[Inoobu] Amore primaverile

Feb 03, 2013 19:32

Titolo: Amore primaverile
Fandom:  Hey! Say! JUMP
Rating: Pg
Genere: Fluff, angst...? supernatural, AU
Pairing(s): Inoo/Yabu
Wordcount: 1077 fiumidiparole
Prompt: "Stagione degli amori"
Disclaimer: I fatti narrati non si basano su avvenimenti reali e sono senza scopo di lucro. I personaggi non mi appartengono ed io non intendo in alcun modo offenderli o dare una rappresentazione vera del loro carattere.
Note: Storia scritta per la tabella primavera di think_fluff
Introduzione: //

Capitoli precedenti: 01 | 02 | 03 | 04 | 05 | 06 | 07 | 08 | 09 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 Lista completa   QUI


"Sei... un fantasma?" Chiesi curioso e spaventato al tempo stesso.
"Sì..." Rispose lui tranquillamente.
"Come... Perché... Quando... Cosa... Non ci sto capendo niente! Tu avevi un corpo fino a due ore fa, invece adesso sei trasparente!" Urlai, non sapendo cosa chiedere né cosa fare.
"Sono trasparente perché sto scomparendo"
Scomparendo
Il suono di quella parola mi sconvolse.
"Che vuoi dire?" 
"Il motivo per cui io sia potuto stare al tuo fianco... E' dovuto alle promesse non mantenute..." Spiegò, tuttavia non compresi cosa volesse dire.
"mi spiego meglio" Disse, notando la mia faccia interrogativa.
"Il giorno dopo il nostro secondo incontro... sono morto. Morii senza mantenere quella promessa che ci eravamo fatti, quella di rivederci ancora, così, mi risvegliai in questo mondo, dopo tredici anni dall'incidente. Non persi tempo e ti cercai, inizialmente non capii chi fossi, ma quando lo scoprii ebbi paura di doverti lasciare subito, per questo non ti dissi il mio nome, il fatto che non lo ricordavi, pensavo fosse dovuto al destino..." Spiegò, sorridendomi amorevolmente.
"Ma sei rimasto, quando lo scoprii..."
"Perché, stando insieme a te, capii quale fosse il mio ultimo desiderio... Sentirmi dire 'ti amo' dalla persona che amo... e quella persona... sei tu..."
Improvvisamente cominciai a capire quel che stava dicendo e senza preavviso le mie lacrime cominciarono a scendere lente, bagnandomi le guance.
"Il motivo per cui indossavi magliette a maniche lunghe anche quando avevi caldo..."
"Era perché il mio corpo stava sparendo lentamente" Concluse lui avvicinandosi a me.
"Ed il telefono?"
"Lo squillo era un allarme che mi impediva di avvicinarmi troppo a te..." 
Allungò una mano verso la mia guancia per asciugarmi le lacrime, ma passò attraverso di me, senza riuscire a toccarmi.

Non mi toccherà più.

"Che succede adesso?" Gli chiesi, tremante al pensiero che non lo avrei più rivisto.
"Dobbiamo dirci addio..." Rispose.

Non mi starà più intorno.

"Non c'è niente che si possa fare? Non puoi esprimere un desiderio o fare una promessa?" Chiesi, cercando di attaccarmi ad ogni briciolo di speranza.
"Una promessa fatta da te, per questo volevo che giurassimo di stare insieme per sempre..."

Non mi prenderà più in giro.

"allora cosa aspettiamo? Lo prometto! Voglio stare con te! Starò per sempre con te! Fino alla morte! Per sempre! Lo giuro!" Gridai contro quella figura, sempre più invisibile.

Non sentirò più il suo calore.

"E' tardi Kei, ma ti assicuro che ti ho amato con tutto me stesso..." Disse, chinandosi verso la mia figura che si trovava inginocchiata, singhiozzando disperatamente.
"Questa primavera è stata così piena d'amore... l'appellativo 'stagione degli amori' le si addice proprio!" Disse, guardando intorno quei fiori che fiorivano pian piano
"Idiota! E' appena iniziata!" Gli dissi fra le lacrime. Sorrise.

Non ci sarà più.

"Posso farti una richiesta egoista che ti farà soffrire?" Mi chiese, sorridendo appena.
"Puoi suonare nuovamente il piano? La ferita che ti sei fatto non ti impedisce di suonare, vero? Adoro la tua musica, perciò..." Continuò, interrompendosi quando cominciai a singhiozzare più forte
"Non c'è niente che mi faccia soffrire più del tuo addio!" Gridai, sconfitto, deluso, arrabbiato e stanco.
Mi sorrise ancora, avvicinando le sue labbra alle mie, dandomi quell'ultimo bacio che la mia pelle non sentì, per poi sparire definitivamente dalla mia vita.

13 anni dopo

"E' stata un'esibizione fantastica!" "Già, divina!" "Oserei dire angelica! Toccava il cuore di tutti i presenti..." 
Commenti simili riempivano la sala dopo il concerto.

"Kei!" Chiamò una voce femminile. Mi voltai verso la sua direzione, notando mia madre che con un sorriso mi faceva cenno di raggiungerla.
"Dimmi mamma." Dissi, sorridendole.
"Hai fatto una fantastica esibizione oggi figlio mio, sono fiera di te!" Disse, abbracciandomi.
"Adesso vado dagli ospiti..." Dissi, sorridendole gentilmente prima di lasciarla sola.
"Kei!" Mi chiamò ancora, bloccando i miei passi.
"Non ti ho ancora ringraziato per essere tornato a casa..." Disse, sorridendo malinconicamente al ricordo del mio ritorno.
"E non mi sono ancora scusata per averti trattato male"
Andai verso di lei, abbracciandola dolcemente. "Ti voglio bene" Le dissi, dandole un bacio sulla guancia, per poi tornare dagli ospiti.

Tredici anni prima mi precipitai a casa di mia madre, ancora in lacrime e sconvolto, ma con una sola cosa in mente: suonare.
La mia vita si basò solo sulla musica, sullo studio del pianoforte, quello strumento che avevo così odiato, fino a diventare il miglior pianista della nazione e, secondo alcuni critici, del mondo.
"La senti la mia musica?" Chiesi, guardando quella luna immensa che stava in mezzo al cielo.
"Sto suonando bene?" Sorrisi, ripensando ai fiori che mi aveva portato.
"Mi manchi..." Conclusi, rientrando in casa per prepararmi al concerto che avrei tenuto il giorno dopo al parco, sotto i fiori di ciliegio.

"E' meraviglioso!" Disse mia madre guardando quell'immenso panorama rosa davanti i nostri occhi.
"Già. Sai, i fiori di ciliegio impiegano cinque centimetri al secondo per raggiungere il suolo, hanno una vita breve, ma in quell'attimo in cui scendono per toccare la terra, ci incantano con la loro bellezza..." Dissi, ripetendo le parole che Kota mi aveva detto tanti anni prima, sorridendo al pensiero di Yabu che rappresentava il fiore di ciliegio.
"Sei pronto per l'esibizione?" Mi chiese
"Certo!"

Il concerto era finito, ma non volevo ancora tornare a casa, quel panorama era così nostalgico che non se la sentiva di andarsene senza aver passeggiato sotto quegli alberi.
Tirai fuori la mia agenda, guardando quel petalo di ciliegio che ormai era secco.
Mi sedetti a terra, ancora guardando l'agenda.
"Questo è per te" Mi disse una voce, mettendomi una mano davanti la faccia "Ti porterà fortuna"
Guardai quella mano che teneva un petalo di ciliegio.
"Mi dispiace! Pensavo fosse tutto il fiore, invece è solo un petalo..." Si scusò
"Ho già vissuto una scena simile" Dissi, alzando gli occhi verso quella persona, rimanendo poi senza fiato.

Quel sorriso, quella mano, quel corpo, quegli occhi.

"Ah..." Dissi soltanto, cominciando a lacrimare come una femminuccia.
"Lo so." Disse l'altro, rivolgendosi all'ultima frase che gli avevo detto.
Mi gettai fra le sue braccia, piangendo a dirotto, lasciando uscire tutti i sentimenti che si erano chiusi nel profondo del mio cuore.

"Perché? Come hai fatto?" Chiesi quando mi calmai, senza lasciarlo andare dalla mia stretta, avevo paura di perderlo ancora.
"Beh, qualcuno qui presente ha promesso che sarebbe stato con me per sempre e che avrebbe fatto di tutto per permetterlo..." Mi disse.
"L'ho fatto?" Chiesi, più a me stesso che a Kota.
"Altrimenti non sarei qui!" Mi sorrise, dandomi un bacio.

Le sue labbra, posso sentirle...

Un'altra lacrima rigò il mio viso.
"Piangi ancora?" Mi chiese, ridendo.
"NO!" Mi affrettai a rispondere io, asciugandomi gli occhi.
"Quindi staremo insieme per sempre?" Gli chiesi, ricevendo un bacio come risposta.
"Per sempre" Mi disse "Te l'avevo detto no? La primavera è decisamente la stagione degli amori!"
Aveva ragione, Kota aveva sempre avuto ragione su tutto, anche sul finale. "E vissero felici e contenti" è decisamente una fine perfetta.

The End!

-pairing: inoobu, ::challenge: think_fluff [primavera]

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