KAME NUMBER ONE capitolo 15

Nov 21, 2011 10:42

Senza aver avuto bisogno di trama né di filo logico, siamo giunti finalmente al capitolo 15!

In questo capitolo i protagonisti sono nuovamente Taisuke e Wataru. Abbiamo già visto come i due ragazzi tengano l'uno all'altro ma esprimendolo in maniera differente. Wataru non vorrebbe distrarre Taisuke dai suoi doveri verso il locale e la responsabilità di cui il ragazzo si è fatto carico decidendo di diventare il numero uno. Taisuke dal canto suo, fa meno fatica ad esternare i suoi sentimenti, ma teme che l'altro sia veramente poco interessato alla cosa. Nel frattempo abbiamo scoperto che Hasshi in realtà non è stupido come sembra (cioè è sempre stupido, ma almeno non in questo caso) e si è reso conto di quanto Totsuka abbia fatto per lui. Kitayama cerca di spronare Tottsu ad essere sincero con se stesso e Hasshi, anche se vorrebbe dire ammettere che Kitayama non è più il suo preferito.

Questo capitolo è un po' serio rispetto al resto della fic. XD;

Capitolo 15

“Uffa, che noia oggi! Dove sarà finito quel Kitayama? Avevamo detto di andare a mangiare shu cream da Le Petit BonBon se non sbaglio!!” dice Taipi guardando il suo telefono, che non conteneva nessuna mail da Kitayama. Dopo aver sbuffato di nuovo, comincia a scorrere i numeri in rubrica. Non aveva voglia di chiamare i clienti. Avrebbe potuto vedere cosa stavano combinando Senga e Nikaido. Magari sarebbe potuto passare da loro. Ad un certo punto il cursore lucescente si ferma sul nome “Yokoo Wataru”. Taisuke fissa il cellulare. Poi fissa la sciarpa nera che Wataru gli aveva dato l'altra sera. Era domenica, forse neanche Wataru stava lavorando di domenica.
Fujigaya resta con il dito sul bottone “chiama” per qualche lungo secondo e poi lo preme. Subito dopo preme il tasto per riagganciare. E poi di nuovo quello per chiamare.
“Pronto?”
“Ah, Wataru-san!”
“Taisuke, tutto bene?”
“Al solito. Tu? Stai lavorando?”
“No, stamattina però mi sono alzato di buon'ora per fare la spesa e un po' di pulizie a casa.”
“Ah bene. Mi stavo chiedendo... se non sei impegnato... non ti andrebbe di fare qualcosa insieme?”
“... hai finito i clienti da chiamare?”
“Wataru!! Non sto lavorando! E' solo che quando ci vediamo finiamo soltanto a bere... volevo... ehm, volevo vedere com'era incontrarsi alla luce del giorno.”
“Beh, avrei ancora da finire di pulire... e poi ho già degli ingredienti per la cena...”
“Ah capisco... vabbè dai, non fa niente. Ci vediamo un'altra volta maga-”
“Perché non vieni tu qui?”
Gli occhi di Taisuke si spalancano dallo stupore. Il ragazzo comincia a muoversi in giro per la stanza prendendo e posando cose nel tentativo di decidere cosa mettere nella sua borsa.
“M-m-ma sei sicuro? Non è che ti disturbo? Poi non so dov'è casa tua...”
“Manderò il mio autista a prenderti. Fatti trovare pronto tra venti minuti. Ce la fai?”
Taisuke annuisce energicamente senza pensare che l'altro non può vederlo essendo al telefono.
“Taisuke?”
“Mh... sì, ci vediamo tra poco!”
Un'altra cosa che Wataru non può vedere è il sorriso enorme che si spande sul volto di Fujigaya.

--

L'atrio dell'appartamento di Wataru è grande almeno quanto tutto l'appartamento di Taisuke. E pensare che lui credeva di essere fortunato a vivere da solo in un appartamento di due stanze.
Non sapeva che Wataru vivesse proprio nel lussuoso complesso di case a pochi minuti di macchina da casa sua. Taisuke è ancora un po' scioccato dal fatto che Yokoo abbia mandato addirittura la sua auto a prenderlo. Il viaggio era stato confortevole in quella macchina lussuosa, nonostante l'autista, poco professionalmente, non fosse stato zitto un attimo. Ma a Taisuke non era dispiaciuto farsi una chiacchierata: in effetti anche lui era una persona molto molto loquace, il che era una cosa che lo avvantaggiava anche al lavoro. Si erano praticamente raccontati la loro intera vita nei dieci minuti di durata del tragitto, scambiati i numeri di telefono e quasi organizzato un'uscita.

Wataru apre la porta con indosso un grembiule poco virilmente ricoperto di svolazzi arancioni, ma Taisuke non ci fa caso, abituato com'è alla poco sobria forma dei costumi dello Shokura.
Attraversato l'atrio, si giunge ad una grande sala che ha un'enorme cucina in fondo. Dalla larga porta a vetri della sala, si può accedere al terrazzo esterno, su cui si trova una piccola piscina circondata da verdi piante.

“Questo posto è stupendo...” sussurra Taisuke.
“Ah, niente di che. Quando metterò su famiglia avrò bisogno di comprare una casa indipendente. Ci sarà bisogno di molto più spazio.”
“Devi costruirti una pista da bowling personale?”
Wataru sorride.
“Stavo preparando qualcosa da mangiare. Ti piace la pasta vero?”
“Kya, sì! Posso aiutarti con qualcosa?” esclama Taisuke mentre lo segue tra i fornelli.
“Puoi lavare l'insalata se vuoi.”

I due ragazzi si danno da fare per mettere insieme la cenetta. Non fanno che sorridere e chiacchierare del più e del meno. Quando finalmente il cibo è pronto in tavola, si sentono soddisfatti di aver fatto un così bel lavoro.
“Wataru! E' tutto buonissimo. Non sapevo fossi un cuoco così bravo!”
“E' tutto merito del libro di ricette, ma mi fa felice che ti piaccia.”
“Sono proprio contento di essere venuto qui, invece che vederci fuori come al solito.”
“Davvero Taisuke? Io credevo sarebbe stato noioso per te. Mi sono stupito quando hai accettato di venire.”
“Non mi sono annoiato per niente! E' proprio come ai vecchi tempi Wataru. Il tempo con te passa allegramente e anche troppo in fretta.”
“Penso anche io la stessa cosa.”
“Sarebbe bello mangiare questo buon cibo tutti i giorni!” sorride Taisuke guardando il piatto ormai vuoto. Subito dopo si rende conto che quello che ha appena detto potrebbe suonare come carico di significati sottintesi.
“Ah, cioè, intendo...” Taisuke non sa cosa dire per non peggiorare la situazione. In quel momento gli vengono in mente tante di quelle cose che vorrebbe dire a Wataru, ma sente che nessuna di questa è appropriata. Vorrebbe dirgli che ogni volta che lo vede entrare dalla porta dello Shokura il suo umore migliora del centoventi per cento, vorrebbe dirgli quanto gli manca le sere che non viene. Vorrebbe dirgli che vorrebbe vedere il suo sorriso tranquillo così, alla luce del giorno e continuare a guardarlo senza far nulla per ore. Potrebbe persino restare in silenzio per tutto quel tempo, se gli fosse permesso di stare lì al suo fianco ad osservarlo.

Wataru sorride, ma dopo una frazione di secondo il sorriso sparisce sul suo volto.
“Quindi... stai pensando davvero seriamente allo Shokura, vero? Avrai bisogno di concentrarti e focalizzare tutta la tua energia lì. Forse ho anche fatto male ad invitarti a perdere tempo qui...”
“Watta! Non essere così severo! E' il mio giorno libero! Lo avrei comunque passato a mangiare dolci con Kitayama se non mi avessi invitato...”
“Felice di aver aiutato la tua dieta. Ma quello che intendevo è... spero di non averti distratto troppo.”
Taisuke si morde il labbro inferiore.
“Come puoi non distrarmi?”
“Cosa?”
“Se ci sei penso a te, se non ci sei penso a te. Come puoi non distrarmi?”
Wataru si fa serio.
“Scusa Taisuke. Forse dovrei cercare di... non so lasciarti in pace?”
“Di che stai parlando?”
“Non so, sembri disturbato da qualcosa... io non vorrei che perdessi di vista quello che stai cercando di fare.”
Taisuke cade nel silenzio. A volte non capiva proprio Wataru. Lo aveva sempre richiesto, fin dalla prima volta in cui, entrando nel locale, aveva scorto il nuovo host. Lo aveva riconosciuto e da quel momento avevano ripreso i rapporti come se i due amici di infanzia non si fossero mai separati.
Ma qualcosa era cambiato per Taisuke. Più vedeva Wataru e più pensava che per lui non era soltanto un amico. Ma non sapeva affatto quello che l'altro uomo pensava di lui. Di sicuro andavano d'accordo, ma era abbastanza per Yokoo? Era tutto quello che voleva?

“Perché non mi chiedi mai niente?” dice Taisuke suonando un po' brusco improvvisamente. O forse solo disperato.
“Cosa intendi dire con questo?”
“Sai cosa intendo. Sei un cliente, no? Come puoi accontentarti di una bevuta insieme e una chiacchierata anche quando siamo fuori dal locale? E non venirmi a raccontare che sei un gentiluomo!”
“Taisuke... prima di essere un host, sei un mio amico. Non vedo quale sia il problema per te se voglio comportarmi in questo modo.”
Taisuke continua a guardare il tavolo con la faccia di qualcuno che cerca di trattenersi dall'esplodere.
“Amico. Quindi tu vai ad un host club per trovare amici?”
“Taisuke, non so cosa tu stia cercando di fare, ma non rovinare tutto ti prego. Tieni la tua lascivia da parte per il tuo lavoro allo Shokura.”
Taisuke alza lo sguardo e lo punta direttamente negli occhi dell'altro. “Tu credi che io stia facendo questo discorso per lascivia?”
Per un secondo gli occhi di Wataru brillano. “Non è così?”
“Se è così che la pensi forse è meglio che vada.” Taisuke fa per alzarsi. Wataru blocca la mano del ragazzo con la sua sul tavolo.
“Aspetta! Taisuke... io non voglio pensarlo e forse dentro di me so che non è così. Però qualsiasi sia il motivo per cui stai dicendo queste cose, ti ricordo che ora la tua priorità è pensare allo Shokura e a Ka-”
“Lo Shokura, Kame, i ragazzi! Ne ho abbastanza di sentirtelo ripetere! Lo so cosa devo fare. So fare il mio lavoro alquanto bene, mi si dice. Quello che non so proprio, è cosa devo farmene di questi sentimenti per te.” dice Taisuke tutto d'un fiato alzando il volume della voce. “Perché non capisci...”

Wataru ritira la mano che teneva quella di Taisuke ferma sul tavolo. Taisuke gira le spalle all'altro, tenendo la testa bassa. Dopo l'ennesimo secondo di silenzio, decide di correre via, senza voltarsi. Non vuole sapere che faccia ha Wataru, non vuole sapere cosa stia pensando di lui in questo momento. Girarsi e trovare un'espressione di pietà lo ucciderebbe.

Non appena muove un passo, si sente tirare indietro dalle spalle. Wataru ha circondato le sue spalle con le braccia e ora la sua testa è proprio sulla spalla di Taisuke: i due sono praticamente guancia a guancia.
“Questa cosa della cena è stata una brutta idea. Proprio una brutta idea.” borbotta Wataru, la bocca tra i capelli di Taisuke.
“Se è così allora lasciami andare e non mi vedrai più!” Taisuke sta tremando. Di paura, di gioia, di dolore. Di un qualche misto di emozioni a cui ogni lingua del mondo non è ancora riuscita a dare un nome.
“Solo se riesci a spiegarmi come fare a lasciarti andare dopo tutto questo tempo che ho voluto tenerti tra le braccia, ma non sono sicuro che funzioni.”
Taisuke chiude gli occhi e abbandona lievemente la testa all'indietro. Un sorriso di conforto sulle sue labbra.
“Ora che mi hai preso non ti sarà facile lasciarmi.”

Wataru stringe più forte il ragazzo. Taisuke poggia una mano sulle sue braccia. Si sente sprofondare in un mare confortevole e caldo. Il cuore gli batte e sembra scoppiare. D'improvviso vorrebbe muoversi, vorrebbe vedere il volto di Wataru. Lentamente apre gli occhi e gira la testa verso di lui. Poi piano piano gira tutto il corpo, badando a mantenere il contatto con le braccia dell'altro. Wataru tiene ancora le sue mani sulle sue spalle, ma ora sono l'uno di fronte all'altro e si guardano negli occhi. Lentamente, Wataru avvicina il suo volto a quello di Taisuke che, cercando di velocizzare le cose, tende verso di lui. Il bacio di Wataru è dolcissimo. Solo le loro labbra poggiate le une sulle altre per qualche secondo, poi il ragazzo tira un po' indietro la testa.
“Da quanto volevi farlo?” sorride malizioso Taisuke.
“Più o meno da quando ti ho rivisto allo Shokura? O forse da prima...”
“Bugiardo!” Taisuke sfiora di nuovo le labbra dell'altro. Wataru lo bacia di nuovo, un altro bacio dolce, ma questa volta muove timidamente le labbra esplorando la superficie della bocca dell'altro. Taisuke ridacchia. Poi mette le sue mani tra i capelli dell'altro, avvicinando il suo corpo a quello di Yokoo. Wataru gli accarezza le guance guardandolo negli occhi prima di baciarlo di nuovo. Un bacio serio questa volta. Taisuke sente il suo corpo sciogliersi pressato nell'abbraccio con Wataru. All'improvviso quest'ultimo, poggiando le mani sulle sue spalle, lo discosta.
“Ok, ora basta.” dice guardando in basso.
“Eh?! Come basta!??” Taisuke suona alquanto disperato e deluso.
“Sul serio Taisuke... non ti ho chiamato qui per questo. Io... io ci tengo davvero a te. E ci tengo davvero al fatto che tu riesca nel tuo intento di diventare il numero uno.”
“E questo che c'entra con quello che stiamo facendo adesso?!” sbuffa Taisuke esasperato.
“C'entra!” dice Yokoo serio. Taisuke lo guarda imbronciato.
“Non ti capisco!”
“Taisuke, devi davvero concentrarti su questo per adesso! Non lasciarti distrarre da niente. Non sai quanto vorrei vederti trionfare...”
“Ho detto che non è questo che voglio sentire!”
“Scusa Taisuke, ma questo è quello che volevo dire. Che ti piaccia o no, fare questa cosa è diventata tua responsabilità.”
“Sì, ma dobbiamo parlarne proprio ora? Stavamo pensando ad altro no?”
“Taisuke!!! Perché non capisci? Non voglio che tu sia distratto da nient'altro! Non voglio diventare un ostacolo per te!”
Taisuke guarda l'altro con sguardo serio.
“Tu non hai alcuna fiducia in me vero?”
Wataru guarda verso il basso.
“Non sto dicendo questo... io...”
“Se non è quello che volevi, perché mi hai fermato mentre stavo andando via?!” dice Taisuke prendendo le sue cose e precipitandosi fuori dalla porta.

Wataru resta immobile nella stanza finché non sente più i passi di Taisuke nel corridoio fuori dall'appartamento. Dopodiché si porta una mano alla bocca e si getta indietro a sedere sul pavimento, la schiena contro l'isola della cucina.
Non riesce a credere a tutto quello che aveva appena permesso accadesse. È infinitamente felice e infinitamente distrutto. Taisuke aveva ricambiato il suo bacio. Aveva detto che provava qualcosa per lui. E cosa aveva fatto lui? Gli era saltato addosso e poi lo aveva respinto. Cosa stava facendo? Dio solo sa quanto avrebbe voluto dire a Taisuke quello che prova, ma non aveva trovato le parole e sapeva che i gesti non erano stati abbastanza chiari. Era vero che non voleva distrarre Taisuke dal suo intento, ma era anche vero che in realtà non riusciva ad accettare l'idea di un Taisuke che non fosse solo suo. Lo aveva allontanato prima che qualcosa di irrimediabile succedesse. E sarebbe successo sicuramente. Avrebbe tenuto Taisuke per lui. Lo avrebbe imprigionato e ferito. Dopotutto cosa potrebbe dargli lui in cambio?
Non è sicuro più di niente, a parte il fatto che perde la testa vicino a lui. Perdere il controllo non è una cosa a cui è abituato e che si concede spesso, quindi pensa che sia un male agire così nei confronti di Taisuke. Lo sta proteggendo da se stesso, da quello che prova. Perché se quello che prova è fuori controllo, farebbe soltanto male all'altro ragazzo.
Si era ripromesso che non avrebbe mai mostrato i suoi sentimenti se non li avesse prima messi in un filo logico di razionalità. E aveva fallito nel farlo.

--

Totsuka è seduto su una panchina ad aspettare, proprio come gli aveva detto di fare Kitayama. Non sa cosa avrebbe dovuto dire ad Hashimoto quando questi sarebbe arrivato. Confessare? Non confessare? E quel ragazzo, quel ragazzo! Avrebbe costretto chiunque a confessare. Avrebbe potuto mettere il mondo in ginocchio se lo avesse voluto, pensa Tottsu.
“Tottsu!”
Totsuka si volta e scorge il viso di Hashimoto irradiato dai raggi del sole. Luce riflette sui suoi capelli castano chiaro.
“Sei in ritardo!”
“Scusa. Davvero, scusami tantissimo.”
“Sei perdonato!”
“Non sei neanche un po' arrabbiato?”
“No, perché sei venuto!”
“Hasshi io devo dirti tante cose...”
“Me le puoi dire dopo. Ora perché non andiamo a divertirci? È già tardi.”
“Hasshi...”
“Non è importante, no? Io voglio solo passare più tempo con te, Tottsu!”
“Anche io. Ma... sei sicuro che è questo che vuoi? Sei sicuro che io ti basto?”
“Tottsu io ho tanti amici, ma tu sei il più speciale di tutti!”
“Ancora con questa cosa dello speciale!” sospira Totsuka.
“Cosa?”
“Niente, niente. Andiamo a divertirci, dai! Vuoi qualcosa da mangiare?”
“Voglio mangiare una crepe!” sorride Hasshi mentre agguanta la mano di Tottsu e comincia a far oscillare le loro braccia mentre si incamminano.
Totsuka per istinto fa per tirare via la mano, ma la stretta di Hasshi è davvero forte.
“Va bene così, no? Per un po'? Solo un po', qui che nessuno ci vede!” lo guarda Hasshi con un'espressione stranamente seria.
“Ma cosa devo fare con te?” esclama Tottsu mentre si arrende e gliela dà vinta, per una volta.
“Con me puoi fare quello che vuoi! Non dirò no a nulla di quello che vuoi fare.”
“Le tue parole sono davvero pericolose Hasshi. Molta gente potrebbe fraintenderle.”
“Ma io non lo dico mica a tutti. Lo dico solo a te.”
Tottsu si blocca e senza neanche rendersene conto si ritrova ad abbracciare il ragazzo gettandogli le braccia al collo. Hasshi spalanca gli occhi e resta immobile. Pian piano un sorriso si allarga sul suo volto.
“Cosa farei senza di te!” afferma Totsuka, con il volto affondato nella giacca di Hasshi.

Spero abbiate gradito! Commenti inutili o utili sono graditissimi, ma apprezzo anche solo il fatto che la leggiate!XD;
Vi lascio linkando la nuova impresa di N.Cxxx e HùsiQ.S (chissà chi saranno mai poi?!?!) che è il Tumblr di AskEbiKisu! Followateci e chiedete!!!:D

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