Fandom: Sherlock (bbc)
Titolo: Notte prima degli esami.
Rating: PG
Conto Parole: 500, o la perfida
terachan(e le fragole... oh beh, tutta colpa sua u.u) mi invalidava tutto è_é con
questo contatore.
Personaggi/Pairing:Sherlock /John, #domandeinutili
Avvertimenti: AU, 30!John aitante prof di biologia regolarmente stuprato da teen!Sherlock che è una tro... donna di facili costumi. Ancora qui? Asciugate la bava, il rating è basso, io vi ho avvisato u.u
Prompt: Notte prima degli esami
it100)
Beta:
alister09 che dovrebbe essere santificata solo per la velocità con cui mi ha betato questa assurdità ._.
Note: Titolo originale perché sì u.u partecipa anche a
B.i.bi.t.a.di
maridichallenge, che possano tutti morire ammazzati per la vita che mi stanno togliendo #maancheno Dove sono stata praticamente AUTORIZZATA a rubare le idee altrui e ciò non si dovrebbe fare ma è tutta colpa di
naripolpetta se non avesse volute rotte le balle sarebbe dovuta essere meno maledettamente geniale è_éOra fate i bravi e andate a leggere
qui,
quie
quie poi se siete ancora vivi potete vedere come io ho rovinato il suo lavoro.
Bah, avrebbe diritto a chiedere i danni u.u
Due cose il professor Watson proprio non riesce a sopportare: la prima metà del mese di giugno (nonché l’interezza del mese di luglio) e gli esami di maturità.
La prima strettamente legata alla seconda, naturalmente.
Poi può sempre darsi che al verificarsi di entrambe le due condizioni se ne aggiunga una terza di più recenti natali (in tutti i sensi: diciotto anni, santo Cielo, sei un pervertito) pur di non minore portata molesta.
«Tu non dovresti essere qui!» e forse John si rende conto che restare a boccheggiare davanti alla porta del suo appartamento non è il modo più indicato di tenere segreta la relazione - relazione? Oh beh, qualunque cosa sia - probabilmente (sicuramente) illegale che intrattiene con l’algido neodiciottenne che gli ciondola davanti con quel ghigno mefistofelico.
«Speravo in un'altra accoglienza.» commenta (col dannato tono allusivo che - non è possibile, diciotto anni, cazzo, ma dove ho la testa? - lascia alla frase un pericolosissimo alone di ambiguità).
Poi: «E dove, di grazia?» e nel dirlo lo scavalca - no, letteralmente, lo scavalca - con l’eleganza del cigno (quello nero e diabolico) andandosi a posizionare nel bel mezzo del salotto.
Il salotto che si può permettere uno col suo stipendio da scimmia ammaestrata negli spettacoli di strada della profonda Corea - e forse è stato troppo generoso col suo stipendio, pensandoci.
«A studiare?» e nel frattempo avanza verso la cucina, e apre il frigo.
Risolino. È breve - e con ogni disgustosa probabilità studiato ad arte per mandare professori all’inferno.
Stupido, incredibilmente stupido da parte sua, anche solo pensare alla possibilità che Sherlock potesse prendere addirittura in considerazione l’idea di - che so - studiare, o ripassare, o dormire (e dannazione, non con lui) il giorno prima del suo esame. Perché mai, poi?
«Perché mai?» ecco, infatti. Domanda retorica. «Quello che mi serve lo so già da tempo, e certo non perderò un secondo ad appesantire il mio cervello di nozioni di nessuna utilità per delle galline frustrate.»
Tu. Non. Sei. Furioso.Ripeterselo lo renderà vero, ne è sicuro.
«Nulla di personale.» No, certamente. Nel dirlo prende una fragola - che cazzo ci fanno delle fragole nel mio frigo a giugno e se lassù qualcuno mi ama che non se le porti in bocca - e ne porta la punta alla lingua, mordendo piano.
«Holmes, maledizione, perché sei qui.»
«Se mi avesse chiamato Sherlock non le si sarebbe seccata la lingua.»
John serra le labbra e guarda altrove, cercando un controllo perso insieme al cervello il giorno in cui si è lasciato chiudere in classe da un maggiorennedadecisamentetroppopoco.
«Posso venire qui anche senza abbassarmi i pantaloni.» commenta, schioccando la lingua palesemente seccato - sì, ovviamente, ci sono decine di altre possibili attività per cui tu mi stia spingendo verso il divano. A casa mia. Di notte. Perché dubitarne.
Sherlock (Holmes! Dannazione, Holmes!) lo getta sul divano e quindi si stende - letteralmente - sopra di lui. John è pronto al peggio.
Non succede nulla. Prima di quanto crede il respiro di Sherlock è regolare.
«Per esempio.» è l’ultima cosa che giura di avergli sentito dire.