Titolo: Mangiatori di Sogni
Fandom: Originale
Pairing: Nessuno.
Raiting: PG+Bacio
Warning: Nessuno.
Note: Estratto da qualcosa che un giorno spero di riuscire a scrivere con serietà.
Wordcount: 1319
I mangiatori di sogni
Il cuore gli batté con disperazione nel petto, arreso all'inevitabile e combattivo allo stesso tempo. Non sapeva cosa fare, dove andare, ma non gli importava. Cloud corse con tutte le sue forze per le vie di quella città che non conosceva, con la sagoma tetra di un uomo che lo inseguiva camminando lentamente, ma raggiungendolo più in fretta di quanto non fosse possibile. Mike, in un tempo tanto distante dalle sue memorie da sembrargli quasi un sogno, gli aveva detto che i Mangiatori di Sogni erano immortali che avevano rinunciato alla forma fisica, che potevano essere toccati, colpiti, feriti solo nella nostra fantasia. Maestri nelle illusioni in grado di giocare con le menti delle loro vittime tanto a lungo da causare loro la follia. Solitamente innocui, i Mangiatori di Sogni venivano scatenati contro qualcuno solo in presenza di gravi violazioni del Trattato delle Terre del Nord, o in situazione di guerra.
Cloud svoltò in una via, poi in un'altra ancora, e poi ancora in un viottolo dall'aria abbandonata. Gli sembrava di essersi perso in un enorme labirinto, di essere in trappola. L'idea che i suoi dubbi fossero fondati era tanto spaventosa da mozzargli il respiro. D'improvviso, la corsa finì. Quando si capacità di essere capitato in un vicolo cieco di sentì estremamente stupido, oltre che perduto per sempre. Sapeva cosa sarebbe successo, aveva letto le paure di Alexandre troppe volte nei suoi diari, troppe volte aveva individuato l'orrore che solo una magia tanto tetra poteva ascendere perfino sulle anime più impavide.
La figura incappucciata gli era già davanti. Era perduto, ma almeno aveva la consolazione di non avere rimorsi. Arretrò fino a toccare il muro pallido e marmoreo alle sue spalle. Era estremamente liscio sotto il suo tocco, freddo e liscio. Una lapide gigantesca sulla quale sarebbe scemata per sempre ogni sua memoria. La figura incappucciata iniziò a muoversi velocemente, quasi volando. In un momento gli fu addosso, ghermendolo. Cloud cercò di fare resistenza, inutilmente, per un momento pensò addirittura di gridare. Chi sarebbe corso in sui soccorso? Chi nelle Terre del Nord gli era amico? Era un fuggitivo, un umano che si era cibato dei loro frutti, che aveva parlato con le loro creature e che non si era dichiarato schiavo della Regina per il disonore arrecato a quel mondo dalle leggi intricate. Nessuno era dalla sua parte, nessuno. Il Mangiatore di Sogni lo sollevò un po', afferrandolo per i fianchi. Non era violento, non sembrava aver intenzione di ferirlo, i suoi movimenti erano calmi e studiati per immobilizzarlo senza fargli del male. Avvicinò il viso a quello del ragazzo e sospirò pesantemente contro l'orecchio di Cloud, sussurrando lentamente qualcosa in una lingua che Cloud non capiva.
Scalciò violentemente - se quel bastardo con le sue stupide frasette voleva fargli dimenticare la sua esistenza, di certo non sarebbe rimasto impassibile rendendogli il lavoro facile! Non gli importava cosa la Regina desiderasse, né cosa gli abitanti di quelle Terre considerassero oltraggioso o meno. Era la sua vita che era in ballo, e lo era per un paio di frutti e una carezza ad un animale. Che assurdità.
«Fermati, ragazzino-» disse il Mangiatore di Sogni «Non ho intenzione di farti del male, né di intaccare la tua memoria. Fidati di me, perché dovrei mentirti?»
«E perché dovresti aiutarmi?» ribatté Cloud, quasi con un ringhiò «Credi che non conosca gli ordini? Voi bastardi avete già preso Mike, lo avete marchiato, lo avete umiliato e reso un vostro servo e Dio solo sa se è ancora vivo... perché non dovreste farlo anche con me? Siamo umani, feccia!»
«Taci.» premette una mano leggermente sulla bocca del ragazzo «Cosa pensi, che non ti stiano dando la caccia seriamente? Pensi che dopo averti sottratto la memoria, a corte, non desiderino anche vedere la tua testa sulla gogna? La Regina più che mai vuole vedere morto il frutto del sangue del traditore, e con lei i suoi sudditi.» Ci fu un momento di pausa, in cui l'unico rumore che era possibile udire era il sibilare del vento. Cloud fissò intensamente i pochi tratti del Mangiatore di Sogni accennati dal pallore lunare, senza capire. Fu in quel momento che l'essere si calò il cappuccio, mostrando il suo volto. Era meraviglioso, bellissimo come tutti gli abitanti del mondo oltre il portale. Non sembrava molto più vecchio di lui, avrebbe potuto avere un massimo di vent'anni, ma qualcosa nella conformità del suo volto gli dava un'aria saggia e rispettabile. Portava i capelli mori lunghi fino alle spalle, mossi, e gli occhi castani sembravano custodire molti più segreti di quanti Cloud non avesse potuto immaginare. Una cicatrice estremamente simile al carattere Nordico che stava per sogno era incisa al centro della fronte, così chiara da sembrare sul punto di guarire. «Ho depistato gli altri, ma se continui a parlare tanto rumorosamente non ci metteranno più di dieci secondi a individuarti. Cloud, questo è il tuo nome, non è vero? Voglio che tu sappia che non sono dalla tua parte, ma che al momento sono l'unica persona a cui puoi affidarti. Non è mia intenzione ad ucciderti solo in segno di rispetto per la profonda ed antica amicizia che legava me e Alexandre. Lui ti vuole vivo, ed io lo amo troppo per distruggerti ora.»
«Menzogne-» mugugnò Cloud, seppur sotto la pressione della sua mano.
«Vuoi vedere come posso mangiare i tuoi ricordi?» Cloud sgranò gli occhi e restò immobile. L'uomo, invece, lo fissò quasi divertito, liberandolo dalla presa della sua mano. «Come si chiamava la guardia che ti ha catturato? Sono sicuro che hai sentito il suo nome un sacco di volte.» Si avvicinò ancora a lui, il suo volto era di nuovo troppo vicino. Cloud deglutì «Sam.»
«Sam, esatto.» Il mangiatore posò le labbra sulla sua guancia, depositando lì un bacio. «Ripetimelo, ripeti il suo nome per me.» Gli occhi di Cloud, per un secondo, divennero opachi. «Non lo ricordo.» sbatté lentamente le palpebre, sentendo i sensi venirgli a meno. «Non lo ricordo, bastardo... non lo ricordo» chiuse gli occhi e li lasciò serrati per qualche attimo, poi si sentì riprendere.
«Eppure lo hai appena detto...»
«Hai mangiato il mio ricordo-»
«E in che modo più dolce, se non con un bacio?» Il sorriso sulle sue labbra era perfido, svanì velocemente. «Eppure non serve necessariamente un bacio per cancellare la memoria, basta un tocco, uno sbuffo di fiato. I nostri poteri sono più potenti di quanto non credi, e ciò che ti ho sottratto è così piccolo e insignificante per la tua esistenza... Ma con quel bacio avrei potuto distruggerti, e tu non hai fatto nulla per fermarmi. Mi chiedo se io non debba...»
«In nome ti ciò che ti è caro, non-» Il mangiatore lo baciò ancora, delicatamente, sulle labbra. Cloud lo odiò intensamente, come osava trattarlo in quel modo? Se avesse potuto, lo avrebbe colpito in quello stesso istante. Non avrebbe sortito alcun effetto su di lui, non esisteva davvero, era solo un'illusione.
«Il nome della guardia era Sam.»
«Sam.» ripeté Cloud.
«Era giusto che tu riottenessi questo particolare. Ti appartiene, non voglio separartene.»
«E' per Alexandre che non mi stai consegnando alla Corona?» sussurrò Cloud.
«Se ti dicessi che è così, non sarebbe del tutto vero.» il Mangiatore si allontanò da lui «Quando ho deciso di diventare Mangiatori di Sogni, l'ho fatto per aiutare a dimenticare episodi traumatici alla mia gente. Non c'è traditore né intruso in questo regno da millenni, nessuno di noi si aspettava certe conseguenze. Non è mia intenzione distruggere una vita, tanto meno se è preziosa per qualcuno che considero un amico.» Tirò su il cappuccio, coprendosi il volto «Cerca un uomo di nome Perseus. È colui che aiuta Alexandre quanto torna nel regno a passare inosservato, aiuterà anche te se gliene darai modo. Appena ne hai l'occasione, scappa dalle Terre del Nord e attraversa il portare. Non è posto per umani.»
La figura si alzò in volo, prima che Cloud esclamasse «Aspetta! Il tuo nome... Devo conoscere il tuo nome!»
«Mi chiamo Francis, Francis de Rêve.» Un secondo dopo, era sparito.