KAME NUMBER ONEcapitolo 22

Dec 16, 2011 10:43


Nel precedente capitolo abbiamo visto come tutti si stiano preparando per il Natale, che se per noi da questa parte del mondo significa cenoni e parenti, per i ragazzi è invece una delle feste più romantiche dell'anno. Ed ecco che tutti cominciano a comportarsi come delle liceali, pensando a come e soprattutto con chi passare il Natale. Ma c'è ancora tempo prima del giorno speciale. Riuscirà Taisuke a destreggarsi con la lana e finire la sciarpa?XD (Le domande filosofiche di questi capitoli eh!u__u)

Preparatevi che questo capitolo sembra tratto direttamente da uno dei tanti drama romantici e non, in cui succedono queste cose. (Tanto succedono in tutti i drami) u___u I protagonisti sono Tottsu e Hasshi. Appariranno altri personaggi di mia invenzione. Le madri di Tottsu e Hasshi vere io non le conosco e sono sicura che non sono affatto come quelle inventate da me per questo AU.
Una parte molto NC-17 è stata rimossa (tra l'altro era in inglese) e verrà forse aggiunta in futuro come capitolo bonus.

Capitolo 22

Hasshi apre gli occhi alla luce del giorno quando sente bussare alla sua porta. Alzandosi velocemente, va ad aprire per trovarsi davanti agli occhi qualcosa che lo sorprende.
"Mamma?!"
La donna lo guarda con espressione corrucciata.
"Come mi hai trovato?!"
"Ti ho fatto cercare ovunque, ecco come!"
"E cosa vuoi da me? Se non sbaglio mi avete disedara... dirasa... diseredato?"
"Non ancora, in realtà pensavamo la notizia ti avrebbe riportato a casa, invece abbiamo perso le tue tracce." annuncia la donna con espressione corrucciata.
"Ma ormai è più di un anno che sono andato via di casa! Non potreste lasciarmi in pace?"
"Ma cosa dici, sconsiderato! Dopo tutto questo tempo che non ci vediamo! E poi ho scoperto che tipo di vita stai facendo e non posso accettarlo!"
"Non sto facendo nulla di male!" afferma Hasshi con decisione.
"Ma lavori in quel posto lascivo e sordido... non ci posso neanche pensare! E’ inaudito che mio figlio si trovi in un posto del genere. Chi ti ha fatto questo?!"
"Lo Shokura non è sordido! Lì sono tutti amici miei!"
"Ma che amici! Un vero amico non ti farebbe fare queste cose!"
Hasshi sente gli occhi cominciare a pizzicare. La sua famiglia e lui non erano mai andati d'accordo. Suo padre era un dottore e avrebbe voluto che lui studiasse per prendere in eredità la clinica di famiglia. Ma Hasshi preferiva altro allo studio. Tipo qualsiasi altra cosa, anche stare a guardare farfalle immaginarie che gli svolazzavano attorno.
"Cosa ne sai tu?!" urlando il ragazzo esce correndo dalla porta. La donna non ha neanche tempo di arrivare al pianerottolo che il figlio è già sparito.

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E' domenica. Tottsu sta pigramente strimpellando con la sua chitarra seduto sul letto. Si è svegliato tardi e non ha ancora fatto colazione. Sembra ci sia un tiepido sole fuori, ma Tottsu non sembra avere intenzione di uscire a goderselo. E non ha neanche intenzione di rispondere al telefono quando questo suona, ma per riflesso lo fa.
"Shota?"
La voce familiare fa alzare gli occhi al cielo al ragazzo.
"Ciao mamma." saluta Tottsu con una voce da cui traspare chiaramente la sua mancanza di entusiasmo.
"Shota! Come stai? Avrai fatto colazione spero!"
"Che vuoi mamma?" chiede sempre meno entusiasta il ragazzo.
"Hai presente Megumi-chan?"
"Chi?"
"Dai la ragazza dell'omiai della settimana scorsa!"
"Ah Ishikawa-san!"
Tottsu non avrebbe affatto voluto andare a quell'omiai, ma la madre aveva così tanto insistito che non aveva praticamente avuto scelta. Men che meno voleva tornare sull'argomento proprio ora.
"Sì, che cara ragazza! Ha detto che ti vuole rivedere!"
"Mamma, io ho fatto questa cosa perché me lo hai chiesto per favore, ma non è che adesso ti aspetti che io..."
"Quindi le ho detto dove vivi e che la stai aspettando per pranzare insieme!"
"EEEH?!? Ma... ma..."
Totsuka salta in piedi.
"Ma come ti vengono certe idee!?!"
"Shota, io lo so che sei timido con le donne. Se aspetto te morirò prima di avere un nipotino. Quindi ho deciso che devo aiutarti."
"Ma io non voglio il tuo aiuto!"
In quel momento il campanello suona.
"Passa una bella giornata e fammi sapere come va~"
La signora Totsuka riattacca e Shota manda al diavolo il telefono.

Dopo l'ennesimo trillo del campanello, Totsuka decide di andare ad aprire.
"Totsuka-san?"
"Buongiorno Ishikawa-san."
"Non sei pronto! Oh, forse avrei dovuto chiamare te! Ma tua madre quando mi ha telefonato ieri sera ha detto che era una tua idea andare a pranzo insieme, ma eri troppo impegnato per chiamarmi. Ah, ma forse ho sbagliato orario?"
Non avresti dovuto ascoltare mia madre, pensò Totsuka, ma era troppo scortese dare la colpa alla povera ragazza. Ormai era troppo tardi comunque, quindi Tottsu decide di spiegare tutto alla giovane donna.
"Ehm... in realtà io..."
"Lo so, lo so. Che aspetti, vestiti e andiamo a mangiare qualcosa!" sorride la ragazza "Meglio parlare a stomaco pieno."
Sullo stomaco pieno Totsuka non può obiettare, e decide che forse è meglio parlare di questa cosa in un luogo dove è presente altra gente invece che da soli a casa sua, onde evitare scene spiacevoli.

Seduti al tavolo del ristorante, Tottsu continua a guardare il piatto. Dopo aver parlato del più e del meno con Megumi e aver chiesto della salute dei suoi genitori, l'uomo non sa più di che parlare. Vorrebbe spiegarle le cose, dirle che non è interessato, ma non ha idea di come introdurre il discorso per non ferire la ragazza.
"Totsuka-san, io non ero affatto sicura di questa cosa dell'omiai. L'ho fatto solo per far piacere ai miei!" afferma all’improvviso la donna.
"V-vero? Anche io in realtà..."
"Non avevo neanche voluto vedere la foto. Mi aspettavo il solito manager di una certa età, stempiato e occhialuto, quindi sono rimasta piacevolmente sorpresa che in realtà non fosse così"
Tottsu avrebbe voluto ricambiare il complimento. Megumi era una bella ragazza e lui lo pensava sinceramente ma...
"Totsuka, vorrei sapere cosa ne pensi di me. Sul serio." dice sorridendo Megumi.
"I-io..."
In quel momento il cellulare del ragazzo comincia a squillare. Tottsu chiede scusa e si alza per rispondere.

“Hasshi? Che c’è? E’ successo qualcosa?”
“... Tottsu... dove sei? Voglio vederti...”
“Hasshi in questo moment... ma stai piangendo?”
Totsuka sente chiaramente il ragazzo singhiozzare e tirare su con il naso.
“Dimmi dove sei che vengo a prenderti!”

“Mi dispiace, ma devo andare. Un mio amico ha bisogno del mio aiuto e...” esordisce Tottsu quando torna al tavolo.
“Niente di grave spero!” dice la ragazza con sguardo preoccupato.
“Non lo so... sembrava piuttosto scosso.” il suo tono è più preoccupato di quello che vorrebbe far credere.
“Ti accompagno in macchina!” la ragazza si alza e comincia a prendere le sue cose in fretta.
“Ma no!! No, non disturbarti!”
“Niente disturbo, figurati. Poi faremo prima.” sorride comprensiva la ragazza.

Arrivati al punto d’incontro con Hasshi, Tottsu non lo vede finché non nota un paio di gambe spuntare da dietro un muretto. Correndo in quel punto, il ragazzo vede Hasshi gettato a terra con la testa bassa. Sembra non avere alcuna energia.
“Hasshi!!”
“Tottsu! Sei venuto!” Hasshi vorrebbe abbracciare Tottsu, ma subito vede dietro le sue spalle Megumi avvicinarsi.
“Come stai? Che ti è successo?” domanda la ragazza con sincera preoccupazione.
“Non preoccuparti Hasshi, lei è Megumi.”
“AH piacere.” Hasshi abbozza un sorriso.
“Che ti è successo?”
“Tottsu... non posso tornare a casa oggi.”
Di solito Tottsu non fa passare capricci ad Hasshi (o almeno ci prova) e non accetterebbe strani comportamenti da lui senza una spiegazione. Ma guardando negli occhi del ragazzo e notando la serietà del suo volto, capisce che deve davvero essere successo qualcosa di grave. Quindi senza esitare trascina il ragazzo a casa sua.

"Hasshi se vuoi cambiarti, in camera mia ci sono dei vestiti." dice guardando il ragazzo che per la fretta era uscito di casa con indosso un pigiama.
"E' un tuo amico?"
Tottsu si gira verso Megumi, accortosi solo ora che anche lei li aveva seguiti.
"Mh" biascica l’uomo, annuendo senza convinzione.
"E' molto giovane... come lo hai conosciuto?"
"Lui è, ehm..."

In quel momento Hasshi spunta con dei vestiti decisamente troppo stretti e corti per la sua taglia.
Megumi e Tottsu non riescono a trattenersi e cominciano a ridacchiare.
"Che carino!!" esclama la ragazza.
"Eh davvero?!" il volto di Hasshi si illumina. “Lo pensi davvero Megumi-chan? Tottsu! Ad Hasshi piace Megumi-chan!”
“Ok ok, adesso perché non mi spieghi che è successo?”
“Io... non posso adesso.” il viso del giovane si rabbuia di nuovo.  
“Ehm, scusate se mi intrometto, ma Hasshi, forse se ci racconti possiamo aiutarti.” afferma Megumi timidamente.
Hasshi si morde le labbra.
“Voglio solo restare qui da Tottsu per ora! Posso restare? Solo oggi, domani andrò da Fujigaya o Kawai...”
“Hasshi... puoi restare. Non è quello il problema.”
Totsuka sentiva la sua sanità mentale venire meno. Stava permettendo ad Hasshi di stargli così vicino? Checchè ne dicesse Kitayama, a Totsu questa cosa non sembrava ancora l’idea migliore del mondo.
“Ok, allora io vi saluto ragazzi, si è fatto tardi e voi avrete tante cose da dirvi...” Megumi si avvia verso la porta. Tottsu si alza e la segue. “Ti accompagno.”
Nell’ingresso la ragazza si infila le scarpe e si gira verso Totsuka.
“Scusa se oggi è stato un po’ un casino... in verità volevo parlarti...” comincia Totsuka.
“Ma figurati, non è mica colpa tua. Possiamo parlare un’altra volta.” la ragazza sorride.
Tottsu non sa bene se sorridere o meno, quindi resta serio. ‘Nessuna compassione’ era la sua regola e alla fine riusciva sempre a infrangerla. Con Hasshi. Salutata la ragazza e chiusa la porta, Tottsu passa più tempo possibile nell’ingresso. Ha paura di tornare dove Hasshi lo sta attendendo. Ma alla fine decide che non può passare l’intera vita nel vestibolo e si decide a muoversi. Hasshi è seduto sul divano e continua a guardarsi i piedi. Sul volto un’espressione seria e preoccupata che Tottsu non aveva mai visto. Cosa poteva aver reso così quel ragazzo sempre allegro?
“Hasshi? Vuoi mangiare qualcosa?”
“Non ho fame.”
“Vuoi dormire? Oppure fare qualcosa? Il telecomando della tv è lì...”
“No, grazie.” risponde sempre senza energia il giovane.
Dopo qualche minuto passato a cercare di ignorare Hasshi immobile, Tottsu sospira e si avvicina al divano.

“Non ce la faccio più a vederti così.” dice serio. Hasshi alza la testa. Gli occhi grandi e scuri del ragazzo trafiggono Tottsu.
“Scusa Tottsu, non voglio che tu ti senta a disagio... io...”
“Non è per questo scemo! Non è per me! Perché pensi sempre a come mi sento io, invece che preoccuparti di te stesso?” Hasshi apre la bocca per rispondere, ma non riesce a trovare qualcosa da dire.
“Non ce la faccio più perché mi preoccupo per te! Tu sorridi sempre e sei sempre allegro! Non ti arrabbi mai sul serio! Anche se fai i capricci, non è mai per puro egoismo e ti preoccupi sempre che tutto vada bene per me! Ebbene non va affatto! Io sono qui che mi preoccupo per te e tu... tu...”
La rabbia di Tottsu si sta trasformando in commozione. Perché quel ragazzo gli faceva quell’effetto? Rapido si gira per non far vedere i suoi occhi lucidi all’altro.
“Tottsu...”
Hasshi si alza e prendendogli la mano si getta sul pavimento in ginocchio.
“Scusami, io... dopo tutto quello che hai fatto per me...” singhiozza Hasshi.
Tottsu comincia a tremare. Con un movimento brusco sfugge alla mano di Hashimoto e si getta in ginocchio accanto a lui, prendendolo per le spalle.
“Ma lo vuoi capire che non ho fatto niente per te? Niente!!! Niente di quello che ti saresti meritato!”
Hasshi smette di piangere e lo guarda negli occhi. Tottsu serra le labbra e d’impeto lo abbraccia.
“Quindi se c’è qualcosa che posso fare... se posso aiutarti in qualche modo... io sono qui, non te lo dimenticare.”
“Io credevo di disturbarti Tottsu. Ho provato a non chiamarti, ma il primo nome che mi viene in mente è sempre il tuo.”
“Scemo!” dice Tottsu strizzandolo più forte.
Hasshi non sa se chiedere il permesso o no, ma vista la situazione mette le sue mani sulla schiena del ragazzo e lo stringe forte.
“Tottsu meno male che ci sei tu!”

Hasshi sente l’odore dei capelli di Tottsu e si piega verso il collo del ragazzo, poggiando la bocca sull’incavo della spalla. Chiude gli occhi e assapora il momento. Vorrebbe che Tottsu continuasse a stringerlo così per sempre. Anzi, forse no...
Piano piano Hasshi tira indietro la testa, trovandosi a pochi centimetri dalla guancia di Tottsu. Piegando la faccia di lato, lascia un bacio morbido sulla sua guancia e sente il tremito di Tottsu sotto le sue braccia.
“Hasshi...”
Tottsu lo guarda a pochi millimetri dal suo volto, la frangia di Hasshi sfiora la sua fronte.
“Lo hai sempre voluto, vero?”
“Per favore Tottsu...” Hasshi sorride, un sorriso ancora un po’ triste. Se dovesse mandarlo via adesso, forse la felicità sul suo volto sparirebbe per sempre, pensa Tottsu. Devo catturare quel sorriso. Piegando la testa e chiudendo gli occhi poggia le labbra sulla bocca del ragazzo.
“E’ davvero questo che vuoi Hasshi?” chiede interrompendo il bacio.
“Sì!” Hasshi chiude gli occhi e senza attendere si getta sulle labbra di Tottsu che ricambia il suo bacio tenendogli una mano sulla nuca per abbassargli la testa verso di lui.
Dopotutto è quello che Hasshi vuole. Kitayama aveva ragione, che bisogno c’era di nascondere i suoi sentimenti? Che bisogno aveva avuto finora di mostrarsi insensibile al desiderio? E Hasshi che si era sempre mostrato così onesto... come aveva fatto a non capirlo? L’unico modo per tenere quel sorriso sulle sue labbra è farlo felice. Come i piccoli capricci che gli concede ogni tanto.

--

Tottsu apre gli occhi alla luce del sole che entra dalla finestra. Girando la testa di lato, vede Hasshi con il volto sul cuscino e una mano sotto di esso. L’altro braccio era posato sul petto di Tottsu. Muovendo lievemente la mano, Tottsu sposta ciocche di capelli dal volto del ragazzo ancora addormentato. Com’era tranquillo quando dormiva. Totsuka ha dimenticato tutti i problemi del mondo e non gli importa neanche del fatto che sarebbe arrivato in ritardo al lavoro se non si fosse alzato subito. Chiude gli occhi e sospira sorridendo. D’improvviso si sente punzecchiare le guance da qualcosa. Aprendo nuovamente gli occhi scopre che quel qualcosa era il dito di Hasshi che lo guarda severo.
“Tottsu! Farai tardi al lavoro, sveglia!”
“Sono sveglio...”
Tottsu allunga una mano per prendere il cellulare, mentre con l’altra arruffa i capelli di Hasshi.
“Visto che sei sveglio...” dice Hasshi mentre gioca con un capezzolo di Tottsu.
“Ma certo che non ti stanchi mai tu, eh? Guarda che io ho una certa età e dopo ieri non penso di...” Tottsu si sofferma su un messaggio di Megumi sul suo telefono.

“Ciao! Ieri mi sono divertita! Mi spiace che non abbiamo potuto parlare, ma tua madre mi ha fatto sapere che anche tu sei molto interessato a continuare a vederci. Vorrei comunque parlarne con te, ma se sei d’accordo, io inizierei questa cosa sul serio. A presto! Megumi ♥”

“Iniziare cosa sul serio?” domanda Hasshi mentre allunga il collo per leggere meglio sullo schermo del telefono.
“Hasshi!!! Accidenti a te, da quando sai leggere?” domanda Tottsu posando il telefono sul comodino e tirandosi su a sedere.
“Beh, Kitayama mi sta dando ripetizioni per i kanji...”
“Maledetto... è sempre colpa sua...” borbotta Tottsu.
“Tottsu... ma tu con Megumi-chan... è la tua...?” Hasshi sembra preoccupato.
“Non è come pensi...”
“Tottsu... io... è... è... non è un problema!” il ragazzo urla abbracciando Tottsu istintivamente “... solo non mandarmi via, ti prego!”
“Tsk, sembri l’amante di un uomo sposato Hasshi...” Tottsu alza il mento di Hasshi con il pollice e l’indice e lo guarda negli occhi.
“Non c’è niente tra me e quella donna. Quindi non c’è bisogno di dire queste cose.” Tottsu lascia un veloce bacio a stampo sulle labbra del giovane e si alza per prepararsi.
Hasshi resta nel letto, sollevato da quelle parole. Di solito non pensa molto alle relazioni e anche quello che prova per Tottsu era nato per istinto. L’unica cosa che sa è che avrebbe voluto continuare a vederlo. Il solo poter stare con lui gli sarebbe bastato. Non importa come, dove e per quanto tempo. Non importa come Tottsu voglia chiamare la loro relazione. Non gli importa neanche di potersi fidare o meno di lui. Hasshi sa che non sarebbe stato lo stesso senza Tottsu nella sua vita.

Spero abbiate gradito, anche se il tono era forse meno comico del solito, ma non temete! Dal prossimo si ritorna al solito crack!XD

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