Titolo: A fine giornata
Fandom: Miraculous Ladybug
Personaggi/Pairing: Adrien Agreste
Rating: NSFW
Warning: Underage, PWP
Wordcount: 552
Disclaimer: I personaggi di Miraculous Ladybug appartengono ai rispettivi autori, non a me.
Era stata una giornata particolarmente stancante per Adrien: la scuola, un photoshoot per la nuova collezione primaverile di suo padre, l’ennesima persona akumatizzata da Papillon da sconfiggere e salvare… l’unica luce in quella pesante giornata di lavoro era, come sempre, Ladybug.
Si gettò sul letto sospirando, la faccia affondata nel cuscino. Si tolse le scarpe coi piedi, strisciando sul lenzuolo per mettersi più comodo. Girò la testa per tornare a respirare, sospirando di nuovo.
Come desiderava essere in compagnia della sua Lady in quel momento, chiacchierare con lei, passeggiare mano nella mano per gli Champs-Élysées… baciarla sotto la Tour Eiffel…
-My Lady…- sospirò, socchiudendo gli occhi e facendo scivolare una mano nei pantaloni.
“Ecco, ci risiamo con le fantasie su Ladybug…” pensò Plagg, che decise bene di lasciare Adrien nel suo momento quasi giornalieri di intimità e che quindi si rintanò nella borsa di scuola del ragazzo, dove si trovava il suo amato Camembert.
Adrien si rigirò per stare più comodo, mettendosi sulla schiena. Si abbassò i pantaloni quanto bastava per mostrare i candidi boxer bianchi aderenti, cominciando ad accarezzarsi sopra la stoffa.
Si morse il labbro inferiore per trattenere i mugolii e gli ansiti di piacere, fingendo che la propria mano fosse quella della sua amata.
Intrufolò la mano libera sotto la maglietta, accarezzandosi la pancia e risalendo fino al petto, stimolando i propri capezzoli con leggeri tocchi e massaggi.
I boxer divennero presto troppo stretti per essere tenuti addosso, perciò li abbassò con la mano che aveva fra le gambe quel tanto che bastava per liberare il proprio membro semi eretto.
-My Lady… ti amo…- mugolò mentre tornava a toccarsi, questa volta senza più la stoffa a fare da barriera.
Nella sua mente era Ladybug a toccarlo in quel modo, ad accarezzargli il petto e il membro, dicendogli che anche lei lo amava e che voleva stare per sempre con lui. Gli sembrava di sentire davvero la sua bella voce dirgli quelle cose all’orecchio.
Ormai aveva una completa erezione in mano e non poté fare a meno di immaginare di più. Pensò alla sua Lady che si toglieva il costume, che strusciava il suo corpo candido su di lui, completamente nuda, che lo baciava e gli diceva quanto desiderasse fare l’amore con lui.
La mano sul suo membro si muoveva su e giù sempre più velocemente, i suoi gemiti erano sempre più frequenti e sempre più difficili da trattenere.
Man mano che si avvicinava all’orgasmo si agitava, stropicciando le lenzuola sotto di sé e facendo cadere a terra i cuscini, ma in quel momento per lui esisteva solo Ladybug che faceva l’amore con lui, le sue labbra morbide sulle sue, le sue mani affusolate sul corpo, i loro sessi che strusciavano l’uno contro l’altro.
Venne con un gemito più alto degli altri che non riuscì a trattenere e si inarcò sporcandosi la pancia e le dita di seme.
Ricadde sul letto ansimando, gli occhi chiusi e le labbra socchiuse, perso nel piacere e nella pace dati dall’orgasmo.
Dopo qualche attimo riaprì gli occhi e si guardò. Arrossì per la vergogna di essersi nuovamente lasciato andare a quell’atto, per aver pensato in quel modo impuro alla sua Lady.
Si alzò e barcollò in bagno per lavare via le prove di quell’atto e i pensieri osceni che ancora gli frullavano nel cervello.