Titolo: One of us is right (None of us is right)
Fandom: DC Comics - Lovvoverse
Beta:
namidayumePrompt: Jim Kuttler, Thomas Blake Jr (Lian Harper) - “Cerco solo di proteggerla” “Non credo che lei voglia essere protetta” “Non credo che siano affari tuoi.” @ Progetto Malvagio III
Personaggi:
Jim Kuttler,
Thomas Blake Jr.; nominate
Lian Harper e
Mar'i GraysonRating: Pg
Conteggio Parole: 472 (FDP)
Disclaimer: Tutto abbastanza nostro, ma ugualmente senza lucro. \o/
Note:
• Ambientata in un momento imprecisato tra il 2016 e il 2022. >_<
• Era la prima volta che scrivevo Thomas, ah ah ah *_*"
• Il Jimbo/Mar’i è saltato fuori a caso, io non lo volevo. XD Ma chiaramente Jimbo non sa tenere le mani a posto, basta dargli un mignolo e si prende tutto il braccio. è_é Puah, Jimbo! è_é
• Titolo da Gone dei Sons and Daughters.
One of us is right (None of us is right)
Ha atteso tutta la sera per parlargli, aspettando che restassero soli, che Josh e Helena si fossero finalmente ritirati nella loro stanza. Thomas è seduto sulla sua poltrona preferita - l’unica dell’appartamento -, una Nintendo 3D tra le mani che Jim non ha ancora capito come sia arrivata in quella casa; nonostante sembri assorbito dal gioco, ci vuole pochissimo per attirare la sua attenzione: basta appena che prenda posto sul divano e si schiarisca leggermente la voce.
«Vuoi parlarmi?» domanda l’altro, senza staccare gli occhi dallo schermo.
«Robin mi ha detto che Arsenal ha di nuovo chiesto di te. Vuole davvero incontrarti,» comincia, occhieggiando verso di lui per controllare le sue reazioni - assenti.
«Niente da fare,» replica Catman, in un tono che lascia intendere quanto siano scarse le possibilità di portarlo a cambiare idea.
Jim non ha davvero voglia di continuare quel discorso, preferirebbe non immischiarsi, permettere che sia il ragazzo a decidere, ma l’ha promesso a Mar’i e una promessa a Mar’i non riuscirà mai a rimangiarsela.
«Senti,» comincia, sospirando, «non è che ti sta chiedendo di prendere una posizione o chissà che. Vorrà solo parlarti, solo…» avere l’opportunità di volerti bene, «conoscerti. Siete fratelli, dopotutto.»
Lo scatto della consolle che viene chiusa bruscamente è l’unico segnale che la calma di Thomas sta lentamente venendo meno. Appoggia l’oggetto sul tavolino al centro del salotto, mentre quasi distrattamente, come se non avesse tutta l’importanza che ha, risponde: «Sto cercando di proteggerla.»
Jim scuote la testa. «Non credo che lei voglia essere protetta,» afferma, e l’altro finalmente si gira a fissarlo negli occhi: ciò che riesce a vederci dentro - la rabbia, il rancore, il senso di colpa - non gli piace, non gli piace per niente.
«E io non credo che questi siano affari tuoi,» sbotta Catman, la voce più bassa di un tono, in quella che è chiaramente una minaccia - la prima che gli abbia mai rivolto.
L’altro sostiene il suo sguardo per un lungo attimo, poi, lentamente, abbassa il proprio. «Hai ragione, non lo sono,» si arrende, «Scusami.» Ma nel momento in cui rialza gli occhi, il ragazzino gli ha già dato le spalle e sembra tornato al suo solito atteggiamento indifferente. Si sta dirigendo verso la cucina, ma, proprio quando Jim pensa che varcherà la soglia e la conversazione finirà lì, Thomas parla ulteriormente.
«Dovresti farlo anche tu,» dice, senza girarsi.
«Cosa?»
«Proteggerli.»
Rimane lì ancora un istante, forse aspettandosi una risposta o forse no, poi sparisce nella stanza adiacente. Jim continua a sentire sulla lingua il sapore dell’hai ragione che non è stato capace di pronunciare, poi si alza per dirigersi nello studio e resiste appena una decina scarsa di minuti prima di attivare il trasmettitore e contattare Mar’i.
La sua voce squillante dall’altro capo riesce a fargli dimenticare le parole di Thomas e l’inquietudine che si sono lasciate dietro - o almeno questo è ciò che vuole credere.