I dolori di una giovane ficcywriter o del come una beta salva una vita.

Feb 16, 2013 20:15

Pensavo di non aver mai scritto una fanfic con una selfinsertion.

Beh, mi sbagliavo. Credevo di non aver scritto nemmeno di sesso het, e invece ZAC! Eccolo lì.

Allora mi sono chiesta se gli archivi su Internet giochino brutti scherzi, mi sono risposta che sì, lo fanno, per poi deriderti piuttosto pesantemente.


Oggi ho fatto un giro in quel bellissimo posto pieno di parole che è la sezione RPF di efp e ho ricordato che anche io ne ho scritto, e  ora - una o due autrici escluse - lo evito come la peste. Così ho cercato nei posti dove non solo pubblicavo, ma riuscivo anche ad avere dei fan impazziti e mi sono ritrovata con questo (preparate i popcorn per ridere di me):

« Il bagno è grande, c’è una vasca bellissima, apro l’acqua, mi levo la maglietta, lascio cadere i rasta sulla spalla nuda, mi guardo allo specchio, mi faccio schifo da solo, sono stato capace di innamorarmi di me stesso, di colui che è me. Sento la porta aprirsi, no Bill, insomma cosa vuoi? Farmi male? Cosa vuoi? Cosa vuoi? Si è avvicinato pericolosamente a me, ma ora cosa fa? Si sta togliendo la maglietta, insomma, cosa fa? Bill, Dio, non fare così, non lo fare. Ha buttato la maglietta a terra, e si avvicina di più, ancora, è a pochi millimetri dal mio viso, pochissimi, lo ha preso tra le mani, mi sta accarezzando con amore, sta scovando con le mani tutte le particolarità, le imperfezioni.»

Uso CRIMINALE delle virgole, twincest, rfp e peggio del peggio: flusso di coscienza dovuto alla mia cotta da dodicenne per quel gran pezzo di figliuolo che era Bill Kaulitz. Perché sì, scrivevo nel fandom dei Tokio Hotel, e peggio! Credevo di essere una fanwriter seria e professionale.

Questi sono i dolori di una giovane ficcywriter che, insultando pesantemente Goethe e il suo capolavoro, è andata a cercare fra i suoi lavori più recenti, quelli scritti prima che un'adorabile MATTA SCHIANTATA *coff coff alannafanwriter coffcoff* sì decidesse, con tono da maestrina e polso duro, a raddrizzarle la schiena, per fortuna.

Ho trovato questo (preparatevi a ridere di me): « "Dov'eri stanotte?" Chiese il moro, con la voce incrinata "Ho aspettato sveglio, sperando tu arrivassi".»

Lo vedete, è lì ed è un insulto agli anni di sacrifici che ha fatto mia madre per insegnarmi l'italiano. È un epiteto e io me ne vergogno come un cane, salvando tutti i cani di questa terra.

Così mi sono messa nell'angolino della vergogna a riflettere sui miei errori, sussurrando "All work and no play makes Ross a dull girl".

Dolorante, ho capito che non si smette mai di imparare (e vergognarsi).

Sono una lettrice acida e scazzata, pretenziosa e difficile, ma adesso capisco perfettamente i poveri fanwriter che usano gli epiteti. Avrebbero solo bisogno di qualcuno che li aiuti, perché lo sapevo ma adesso è certo: una beta salva una vita.

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