SHERLOCK BBC, Fem!John/Fem!Sherlock, dita sottili e doccia fredda
Warning: femslash, lemon, OOC,
L'apice di una faticosa giornata
Joan chiuse gli occhi prima di offrire il viso al getto d'acqua tiepida della doccia. Sollevò le mani per passarle tra i capelli biondi, facendoli scivolare all'indietro.
Le ultime ore erano state piuttosto pesanti: un rapimento, inseguimenti e una bella sparatoria come ciliegina sulla torta. Le tremavano ancora le gambe. E ora si trovava lì, l'acqua che lavava via la polvere e la fatica, l'adrenalina che scivolava nello scarico e la lasciava sempre più stanca, le spalle e il capo pesanti.
Per questo motivo non si accorse della porta scorrevole della doccia che scivolava silenziosamente lungo il suo binario, mentre una slanciata figura femminile s'insinuava nel box. Due dita gelide si posarono sui suoi lombi, Joan trasalì rischiando di scivolare.
«Sheridan...», mormorò, una mano stretta al tubo della doccia, a cui si era aggrappata per evitare di rompersi il collo.
«Sono qui», sussurrò la donna, cingendole la vita con un braccio e baciandole gentilmente una spalla.
Joan chiuse gli occhi, rabbrividendo, abbandonandosi alle attenzioni dell'altra. Compagne di appartamento, compagne di lavoro, compagne d'amore. Il rapporto che le legava era questo e altro, qualcosa di profondo, un canale diretto e privilegiato.
Sheridan avvertì Joan rilassarsi tra le sue braccia, e ciò la rassicurò: aveva costante bisogno di dimostrazioni d'affetto, dimostrazioni che Joan non l'avrebbe abbandonata. Sotto il soprabito da consulting detective si celava una donna incapace di comprendere appieno gli altri, ma bisognosa di essere compresa a fondo. Per lei, l'amore era una dimostrazione soddisfacente: mentre carezzava con le sue dita sottili il ventre di Joan, i suoi gemiti erano un prova inconfutabile che non volesse trovarsi da nessuna altra parte; allo stesso modo, i lenti movimenti del suo bacino erano un'altra prova. Sheridan era un'ottima osservatrice, e nonostante non stesse guardando Joan in volto avrebbe saputo immediatamente dire che le sue labbra erano appena dischiuse, gli occhi chiusi, e che un'ombra di piacere si era distesa sui suoi lineamenti.
«Ti prego...», mormorò Joan, e a Sheridan non serviva altro. Le posò il palmo della mano destra su una natica carezzandole la pelle liscia del sedere, indugiando consapevolmente lungo le sue cosce prima di darle ciò che voleva.
Le strappò un gemito strozzato quando entrò dentro di lei. Sheridan chiuse gli occhi e poggiò le labbra sulla schiena di Joan, tiepida e deliziosa, il sapore della sua pelle le era così familiare... Con la mano libera le stuzzicò delicatamente un capezzolo, almeno finché i gemiti di Joan si mantennero regolari: appena udì che aumentavano d'intensità, fece scorrere la mano sul ventre bagnato - l'acqua tiepida della doccia che continuava a cadere sulla schiena di Sheridan - fino a raggiungere i biondi peli pubici della compagna. Scese ancora un po', fino a incontrare il suo clitoride.
«Oddio...», esalò Joan, aggrappandosi con più forza al tubo della doccia.
Sheridan non aveva bisogno che Joan le dicesse quanto fosse vicina, o lontana, all'orgasmo: aveva imparato a leggere tutti i segnali che il corpo della bellissima compagna le inviava, dai più evidenti - i gemiti, i movimenti del bacino - ai meno palesi - la contrazione dei muscoli, una leggera variazione nel suo tono di voce - e in quel momento Joan era molto, molto vicina. La ragazza aumentò la velocità con cui la carezzava esternamente. Sheridan avvertì il brivido che scosse prima le gambe e poi la schiena di Joan, così come le contrazioni attorno dito che teneva dentro di lei. Joan emise un ultimo, languido gemito, esausta, prima di voltarsi verso l'altra. Nel muoversi, probabilmente a causa della stanchezza sia fisica che mentale, scivolò e Sheridan fu lesta a placcarla contro il muro per evitare un effetto domino che si sarebbe rivelato alquanto spiacevole.
La schiena di Joan urtò la leva della doccia che si posizionò sul blu, scaricando improvvisamente addosso a loro una pioggia di acqua gelida.
Joan inveì con forza e dopo due tentativi fallimentari riuscì a chiudere quella maledetta doccia.
«Sei sempre la solita», la prese bonariamente in giro Sheridan. Joan sospirò sconsolata, non sapendo bene come replicare: non le affiorava alla mente nulla di più brillante di un "sì, hai ragione". Decise quindi che un lungo bacio l'avrebbe tolta dall'impasse.