[Durarara!!] 99% - Capitolo 5

Dec 22, 2010 22:13

Titolo: 99 % [Capitolo 5]
Fandom: Durarara!!!
Pairing: Shizaya
Raiting: Giallo
Warning: YAOI!
Note: Prima o poi questa long vedrà una fine.
Wordcount: 4188


Quinto Capitolo

Se da una parte non vedeva l'ora che il telefono iniziasse a suonare, dall'altra sperò che Shizuo non chiamasse mai. Un nodo gli si era formato all'altezza della gola e non riusciva a mandarlo giù, nonostante continuasse a ripetersi che agitarsi tanto era inutile oltre che stupido. Solo che non sapeva cosa dire. Avrebbe dovuto comportarsi in maniera - altezzosa? Insomma, fare il bastardo che non deve chiedere mai gli piaceva, però... Da una parte temeva che Shizuo potesse stancarsi di un comportamento simile, e la cosa che lo terrorizzava di più era che avrebbe avuto tutte le ragioni per farlo. Però, comportarsi in modo eccessivamente dolce non era da lui e gli sembrava patetico... Personalmente si sarebbe stancato più facilmente di una mammoletta che di uno stronzo. Non riusciva a venirne a capo, come doveva comportarsi?

Il suo letto, sebbene grande e morbido, improvvisamente gli sembrava una piccola prigione. Era possibile che fosse davvero colpa del cellulare appoggiato sul cuscino? Un oggetto così comune e così insignificante poteva davvero generargli tutto questo nervosismo? A quanto pareva sì. Shizuo era entrato nella sua mente e nel suo cuore con troppa insistenza. Come poteva scacciarlo via, ora? Come poteva allontanare anche solo per un attimo l'ansia che gli attanagliava il cuore nell'attesa di una telefonata? Izaya socchiuse gli occhi e si portò le mani al petto, rimproverandosi. Quello era davvero un comportamento da stupidi.
Socchiuse gli occhi e lasciò che l'aria entrasse e uscisse con un lento moto dai suoi polmoni. Si sentiva così agitato solo perché era insicuro ed emozionato. Era una novità per lui ricevere certe attenzioni e... beh, se solo osava pensare quello che le mani di Shizuo gli avevano fatto quel pomeriggio gli andava il sangue al cervello.
Non aveva mai permesso a nessuno di toccarlo in quel modo. Era arrivato Shizuo e- non ce l'aveva fatta a fermarlo, non per questione di forza, ma solo per una semplice questione di volontà. Nel momento in cui Shizuo lo aveva baciato aveva compreso di desiderarlo quanto lui.
Eppure, una parte di lui, quella vigile e attenta che apprende le cose contro la sua volontà, lo aveva capito. O per lo meno sospettato. Insomma, qualcosa in lui se l'aspettava prima o poi una simile reazione, forse perché le attenzioni del biondo nei suoi confronti nell'ultimo periodo erano state particolari, piacevi ed... intime? Poteva essere. O forse aveva solo un innato sesto senso, chissà.
«Umh. Potrebbe anche non chiamare.» disse in un sussurro guardando il display spento. Lo illuminò con un tasto per guardare l'ora, era parecchio tardi... le ventitré e quarantasei. Probabilmente il biondo stava già dormendo. Magari si era dimenticato di avergli promesso di chiamarlo, magari non aveva nulla da dirgli... Chi lo sa.
Izaya spense il cellulare e lo posò sul comodino, si rigirò nel letto e tirò la calda trapunta fin sopra le orecchie. Non riusciva a scacciarselo dalla mente quel ragazzo... I suoi modi gentili e buffi, il calore del suo corpo o le sue labbra sul suo collo... Ogni cosa lo faceva impazzire.
Sfiorò la zona dove doveva esserci un segno con la punta delle dita e si sentì rabbrividire. Era così intimo portare un marchio del genere sulla pelle... Shizuo era stato un cretino a farglielo così presto. Soprattutto perché - era tutto così forte a livello emozionale in quel momento che il solo pensiero di avere quel segno lo faceva eccitare. E la cosa non andava affatto bene.
Non era sempre nel letto sotto la sua coperta, non poteva sempre mettersi la mano nei boxer e rimediare. Doveva trovare una soluzione a tutta quella frustrazione improvvisa. Ma perché diavolo non lo aveva chiamato? Quel silenzio lo aveva teso solo di più.
Fece scorrere piano la mano lungo la sua erezione, venendo scosso da un forte brivido quando giunse sul prepuzio. Si sentiva così agitato e al contempo colpevole a toccarsi in quel modo... eppure non c'era niente di cui vergognarsi no? Era un ragazzo, era normale... Premette piano la punta delle dita sulla sua apertura e non poté fare a meno di esalare con un basso e roco gemito. Avrebbe preferito che la mano che lo stava accarezzando non fosse la sua, ma quella di Shizuo.
Gli sembrava ragionevole fosse così... eppure lo conosceva così poco sotto quell'aspetto. Chissà com'era nell'intimità? Era gentile, brusco o addirittura violento? Come lo avrebbe toccato? Provò ad immaginarselo, provò a far fare alla sua mano quello che avrebbe potuto fargli Shizuo, ad accarezzarsi immaginando di avere il suo sguardo addosso, il suo respiro contro il petto e le sue labbra sigillate attorno al suo capezzolo.
Un altro suono sfuggì dalle sue labbra e quello dopo fu inghiottito bruscamente. Era meraviglioso anche solo immaginare Shizuo che gli dedicava quelle attenzioni... chissà com'era dal vero, chissà com'era sentire il calore delle sue mani racchiudere la sua erezione...
Quello che sapeva con certezza e che non sarebbe riuscito a durare ancora a lungo. Il fiato gli si faceva sempre più corto e respirare diventava difficile. Una strana pressione gli gravava sul ventre, facendogli girare appena la testa. Aprì la bocca e prese più aria che poté e fu sorpreso di trovarla così incredibilmente umida. Con un suono interno e una contrazione della schiena venne, macchiandosi le dita di seme.
Rimase fermo in quella posizione per ancora qualche istante respirando a pieni polmoni. Sentiva la gola bruciargli e la fronte imperlarglisi di sudore, ma la sensazione più sgradevole e piacevole allo stesso tempo era la “paura”. Aveva fatto una cosa assurda, qualcosa che non avrebbe mai ammesso, ma che era al contempo molto eccitante. Se lo avesse saputo Shizuo come avrebbe reagito? Sarebbe scappato o la cosa lo avrebbe lusingato?
Allungò la mano sul comodino e afferrò la scatola di Kleenex, prendendo un fazzoletto e pulendosi alla meglio. Il fazzoletto gli scappò dalle mani, rotolando sotto il letto e lui, troppo esausto per muovere anche solo un dito, decise di lasciarlo lì. Domani mattina lo avrebbe raccolto.

+

L'aria fredda gli pizzicava le guance dandogli un buffo colorito rossastro. Gli capitava spesso che in inverno la sua pelle solitamente pallida cangiasse colore e diventasse scarlatta, quindi non ci aveva mai fatto più di tanto caso né se n'era mai preoccupato eccessivamente, ma da quando frequentava Shizuo la cosa stava incominciando a risultargli imbarazzante, dato che questo non mancava mai l'occasione per fargli notare che stava arrossendo, magari in seguito ad una sua battuta idiota. La verità era che Izaya era sempre stato molto sensibile al freddo, tutto qui.
E nonostante lo provasse in tutto il corpo il gelo invernale non poteva raggiungere il suo cuore, scaldato costantemente dai suoi pensieri. Era assurdo, la sera prima si era sfogato e questo non era bastato a renderlo un po' meno inquieto. Si chiese quando quella sensazione fastidiosa lo avrebbe abbandonato, ma non riuscì a trovare alcuna risposta.
Camminava nell'atrio della scuola sovrappensiero, con le mani affondate nelle tasche del suo caldo cappotto e le cuffie bianche dell'iPod infilate nelle orecchie. Radio/Video dei System of a Down lo accompagnava verso l'aula dove una noiosa giornata scolastica lo aspettava. Quando aprì la porta l'aula era ancora mezza vuota e si respirava un'aria quasi tranquilla. Quasi perché, non appena aveva messo piene nella stanza, il gruppetto delle ragazze aveva smesso improvvisamente di parlare soffermando lo sguardo su di lui. Alcune avevano lo sguardo sognante, altre molto infastidito.
Izaya, non comprendendo il motivo di tale interesse, decise di ignorare semplicemente la situazione e raggiungere i suoi due amici dall'altra parte dell'aula.
Posò lo zaino a terra e, sorridendo sornione, si sedette sul banco di Shizuo come era solito fare, questa volta però, a differenza delle altre, Shizuo non fece commenti né sarcastici né stupidi su quel suo gesto, se ne rimase semplicemente zitto come se non lo avesse notato.
Shinra lo fissava stregato con una sorta di rossore - e non dovuto al freddo, questo era poco ma sicuro. Nella classe l'aria era piuttosto calda. - sulle guance, entusiasta. Davvero, Izaya iniziava a preoccuparsi. Che Shinra avesse...? No, era impossibile. Erano stati più che attenti il pomeriggio precedente lui e Shizuo.
«Cosa...» Chiese Izaya a fatica. Qualcosa lo attanagliava all'altezza del petto, qualcosa di incredibilmente fastidioso «Cosa c'è?»
Il biondo sbuffò rumorosamente e si gettò indietro con la sedia, senza degnarlo di uno sguardo. Izaya non sapeva che pensare, o meglio, cercava di non pensare a ciò che il cervello gli stava suggerendo. Se si fosse pentito? Magari si era accorto di aver commesso un errore, magari non gli piaceva il modo in cui baciava e aveva deciso che non valeva la pena rischiare tanto per lui, magari il giorno prima aveva avuto in intossicazione da funghi ed era rimasto in stato sognante e allucinogeno per tutta la giornata e quando lo aveva baciato non era a mente lucida, o... basta, basta pensarci.
«Oh, oh, oh!» Shinra mosse piano l'indice «Pensi non lo sappia della tua piccola storiella d'amore? Tutta la scuola lo sa!» e come un fulmine a ciel sereno Izaya venne illuminato da una terribile, terribile prospettiva che mai avrebbe voluto ritrovarsi davanti. Non così presto, non così presto...! Fissò con urgenza Shizuo, ma tutto ciò che fece il biondo fu guardarlo talmente male che Izaya si sentì raggelare il sangue delle vene. Era davvero così incazzato? Che colpe ne aveva lui, era stato così attento...!
«Io-» Izaya deglutì a vuoto «di che diavolo stai- se ti riferisci a quanto è-» fu Shizuo a porre fine al suo agonizzante tentativo di mettere in piedi una frase di senso compiuto. Probabilmente però lo fece solo per pararsi un po' il culo «Se ti chiedi a cosa si stia riferendo, si riferisce alla tua - umh, come possiamo definirla? Piccola avventura? Non pensavo ti piacessero i figli di papà.» la sua voce era tagliente come la lama di un coltello e fu in grado di ferirlo.
«Cosa...?»
«Ha ya ma kun!» disse lentamente Shinra, sorridendo «ne parla tutta la scuola! A quanto pare Mayme e Fujiko del terzo anno ieri vi hanno... beccati, diciamo! Oh, la versione ufficiale è così elettrizzante... ma io voglio i particolari!»
«Eh?» fu solo capace di dire Izaya.
«Vogliamo i particolari.» disse Shizuo con un tono di voce decisamente tetro. Aveva paura. In che cazzo di guaio lo aveva messo quel bastardo?!
«... Hayama. Oddio,» Izaya inclinò la testa all'indietro. «Cosa dicono esattamente le voci, Shinra?» aveva quasi il terrore di saperlo, però sapeva bene che era necessario. Era l'unico modo che aveva per smentirle e spiegare - nei limiti del possibile, che escludevano qualsiasi menzione sul fatto che per lui “informare” fosse un mestiere retribuito - le sue ragioni. La cosa che più gli premeva al momento era il giudizio di Shizuo... fece scivolare gli occhi sul viso del biondo, ma non riuscì ad incontrare il suo sguardo.
Chissà cosa pensava... Sicuramente desiderava ucciderlo. La cosa non gli piaceva per nulla.
«Mmh... tu e Hayama vi siete visti ieri pomeriggio davanti al suo garage, avete parlato per un po' e lui sembrava parecchio contento. Ha avvicinato le mani al tuo viso e poi ti ha sussurrato dolcemente che aveva un regalo per te, che tu hai accettato di buon grado. Ecco, più o meno sono queste le voci ufficiali.»
Non sapeva se ridere o piangere. Forse avrebbe fatto tutte e due. Oddio, come poteva essere ancora vivo? Shizuo non lo aveva ancora nemmeno colpito una volta... forse lo avrebbe strozzato con tutta calma nel pomeriggio.
«Io e Hayama ci siamo visti perché ha una relazione con qualcuno con cui non può parlare pubblicamente, quindi, conoscendo io questo qualcuno mi ha chiesto di fare da - tramite» sii convincente, sii convincente. «Mi ha offerto una sigaretta, me l'ha accesa ed ha insistito a regalarmi una giacca in segno di gratitudine, che ho rifiutato fino allo stremo. Me l'ha lanciata ed è sfrecciato via.»
«Hai dimenticato la parte dove l'unicorno parlante ti ha dato la magia, Orihara.» Shizuo gli aveva appena rifilato una frase sarcastica e maligna. E lo aveva chiamato per cognome. E questo non accadeva da davvero troppo tempo perché Izaya non se ne preoccupasse.
«...Che a voi piaccia o meno è questa la verità. Quel tale lo conosco appena, mi sono solo offerto a dargli una mano.»
«Davvero? E immagino lui l'abbia gradita parecchio la tua mano-» e Shizuo dovette interrompersi perché Izaya gli aveva tirato un pugno in pieno petto senza alcun preavviso. Lui stesso si rese conto del suo gesto subito dopo averlo compiuto. Il dolore alle nocche non era nulla in confronto all'ira che sentiva divampare dentro di sé.
Shinra rimase in silenzio, forse per lo stupore, forse perché in fondo non aveva proprio niente da dire. Shizuo, invece, si chiuse in un silenzio differente da quello dell'amico, un silenzio carico sentimenti contrastanti che, d'improvviso, avevano deciso di fare attrito ed esplodere. Dovette davvero trattenersi per non ribaltare il banco su cui sedeva Izaya e picchiarlo a sangue.

«F-forse sarebbe meglio ne discuteste con calma... no? Arrivare alle mani mi sembra esagerato-» Shinra ci mise tutta la sua buona volontà nel fare il ruolo di pacere, davvero, ma questo non fu evidentemente abbastanza. Izaya scese giù dal banco e diede voce al più scuro dei suoi pensieri.
«Non ho niente da dire a chi non ha fiducia nelle mie parole.»
E a tutti e tre i ragazzi capirono che in quella discussione c'era qualcosa di profondamente sbagliato.
«Fermati-» disse Shizuo semplicemente. «Ed esci dalla classe.»
«Cosa?» lo stava cacciando? Con quale diritto poteva appellarsi a una cosa del genere?! «Vieni fuori dalla classe, muoviti.» E non era più tanto brusca la sua voce, né il suo sguardo, né... oddio. Izaya stava diventando troppo sensibile a certe cose.
«Ma figurati se rischio una punizione per le tue lune.»
«Muoviti.» fu il commento serafico del biondo, un commento che non ammetteva repliche. Shizuo gli passò affianco e lo afferrò per un polso, trascinandolo fuori dall'aula come un sacco di patate. Shinra, che era ancora in uno stato di leggero shock, sussurrò tra sé e sé un «ma a cosa ho appena assistito?»

La presa di Shizuo attorno al suo braccio era stretta e calda, ma non fastidiosa o dolorosa... solo incredibilmente possessiva. Non aveva idea di dove il biondo lo stesse portando e Izaya decise di non fare nessuna domanda. Qualche minuto dopo erano in un bagno abbandonato perché guasto da mesi in un'area semi-dismessa della scuola.
«Ma dove caz-» iniziò il moro, ma non finì la mia frase. Shizuo gli si era gettato letteralmente addosso, incastrandolo contro il muro «Non mi piace la violenza.» disse semplicemente «e non mi è piaciuto nemmeno quel pugno, bastardo-»
«Te lo sei meritato-» flebile, come un sussurro - ecco a cosa si era ridotta la voce di Izaya. Si sentiva così confuso da non riuscire nemmeno a reggersi sulle sue gambe. Se il corpo di Shizuo non lo avesse premuto così insistentemente contro il muro probabilmente sarebbe caduto sotto il proprio peso.
«E per cosa? Per aver dato voce ai miei dubbi?!» Shizuo, lentamente, avvicinò il viso a quello di Izaya. Le loro fronti si unirono e le punte dei loro nasi si sfiorarono gentilmente. Ma stavano ancora litigando? Il moro non sapeva rispondersi.
«Ti ho già detto che tra me e quello non c'è nulla-» Izaya spostò un po' il viso e si divincolò un po', cercando con scarsi risultati di liberarsi dalla presa del biondo. «E non posso obbligarti a credermi.»
«Dimmi perché dovrei crederti, di grazia.»
«Perché non mi è mai capitato di masturbarmi per un ragazzo prima di conoscerti» e adesso era la voce di Izaya ad essersi trasformata in un ringhio «e solo un coglione come te può pensare che dopo averti permesso di farmi quelle cose, ieri, me ne sarei andato con un altro ragazzo solo qualche ora dopo-»
Stop. Frena. Cosa?
La mente di Shizuo si inceppa per un istante, un istante spaventosamente lungo che rischia di mandare a puttane tutto l'autocontrollo che da giorni si impegnava tanto di mantenere intatto. Come una bomba, Izaya con quella frase aveva distrutto le sue mura. Ed ora sarebbe uscito tutto fuori, come un insistito represso troppo a lungo che necessita di essere sfogato. In fretta. In fretta. Si era masturbato... pensandolo? E gli diceva certe cose in un bagno abbandonato con un'aria tanto tranquilla? Incosciente, incosciente...!
«Tu hai... cosa?»
Sulle labbra di Izaya si allargò un ghigno e alzò le braccia, stringendole attorno al suo collo. «Cosa pensavo di ottenere toccandomi in quel modo, umh? Era ovvio che poi-» ed era delizioso il modo in cui Izaya sapeva essere maligno e attraente allo stesso tempo. Stava giocando a un gioco pericolo di cui probabilmente solo lui conosceva le regole, e per quanto Shizuo fosse convinto di avere il controllo della situazione era conscio di starsi muovendo sotto i suoi passi. La cosa lo irritava un po', ma non aveva tempo per pensarci, ora. «dovessi sfogarmi in qualche modo.»
«Lo stai facendo di proposito-» aveva sussurrato Shizuo «tu sai in che guaio stai rischiando di cac-» e poi non ci fu più spazio per le parole, perché le labbra di Izaya reclamarono quelle di Shizuo che non tardarono a rispondere. Le loro lingue, bollenti, si intrecciavano nelle loro bocche mentre le mani andavano all'avanscoperta. E Shizuo continuava a domandarsi se esistesse una sola parte di Izaya che in quel momento non avrebbe potuto toccare, saggiare ed esplorare... e l'eccitazione che lo invase quando si rese conto che no, in quel momento erano l'uno alla mercé dell'altro, fu tanto violenta da causargli un leggero capogiro.
Ma non poteva consumarsi in una maniera tanto squallida qualcosa di tanto importante come la prima volta. No, non poteva assolutamente. Le mani di Izaya si fermarono nei capelli di Shizuo e li tirarono piano, staccandolo da quel bacio caldo ed umido. Solo un lieve filo di saliva prolungò il contatto tra le loro labbra.
«Come hai fatto?» chiese Shizuo baciandogli lentamente i lati della bocca.

«Umh... cosa?»
«A masturbarti. Fammi vedere cosa hai fatto-»
«Dio-» la risata che uscì dalle labbra di Izaya era genuina e leggera, forse delicata. Le mani di Izaya si fermarono sulla guance del biondo e le accarezzavano lentamente, facendo scivolare i polpastrelli su ogni lembo di pelle calda. Era bello da togliere il fiato, eppure Izaya non sapeva dire cosa esattamente del biondo lo stregasse - forse il suo sguardo, così profondo e affascinante da trascinarlo in un vortice dal quale non era capace di uscire con le sue gambe. Aveva bisogno del suo aiuto, del suo appoggio, del suo sostegno.
Shizuo avvicinò il viso piano a quello del moro, affondando il naso nella sua guancia e poi baciandola piano. Si trascinò così, lungo il suo collo, depositando una scia di baci ovunque passasse. Passò sul succhiotto fatto il giorno prima e non poté fare a meno di sorridere - aveva ragione, come poteva anche solo pensare che Izaya sarebbe stato capace di mettersi tra le braccia di un altro dopo essersi concesso in quel modo a lui? Gli aveva permesso di marchiarlo senza dire una parola, sorridendogli e mostrandogli quel lato solare che solo Shizuo conosceva e poteva apprezzare. Era qualcosa di troppo prezioso, sia per lui che per il moro, qualcosa di inestimabile.
Avrebbe dovuto dargli un po' più di fiducia, probabilmente. Izaya emise un sospirò e strinse le braccia attorno al corpo di Shizuo fino a farli aderire alla perfezione. Era era una strana sensazione quella che provava nel sentire l'erezione del biondo premere contro il suo ventre, il suo respiro caldo e affannato lambire il suo collo e le sue labbra solleticargli la pelle. Era qualcosa di intimo. Gli piaceva, in fondo.
«Come puoi chiedermi una cosa del genere?» e la voce di Izaya era come se non fosse mai uscita dalle sue labbra, era svanita non appena era stata scandita, come in un sogno. Shizuo sorrise piano, accarezzandogli la schiena e soffermandosi sul sedere dell'altro. Lo accarezzò lentamente, avvicinando con ogni carezza maggiormente il bacino dell'altro al suo, aspettando quasi con ansia ogni suo piccolo gemito o sospiro e mordendo piano la sua spalla ancora coperta dal tessuto della camicia della divisa scolastica.
«Mi sembra legittima come richiesta, no?»
«Niente affatto... non è affatto legittima. Non puoi chiedermi una cosa simile e-» e Shizuo lo baciò ancora, quasi con violenza. Gli morse piano il labbro, succhiò con foga la sua lingua e lo fece aderire al muro. Oddio - amava tremendamente avere il controllo della situazione.
«Umh... lo hai già fatto una volta, no?» e in quel momento la sua voce così bassa e roca sembrò a Izaya la cosa più bella avesse mai sentito. Ipnotizzante, forse. Fatto sta che non gli sembrava più una cosa tanto indecente masturbarsi lì, davanti a lui.

«Bastardo» ansimò Izaya, lasciando scivolare una mano contro il suo corpo per poi portarla al ventre. Lentamente fece uscire il bottoni del pantaloni fuori dalle asole, poi calò la zip e finalmente immerse la mano nei suoi boxer. Fu quasi una liberazione toccarsi, non sapeva quanto sarebbe ancora resistito costretto nei pantaloni.
Shizuo si rese conto di quanto incantevole fosse ciò che stava avvenendo, ciò che stava vedendo e quello che stava provando. Non l'avrebbe rivisto mai più così Izaya, così indifeso e allo stesso tempo imbarazzato, eccitato ma timoroso di sbagliare - era tremendamente carino.
Con gentilezza si avvicinò alle labbra del moro lo baciò a stampo senza bramosia o eccessiva passione. Bastava così, bastava così. Non era un uomo passivo, non gli era mai piaciuto restare a guardare gli altri divertirsi ed Izaya non faceva eccezione. Portò la mano nei boxer del ragazzo e strinse la sua mano piano, dettando il ritmo.

Izaya emise un ansimo e strinse la camicia di Shizuo forte nella mano rimasta libera - non se lo sarebbe mai aspettato da Shizuo. Gli era sembrato quasi di capirlo nei giorni precedenti, ma si sbagliava. Era inaspettato, istintivo e fuori dal suo controllo, e se in un altro frangente la cosa lo avrebbe irritato ora non poteva che sentirsi solo più eccitato da quella sua particolarità.
Quell'intimità arrivata troppo all'improvviso lo spossava - la sera prima attendeva con ansia una telefonata timoroso che Shizuo non lo volesse più sentire, il giorno dopo pomiciavano e si toccavano in un bagno della scuola.
Assurdo. Incredibile. Oddio- e i suoi pensieri si interruppero lì, bruscamente, perché Shizuo incominciava ad andare più veloce - troppo veloce pensò Izaya esalando, cercando l'aria che la bocca di Shizuo puntualmente gli negava, catturando la sua in un bacio che non lasciava scampo - e Izaya iniziava a domandarsi quanto ancora avrebbe potuto sopportare tutto ciò, quanto avrebbe resistito. Se fosse stato unicamente per il suo istinto avrebbe si sarebbe liberato in un orgasmo fin dall'inizio, quando Shizuo lo aveva sorpreso toccandolo in modo tanto audace, ma sapeva che il suo istinto in quel momento non avrebbe potuto giovargli un gran ché.
Shizuo fece uscire la sua lingua dalle labbra di Izaya per la millesima volta in quella giornata, depositò baci su tutto il suo viso delineando con essi un percorso che lo portò dall'orecchio del moro. Ci soffiò piano dentro e sentì rabbrividire il ragazzo sotto il suo corpo, morse piano il lobo e poi finalmente fece sgusciare la lingua al suo interno, torturandolo con lievi e calde lappate.
E fu troppo - troppo tutto: troppo bello, troppo eccitante, troppo da poter semplicemente sopportare - ed Izaya perse il controllo del suo istinto che si andò ad infrangere contro la mano di Shizuo con un getto di caldo sperma.

Rimasero in silenzio per così a lungo che Izaya temette di averlo fatto incazzare in qualche modo. Eppure, nonostante i suoi sospetti, decise di non dire nulla e perpetuare quel silenzio. Shizuo gli respirava piano contro il collo, con la fronte appoggiata contro le mattonelle fredde del bagno oramai caduto in disuso. Non poteva vederlo, eppure era certo che in quel preciso momento fosse meraviglioso: avrebbe voluto leggergli nella mente per cogliere ogni suo pensiero e farlo suo per sempre, ma purtroppo non possedeva quell'abilità.

Non ancora.

«Non ci ammetteranno mai alla prima ora, non con questo mostruoso ritardo.» Disse piano Shizuo, con una gentilezza inaspettata risistemò la divisa di Izaya.
«Grazie a te-» la voce di Izaya era ancora un sussurro roco. Chissà quanto ci avrebbe messo a riprendere le sue facoltà mentali e fisiche nella loro completezza. «-e alle tue stupide scenate.» e tentò di ghignare, ma non fu certo che quello che comparve sulle sue labbra fosse davvero qualcosa di “bastardo & sexy”, gli sembrava di aver fatto un'espressione dannatamente buffa «Che comunque ha prodotto qualcosa di abbastanza piacevole, devo ammettere.»
«Solo abbastanza?» Chiese Shizuo alzandogli piano il mento per ottenere il suo sguardo.
«Non ne sono sicuro. Probabilmente devo controllare se meriti-» e Izaya si alzò leggermente sulle punte, quanto bastasse per toccare le labbra del ragazzo «davvero un voto pieno.»

«Quindi sono stato rimandato.» Constatò Shizuo con un sorrisetto «a quando?»
«Non lo so- umh-» Izaya strinse piano le braccia attorno al collo di Shizuo «Tu che dici?»
«Dico che ho il pomeriggio libero. Potremmo vederci, se ti va.»
Cos'era quella dannata sensazione che invadeva i loro cuori? Non se lo sapevano spiegare. Ma aveva davvero importanza dare un nome a tutto? Era perfetto e questo bastava per renderli felici. E delle chiacchiere, della gente, del giudizio comune di “giusto” e “sbagliato” a loro non importava nulla.
«Mi va.» rispose Izaya e non ci fu più spazio per le parole.

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