Titolo: I won't let you go
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Pairing: Dean/Sam
Rating: PG13
Genere: slash, romance, angst
Parte: 1/1
Note: Ambientata in qualche indeterminato punto agli inizi della 3a stagione (quindi spoiler per chi non ci è arrivato). Scritta per il Doppio Misto Festival di
ff_serietv_ita .
Prompt: Ubriaco
Warnings: lieve linguaggio, incesto, tristezza a palate
Dedica: A
babycin , grazie per l'incoraggiamento e l'entusiasmo, mi hai aiutata ad arrivare alla fine! ♥
Disclaimer: Dean e Sam appartengono l'uno all'altro a Kripke, e io non detengo alcun diritto su di loro, ma ci passo del dilettevole tempo insieme poiché li amo. Quest'opera non ha scopo di lucro.
Now I have nothing, I have nothing to lose
But the pain and misery of losing you
And I really cannot see me pulling through
(To Catch a Thief - Agua de Annique)
Demoni agli incroci... Patti con il Diavolo...
Appoggiato con la schiena alla testiera del letto, Sam si premette stancamente le dita sulle palpebre, prima di tornare a concentrarsi sulla pagina. Da giorni, consumava ore e ore su quel libro, leggendo e rileggendo, analizzando ogni passo, con il continuo timore che potesse sfuggirgli qualcosa. Nonostante lo scetticismo di Bobby, in quel momento non aveva nessun’altra traccia su cui lavorare, e restando con le mani in mano mentre il tempo scivolava via veloce come non lo aveva mai percepito prima, avrebbe rischiato di impazzire.
La stanza di motel era immersa in un silenzio scandito solo dal suo respiro e dal fruscio delle pagine. Sam si sarebbe aspettato di non rivedere suo fratello prima dell’indomani mattina, e scattò su sorpreso quando la porta all’improvviso si spalancò, lasciando entrare un Dean decisamente su di giri.
“Buonasera, fratellino!” esclamò a gran voce, penzolando all’interno, ancora attaccato con una mano al pomello. Sam chiuse frettolosamente il libro e si sollevò in piedi.
“Che ci fai già qui?! Credevo avessi detto di voler passare tutta la notte a divertirti...”
Dean rimase per un momento a fissarlo, e Sam ebbe l’impressione che il suo equilibrio tradisse qualche sbandamento. L’attimo dopo, il maggiore richiuse la porta sbattendola malamente.
“Sì, beh, la sai una cosa? Non ci sono abbastanza pollastre carine in questo posto! Domani mattina leviamo le tende!” sbraitò Dean a un volume che sfuggiva evidentemente al suo controllo. Sam lo vide avanzare nella stanza con un’andatura pericolosamente incerta, e riuscì appena in tempo a sostenerlo al volo quando lo vide barcollare e rischiare di rovinare ingloriosamente sul pavimento. Dean mugolò una risata, appoggiandosi su di lui.
“Ecco, è così che dovresti accogliere il tuo fratellone che torna, Sammy!”
Sam sbuffò con aria di rimprovero, ma anche una punta di preoccupazione. Al contrario di lui, Dean reggeva decisamente bene l’alcool... per arrivare a ridursi in quello stato, doveva aver esagerato non poco.
“Domani mattina sarà già tanto se riuscirai ad alzarti dal letto. Sei completamente ubriaco! Quanto diavolo hai bevuto, Dean?!”
“Quanto diavolo mi pare e piace, mammina! È uno dei vantaggi del non sapere più che farsene di un fegato sano!” brontolò Dean, spingendolo via senza troppe energie. Sam si sentì pungere il petto dolorosamente, a quelle parole, e gli lanciò un’occhiata obliqua.
“Non mi fai ridere,” rispose serio. Dean allargò le braccia con un sorriso annebbiato.
“Perché sei un musone noioso e pedante che non apprezza il mio adorabile umorismo!” Sghignazzò sonoramente, girandosi su se stesso per trovare la direzione del letto, e costringendo Sam a sostenerlo di nuovo quando il movimento lo fece ondeggiare pericolosamente.
“Adesso piantala di dire idiozie e mettiti a letto, prima di svenirmi o vomitarmi addosso,” sospirò Sam contrariato. Cercò di sospingervelo delicatamente, ma Dean gli oppose improvvisamente una rigida resistenza. Sam abbassò lo sguardo, seguendo la direzione in cui Dean era rimasto a fissare qualcosa. Soffocò un’imprecazione accorgendosi che il maggiore aveva fatto cadere gli occhi sul libro rimasto sul suo letto. Dean accennò una risata bassa e roca, scostandosi da lui e arrivando a sedersi pesantemente sul materasso, per poi afferrare il volume.
“Quindi è così? È per questo?” chiese fissando il libro. La sua voce aveva preso improvvisamente una sfumatura rauca che fece sentire Sam in un profondo disagio.
“Cosa è per questo, Dean?...” domandò incerto, scrutandolo senza avvicinarsi. D’improvviso, Dean scagliò violentemente il libro lontano, e sollevò su Sam due occhi fiammeggianti.
“È per questo che sembri quasi felice di liberarti di me il più spesso possibile?! È per fare le tue maledette ricerche, che improvvisamente ti sta bene che io mi scopi qualunque puttana mi capiti a tiro?! È per questo che continui a dirmi di sì senza fare una piega, invece di...” Si interruppe, fissando l’espressione smarrita di Sam. Pian piano, abbassò la testa, mentre una risata amara gli scuoteva le spalle. “Ma che cazzo sto dicendo... Credo di aver davvero bevuto troppo...” mormorò ridendo ancora, la voce che sussultava debolmente.
Quasi stordito da quello che Dean gli aveva urlato addosso, Sam per un attimo stentò a muoversi. Fu quando Dean colpì con un debole pugno il materasso, che si riscosse e gli si avvicinò, sedendogli accanto. Lo prese gentilmente per le spalle, abbassando il viso a cercare il suo.
“Invece di... cosa? Dean, se c’è qualcosa che vuoi dirmi, fallo. Ti prego,” mormorò. Che suo fratello avesse bevuto esageratamente era fuori di dubbio, ma se questo lo avesse portato per una volta a parlare sinceramente, a condividere un peso con lui, non sarebbe stata una cazzata del tutto inutile. Lentamente, Dean sollevò la testa, e Sam ebbe l’impressione che i suoi occhi già lucidi per l’alcool, si fossero fatti più gonfi. Il maggiore si strinse nelle spalle, fissandolo con un sorriso che trasmise a Sam una tristezza fremente.
“Invece di dirmi... che il tempo che mi resta dovrei passarlo con te, Sammy...” rispose. Sam lasciò ricadere lentamente le braccia, sostenendo a stento lo sguardo del fratello. Sentiva un improvviso nodo stringergli la gola, e un battito potente colpirgli il cuore. Un dolore che riusciva in qualche modo ad essere lacerante e dolce allo stesso tempo.
“Dean...” sussurrò, senza sapere in realtà cosa aggiungere al nome di suo fratello, forse seguendo solo il bisogno di sentirselo vibrare tra le labbra. Dean si sporse verso di lui.
“Io non te lo lascerò fare, Sam, quante volte devo ripetertelo?!” fece con tono accorato, avvicinandosi sempre di più al fratello minore mentre parlava. “Non ti lascerò annullare quel patto, non ti lascerò morire per nessun motivo al mondo!” esclamò, e per un attimo rimase in silenzio, fissandolo profondamente. “Tu ne hai... bisogno, vero, Sammy? Hai bisogno di provarci, non è così? Anche se sai che sarà impossibile, se non ci provi ti odierai, vero?! Se mi lasci andare...” Dean lo afferrò improvvisamente per le braccia. “Beh, allora odia me!” gridò. “Odia me perché te lo impedisco, odia me perché voglio che sia tu a restare, fallo, Sam! Ma dannazione, accettalo! Accettalo una buona volta! Non vuoi lasciarmi andare? Bene, allora la prossima volta dimmi di restare con te, cazzo! Dimmi di non uscire da quella porta, dimmi di non aspettare la morte infilandomi nel letto di una maledetta sconosciuta! Dimmi che il mio posto è insieme a te, Sam!” urlò con tutto il fiato che aveva. Sam fece in tempo a vedere una lacrima tremare tra le sue ciglia prima che Dean lo tirasse con forza verso di sé, portandogli le mani tra i capelli, stringendoli convulsamente mentre afferrava le sue labbra, riversando in un solo bacio tutto il dolore, la paura e la disperazione che non era mai riuscito a confidargli e che non gli avrebbe rivelato mai più, non così, non con la forza con cui adesso glieli stava versando dentro in ogni goccia di sapore, in ogni soffio di respiro. E Sam non riuscì a fare altro che stringerlo e sostenerlo mentre sentiva che a poco a poco Dean gli si accasciava addosso, le dita che perdevano forza e scivolavano lentamente tra i suoi capelli. Le labbra calde si sciolsero dalla sua bocca, lasciandole un ultimo istante del loro sapore. Di birra, di rabbia. D’amore.
Con un solo sospiro sottile, Dean si lasciò ricadere completamente su di lui, la fronte sulla sua spalla, chiudendo gli occhi pesantemente, senza dire né sentire più nulla. Sam lasciò passare i secondi, odiandone lo scorrere ma al contempo abbandonandovisi, lasciando che ogni cosa gli scivolasse dentro e gli schiacciasse l’anima così come schiacciava quella di Dean. Lo strinse a sé, piegando il viso sul suo collo, cercando il suo calore in cui lasciar cadere lacrime troppo brucianti. La sua voce soffiò sulla pelle del fratello con delicatezza, tremando appena.
“Voglio che tu resti con me, Dean. Voglio che tu non esca da quella porta. Voglio che tu... non esca da questo mondo... Il tuo posto è insieme a me. E io non ti lascerò andare. Non ti lascerò andare...”
~Fine