Il Desiderio di Morty

Sep 06, 2008 00:55

Titolo: Il Desiderio di Morty
Autore: eru_elysha
Rating: TT
Serie: Comica


Bill Denbrough giaceva supino sul letto, fissando il soffitto della stanza di albergo nell'oscurità.
Beverly era andata in bagno poco prima; aveva detto che sarebbe tornata subito, ma secondo lui non era una cosa breve perché ci stava mettendo più tempo del previsto.
Sospirò.
Tornare a Derry dopo ventisette anni era quanto di più vicino al suicidio avesse mai fatto in vita sua - a parte comprare Silver e andarci in giro con Richie sul portapacchi, chiaramente.
Sospirò di nuovo, voltandosi per guardare l'orologio da polso appoggiato sul comodino; decisamente, Beverly ci stava mettendo più tempo del previsto.
Iniziava a preoccuparsi.
Si rigirò tra le lenzuola sfatte per mettersi su un fianco, quando un movimento nell'ombra catturò la sua attenzione.
Bill si alzò di scatto a sedere, stringendosi le lenzuola al petto come una signorina timorosa di mostrare le proprie nudità all'amante, gli occhi azzurri anneriti dalla paura e il cuore pulsante nel petto per il terrore.
“B-B-Beverly?” Chiamò debolmente.
Gli giunse in risposta un sussurro freddo e umido, come le fogne di Derry in cui sarebbero dovuti scendere tutti troppo presto.
“No.”
Bill Denbrough si sentì colare sudore freddo sulla schiena nuda.
“B-B-B-B-B-B-B...”
Maledette balbuzie!
“... B-B-B-B-B-B...”
“Beverly!” Lo aiutò la voce della figura in ombra.
“S-sì, e-e-esattamente.” Rispose lui, inspiegabilmente grato che la voce, da sussurro malefico, fosse diventata normale, anche se un po' tetra e roca.
“No, non sono Beverly. - Disse di nuovo la figura sconosciuta - Lei è in bagno a fare la cac...”
“N-n-non lo voglio s-s-s-sapere. - La interruppe Bill, sentendo di nuovo l'ondata di terrore afferrargli lo stomaco in una morsa di tenaglie arroventate - M-m-a sei proprio s-s-sicura di n-n-non e-essere B-B-Beverly?” Domandò dopo un attimo di silenzio, tentando di aggrapparsi a un lumicino di speranza inopportunamente nato in lui.
La figura in ombra sbuffò e Bill percepì uno spostamento d'aria; dal bagno provenne il rumore di un corpo in caduta libera sulle piastrelle e lo scrittore non ebbe più dubbi.
“S-s-s-s-s-s-s-s-s-sei I-I-I-I-I-I-I-I-I-I-I-I...”
“Importante? - Domandò l'entità sconosciuta annidatasi dietro la tenda della sua stanza d'albergo - Be', direi di sì.” Il tono della sua voce nascondeva falsa modestia.
“No. - La negazione di Bill fu decisa e convinta - I-i-intendevo chiederti se eri I-I-I-I-I... - fece una pausa - It.”
“Ah. - La sconosciuta intrusa parve delusa - Ma non vuoi sapere se la tua amica è morta?” Domandò poi.
Bill Trartaglia fece spallucce. “Be', se tu f-f-f-fossi stata I-I-I-I-I-I... ESSO - concluse infine - non avrebbe avuto s-s-s-senso chiederlo.”
Sembrò che la figura nascosta dietro la tenda nel buio della stanza d'albergo facesse spallucce. “Non è morta, comunque.”
“G-g-g-g-g-grazie dell'i-i-i-informazione.” Ringraziò cortesemente il leader del Club dei Perdenti.
“Di nulla, figurati.” Rispose la sconosciuta.
Cadde il silenzio e dopo un paio di minuti, i due sospirano insieme.
“Q-q-q-q-q-quindi non s-sei E-E-E-E-E-E... IT.” Iniziò Bill, sentendosi un po' stranito dall'andamento della faccenda.
“Eh no. - Rispose la sconosciuta un po' desolata - Un'amica d'infanzia, però.”
“D-d-i I-I-It?” Chiese Bill, sentendosi sempre più stranito e confuso.
“Eh sì. - Rispose la figura nascosta - D'infanzia. Giocavamo insieme da piccoli, sai?”
Sembrò allo scrittore che il suo tono di voce fosse carico di tristezza e si sentì in diritto di dire qualcosa di carino.
“C-c-c-c-come mai n-n-non v-v-vi vedete p-p-p-p... - sputacchiò saliva - più?” Chiese, rendendosi conto che se voleva fare qualcosa per consolare quell'ignota persona, sicuramente aveva fallito.
Un nuovo sospiro. “Divergenze di opinioni sulle uniformi da indossare a lavoro.”
Bill Denbrough assentì perché, assurdamente, capiva ed era d'accordo. Sospirò anche lui.
“S-s-se n-n-on sei I-I-I-I-I... ESSO, chi s-s-sei?” Domandò poco dopo, non troppo sicuro di voler conoscere la risposta.
La figura nascosta dietro la tenda emise un colpo di tosse imbarazzato. “Ehm * coff * io sarei, come dire? - Fece una pausa - La Morte suona troppo macabro?” Disse.
“D-d-direi di s-sì. - Rispose Bill - Un a-a-a-altro appellativo?”
“Milady Distruzione?” Provò di nuovo la Morte.
“N-no.” Rispose lui.
“Signora dei Cimiteri e dei Trapassati (prossimi e remoti)?” Tentò di nuovo.
“N-n-neanche.” Negò di nuovo lo scrittore.
La Nera Signora sospirò. “Mortyna?” Azzardò come ultima alternativa.
“Q-q-q-questo può a-a-andare. - Rispose Bill - M-m-meno i-i-inquietante.”
La Morte annuì, uscendo dal suo nascondiglio dietro la tenda e mostrandosi in tutta la sua - relativamente poca - altezza. “E Mortyna sia.” Disse con un sorriso.
Bill ricambiò il sorriso in maniera un po' incerta e forzata, poi sistemò i cuscini dietro di sé e vi si appoggiò, tentando di mostrarsi a proprio agio in compagnia della Trista Mietitrice.
“I-i-i-insomma, - iniziò con titubanza - s-s-sei qui p-p-p-p-p... - sputacchiò - per u-u-uccidermi?” Chiese.
La Morte fece cenno di no con la testa.
“Q-q-q-q-qualche lavoretto p-p-per noi n-n-nelle f-f-f-fogne?” Domandò di nuovo.
La Nera Signora negò ancora. “Ehm, in realtà io... - fece una pausa - be', non sono qui per motivi così alti.” Disse.
“M-m-m-menomale.” Non poté che dire Bill, sentendosi meglio di quanto non si fosse sentito da quando aveva saputo che nella sua stanza d'albergo c'era la Morte in persona. Un'idea fulminea gli passò per la testa, facendolo sentire stordito per un istante. “S-s-s-sei qui p-per recuperare i-il r-r-r-rapporto con I-I-I-I-I... ESSO?”
“No, - rispose Morty - veramente sono qui per te.”
“A-ah. - Disse Bill - E p-p-perché? I-insomma hai d-d-detto c-che non v-vuoi u-u-uccidermi, no?”
“Esattamente. - Assentì la Morte - Ma dov'è scritto che la Morte deve interessarsi ai mortali solo quando deve portarseli via?”
“B-be', o-ovunque.” Rispose Bill, sottolineando l'ovvietà della sua affermazione con un gesto della mano.
Milady Distruzione fece spallucce. “Ma sono tutte dicerie! - Esclamò con poca convinzione - Mi stupisco sempre di quanto siate creduloni, insomma non è che io...”
Allo sguardo malevolo dello scrittore la Morte tacque, chinò il capo e congiunse gli indici delle mani ossute.
Bill sospirò, domandandosi perché, tra tutti, soltanto a lui dovessero toccare sia It che la Morte... nello stesso giorno, per altro! Audra aveva avuto ragione nel dirgli che gli scrittori sono la categoria di lavoratori più sfigati del mondo.
Cercò di pensare a cosa potesse volere la Nera Dama da lui, contando che non voleva ucciderlo e non voleva che facesse da tramite per fare pace col suo vecchio compagno di giochi, ma non riuscì a trovare una soluzione.
Squillò un cellulare.
Bill Denbrough si chiese cosa mai fossero i cellulari, poi vide la Morte frugare nelle maniche del mantello nero infeltrito - e anche un po' brillante di strass -, prendere un oggettino, pigiare un pulsante e rispondere.
“Sì? Ah, scusa un secondo.”
Morty mise una mano sull'apparecchio e si voltò verso di lui. “Ci metto un attimo.” Disse, tornando poi a parlare in quello che appariva un minuscolo telefono.
“Sì, mamma, il piccolo sta bene. No, non lo mando al mare con te, lo sai che ha la mia stessa pelle delicata e non deve prendere il sole. Mamma, se si abbronza perde tutto il fascino del colorito cadaverico, abbiamo fatto questo discorso miliardi di volte. No mamma; sì mamma. Ciao mamma.”
Chiuse la conversazione con uno sbuffo infastidito e rimise il microscopico telefono senza filo nella manica del mantello, poi si voltò verso Bill.
“Queste mamme rompico...” Iniziò, ma si fermò non appena vide le lacrime luccicare negli occhi dell'altro.
“M-m-m-m-m-mamma-a-a!” Piagnucolò lo scrittore, ricordandosi improvvisamente che i suoi genitori lo avevano incolpato della morte di Georgie.
La Morte tirò fuori un taccuino e una penna, e scrisse qualcosa. “Interessante, un attacco di mammite pre-adolescenziale in un adulto non l'avevo mai vista.”
Attese che il piagnucolio isterico di Bill si fosse calmato, poi tornò a fissarlo con gli indici ossuti congiunti davanti a sé.
“S-s-s-s-scusa, - disse Bill - q-q-quando sento q-q-qualcuno c-che p-p-parla con la m-m-mamma m-mi viene s-s-sempre da p-p-piangere.”
La Nera Signora fece spallucce. “Figurati.” Rispose.
“N-non pensavo c-che anche t-tu avessi u-u-una f-famiglia.” Continuò Bill, mentre il motivo della presenza della Morte lì stava iniziando a prendere forma nella sua testa. Lentamente, ma prendeva forma.
“Ci sono infinite cose che non sapete di me, voi. - Disse lei in tono piuttosto acido - Alla fine il mio è un lavoro come un altro. Certo, c'è il discorso dell'immortalità e dell'ubiquità, e tante altre cose ganze che posso fare perché io sono io, ma...”
Di nuovo si interruppe sotto gli occhi azzurri e accusatori di Bill. Fece indicini.
Lo scrittore decise che era arrivato il momento per esporre la sua idea, ormai consolidatasi, a proposito del perché lei fosse nella sua stanza d'albergo - ormai aveva tutti gli indizi: mamma, figlio a carico, probabilmente, essendo la Morte e avendo perso l'amico d'infanzia, anche una buona dose di solitudine...
“S-s-s-sei qui p-p-p-p-p... - sputacchiò - perché v-vuoi fare s-s-sesso con m-m-me? O v-vuoi v-vedermi n-nudo?” Domandò il leader dei Perdenti a bruciapelo, così inaspettato che la Morte ebbe un capogiro e dovette sedersi sul bordo del letto.
“Non avevo mai ricevuto una proposta indecente. -Disse, portandosi una mano al petto e respirando velocemente - No, comunque no.”
Bill si sentì sensibilmente oltraggiato nel suo orgoglio di maschio prestante - be', forse prestante non troppo, considerati i trentotto anni, la sterilità e la pelata lucida, ma sempre maschio con tutte le attività funzionanti. Mise il broncio alla Morte.
“Guarda, non ho tutto il tempo che hai tu da perdere, io! Domani devo andare giù nelle fogne da It e di sicuro ci lascio le penne, non ho fatto una scopatina d'addio con mia moglie - con Beverly sì! - e non ho detto a Richie che quando eravamo bambini e gli toccavo il sedere non era una cosa casuale. Si può sapere che vuoi dalla mia vita, Mortyna?”
Non aveva balbettato. E aveva chiesto alla Morte cosa volesse dalla sua vita; splendido, Bill, assolutamente splendido! Questa l'avrebbe dovuta riciclare per il suo prossimo libro.
La Morte borbottò qualcosa che lui non riuscì a capire.
“C-cosa hai d-d-d-detto?” Chiese con una punta d'irritazione per la rediviva balbuzie.
Di nuovo borbottii incomprensibili; Bill osservò la Nera Signora seduta sul bordo del suo letto e, impossibile ma vero!, gli sembrò decisamente imbarazzata.
Si sentì un po' in colpa per come l'aveva trattata poco prima e sospirò.
“S-s-senti mi d-d-dispiace per p-p-p-p-p... - sputacchiò - prima, ma e-e-ero un p-po' i-i-i-infuriato, e-ecco. S-s-stiamo c-c-chiacchierando d-da v-venti m-m-minuti e a-ancora non m-mi hai d-detto perché s-s-sei qui.” Disse, cercando di giustificare il suo comportamento isterico.
La Morte lo guardò e si morse il labbro inferiore, negli occhi un'espressione di puro panico; rimase immobile per alcuni istanti, poi sbottò.
“Volevo un autografo sulla mia copia di The Black Rapids.” Disse tutto d'un fiato, arrossendo come un'adolescente alle prese col primo amore.
Bill Denbrough svenne.

Quando aprì gli occhi, la prima cosa che vide fu una copia sgualcita, consunta e mezza rotta di The Black Rapids.
E allora gli tornò in mente il motivo per cui aveva deciso di svenire, e desiderò farlo ancora.
“Come ti senti?” Domandò la Nera Signora dei Cimiteri, smettendo di fargli vento con un ventaglio giapponese per guardarlo coi suoi occhi troppo... vivi.
“U-u-un po' s-s-stordito.” Rispose Bill, alzandosi a sedere sul letto - e pensando che era stato un bene svenire su un materasso, altrimenti una caduta avrebbe potuto essere fatale.
La Morte si sedette di nuovo sul bordo del letto, iniziando a tormentarsi le mani l'una con l'altra. “Allora? - Domandò - Me lo fai l'autografo sul libro?”
“S-s-se d-dico di n-n-n-n-no?” Chiese lo scrittore, sentendosi un po' timoroso per la risposta.
“Be', - iniziò Morty - qui si apre un sipario pieno di alternative: potrei ammazzarti, ammazzare i tuoi amici uno a uno davanti ai tuoi occhi, recuperare il rapporto perduto con It convincendolo a non indossare più la divisa da clown... costringere Richie Tozier a venire a letto con me...”
“N-n-n-n-n-n-n-n-n-n-n-n-n...”
Maledette balbuzie.
“N-n-n-n-n-n-n-n-n...”
“Non posso farlo? - Lo aiutò la Morte - William Denbrough! La voce a proposito della Morte che può fare tutto è relativamente esatta!” Esclamò quasi offesa.
“I-i-i-intendevo d-dire: NO! - Disse Bill con rabbia - R-R-Richie a l-l-letto con t-t-t-te no!”
La Morte fece spallucce e gli porse il libro corroso. “Pensavo ti piacesse di più Ben.” Gli fece notare, mentre cercava una penna nelle maniche del mantello.
Bill sospirò. “A-a-adesso sì, ma d-da bambino p-p-preferivo R-Richie.”
“Ah. - Disse ancora la Nera Signora - E Beverly?”
“B-B-Beverly ha e a-aveva il suo f-f-fascino, ma n-n-n-non si p-p-p-p-p... - sputacchiò - può d-d-dire che avesse il c-c-cu... ehm... s-s-sedere più b-b-bello di q-q-quello di R-Richie. N-n-non s-s-so se t-t-tu l'hai m-m-mai t-t-toccato, M-M-Mortyna, m-ma...” Bill si rese conto di essere entrato in un argomento molto imbarazzante; tacque, prendendo dalle mani nodose e gelide della Morte la penna e la sua copia di The Black Rapids.
Scarabocchiò una firma sul retro della copertina logora e glielo restituì; Lady Morte saltellò un paio di volte cantilenando “Ho l'autografo di Bill Denbrough”, poi tornò seria.
“Be', allora io vado. - Disse - Grazie per l'autografo e... be', immagino di vederti più tardi o, al massimo, domani.”
Lo scrittore tentò di ricavare da quell'informazione qualcosa di utile, ma non vi riuscì. Si limitò ad annuire.
“Bill, non ti addormentare! Ho quasi fatto!”
La voce di Bev lo raggiunse da dietro la porta chiusa del bagno e, quando Bill si voltò per vedere se la Morte c'era ancora, Lei era sparita; al suo posto restava soltanto l'eco di una leggera umidità che raggelava le ossa.
Dopo questa serata, pensò Bill, posso andare ad ammazzare It senza alcuna paura.
Ma lo pensò soltanto perché non si ricordava più di It.

morty

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