Ops, mi sono dimenticato di pubblicarlo! Meno male che ho tenuto il file di Word e che mi è venuto in mente.. =_=
Date: 19/11/2008
Venue: Venezia, Teatro Fondamenta Nuove
Lineup: Michael Gira
Incredibile. Proprio mentre mi stavo lamentando della mancanza di eventi decenti nella cara Venezia, ecco che trovo (assolutamente per caso, e ringrazio ancora la Madonna) un piccolo annuncio riguardante una calata italiana del mitico MIchael Gira. Dove? Allo sconosciutissimo Teatro Fondamenta Nuove di Venezia. Shock. Ok, siamo già alla terza riga e non sta già capendo niente nessuno.
Data la mancanza di tempo (e sinceramente voglia), non perderò tempo a declamare le glorie passate, presenti e future di Gira, anche perché chi le conosce le conosce e chi non le conosce non potrà comunque capire al volo la grandezza del personaggio. Basta solo fare presente che si tratta di una delle personalità più importanti della musica dello scorso secolo, anche se sconosciuta alla stragrande maggioranza degli ascoltatori).
A conferma della (ahimè) poca notorietà del signor Gira, vi descrivo il teatro scelto per il concerto: uno stanzone fatiscente con qualche fila di seggiole e tre o quattro file di gradinata simbolica, per un totale di massimo 200 spettatori. Vista comunque la tipologia di concerto, posso ritenermi assolutamente soddisfatto. Scelta una bellissima seggiola in prima fila (non che ci fosse ressa per ottenerla, anzi), mi metto ad osservare l'elaboratissima scenografia preparata per l'evento. Metri quadrati di nulla, con al centro uno sgabello di legno altissimo e tenuto fermo da due o tre mattoni. Da un lato l'amplificatore, dall'altro un tavolino. Niente luci colorate, fumi e compagnia bella, niente di niente. Del resto, l'equipaggiamento previsto per l'esibizione non era che una chitarra acustica, una teiera gelida e una quantità industriale di Fisherman's Friend.
Con queste premesse, uno dovrebbe aspettarsi o una catastrofe o una rottura di maroni epocale. E invece no. Vi posso assicurare che l'unico momento di noia è stato quello dell'attesa dell'inizio. Sono stato molto sorpreso di come un signore attempato con una chitarra e qualche pestone (invasato) sul pavimento abbia proposto qualcosa di completamente diverso dalle pizze da cantautore classico. Oddio, superficialmente sembrerebbe la stessa roba, ma vi assicuro che non è così. Il perché? Non venite a chiederlo a me.
La scaletta si apre con degli inediti (la seconda dovrebbe chiamarsi Opium, se non ho sentito male), per poi proporre classici (o come direbbe lui, "various failures") dai vari progetti. Sono stati infatti suonati brani dei dischi da solista (Blind), degli Angels of Light (My Brother's Man, Destroyer, To Live Through Someone, ..) e ovviamente degli Swans (I Am The Sun, Failure, la conclusiva God Damn The Sun, ...). Di questi ultimi sono state ovviamente più gettonate le canzoni degli ultimi album, decisamente più adatte a essere suonate in veste acustica, ma a sorpresa Gira ha sfoderato anche un brano dal periodo Cop/Young God (che purtroppo non ho riconosciuto). Bellissima tra l'altro la presentazione "non ha molto senso suonarlo con una chitarra acustica, ma lo farò comunque." Insomma, non ci siamo fatti mancare proprio niente.
Altra cosa in perfetto stile Gira: il volume. Viste le dimensioni della stanza non c'era assolutamente bisogno di un microfono. Oh, ma lui no, assolutamente. Il dolce signor Gira si è sentito invece autorizzato a usare il suo caro amplificatore con volumi da far tremare il pavimento. Non immaginate quanto fosse inquietante il modo in cui rimbombava il suo vocione da zombie, soprattutto quando partivano le sue urla dal niente...
L'unica delusione la durata decisamente inferiore alle aspettative. Sono state suonate un bel po' di canzoni con tanto di bis, ma il tutto non ha superato l'ora e dieci minuti (a essere ottimisti). Tutti già si aspettavano un secondo bis, continuando ad applaudire per minuti e minuti, ma di Gira nessuna traccia.
Il tempo di riordinare le idee, capire dove mi trovavo e simili, e mi metto in coda al banco dei CD. Non faccio in tempo ad allinearmi che qualcuno mi fa segno di farlo passare. Alzo lo sguardo, e mi trovo davanti Michael Gira in persona, tra l'altro con in testa un ridicolissimo colbacco da Armata Rossa. Ohmadonamesignur. A proposito, se non conoscessi la sua agghiacciante biografia e non avessi letto i suoi testi, potrei quasi dire che sia una personcina a modo. Ci scambio qualche parola, mi faccio firmare un libretto e lo lascio al bagno di folla (beh..per dire) per fuggire a razzo verso la fermata del vaporetto. E con la mia corsa disperata si è concluso il concerto più spoglio, povero e improvvisato (ma sicuramente tra i più belli) della mia vita.
Le uniche foto che ho trovato sono reperibili
qui.