[Sherlock (bbc)] Grandi attori e pessimi bugiardi.
Fandom: Sherlock (bbc)
Titolo: Grandi attori e pessimi bugiardi.
Rating: R
Conto Parole: 486, con questo contatore -àe riuscirci è stato un PARTO, erano quasi 700 ç_ç infatti sembrano le frasi sconnesse di un ubriaco in piena post-sbronza. Se non ci doveste capire un cazzo, è per questo, insomma. A parte che per il fatto che non so mettere due parole in fila. e giusto per chiarire che so cos'è un ossimoro, mi è stato detto dal grande capo che il concetto andava inteso "largamente". E ora scusate lo scazzo, ma ho sonno, devo lavorare (sia adesso SI'ALLEDIECIAVETECAPITOBENE che domani ALLESEIDELMATTINOVIODIOTUTTI e ho cinque esami a distanza di pochi giorni... sì, sono di umore radioso, se non si fosse capito -.-')
Personaggi/Pairing:Sherlock Holmes/John Watson, che ve lo dico a fare? U.u
Avvertimenti: giusto un attimino semi-incrompensibile.
Prompt: Usare uno dei cliché appiopatomi.
Prompt cliché: Bloccati in ascensore con una celebrità.
Beta: gale_e
Il problema con Sherlock era che la sua conversazione sapeva essere piacevole come il ronzio della zanzara il secondo prima di addormentarsi. E John non era poi così sicuro di voler fare questo torto alla zanzara.
Non era passato neanche un giorno -neanche uno - da quando Sherlock lo aveva spintonato con malagrazia dentro il salotto.
Le lamentele gli erano morte sulla lingua nel momento in cui voltandosi aveva trovato Sherlock a sbottonarsi la camicia con movimenti svelti e seccati.
John ricordava di aver fatto esattamente quello che aveva sempre fatto.
Lo aveva assecondato.
E Sherlock non gli aveva rivolto neanche una parola da allora. Neanche una.
Erano appena entrati in ascensore che John ritenne di aver raggiunto il limite. Ma presto la porta si aprì di nuovo e il dottore accolse con sollievo l’entrata della donna, la presenza di qualcun altro avrebbe stemperato quel silenzio martellante.
Poi alcuni fogli le erano caduti e John si era sporto subito a raccoglierli. Quando glieli tese la vide meglio.
«Che mi... lei è... lei non è...?» era lei ne era certo, almeno quanto era certo di star facendo la figura dell’idiota.
Sentì Sherlock ridere alle sue spalle, e giurò di odiarlo.
«Grazie» aveva sorriso lei, raccogliendo i fogli dalle sue mani. E John la fissò ammaliato.
«Posso... volevo... lei è bellissima» disse tutto d’un fiato. Sherlock dietro di lui, rideva come se non ci fosse un domani.
«E lei è pazzo» si era schernita l’attrice.
«Nonostante sia pazzia bell’e buona, pure c’è del metodo.» scherzò, un po’ meno teso.
«Amleto!» esclamò lei sorpresa, e improvvisamente più interessata.
Sherlock smise di ridere.
«Atto II, Scena II» sorrise.
«Oh... l’ho recitato una volta» sorrise anche lei.
«Nella parte di Ofelia, senza dubbio», ribatté pronto, facendole l’occhiolino.
«Adulatore!» rispose, poggiandogli la mano sul braccio.
Fu l’ultima cosa che ricordò prima di sentire il corpo di Sherlock dietro - e contro - di lui.
«Una donna si conquista infallibilmente con qualunque tipo di adulazione...» continuò, molto meno convinto adesso che una mano di Sherlock si era discretamente andata a posizionare dentro il suo giaccone.
«... e un uomo con un tipo di adulazione o con l'altro. Philip Dormer Stanhope Chesterfield.» aveva continuato lei, maliziosa. E la mano di Sherlock gli aveva appena sbottonato i pantaloni. A proposito di pazzia.
«Lei è una donna. Quanto c’è di vero nelle sue parole?» chiese John. E per risposta le dita si erano appena infilate dentro i pantaloni. John si morse la lingua .
La porta si aprì.
«Sono arrivata,» disse lei, senza entusiasmo. «ma stasera recito al West End.» concluse, prima di uscire sorridendogli. La porta si era chiusa da meno di un secondo che Sherlock aveva bloccato l’ascensore.
Quando finì di fare quello che aveva iniziato John era accasciato ansimante alla parete.
«Almeno stavolta dì qualcosa, maledizione!»
Sherlock parve ponderare seriamente la questione. Poi sorrise, in un’alzata di spalle: «Qualcosa.» sghignazzò, schivando il colpo.
Titolo: Grandi attori e pessimi bugiardi.
Rating: R
Conto Parole: 486, con questo contatore -àe riuscirci è stato un PARTO, erano quasi 700 ç_ç infatti sembrano le frasi sconnesse di un ubriaco in piena post-sbronza. Se non ci doveste capire un cazzo, è per questo, insomma. A parte che per il fatto che non so mettere due parole in fila. e giusto per chiarire che so cos'è un ossimoro, mi è stato detto dal grande capo che il concetto andava inteso "largamente". E ora scusate lo scazzo, ma ho sonno, devo lavorare (sia adesso SI'ALLEDIECIAVETECAPITOBENE che domani ALLESEIDELMATTINOVIODIOTUTTI e ho cinque esami a distanza di pochi giorni... sì, sono di umore radioso, se non si fosse capito -.-')
Personaggi/Pairing:Sherlock Holmes/John Watson, che ve lo dico a fare? U.u
Avvertimenti: giusto un attimino semi-incrompensibile.
Prompt: Usare uno dei cliché appiopatomi.
Prompt cliché: Bloccati in ascensore con una celebrità.
Beta: gale_e
Il problema con Sherlock era che la sua conversazione sapeva essere piacevole come il ronzio della zanzara il secondo prima di addormentarsi. E John non era poi così sicuro di voler fare questo torto alla zanzara.
Non era passato neanche un giorno -neanche uno - da quando Sherlock lo aveva spintonato con malagrazia dentro il salotto.
Le lamentele gli erano morte sulla lingua nel momento in cui voltandosi aveva trovato Sherlock a sbottonarsi la camicia con movimenti svelti e seccati.
John ricordava di aver fatto esattamente quello che aveva sempre fatto.
Lo aveva assecondato.
E Sherlock non gli aveva rivolto neanche una parola da allora. Neanche una.
Erano appena entrati in ascensore che John ritenne di aver raggiunto il limite. Ma presto la porta si aprì di nuovo e il dottore accolse con sollievo l’entrata della donna, la presenza di qualcun altro avrebbe stemperato quel silenzio martellante.
Poi alcuni fogli le erano caduti e John si era sporto subito a raccoglierli. Quando glieli tese la vide meglio.
«Che mi... lei è... lei non è...?» era lei ne era certo, almeno quanto era certo di star facendo la figura dell’idiota.
Sentì Sherlock ridere alle sue spalle, e giurò di odiarlo.
«Grazie» aveva sorriso lei, raccogliendo i fogli dalle sue mani. E John la fissò ammaliato.
«Posso... volevo... lei è bellissima» disse tutto d’un fiato. Sherlock dietro di lui, rideva come se non ci fosse un domani.
«E lei è pazzo» si era schernita l’attrice.
«Nonostante sia pazzia bell’e buona, pure c’è del metodo.» scherzò, un po’ meno teso.
«Amleto!» esclamò lei sorpresa, e improvvisamente più interessata.
Sherlock smise di ridere.
«Atto II, Scena II» sorrise.
«Oh... l’ho recitato una volta» sorrise anche lei.
«Nella parte di Ofelia, senza dubbio», ribatté pronto, facendole l’occhiolino.
«Adulatore!» rispose, poggiandogli la mano sul braccio.
Fu l’ultima cosa che ricordò prima di sentire il corpo di Sherlock dietro - e contro - di lui.
«Una donna si conquista infallibilmente con qualunque tipo di adulazione...» continuò, molto meno convinto adesso che una mano di Sherlock si era discretamente andata a posizionare dentro il suo giaccone.
«... e un uomo con un tipo di adulazione o con l'altro. Philip Dormer Stanhope Chesterfield.» aveva continuato lei, maliziosa. E la mano di Sherlock gli aveva appena sbottonato i pantaloni. A proposito di pazzia.
«Lei è una donna. Quanto c’è di vero nelle sue parole?» chiese John. E per risposta le dita si erano appena infilate dentro i pantaloni. John si morse la lingua .
La porta si aprì.
«Sono arrivata,» disse lei, senza entusiasmo. «ma stasera recito al West End.» concluse, prima di uscire sorridendogli. La porta si era chiusa da meno di un secondo che Sherlock aveva bloccato l’ascensore.
Quando finì di fare quello che aveva iniziato John era accasciato ansimante alla parete.
«Almeno stavolta dì qualcosa, maledizione!»
Sherlock parve ponderare seriamente la questione. Poi sorrise, in un’alzata di spalle: «Qualcosa.» sghignazzò, schivando il colpo.