Titolo: And the winner is...
Fandom: Supernatural RPF
Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Pairing: Jensen/Jared
Rating: NC17
Genere: slash, erotico, lemon, BDSM
Parte: 1/1
Note: Fanfiction porn scritta per la challenge Voglio il pacco di Natale di
ff_serietv_ita .
Warnings: sesso descrittivo, linguaggio, bondage, sex toys
Disclaimer: I due amabili signorini in questione non mi appartengono. Quest'opera è frutto della mia fantasia malata, non rispecchia la reale vita privata dei protagonisti che comunque mica la raccontano giusta e ovviamente non ha scopo di lucro.
All’occhio di uno spettatore curioso, sarebbe apparsa come una semplice, classica e intima scena natalizia. Tarda sera, un bel soggiorno caldo, un grande albero addobbato, un divano e due ragazzi intenti a dirsi quanto avessero gradito il reciproco regalo. Un’occupazione che durò solo il tempo di pronunciare la frase. Con un’impaziente sincronia, entrambi si allungarono verso il tavolino accanto a loro, posando i pacchetti appena aperti, lasciando temporaneamente da parte l’orologio che sarebbe potuto scendere fino al nucleo terrestre senza rompersi, e il cellulare a cui mancava solo la funzione di preparare il caffè. Quello era il momento in cui lo spettatore curioso si sarebbe accorto di stare assistendo a una scena meno semplice e classica del previsto.
“Bene... Tocca a quell’altro regalo!” annunciò Jared, con un sorriso acceso di malizia. “Pronto?”
Jensen gli restituì un sogghigno. Era la domanda retorica del secolo, e lo sapevano tutti e due: aspettavano quel momento da tutta la sera. “Oh, eccome,” rispose sardonico.
Entrambi portarono una mano a prendere qualcosa che nascondevano dietro la schiena. Si porsero l’un l’altro altri due pacchetti incartati, scambiandosi uno di quei loro sguardi capaci di incendiare l’aria che li circondava. Mentre li scartavano, tutti e due continuavano a tenere sotto controllo i movimenti dell’altro. Fu Jared il primo a staccare gli occhi dal compagno, quando si trovò tra le mani il contenuto del suo regalo. Spalancò le palpebre e dischiuse appena le labbra, in un’espressione di muta meraviglia.
Jensen ridacchiò, trionfante. “E il vincitore è...”
Due settimane prima
“Puoi ripetere?!” Il tono di Jensen aveva più l’aria di un ordine che di una richiesta. Si era tirato a sedere, facendo scivolare giù le lenzuola fino a scoprire metà del suo corpo ancora nudo, fissando dall’alto in basso il suo amante mollemente adagiato sul cuscino. Jared inclinò piano la testa, beandosi dello spettacolo delle spalle e del petto del suo uomo, rispondendogli con distratta noncuranza.
“Andiamo, Jens, non ho detto niente di grave, non farla tanto lunga.”
Jensen allungò una mano e prese saldamente il mento di Jared, pretendendo l’attenzione del suo sguardo, su cui puntò un’espressione seria e offesa. “Ripetilo.”
“Ma cosa c’è di male?!” ribatté Jared, sconcertato ma divertito. “Ho solo detto che sei un abitudinario del sesso, e allora? Non è la fine del mondo, non è neanche definibile come ‘difetto’. Perché te la prendi tanto?!”
Dovendo rispondere razionalmente, Jensen non avrebbe saputo bene cosa dire, ma una cosa era certa: nell’espressione “abitudinario del sesso” c’era qualcosa di decisamente disturbante. Mollò il viso dell’altro con uno sbuffo, scoccandogli un’occhiata ancora offesa.
“Sembra un modo più carino per dire noioso. E sulla parte del ‘più carino’ sono ancora in dubbio.”
Gli voltò le spalle, e Jared trattenne una risata di fronte a quel broncio da orgoglio ferito. Si sollevò e lo avvolse tra le braccia, posando il mento sulla sua spalla. “Non ho detto niente del genere. Se tu avessi mai fatto sesso con te stesso, capiresti che non ci si può annoiare.” Gli strappò un piccolo sorriso con quelle parole. “Però avanti, non puoi negarlo, non sei esattamente il tipo da avventure in camera da letto.”
Jensen si mosse nel suo abbraccio, fronteggiandolo con un cipiglio deciso. Non era né un insulto né un difetto, in questo Jared non aveva torto; e lui era sempre stato effettivamente un tipo da sesso classico, neanche in questo Jared aveva torto. Per il momento.
“Posso esserlo, se voglio.”
Jared lo fissò dubbioso. “Jensen... guarda che non ce n’è bisogno, sono già pienamente e ripetutamente soddisfatto di quello che facciamo qui dentro,” disse con dolcezza.
Le labbra di Jensen si piegarono in un sorrisetto di sfida. “Magari io no. Potresti avermi appena fatto venire qualche nuova voglia, ti dispiacerebbe così tanto?”
Jared lo studiò per un attimo, poi sorrise e incrociò le braccia al petto. “Perfetto, ti ascolto. Cosa mi proponi?”
Jensen ci pensò su un momento, poi i suoi occhi si accesero d’ispirazione. “Una scommessa.” Tacque per un istante, e sorrise quando lo sguardo di Jared gli assicurò di averne destato l’interesse.
“Vai avanti,” mormorò il compagno.
“Dato che è quasi Natale, ne approfitteremo,” continuò Jensen. “Ci scambieremo dei... regali speciali, mi spiego?” chiese, assottigliando lo sguardo. Jared fece una risatina.
“Vuoi regalarmi un vibratore o qualcosa del genere?”
“Hai centrato il terreno,” rispose Jensen. “Se riuscirò a stupirti, a stupirti davvero, avrò vinto io. Altrimenti, vorrà dire che avevi ragione tu.”
Jared si chinò leggermente in avanti, fissandolo negli occhi.
“E cosa c’è in palio?”
“Vuoi dire oltre a rimangiarti quello che hai detto poco fa?” Jensen gli rivolse un sorriso piccante. “Dimostrare fino in fondo come non essere abitudinari. Chi perderà dovrà lasciare che l’altro usi entrambi i regali su di lui, immediatamente. Contemporaneamente, se questo non andrà contro le leggi dell’anatomia.”
Jared si sentì percorrere da un brivido caldo. Prese un profondo respiro, tenendo sotto controllo l’eccitazione con cui il suo sangue aveva preso a scorrere di fronte a quell’inaspettata prospettiva, e allungò la mano verso Jensen.
“Andata.”
Jensen la strinse soddisfatto, e in quel momento si sentì tirare in avanti, trovandosi a qualche centimetro dal viso del suo amante.
“Jens, dimmi una cosa... Io sono un attore, te lo ricordi? Come fai a essere sicuro che non imbroglierò?” mormorò sottilmente Jared. Jensen lo fissò per un momento, poi sorrise tranquillo.
“Beh, ci sono due motivi. Primo: ti conosco abbastanza bene da accorgermene.”
Jared piegò appena la testa, pensandoci su per un attimo. “Sì, probabilmente sì,” concluse. “E il secondo motivo?”
Il sorriso del suo compagno si fece più intenso e malizioso, e la sua voce sibilò roca. “Ti conosco abbastanza bene da sapere che non vorrai farlo.”
***
“È quello... che penso io?...” balbettò Jared, ancora incredulo. Non aveva mai dubitato che Jensen ci tenesse a vincere quella scommessa, ma si era preparato a non trovarsi davvero di fronte niente di più particolare di un vibratore o di qualche dildo, magari con strane forme e colori, tanto perché facesse più effetto. Oppure qualche indumento intimo che probabilmente avrebbe fatto arrossire lo stesso Jensen più facilmente di quanto avrebbe potuto fare con lui. Invece, tra le mani aveva un anello in pelle nera, con piccole applicazioni di metallo. “È un...”
“Un cockring, Jay,” confermò Jensen, con un sorriso che sapeva di soddisfazione e desiderio al tempo stesso. “Ma volendo, potremmo anche chiamarlo vittoria schiacciante.”
Un anello per il pene. Gli aveva regalato un anello per il pene. Jared dovette ripeterselo in testa tre o quattro volte, per crederci davvero. Era abbastanza sicuro che Jensen non avesse mai avuto una fantasia che andasse in una simile direzione, di certo non con lui. Che avesse inavvertitamente creato un mostro?!
Jensen sogghignò compiaciuto, fissando il proprio regalo appena scartato. Manette, lucide ed invitanti, ricoperte di un soffice rivestimento rosso sui bracciali. E una benda nera di raso che le accompagnava.
“Le grandi menti pensano nello stesso modo, non è così?” rise, richiamando l’attenzione di Jared che ancora stava fissando l’anello, cercando di convincersi che non fosse così stretto come sembrava. Jensen sollevò le manette facendole dondolare sul dito indice.
“Buon Natale, bello,” cantilenò con voce calda, senza scomodarsi a ricordare a Jared che il suo pegno andava pagato immediatamente. I suoi occhi parlavano per lui.
Jared scoccò un’altra occhiata all’anello, e poi risollevò su Jensen uno sguardo incerto. Grandi menti un cazzo, gli venne da pensare. Almeno, le sue manette avevano un rivestimento morbido, e di perverso avevano solo il significato, ma quello...
“Jensen, questo... ha l’aria di fare piuttosto male...” mugolò.
In una situazione normale, forse Jensen si sarebbe semplicemente lasciato sciogliere da quegli occhioni azzurro-verdi e quell’espressione da bambino preoccupato. In una situazione in cui il pensiero di averlo alla propria mercé in maniera così totale, non avesse già sopraffatto di eccitazione il suo buon cuore... e in cui guardarlo protestare timidamente in quel modo così inconsueto per il suo sfacciato amante, non fosse esattamente la cosa che poteva portare la sua eccitazione ancora più in alto. Si alzò con un movimento deciso e lo fissò sorridendo.
“Dicono che faccia anche piuttosto bene...” ammiccò. “Scopriamolo... Ho davvero voglia di una bella ‘avventura in camera da letto’, tu no?”
Aveva il fuoco negli occhi, e quello sguardo ridiede vita a quella parte di Jared che fin dall’inizio aveva avuto tutte le intenzioni di perdere quella scommessa.
Il clack che gli aveva appena immobilizzato i polsi alla testata del letto, fece scorrere un brivido bollente nelle membra di Jared. Chiuse gli occhi e si impose di calmarsi. Non aveva mai sperimentato un cockring, ma era quasi certo che non fosse una buona idea indossarlo con il pene già duro.
“Ehi, ti conviene tenere gli occhi aperti finché puoi,” ridacchiò Jensen. Jared reclinò la testa e portò lo sguardo su di lui. Entrambi erano già nudi, Jared disteso sul letto, con le braccia sollevate e imprigionate, Jensen seduto accanto a lui, l’anello tra le mani e un corpo troppo bello ed invitante per essere guardato senza provocare effetti immediati.
“No, non mi conviene, finché non mi avrai infilato quell’affare,” ribatté, voltando il viso di lato con un sorriso. Jensen fissò la curva sexy del suo collo piegato e istintivamente si passò la lingua sulle labbra, chinandosi poi sul suo inguine caldo. Infilò l’anello con calma, alla base del membro, circondando anche i testicoli. Jared sospirò un gemito leggero, allo sfiorare delle dita di Jensen su di lui. Sentiva il desiderio accendersi e la tensione cominciare a raggiungerlo. L’anello si avvertiva appena.
Jensen rimase a fissarlo per un momento, sospirando di fronte a quello spettacolo. Non avrebbe mai creduto che un pene adornato da un anello di cuoio fosse così incredibilmente eccitante da vedere. Il suo sguardo percorse interamente il corpo di Jared, e un calore spasmodico prese a crescere anche in lui. Il suo compagno era completamente inerme. Nudo, splendido e inerme. Completamente suo.
Gli si portò addosso, e Jared voltò il viso verso di lui, guardandolo con un sorriso affamato.
“Baciami,” mormorò con voce roca, le braccia che istintivamente cercavano di muoversi per attirare Jensen su di lui. “Hnn...” mugolò Jared quando le manette lo trattennero. Jensen sorrise, passando una mano sul suo petto in una calda carezza prepotente.
“Decido io quando. Stasera decido io ogni cosa.” Non gli era mai capitato di sentirsi così, di desiderare davvero quella sensazione di dominio; nessuno dei due aveva mai usato certi giochetti con l’altro. Del resto, nessuno dei due aveva mai avuto l’altro ammanettato al letto. Era come se vedere Jared in quella condizione, e sapere che stava godendo nell’offrirglisi, riuscisse ad accendere in lui un fuoco sconosciuto. Scese sul suo collo e vi affondò con un sospiro, mordendo e succhiando la pelle calda, leccando la curva della sua spalla e assaporando ogni vibrazione del suo corpo, mentre allungava la mano verso l’angolo del letto su cui giaceva la benda nera.
Jared si tese con uno spasmo di piacere, quando la bocca del suo amante lo raggiunse e la sua lingua prese a viaggiare su di lui. Il calore divampò nel suo ventre e scese infuocato verso il basso, riempiendogli l’inguine e gonfiando la sua erezione. S’inarcò con un gemito improvviso. L’anello aveva iniziato a stringere, e un’ombra vaga di dolore si trasformava sempre più in dolore autentico. Ma incredibilmente, più aumentava e più il suo sesso si induriva.
“Ohhh... oh diiio...” gemette Jared. In quel momento, Jensen si sollevò e il suo viso si strofinò eccitato su quello del compagno. Lo guardò con i suoi occhi verdi accesi di lussuria, sorridendogli.
“Completiamo l’opera, Jay...” sussurrò scendendo sulla sua bocca, invadendola con la lingua che cercò famelica quella dell’altro. Jared chiuse gli occhi nel bacio, lasciando che Jensen gli togliesse il fiato e lo riempisse del suo sapore, e quando lentamente lo sentì staccarsi dalle sue labbra, il respiro che ancora le lambiva, avvertì la stoffa premere delicata sulle sue palpebre, e le mani di Jensen sistemare la benda, lasciandolo in un mondo fatto di calore, eccitazione e oscurità. Lo sentì staccarsi da lui e restare fermo, come se stesse rimirando il suo premio. Poi il materasso si piegò dolcemente, e lui avvertì il rumore dei movimenti del compagno, ma Jensen ancora non lo toccava. Istintivamente, Jared prese a respirare piano, come per un improvviso bisogno di cogliere ogni minimo suono... di indovinare dove fosse l’altro, dove avrebbe raggiunto la sua pelle, cosa gli avrebbe fatto...
“Aahhh!...” Jared lasciò andare un gemito convulso, quando la lingua di Jensen scese sul suo ombelico e lo invase con tocchi bagnati e appassionati. In pochi secondi, tutto attorno a lui prese a cambiare. Il respiro di Jensen sembrava rimbombare nella stanza, più forte di quanto lo avesse mai sentito prima... il suo profumo lo circondava, il calore della sua pelle sembrava irradiarsi al contatto dei loro corpi come se sprizzasse scintille vive. Non poteva più vederlo, ma improvvisamente gli sembrava di essere completamente circondato da lui, di respirarlo letteralmente. L’aria stessa era fatta di lui.
Si arcuò con un tremito, le braccia tese che facevano tintinnare selvaggiamente le manette. L’eccitazione lo pervadeva, l’anello stringeva implacabile, circondando il suo sesso che si faceva sempre più gonfio e più duro, sempre più caldo. Il laccio di cuoio faceva dannatamente male, ma quella stretta sembrava quasi una barriera in grado di raccogliere tutto il piacere che scendeva fino a lei, e di restituirlo amplificato.
Jensen si mise sopra di lui, sovrastandolo e scendendo a torturargli i capezzoli con la bocca e con le dita, strappandogli gemiti profondi. Quando spinse indietro il bacino per incontrare con le natiche l’erezione del compagno e strofinarsi su di essa, Jared gridò e scattò in uno spasmo violento che tirò le manette così forte da fargli male.
“Cazzo!... Oh cazzo cazzo cazzo... Jens...” gemette, respirando in un affanno infuocato. Jensen si morse le labbra in un sorriso, senza alcuna intenzione di smettere quella carezza. Cristo santo, non aveva mai sentito il sesso di Jared così duro... e così sensibile, a quanto sembrava... Si chinò verso di lui, raggiungendo il suo viso e respirando fiato incandescente sul suo orecchio, provocandogli un altro brivido quando la sua voce bassa e sexy lo raggiunse nel buio in cui si trovava a gemere ed ansimare.
“Ti voglio da morire, Jay... Non puoi immaginare l’effetto che mi fai...”
Le sue mani viaggiavano lussuriose sul corpo dell’altro, sulla sua pelle caldissima che vibrava e tremava in continui brividi di doloroso piacere. Jensen gli morse il lobo e lo tirò appena, scendendo poi a tracciare linee di calda saliva sul suo petto, strofinando ancora i glutei sul suo sesso che ora sembrava tremante e spasmodico marmo.
“Jensen... JENSEN!... Dio santo... è... è da impazzire... AAHHH!...” Jared s’inarco ancora violentemente, facendo vibrare la testata del letto a cui era incatenato. Davanti ai suoi occhi chiusi sembravano esplodere le stelle, il buio era vertiginoso, il dolore lo stringeva, il piacere lo incalzava, e l’eccitazione sembrava non avere limite, continuava a pervaderlo e a indurirlo sempre più intensamente. Sentì il contatto bollente con il corpo di Jensen interrompersi per un attimo, e rifiatò come poteva. Pur disteso sul cuscino, la testa gli girava freneticamente. Qualche attimo dopo, si sentì aprire e sollevare le gambe, e Jensen si posizionò tra di esse. Jared strinse disperatamente le dita alla ringhiera del letto. Per come erano andate le cose fino a quel momento, non era certo di poter uscire vivo da quello che stava per succedere ora.
“Cazzo, Jay...” mormorò Jensen, di fronte allo spettacolo del suo pene adornato. Sembrava veramente più gonfio e duro che mai, e non smetteva di tremare e vibrare: il corpo di Jared non poteva trovare sollievo e continuava ad ansimare e sussultare sottilmente. La sua pelle era lucida di sudore, i suoi capelli scomposti e umidi, le labbra sensualmente aperte, e tutto questo veniva coronato dal suo essere così indifeso e vulnerabile in quel momento. Dipendeva completamente da Jensen. Era lo spettacolo più eccitante che avesse mai visto.
Jensen socchiuse gli occhi e si portò le dita alla bocca, leccandole e bagnandole, mentre con l’altra mano arrivava a sfiorare l’erezione del compagno. Jared scattò con un singhiozzo, tremando violentemente, e quando la mano del suo amante si chiuse attorno all’asta disperatamente rigida e l’accarezzò, prese a gemere con tale forza da sentire il fuoco ardergli nella gola. Era insopportabile, insostenibile... sembrava che il tocco di ogni carezza gli stringesse la carne ferocemente, togliendogli il respiro, alimentando la fiamma di quel meraviglioso dolore che lo stava facendo impazzire. Ma fu quando Jensen lo spinse a sollevare il bacino, che il mondo attorno e dentro di lui esplose. Jensen infilò le dita bagnate nella sua apertura, prima una sola e poi un’altra, accarezzando e massaggiando, e l’altra mano si staccò dall’erezione di Jared per far spazio ad altro. Jared non si rese conto di cosa Jensen stesse per fare fino a che non sentì l’eccitazione stringergli spietatamente l’inguine al tocco delle labbra del compagno sulla sua punta.
“ODDIO... Oh Jens... non... non posso... non ce la faccio...” gemette scuotendo disperatamente la testa. Quello che Jensen fece in risposta, gli strappò un grido selvaggio.
“Sì che ce la fai...” sussurrò su di lui, le labbra che schiudendosi gli accarezzarono la punta, il respiro ad avvolgerla e la lingua a lambirla. Jensen chiuse gli occhi e scese con la bocca affamata su quella durezza magica e incandescente, circondandolo e succhiandolo, continuando intanto a penetrare il suo corpo con le dita.
I suoi sensi vennero completamente sopraffatti. Jared prese a inarcarsi con violenza, i polsi che tiravano convulsamente le manette, ogni gemito che era ormai un grido incontrollato. Sentiva l’anello stringerlo così forte da svenire, il dolore stava raggiungendo l’apice e trascinava con sé anche il piacere, che adesso era bruciante, micidiale, meravigliosamente prossimo a un limite che però non arrivava a toccare, non ancora, come se fosse solo un’illusione e in realtà quel limite non esistesse... come se quel piccolo laccio di cuoio potesse protrarre ogni cosa all’infinito... Cazzo, gli impediva di venire!
Tra le grida ansimanti e sconnesse, Jared riuscì solo a invocare il nome del suo compagno, come fosse un’implorazione. E neanche avrebbe saputo dire per cosa lo stesse pregando, perché quella tortura non gli impediva di desiderarlo dentro di sé, di avvertire il piacere delle sue dita che lo preparavano e di attendere nel buio che i loro corpi si unissero. Non voleva che smettesse, non lo voleva assolutamente. E se quel malefico anello lo avesse fatto morire tra le sue braccia, sarebbe stata una morte da non rimpiangere.
Jensen aprì le labbra e lasciò andare il sesso del suo compagno, passandovi una lunga carezza con la lingua, che provocò all’altro un grido rauco.
“Dio santo, Jay... è fantastico...” ansimò Jensen. Le sue dita uscirono dal corpo di Jared, gli sollevò il bacino per poter raggiungere la sua fessura bagnata e ammorbidita, e si spinse dentro di lui con un gemito rapito. Jared si piegò sotto di lui, il buio s’infuocò nelle sue palpebre chiuse. Il nome di Jensen gli viaggiava sulle labbra ad ogni spinta, e il ritmo incalzante lo faceva sentire sul punto di morire davvero, soprattutto quando la mano di Jensen tornò a circondargli il membro vibrante.
“JENS!... OH CAZZO... AAHHH...”
Le spinte si fecero frenetiche, Jensen gemeva insieme a lui, ma la sua voce veniva sovrastata dalle grida di piacere e dolore di Jared. Quando toccò il punto più profondo dentro il suo corpo, Jared scattò contro di lui con un lamento di atroce delizia, spingendosi di più addosso al corpo del suo amante. Era come se lo avesse dentro per la prima volta, come se ogni suo concetto di piacere si stesse disintegrando e riplasmando nel buio vertiginoso in cui si trovava. Lo sentiva spingere sempre più intensamente, fino a quando la voce di Jensen non sovrastò la sua nell’attimo in cui venne dentro di lui. Il calore del suo seme non gli era mai sembrato così inestinguibile e meraviglioso. Jensen lasciò andare un caldo e lungo sospiro di infinito piacere, ma rimase concentrato sulla parte di Jared che in quel momento gli interessava di più: il suo sesso sembrava essere divenuto, se possibile, ancora più duro.
“Jens... JENS... oddio...” Jared gemeva disperato, la bocca ormai arida e le palpebre strette dietro la stoffa nera. Sentiva lacrime incontrollabili pungergli gli occhi per lo sforzo di resistere. Il dolore e l’eccitazione gli stavano togliendo il respiro, aveva bisogno di venire, ne aveva bisogno... “Ti... prego... non... non riesco...” implorò.
Sentendo la nota incrinata della voce del compagno, Jensen si morse le labbra, uscendo piano da lui, senza interrompere la carezza sul suo sesso, ancora in balia di quel feroce duello tra dolore e piacere. Smise di giocare stavolta, scendendo deciso con la bocca sulla sua erezione, tenendolo per un fianco per contenere i suoi spasmi incessanti. Lo prese e iniziò a succhiarlo avidamente e intensamente, contenendo a fatica quel gonfiore lancinante, offrendogli tutta l’energia che gli fosse rimasta in corpo per portarlo al limite e dargli il suo meritato sollievo. Come se un fiume di lava lo stesse attraversando, Jared sentì il calore salire lentamente, una lentezza che non aveva mai conosciuto in vita sua, ogni frammento di piacere sembrava senza fine, ogni spasmo di dolore era insopportabile... Con un violento grido sconnesso, esplose infine nella bocca di Jensen, e un orgasmo accecante lo travolse, il suo seme schizzò disperatamente, e per lunghi, infiniti secondi, continuò a fremere in spasmi di estasi pura, assoluta e lacerante.
Si abbandonò sul letto, respirando a fatica, immerso nel buio e con i sensi ancora annebbiati, nelle membra l’eco dell’orgasmo più intenso della sua vita. Sentì le mani di Jensen che toglievano delicatamente l’anello, e gli sfuggì un lamento sottile quando una traccia di dolore lo punse ancora.
Jensen gli si fece accanto, liberandolo piano dalle manette. Pur con il rivestimento che proteggeva i bracciali, Jared le aveva tirate con tanta forza che ora sui suoi polsi spiccavano dei netti segni rossi. Jensen accompagnò dolcemente le sue braccia perché si distendessero, e si chinò su di lui, sciogliendo la benda dai suoi occhi. Nonostante fosse stato tutto assolutamente incredibile, e nonostante fosse certo che Jared avesse goduto quanto lui se non di più, si era reso conto che aveva anche sofferto più di quanto avesse previsto. La benda era umida, e quando la tolse, Jensen trovò la pelle attorno alle palpebre bagnata di lacrime.
“Jay...” sussurrò preoccupato, accarezzandogli i capelli sudati. “Ehi... piccolo, stai bene?”
Jared sospirò debolmente, socchiudendo gli occhi e cercando il suo sguardo. Gli rivolse un accenno di sorriso. “Te lo dico... tra dieci... minuti...” rispose in un soffio esausto. Avrebbe voluto stringersi a lui, ma per il momento il suo corpo sembrava rifiutarsi di muovere un solo muscolo. “Magari... facciamo tra due ore,” aggiunse, con una risatina sforzata. Jensen sorrise e si distese accanto a lui, attirandolo in un abbraccio e stringendogli la testa sul proprio petto. Jared gli si accoccolò tra le braccia, spossato, sentendo che iniziava già a faticare per tenere gli occhi aperti.
“Jens...” mormorò. “Dichiaro ufficialmente che non sei un abitudinario del sesso...”
Con una risata dolce e calda, Jensen gli accarezzò teneramente i capelli. “Grazie, lo so.”
“Ed è per questo motivo che non potrai rifiutarti di provare il tuo simpatico regalino, la prossima volta,” aggiunse Jared, e non bastò il tono flebile della sua voce a nasconderne la provocante malizia.
~Fine