[Supernatural] My two babies

Nov 08, 2009 21:34

Titolo: My two babies
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester (e la "Baby", che tutti la amiamo tanto! ♥)
Pairing: Dean/Sam
Rating: NC17
Genere: slash, PWP, lemon con una spruzzata di tenerezza. Noticina personale: è una Wincest, è mia, e non contiene angst. Siete sorpresi quanto me?
Parte: 1/1
Note: Come collocazione ho immaginato la 2a stagione, ma non ci sono riferimenti temporali né spoiler. Il titolo è merito di quel genio di nyaubaby . Scritta per il Doppio Misto Festival di ff_serietv_ita .
Prompt: Impala
Warnings: incesto, linguaggio esplicito, sesso descrittivo
Dedica: A Mukuro, e lei sa perché. ♥
Disclaimer: Dean e Sam appartengono l'uno all'altro a Kripke, e io non detengo alcun diritto su di loro, ma ci passo del dilettevole tempo insieme poiché li amo. Quest'opera non ha scopo di lucro.

La macchina sterzò improvvisamente, fermandosi sul ciglio della strada. Sam si sentì strappar via di colpo dal dormiveglia a cui si era abbandonato; ormai andava difficilmente oltre quella soglia, aveva quasi dimenticato cosa fosse il sonno autentico, o quanto meno, il sonno privo di terribili incubi di morte. Fece in tempo ad emettere un mugolio di sconcerto, voltare verso Dean uno sguardo confuso e cogliere la sua espressione corrucciata, prima di vederlo schizzare fuori dall’auto con un’ansia che riportò immediatamente il minore alla lucidità. Lo seguì all’esterno, trovandosi avvolto dall’umidità di una notte nuvolosa e più buia del solito, di sicuro una cornice perfetta perché il loro viaggio potesse essere interrotto da presenze indesiderate.
“Dean, che succede? Hai visto qualcosa?” domandò allarmato. Si fermò quando vide che Dean aveva tirato fuori la sua cassetta degli attrezzi e si era portato di fronte al cofano dell’Impala. Lo sollevò senza neanche alzare gli occhi verso di lui.
“Prendi una torcia, Sam. L’ho sentita gemere.”
Sam inarcò le sopracciglia e rimase a scrutare quel poco che riusciva a distinguere dei lineamenti di suo fratello nel buio, sotto l’ombra del cofano.
“... Scusami?”
Dean sbuffò con impazienza.
“Un rumore, Sam, ho sentito un rumore,” rispose, senza nascondere il tono seccato di chi è costretto a ribadire un’ovvietà. “Ora vuoi prendere questa cavolo di torcia?!”
Sam roteò gli occhi verso l’alto, astenendosi dall’osservare ad alta voce quanto Dean riuscisse a sembrare isterico quando si trattava della sua “piccola”. Qualche momento dopo, era accanto a lui cercando di assistere il pronto intervento come meglio poteva.
“Amico, ti decidi a tenere ferma la luce?”
“È ferma, Dean!” protestò. Dean voltò appena il viso e gli rivolse uno sguardo sarcastico.
“Se questa è la tua idea di mano ferma, ricordami di mettermi a distanza di sicurezza la prossima volta che giochi con una pistola.”
Sam rivolse gli occhi al cielo e sospirò. Stava quasi per aprire bocca e rispondergli di farsi luce da solo, quando il fascio della torcia si affievolì e si spense improvvisamente. Dean si voltò di scatto con un grugnito.
“Molto maturo, Sammy!”
“Non sono stato io,” ribatté il minore mentre dava qualche colpetto sulla lampadina, cercando di riportarla in vita. “Credo si sia scaricata,” sbuffò. “Ne prendo un’altra.” Stava già muovendosi, quando la mano del fratello lo trattenne per un braccio.
“No... lascia stare. Così è pericoloso, rischio di farle male,” sospirò, ignorando l’occhiata esasperata di Sam a quel modo di esprimersi. Chiuse il cofano e vi passò una carezza. “Resisti fino a che non farà giorno, piccola, poi mi prenderò cura di te.”
Sam lo fissò in silenzio per un attimo, prima di dirigersi al bagagliaio e lasciarvi cadere distrattamente la torcia scarica. Per quanto riuscisse sempre a trovare una certa dose di ridicolo in suo fratello che parlava con un’auto, lo conosceva abbastanza da cogliere della vera preoccupazione nella sua voce. Probabilmente, non era neanche il caso di chiedere se valesse anche per loro due la forzata attesa dell’alba: quando l’Impala “gemeva”, Dean non le faceva fare un metro.
“Fantastico... la fortuna ci perseguita,” commentò il minore, rassegnato. “Bloccati nella notte più buia degli ultimi dieci anni, sulla strada più deserta degli Stati Uniti. Non azzardo un ‘peggio di così non potrebbe andare’ solo perché ho paura che inizi a piovere,” sospirò mentre tornava sbuffando verso Dean, rimasto a fissare il cofano chiuso con uno sguardo sconsolato, le mani sui fianchi e l’aria di chi avrebbe potuto passare così anche tutto il resto della notte... certo, questo in mancanza di valide alternative. A quelle parole, si voltò lentamente verso Sam, appoggiatosi sul cofano accanto a lui, lo sguardo perso verso la campagna circostante, inondata dal buio.
“Sammy...” mormorò, avvicinandoglisi e facendo scorrere una mano sul suo addome. “Sai, secondo me non hai reso giustizia a questa frase. Prova così,” aggiunse mentre gli accostava le labbra all’orecchio. “Bloccati nella notte più buia...” sussurrò. La sua bocca e il suo respiro sfiorarono nello stesso istante l’orecchio di Sam, che trattenne a stento un brivido. La voce di suo fratello a volte riusciva ad essere fatta di fuoco... “Sulla strada più deserta d’America...” continuò Dean, lambendogli il lobo con la lingua, stavolta. Sam dischiuse le labbra in un mormorio basso, senza poter resistere dal piegare la testa verso la bocca calda del fratello.
“Dean... non... non vorrai... qui, all’aperto?...”
Dean ristette per un momento, poi ridacchiò ispirato.
“Uh, e perché no? Chi dovrebbe vederci, sulla strada più deserta d’America?”
Sam cercò di bloccargli la mano che stava già sbottonando la sua camicia.
“Lo è finché non passa qualcuno!” protestò, voltandosi verso il ghigno divertito dell’altro.
“Abbiamo corso rischi peggiori,” sentenziò Dean, prima di circondargli i fianchi e attirarselo addosso. Sam avrebbe voluto opporgli resistenza, avrebbe dovuto, perché un senso del pudore l’aveva, lui... Eppure si ritrovò con il corpo sul suo ancora prima di riuscire a formulare il pensiero fino in fondo. Le braccia del fratello lo stringevano e il suo respiro gli raggiungeva le labbra a un centimetro dalle sue, e questo bastava a incatenare Sam alla sua presenza. Quando gli era così vicino, tutto il suo corpo vibrava della consapevolezza di appartenergli, e allontanarsi diventava impossibile.
“Avanti, fratellino,” lo provocò  Dean con voce roca. “Prendila come una prova di coraggio. Un pegno me lo devi, come reggi-torcia hai fatto schifo,” rise sardonico, risalendo con una mano ad accarezzargli la schiena fino alla nuca.
“Jerk,” ansimò Sam.
“Bitch.”
Sam catturò tra le labbra l’ultimo soffio della parola, premendo la bocca su quella di Dean, strappandogli un mormorio profondo e compiaciuto. La lingua calda del maggiore gli scivolò dentro con una carezza imperiosa, cercando e trovando la sua, pronta ad accoglierne l’impeto. Sam sollevò le mani fino a circondargli il viso, passando rapide e intense carezze sulla sua pelle, mentre sentiva che le braccia di Dean avevano lasciato la presa su di lui. Gemevano ancora uno nella bocca dell’altro quando Dean premette le dita tra i capelli del fratello, staccandosi ansante  dalla sua bocca e sospingendogli la testa verso il basso. Confuso per un momento, Sam seguì l’invito e si ritrovò con il viso sul petto nudo di Dean, che velocemente si era sbottonato e aperto la camicia. Ansimò per un attimo sulle forme compatte e aitanti dei suoi pettorali, respirando l’odore della sua pelle; emise una sorta di profondo sospiro, prima di chiudere gli occhi e incontrare il suo sapore con una bocca affamata. Fece scorrere le mani lungo i lembi aperti della camicia, scostandoli del tutto e raggiungendogli i fianchi. Sì, lo ammetteva a se stesso: Dean riusciva a demolire il suo senso del pudore. E a far sì che non gliene importasse poi molto. Non se la sua voce roca sospirava di piacere in quel modo, e il suo petto si sollevava veloce sotto la bocca di Sam che lo percorreva umida... e le mani gli accarezzavano i capelli, seguendo il movimento della sua testa e premendola dolcemente sempre di più verso il basso, lungo l’addome allenato e il ventre caldo, fino a ritrovarsi inginocchiato di fronte al fratello maggiore. Sam sollevò il volto verso di lui, e Dean vi passò una carezza, fissandolo con un sorriso appassionato mentre con l’altra mano si sbottonava i jeans.
“Prova quasi superata...” mormorò con voce calda. Sam chiuse gli occhi senza poter trattenere un sorriso, mentre portava le mani sulle cosce dell’altro. Afferrò il denim tra le dita e lo tirò giù, riservando lo stesso trattamento ai boxer. L’erezione di Dean gli svettò piena e appetitosa davanti agli occhi. Con le palpebre socchiuse, Sam vi strofinò sopra il viso lentamente, sentendo che Dean si inarcava contro il cofano dell’Impala, le dita che stringevano con forza le lunghe ciocche di capelli del minore, quasi tirandole.
“Mi fai male,” mormorò Sam, le labbra contro la punta eccitata. Dean emise un gemito roco.
“Tu mi fai peggio... credimi... Ahh!...” Il respiro gli mancò per un attimo quando Sam prese in bocca il suo membro, iniziando a muoversi su di esso, ad accarezzarlo con la lingua e succhiarlo. Gli sfuggì quasi un grido nel sentire la mano del minore che passava calda sui testicoli. Lasciò andare il capo all’indietro, chiudendo gli occhi e accarezzando convulsamente Sam tra i capelli. Gli bastava sospingersi appena in avanti per sentire di essere completamente nella sua bocca, avvolto dal suo respiro bruciante, torturato di piacere dalla sua lingua e dalle sue labbra.
“Oh cristo... Ohh... Sam...” gemette, abbassando il volto verso di lui, perdendosi per un attimo a guardarlo così, spogliato delle inibizioni, abbandonato ad amore e desiderio che divenivano un tutt’uno quando i loro corpi si toccavano. Gli scostò i capelli, cercando di delineare i suoi occhi chiusi, il viso perso nel sapore del suo sesso. Languido, lascivo, passionale, Sam gli toglieva il fiato. E adesso il desiderio di lui si era fatto più forte di qualsiasi altra cosa, anche dell’intimo piacere di riempirgli la bocca di sé.
“Sa... Sammy...” ansimò, sospingendolo piano a scostarsi. Sam oppose una lieve resistenza, sollevando poi verso di lui uno sguardo confuso.
“Cosa... che c’è?”
Dean sorrise, piegandosi leggermente in avanti, trattenendo l’eccitazione che Sam aveva pericolosamente portato vicino al limite.
“Hai superato la prova, fratellino, e adesso meriti un premio,” mormorò malizioso. Portò le mani ad afferrarlo per la camicia. “Vieni qui...”
Pochi secondi, impetuosi, turbolenti. La voce di Dean che ansimava, Sam che si sentiva girare la testa. I loro vestiti sfilati via con foga, la notte che tornava ad essere un involucro scuro al di fuori di quella che era la loro unica "casa", l’Impala. Dean sprofondato nel sedile, Sam sopra di lui, le gambe allargate, il viso sul suo e le bocche a divorarsi l’un l’altra. Il suo sesso duro che toccava lo stomaco di Dean, avvolto e accarezzato dalla mano del maggiore, che con l’altra si muoveva tra le natiche sode del fratellino, viaggiando dentro di lui con le dita bagnate. Qualche attimo ancora e le allontanò, portando la mano sul fianco di Sam, in una stretta appassionata e quasi possessiva. Gli accarezzò i glutei con la propria erezione bollente, e Sam gli morse le labbra con un gemito quando la punta sostò sul contorno dell’apertura umida e ammorbidita. Posò le mani sulle spalle di Dean, sollevandosi appena, staccandosi dalla sua bocca. Lucidi di eccitazione, amore e bisogno di essere una cosa sola, i loro sguardi s’incontrarono mentre i respiri caldi riempivano l’aria, impregnandola di afrodisiaca umidità. Sam abbassò il bacino fino a sentire la durezza dell’erezione premere sotto di lui. Chiuse gli occhi e prese a muoversi piano, scivolandovi sopra, facendola entrare in sé con spinte leggere. Due gemiti vibrarono insieme dalle loro bocche, Dean che sentiva il piacere pervaderlo, Sam che stringeva le palpebre per il sottile dolore che lo attraversava. Ondeggiò piano sopra Dean, le membra che lottavano per accoglierlo completamente, gli occhi ancora chiusi che non potevano vedere la passione con cui il maggiore guardava il suo viso in quel momento. Sentì la carezza della mano sul suo sesso aumentare il ritmo e gemette profondamente, dandosi una spinta più forte e sentendo Dean che diventava parte di lui, o che lo rendeva parte di sé, non aveva importanza, entrambe le cose erano la verità. Dean sollevò l’altra mano fino ai suoi capelli e lo attirò a sé con foga, succhiandogli le labbra e gemendogli nella bocca. Il suo respiro era incandescente, la sua pelle era fuoco e Sam si muoveva appassionato sulla sua fiamma più alta, facendosene penetrare e possedere, cavalcandola mentre quel bacio febbrile travolgeva entrambi e Dean gli esplodeva dentro, e il mondo scompariva, Sam gridava un gemito catturato dalla bocca dell’altro, e gli sembrava che l’Impala stessa tremasse loro attorno, e il suo seme caldo bagnava il petto di Dean e scendeva in dolci e viscosi rivoli d’amore sulla sua pelle lucida.
A Sam parve di tornare lentamente indietro da un lunghissimo viaggio, quando avvertì la mano di Dean accarezzarlo dolcemente sulla nuca. Un lunghissimo viaggio magnifico. Ansimava, la fronte affondata sulla bella curva della spalla di Dean, il corpo che tratteneva piccoli sussulti mentre il maggiore sospingeva delicatamente il suo bacino a sollevarsi per poterlo liberare. Con un gemito esausto, gli si abbandonò addosso, voltando appena il viso, abbastanza per vedere Dean che si portava alla bocca le dita ancora bagnate di lui, del suo seme, e le leccava piano, sulle labbra un sorriso lieve, stanco e appagato.
“Che... stai facendo?” sussurrò con voce annebbiata. Sorpreso, Dean voltò il viso verso di lui, prendendogli il mento tra le dita e baciandolo.
“Secondo te? Mi sto pulendo, no?” rispose con una sfumatura canzonatoria nella voce. Continuò a baciarlo finché Sam non si abbandonò completamente su di lui, gli occhi chiusi e il respiro profondo e regolare. Dean gli accarezzò stancamente i capelli umidi e sudati, prima di assopirsi anche lui poco dopo. Fortunatamente, senza dover pronunciare a voce alta una risposta di cui avrebbe potuto imbarazzarsi per il resto dei suoi giorni.
Ti voglio dentro di me.

“Bene. Direi che finalmente sei a posto, piccola,” Dean si sollevò soddisfatto dal motore dell’Impala, lanciando alla macchina un sorriso ammiccante mentre posava una mano sul cofano sollevato. “E a proposito... hai sempre delle sospensioni da urlo,” aggiunse prima di abbassarlo. Si ripulì le mani su un panno, guardandosi distrattamente attorno. Non era più la strada più buia d’America, ma era ancora la più deserta. Per fortuna, visto che un bellissimo ragazzo nudo dormiva ancora nella sua macchina. Dean accennò un sorriso tra sé, guardandolo: per una volta, dormiva davvero, persino serenamente. In fondo, era ancora presto. In fondo, non avevano fretta. In fondo, non aveva voglia di smettere di guardarlo. La sua piccola ora stava bene, e il suo piccolo poteva riposare ancora un po’.

~Fine

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