Ecco la prima porcheria storia per il p0rn fest!
ORIGINAL, F/F, "Ci sta fissando" "Mica ti mangia, è un gatto!"
Rating: arancione
Warning: femslash, demenza, gatto!satanico
Tubby, emissaria di Satana
Joanna scostò gentilmente i capelli dal collo di Liz, chinandosi con un sorriso malizioso su di esso, pronta a baciarla senza pietà. Avvertì la compagna rilassarsi sotto di sé ed era già pronta a far scivolare una mano sotto alle sue mutandine rosa, quando Liz si irrigidì. Joanna le lanciò un’occhiata interrogativa.
«Ci sta fissando».
Lì per lì la ragazza non afferrò il significato di quelle parole, finché non seguì lo sguardo dell’altra: in fondo al letto, tra le pieghe del piumone appallottolato, faceva capolino la testa baffuta di un piccolo gatto dal pelo scuro chiazzato di arancione, che le osservava con i suoi tondi occhi gialli.
«Mica ti mangia, è un gatto!», rise Joanna, pronta a riprendere l’attività lì dove l’aveva interrotta. Aveva appena sollevato l’orlo elasticizzato degli slip di Liz, quando questa la interruppe di nuovo.
«Non è un gatto qualsiasi, lo sai. È Tubby!», esclamò sottolineando con enfasi quel nome. Joanna sospirò: sapeva che Tubby era sinonimo d emissario di Satana a non capiva come ciò avrebbe potuto impedire loro di portare a termine quel piacevole momento.
«Sì chouchou, lo so come si chiama la tua gatta».
«Ecco, allora dovresti sapere che sarebbe meglio chiuderla fuori. A chiave. E con il paletto», sibilò Liz mettendosi a sedere di scatto. Joanna ruzzolò accanto a lei, borbottando qualcosa sulle gatte umorali e le loro padrone ancora più umorali.
Ignorò bellamente le proteste della sua fidanzata, zittendola con un bacio. La costrinse nuovamente distesa e l'altra, dopo una debolissima protesta iniziale, era completamente dimentica della gatta in fondo al letto
Joanna le posò alcuni delicati baci sullo sterno, tra i piccoli seni rosei, constatando con piacere che le mutande di Liz erano sparite. Dopo averla accarezzata un paio di volte si decise a scivolare dentro di lei. Il gemito che seguì il suo gesto fu immediato e Joanna non poté trattenere un enorme sorriso soddisfatto. Liz glielo ripeteva sempre, quando faceva così - e quando teneva ai piedi i calzini mentre facevano l'amore - era propri un uomo.
Era così concentrata a dare piacere alla sua compagna che quando staccò le labbra dal suo seno e aprì gli occhi sobbalzò violentemente: Tubby era seduta esattamente dietro la testa di Liz e la stava osservando un po' troppo da vicino. La proprietaria della gatta reclinò la testa all'indietro e sgranò gli occhi.
«No, no. Proprio no», proruppe Liz mettendosi a sedere, Joanna fu rapida a sfilare la mano prima che le si rompesse un dito.
«Andiamo, Liz, che fastidio vuoi che dia? Se ne sta là, buona buo-», non aveva nemmeno finito la frase che Tubby balzò nel mezzo del letto e attaccò una lugubre litania di miagolii spaccatimpani; per completare il tutto, si spalmò contro il materasso iniziando a strusciarsi come se non ci fosse un domani.
«Quello che stavo cercando di dirti è che al momento Tubby è in calore!», esclamò Liz scendendo dal letto con un sospiro. «Quindi… andiamo a farci un tè?»
«Vada per il tè», sospirò Joanna seguendo la compagna fuori dalla stanza.
Liz trotterellò giù per le scale e Joanna la seguiva mesta riflettendo sul perché si facessero sfrattare dalla loro stanza da letto da una gatta in calore.
Quando Liz sparì dietro l’angolo della cucina, Joanna strillò frustrata: «Ma non potevamo semplicemente cacciare Tubby dalla stanza?!»
Un miagolio che pareva di una persona che stava venendo scartavetrata viva le fornì la risposta.