Ed eccoci giunti al capitolo quinto dell'avventura di Taisuke e i suoi compagni. Nelle puntate precedenti abbiamo visto come il sempre maltrattato da Kame, Taipi, viene aiutato da tutti i suoi amici nella strada per spodestare Kame diventando sempre più lascivo e desiderabile. Wataru, un affezionato cliente, ha un grande ruolo in questo, coordinando il piano dal di fuori, anche perchè senza il suo aiuto andrebbe tutto a scatafascio. u__u Abbiamo visto come Alcuni hosto e i loro clienti abbiano delle relazioni speciali, come il giovane Tama e Miyata e Hasshi con il papà Gambalunga Tottsu.
In questo capitolo, si parlerà invece di uno speciale rapporto che lega due colleghi allo Shokura. Ebbene sì, è giunto il momento della tanto attesa (?) NiSen! (anche questa settimana, matching icon!u___u)
Scrivere della NiSen, non è né facile né divertente come sembra. Lo so che sono cose che escono dalla mia testa, ma loro fanno davvero quello che gli pare!D: E sono due svergognati!!! Scusate la lunghezza di questo capitolo, ma da che non sapevo cosa scrivere siamo passati a "ho scritto troppo".
Capitolo 5
“Senga, Yokoo ti ha richiesto. Vai immediatamente in sala!” esclama Kawai, facendo spuntare la sua testa nel backstage. Lo sguardo di Senga, che un secondo prima stava facendo idiozie con Nikaido, diventa improvvisamente serio.
“Eh? Perchè proprio io... non voglio Nika-chan!!!”
“Hey vedi di smetterla di fare lo sfaticato qui dietro, la vostra performance è finita da mezz'ora e voi siete ancora qui a perdere tempo! Abbiamo un locale da mandare avanti!” Fumito è palesemente arrabbiato. Nikaido poggia una mano sulla spalla di Senga.
“Scusa Fumito, ci siamo fatti un po' prendere la mano, arriviamo subito. Di' a Yokoo che Senga lo raggiungerà al più presto.”
Fumito alza le sopracciglia e sparisce senza dire una parola.
“Nika-chan!! Ti prego non voglio andare da Yokoo, ho paura! Sono certo che mi ha chiamato per sgridarmi di nuovo!!”
“Hey, questo è il tuo lavoro, non sei tu a scegliere i clienti, ma loro a scegliere te. E' la dura regola dell'host!”
“Ma Nika-chan...”
“Niente ‘ma’! Adesso vedi di darti una mossa e di non farlo aspettare troppo!”
“Sei così freddo e cattivo oggi...” Senga è visibilmente giù di morale mentre raccoglie le forze e si fa strada verso la sala.
Nikaido pensa tra sé e sé che comprende quello che prova Senga. Dopotutto Yokoo è sempre stato un cliente difficile. O forse lo è sempre stato solo per loro due. Yokoo si era spesso lamentato del comportamento di Nikaido e da quando Senga era arrivato era diventato lui la vittima delle sue prediche. Una volta Senga non era riuscito a controllarsi ed era scoppiato all'ennesima critica, urlando in faccia a Yokoo “Perché mi chiami se non ti piace quello che faccio?!? Chiama qualcun altro e lasciami in pace!!” C'era voluto l'intervento di Fujigaya per mettere le cose a posto e Fujigaya ovviamente non ne era stato contento: dopotutto Senga era stato affidato a Nikaido.
Nikaido era stato un tipo difficile all'inizio: troppo brusco, troppo diretto, diceva cose inappropriate. Ma quando era riuscito a smussare un po' il suo carattere (con l'aiuto delle frustate, psicologiche e non, di Fujigaya), questi erano diventati i suoi punti di forza e i clienti, quelli particolarmente M, lo richiedevano proprio per il suo essere così sicuro di sé. Ma Senga...
Senga aveva avuto grossi problemi fin dall'inizio. L'unica cosa che sapeva fare bene era ballare, ma ogni qualvolta si trovava con i clienti riusciva a creare un'atmosfera così imbarazzante da non essere neanche divertente. Eppure divertente lo era, pensava Nikaido. Persino la sua stupida imitazione della tartaruga lo era, anche se gli era costata sguardi gelidi non solo dai clienti che aveva davanti, ma dall'intero locale, incluso il personale. A Nikaido segretamente era piaciuta. Aveva riso. Però lui, al contrario di Senga, aveva compreso ormai cosa era meglio fare davanti alla clientela e cosa era bene tenersi per sé. Senga non riusciva a fare questa distinzione tra i momenti di lavoro e la vita privata, come dimostrava il fatto che poco prima fosse così abbattuto perché Nikaido non si era schierato dalla sua parte.
Per quanto riguardava Yokoo, continuava a chiamare entrambi per fargli prediche. La cosa brutta era che Senga non capiva che lo faceva in buona fede e ne era spaventato.
Quando Fujigaya disse a Nikaido che avrebbe avuto un apprendista a cui insegnare tutti i trucchi per essere un bravo host, come aveva fatto fino a quel momento lui per il giovane, Nikaido aveva avuto un moto di felicità. Non solo significava che Fujigaya ormai si fidava di lui e non lo considerava più il suo apprendista (tecnicamente non lo era più da un pezzo, ma non si poteva mai esserne certi, visto che con Fujigaya la sgridata era sempre dietro l'angolo), ma anche che finalmente avrebbe avuto qualcuno al di sotto di lui, di cui lui e lui solo sarebbe stato responsabile. Il che significava che poteva finalmente far patire a qualcuno tutto quello che aveva patito con Fujigaya e gli altri senpai, ricavandone grande piacere. A Nikaido non interessava se la nuova persona si sarebbe meritata o meno questi trattamenti: era un novellino e come tale doveva essere trattato.
La prima volta che vide Senga, con un sorriso stampato in faccia, ebbe l'impressione di trovarsi di fronte la vittima perfetta per il suo lato sadico. Già immaginava le sgridate e le prese in giro durante il lavoro quando...
“Quindi Senga da stasera starà a casa tua. Abbiamo già spedito tutte le sue valigie lì.” esclamò un tranquillissimo Hiromitsu.
“COSA?!? Perché mai dovrebbe vivere con me?!?”
“Perché per ora non ha un posto dove andare. E' venuto direttamente da Nagoya senza un soldo, ma pieno di sogni.” rispose un ancor più tranquillo (se possibile) Fujigaya.
“Ecco perché lo avete affibbiato a me!! Ora è tutto chiaro! Non ve lo volevate accollare voi!!” Nikaido è manifestatamente stizzito.
“Ma che vai dicendo? E poi non pensi sia un po' rude nei suoi confronti visto che è qui che ti ascolta in diretta?” Fujigaya cercò di suonare convincente. “Noi ci fidiamo di te, è per questo che ti abbiamo affidato questo compito...”
Senga strizzò un occhio e alzò una mano a mo' di saluto verso Nikaido. “Oniichan, yoroshiku ne~”
“Hey cos'è questo tuo modo di salutare?!? Kitayama!! Fujigaya!! Non ho finito, dove andate, tornate quiii!!!”
I due abbandonarono la stanza e lasciarono il povero Nikaido in balia degli sguardi di Senga, poco turbati in realtà, che lo scrutavano con curiosità.
“... ok, vieni che ti mostro il posto...”
Nikaido non aveva altra scelta che obbedire ai due senpai e portarsi a casa il nuovo venuto. Gli sembrava di aver trovato un animale selvatico abbandonato per strada e di doversene occupare.
Per fortuna che l'addestramento non andò tanto male: nonostante l'aspetto selvaggio, il ragazzo sapeva muoversi e addirittura riusciva a stappare bottiglie senza problemi, al contrario di Tamamori che apparentemente non aveva abbastanza forza per farlo... o forse faceva finta di non averne, quella principessina... pensava Nikaido.
Fu così che la loro vita, basata su una convivenza e vicinanza di 24 ore su 24, cominciò. Presto Nikaido ebbe dei motivi per sgridare Senga. Quest'ultimo mostrava troppa convinzione, talvolta quando non avrebbe dovuto perché in realtà falliva spesso e volentieri, ed era di una testardaggine smisurata quand'era convinto di essere nel giusto. Nikaido sapeva di essere stato parecchio indisciplinato all'inizio (non che adesso fosse migliorato, solo che aveva una clientela affezionata proprio per la sua rudezza) ma vedere quell'atteggiamento su qualcun altro lo aiutava a rendersi conto della fatica che avevano fatto i senpai a prendersi cura di lui.
La prospettiva di vivere insieme, sebbene per un periodo che sperava fosse il più breve possibile, era una vera tragedia per Nikaido. Da tipico ragazzino viziato, non aveva mai amato condividere la sue cose, figurarsi gli spazi vitali con qualcuno.
Innanzitutto quello che non riusciva a perdonare a Senga era che lui stava facendo questo lavoro soltanto per mantenersi, in quanto il suo sogno era la danza. Non perché Nikaido avesse questa travolgente passione per il suo lavoro da sentirsi offeso dalla cosa, ma perché, nonostante facessero le ore piccole a causa del lavoro notturno, quasi tutti i giorni Senga puntava la sveglia troppo presto per i suoi gusti, per recarsi alle sue lezioni di ballo. Ed era rumorosa. E Senga che la colpiva con forza ogni mattina era rumoroso. Poi quando riusciva finalmente ad alzarsi (dopo che Nikaido lo calciava violentemente dal suo futon all'ennesimo suonare della fastidiosa sveglia) era ancora più rumoroso mentre si preparava. Per non parlare del fatto che si cucinava la colazione la mattina e lì non c'era solo il rumore a tenere sveglio Nikaido, ma anche l'odorino. Già dal primo giorno avrebbe voluto ucciderlo, ma quando Senga uscì, sbattendo la porta nella maniera più rumorosa possibile, Nikaido alzò finalmente la testa dal cuscino per scoprire che gli aveva lasciato una ricca colazione pronta sul tavolo con una nota che diceva “Ne ho fatto troppo, se vuoi finisci pure tutto”.
E questo continuava ad avvenire tutte le mattine, finché Nikaido non decise di alzarsi alla stessa ora e fare colazione insieme.
“In questi giorni ti stai alzando presto anche tu!” disse un giorno Senga, con un sorriso.
“...indovina di chi è la colpa se il mio sonno mattutino è ormai una cosa che appartiene al passato...” rispose Nikaido con uno sguardo corrucciato.
“Però è bello fare colazione insieme vero? E' bello avere compagnia!”
“Hai nostalgia di casa per caso, moccioso?”
“Hey! Non è che tu sia tanto più vecchio di me! Non chiamarmi moccioso!”
“Ti ribelli anche? Sei qui a mangiare a sbafo e non stai neanche facendo progressi a lavoro!!Quand'è che ti troverai un altro posto dove stare?”
Senga non trovò parole per rispondere e mise su un broncio che non se ne andò finché non lasciò la casa.
Quella sera Senga fu particolarmente euforico e bevve parecchio, invece di fingere come al solito.
Nikaido osservava teso da un angolo della sala.
“Quando hai intenzione di fermarlo?”
Fujigaya gli sussurrò in un orecchio arrivando dietro di lui in silenzio.
“Non è affar mio quello che fa quel tipo!”
Fujigaya stizzito diede un pizzico sul fianco di Nikaido che si piegò da dolore.
“MA CHE FAI?!?” reagì il povero Nikaido girandosi di scatto come se volesse colpire Fujigaya, ma si ritrovò di fronte uno sguardo tra furia e freddezza che emanava un'aura tanto forte da incutere terrore.
“Senga è stato affidato a te. E' tua responsabilità fare in modo che non faccia sciocchezze. Non so cosa sia successo tra di voi, ma è tutto il giorno che agite in modo strano. Ora vallo a prendere e portalo qui prima che perda i sensi di fronte ai clienti!!”
Senga si trovava in un posto tiepido e confortante. Qualcosa lo cullava dolcemente. Nonostante la confusione che aveva in testa riuscì ad aprire gli occhi, per ritrovarsi il volto immerso tra folti capelli neri. Nikaido lo stava trasportando sulle sue spalle. Senga cercò di non muoversi e affondò di più la faccia nell’ìncavo del collo del ragazzo.
“Ti sei svegliato vero?”
“Mmm...”
“Senga, sei un pessimo attore.”
“Mi gira la testa... non posso muovermi...”
Nikaido continuò a camminare. Aveva capito che Senga voleva soltanto restare nella posizione in cui si trovava. E in realtà anche a Nikaido stava bene così. Era insospettabilmente caldo sotto il peso di quel gorilla.
“Certo che sei proprio una bella scocciatura! Vorrà dire che dovrò portarti per tutta la strada fino a casa!”
Senga sorrise.
“Grazie Nika-chan”
“Vuoi smetterla di muoverti, mi stai facendo il solletico!”
Dopo quella serata, il rapporto tra i due migliorò tantissimo. Nikaido non si faceva più scrupoli ad approfittare di Senga per le pulizie e per cucinare. Dopotutto era lui che si offriva. Anzi, Nikaido divorava avidamente qualsiasi cosa Senga gli ponesse di fronte.
“Oggi per colazione ho preparato il pesce arrosto che ti piace tanto...”
“AshSHUFUSFAUHSH” Nikaido era già praticamente pronto a chiedere una seconda porzione.
“Vuoi anche un po' di zuppa di miso?”
Nikaido in risposta allungò semplicemente la scodella verso Senga, mentre con l'altra mano si strofinò la bocca per pulirsi. Al termine della sua poco educata azione, Senga si fermò a fissarlo, immobile.
“Che c'è?”
Senga socchiuse gli occhi e allungò una mano verso il volto di Nikaido.
“C-che vuoi? Che fai?!”
Nikaido imbarazzatissimo non riuscì a muovere un muscolo. Le dita di Senga toccarono l'angolo della bocca di Nikaido mentre lui rimase impalato e spiazzato. Solo un lieve tremito al tocco lo risvegliò.
“S-smett..”
“Avevi ancora del riso sulla faccia!”
Senga sorrise innocente, mostrando un chicco di riso sulle dita.
“Ma tu... COSA FAI? Non mangiarlo!! NOOO! Kimoiiiii!!!”
Nikaido fece una smorfia di disgusto mentre si copriva, imbarazzato al tempo stesso, il volto con le mani.
“Il cibo non va mai sprecato Nika-chan~♥ ”
Ormai il rapporto che avevano era diventato totalmente informale. Ed erano sempre più amici che colleghi. Ma c'era qualcosa che lasciava Nikaido senza parole. E questa cosa era la totale mancanza di imbarazzo di Senga quando c'erano dei momenti imbarazzanti, in puro stile shoujo manga nella loro vita. Non che Nikaido leggesse shoujo manga, intendiamoci. Non lo avrebbe mai ammesso.
Ma in quei momenti in cui succedeva qualcosa, ad esempio tendevano tutti e due nello stesso istante le loro mani per prendere qualcosa e si sfioravano, Nikaido si sentiva stranamente avvampare. Senga invece non aveva vergogna, quello sconcio. Anzi quando per esempio Nikaido entrava per sbaglio mentre Senga stava facendo un bagno, questi lo invitava a restare dicendo che tanto erano due uomini. Ovviamente Nikaido gli urlava che era disgustoso e fuggiva via mentre in realtà era lui che si sentiva disgustoso per aver pensato di rispondere di sì...
Nikaido ripensava al tempo passato con Senga. Alla fine non se ne era mai andato dal suo monolocale, anzi, ogni giorno di più era diventato parte di quello che gli piaceva chiamare casa. Ed era una cosa bella, pensava Nikaido, che ci fosse qualcuno da poter svegliare quando la notte sentiva un rumore ed era troppo terrorizzato per alzarsi ed andare a vedere cos'era stato. Oppure tutte quelle volte che Senga lo aveva salvato da attacchi di disgustosi insetti urlando frasi senza senso come “gokiburi to za hebuuun!!”. Infatti nonostante lo stesso Senga non apprezzasse quelle piccole viscide creature, si dava sempre da fare per liberarsene al più presto, in quanto Nikaido ne era semplicemente terrorizzato.
E soprattutto Senga non aveva mai fatto parola a nessuno della fifa che aveva Nikaido di queste cose. Mai una parola di tutte le volte che fuggiva dalla stanza urlando perché c'era un ragno o una falena. Mai una parola di quando voleva dormire con la luce accesa per paura dei fantasmi.
Decise che era ora di andare a controllare cosa volesse Yokoo da Kento. Ormai anche lui aveva imparato le maniere di un host, di cosa avrebbe potuto lamentarsi ancora Yokoo? Ora che ripensava a tutte le volte in cui aveva sgridato il suo amico gli venne una gran rabbia. Non c'era bisogno di andarci così pesante, no? Dopotutto, anche se non sembrava a vedersi, Senga aveva un animo piuttosto suscettibile e veniva ferito facilmente dalle parole degli altri. Mentre cammina verso la sala pensa che lo difenderà, sì, lo difenderà da ogni attacco, giustificato e non, da clienti e non. Si dirige a passi pesanti verso il tavolo dove i due erano seduti. Senga ha un'espressione concitata e Yokoo sembra serissimo mentre gli parla.
“Yokoo, se hai qualche problema con Senga, ti prego di rivolgere le tue lamentele a me.”
Wataru alza lo sguardo sorpreso senza dire una parola, Nikaido continua a parlare.
“Qualsiasi cosa non vada bene, qualsiasi problema ti abbia causato il suo comportamento. Io sono il suo responsabile, è mio dovere gestire ogni reclamo.”
Senga si alza di scatto in piedi con occhi inteneriti. “Nika-chan..”
Wataru si alza a sua volta, poggiando una mano sulla spalla di Senga. “E' tutto ok Nikaido. Non ho nessuna lamentela su Senga, infatti volevo proprio chiamare anche te, visto che lo stavo lodando per il lavoro svolto in questi mesi.”
“Eh?!” Nikaido viene preso alla sprovvista. “Non lo stavi sgridando? Perchè no?”
“Hey Nika-chan...” dice Senga imbronciato “... non è che ogni volta che un cliente mi chiama è solo perché vuole sgridarmi...”
“Ma... tu e lui... voi siete... ohh al diavolo!”
“Sempre il solito gentleman a quanto vedo, Nikaido.”
“Ah bene, non stavi sgridando Senga, quindi ora te la prendi con me?”
“Cercherò di ignorare queste tue parole. Ascolta c'è qualcosa di importante che stavo dicendo a Senga e che...”
“So benissimo che state sempre a spettegolare voi due!! Ed io sono sempre l'ultimo che viene a sapere le cose! In più vengo anche sgridato?! Bene, ne ho abbastanza vedetevela da soli! Senga da oggi non sei più il mio apprendista, vedo che te la cavi bene anche da solo!” dice d'un fiato Nikaido mentre stringe i pugni per la rabbia.
“Nika-chan..”
“Nika-chan, Nika-chan... smettila di chiamarmi Nika-chan!! Ora che non hai più bisogno del mio aiuto puoi anche smettere di essere gentile con me!”
Improvvisamente un dolore acuto sul fianco fa piegare Nikaido sul pavimento. Conosce quel dolore. Fujigaya lo sta guardando dall'alto con sguardo serio.
“Certo che sei proprio un moccioso testardo eh? Ma vuoi smettere di parlare attaccando tutti una buona volta e fermarti ad ascoltare?!”
Nikaido alza lo sguardo in lacrime dal dolore. Non osa alzarsi in piedi.
“Nikaido, non sono venuto a sgridare nessuno quest'oggi. Comunque cerca di capire che se lo faccio, sono in buona fede. Ero solo venuto a dirvi che ho sentito di movimenti sospetti nella yakuza. Il gruppo che spalleggia Koki sta avendo problemi a riscuotere dall'Arashic. Sembra ci sarà qualche battaglia molto presto. State tutti molto attenti, i ragazzi che proteggono l'Arashic non scherzano...”
“Ma... questo non potrebbe esserci conveniente nella nostra lotta alla conquista del numero Uno?” dice Nikaido.
“Dobbiamo vedere come si metteranno le cose. Mostrarci poco leali nei confronti di Kame adesso vorrebbe dire passare per spie dell'Arashic. Non so se avete presente Tsukada...”
“Oh quel tipo che viene spesso qui?” dice Senga.
“Sì... ebbene, sta avendo vita dura. Per pagarsi le sue serate qui è andato a lavorare all'Arashic, oltre a fare altri due lavori di giorno. Ma ora che Kame ha saputo che lavora lì non vuole più farlo entrare neanche come cliente. E all'Arashic, Matsumoto vuole licenziarlo perché sa che passa il suo tempo libero qui...”
“Povero Tsukada! Non sapevo facesse questa vita dura per mantenere i suoi vizi.” dice Senga con compassione.
“Ad ogni modo... dobbiamo avvertire Goseki e Fumito. Loro non sanno ancora nulla del piano...”
Taisuke interrompe Wataru. “Io non sono d'accordo... ma se Wataru dice che la cosa funzionerà, mi fido.”
“Quindi pensavo che qualcuno come Senga possa accennare loro del piano e vedere come reagiscono. Ma a quanto pare Hasshi lo sa già..”
“Tsk dannato bamboccio chiacchierone...” commenta Nikaido.
“Modera i termini Nikaido. Questo ci sarà invece utile. Sai bene quanto Goseki e Fumito siano indulgenti con Hasshi. Se lui e Senga ne parlassero..”
“E' la cosa più stupida che io abbia mai sentito! Senga e Hasshi?! L'altro giorno il mio cervello faceva fatica a ritrovare la retta via soltanto dopo essere stato cinque minuti in presenza di entrambi!Come puoi pensare di convincere qualcuno usando questi due?”
“Nika-chan, sei proprio cattivo oggi...”
“E' proprio questo il punto secondo Wataru, ‘Nika-chan’ ” aggiunge Fujigaya con una voce derisoria “secondo lui quei due saranno convinti se vedono che i due sc... ehm Senga e Hasshi sono felici della cosa.”
“Ma se non lo fossero? Se andassero a parlare con Kame?! Sarebbero licenziati!! E anche tu Fujigaya!”
“Nikaido... io sono preoccupatissimo per Fujigaya e per tutti voi. Ma abbiamo deciso tutti di lottare per migliorare la situazione, no?”
“Tanto peggio di così non può essere” aggiunge Senga.
Fujigaya sorride. Un sorriso pieno di parole che non vuole dire.
“Ok... ma non tenetemi nascosto più niente. Non voglio sapere le cose dopo di Senga. Non dimenticate che lui è di mia responsabilità!”
Come al solito, anche questo capitolo è pieno di citazioni e parodie, nonostante ciò, spero lo abbiate apprezzato!XD