamma sorride, fragile. James lascia cadere la sabbia fangosa - è troppo bagnata, resterà appiccicata al fondo, sennò - con un ben mirato splat, riempiendo il secchiello con quella più asciutta, e intanto la guarda, con quei suoi capelli nel vento, niente orecchini come le altre signore, un livido che sporge oltre la spallina del vestito.
“Verrà, vedrai che verrà.”
Mamma è convinta che per lui sia un dispiacere, ma in questo si sbaglia di grosso. A Jim non servono le vacanze degli altri. L’autobus va benone, anche nella sua squallida vernice giallastra e scrostata e la folla e - alle mani pelose e sudaticce che a volte cercano di arrivare a mamma ci pensa lui. Non tanti resistono a un dentino ben piazzato nella nocca o a una pedata negli stinchi - quelle fanno male anche se ai piedi hai solo i sandalini di pezza, è garantito.
Mamma sembra sempre sottile con quell’ombrellone colorato sottobraccio, e lui ha portato lo zainetto con i panini al salame e la merenda. Quindi, ecco, non manca niente.
“Sì, mamma.” Picchietta il secchiello capovolto sulla riva, prima di tirarlo su e scoprire la quinta torre zigrinata della sua inespugnabile fortezza.
Loro non hanno bisogno di papà.
Mamma non ha bisogno di papà. Jim non ha bisogno di papà.
Possono cavarsela da soli. Lo vede quando lei gli versa un po’ d’acqua pulita sulle manine per lavare via la sabbia e gli porge la sua merendina alla marmellata - Jimmy le accarezza le guance con i palmi umidi e sa, sa che possono cavarsela da soli, ne intuisce l’evidenza. Anche quando mastica e sotto i denti si ritrova qualche granellino di sabbia che il vento gli ha spinto in bocca - è tutto preventivato, tutto previsto, è meglio così.
Si lecca le labbra che sanno un po’ di sale e un po’ di ciliegia e poi la guarda con gli occhi grandi grandi, quelli che per fortuna non sono come quelli di papà, e la guarda e la guarda e la guarda forte forte come gli altri di solito si abbracciano, come se domani dovesse all’improvviso dimenticarsi di lei - e per i prossimi vent’anni la sua immagine sarà fissa in questo, nel viso stanco, le ginocchia nella sabbia friabile, i segni sui polsi che raccontano una storia che Jim non può ricordare ma di cui fa un po’ parte, perché era già nella pancia della mamma.
Quelli sono di papà, invece. Non li ha fatti lui, ma sono colpa sua, Jim lo sa.
“Papà verrà. Non preoccuparti.”
Gira intorno al castello e traccia le ondine di un fiume con il rastrellino blu. Così lui e mamma potranno vivere tranquilli e avere una tavola rotonda e tante merendine alla marmellata, e papà potrà marcire nel fossato, quando gli verrà in mente la cattiva, cattiva idea di tornare.
Note.
Siworae è un termine coreano, sostanzialmente indica “l’amore che trascende il tempo”. C’è tutto un garbuglio dietro ‘sto titolo, tra cui
questo film,
questa canzone,
quest’altra canzone, e un sacco di ragionamenti sparsi del tipo che non bisogna essere né buoni né cattivi per amare la propria madre. O disprezzare il proprio padre. Sto divagando, sì? Sì. XD Ciao! XD