Inaspettatamente dopo breve (!) tornano le avventure romane dei nostri eroi: Kis-my-Centocelle! Questa volta però vi proponiamo degli episodi speciali: le seguenti drabble (o fic, vista la lunghezza di alcune XD;) sono tutte incentrate sull'amicizia tra Yokoo e Fujigaya, con rating vari che non superano il PG13. Se siete fan dei due buon divertimento, altrimenti alla prossima XD/
un_sanzo A quindici anni, Yokoo Wataru era un ragazzino ossuto e un po’ spigoloso che pensava troppo al dovere e non abbastanza a giocare con gli amici.
Quando compì sedici anni... non successe nulla di nuovo. Proprio come temeva. Sua madre sosteneva che lui fosse uno di quelli che sarebbero migliorati con l’età, ma Yokoo cresceva, e continuava a vedersi spigoloso (forse più spigoloso a causa degli allungamenti dovuti proprio alla crescita) e a sentirsi in dovere di finire tutti i compiti che i professori gli avevano dato.
Fujigaya Taisuke aveva un anno meno di lui, ma erano ottimi amici e per qualche ragione, Yokoo non aveva mai avuto problemi a confidarsi con lui sugli argomenti più disparati. Con sua grande sorpresa, queste confessioni non erano neanche mai uscite dalle loro rispettive stanze: conoscendo Fujigaya, non era una certezza.
Nonostante i suoi quattordici-quasi-quindici anni, Fujigaya era anche uno che aveva l’aria di saperne della vita, quindi nonostante Yokoo ormai conoscesse il suo modo di fare un po’ spavaldo, lo figurava spesso come la persona giusta con cui sfogare i suoi problemi e a cui porre i suoi dubbi.
“Grazzie Wata’ che sei venuto, mo c’ho ‘na scusa da usa’ co’ mamma pe’ ave’ aperto ‘a Coca Cola” disse entusiasta il giovane Taisuke tirando fuori la bottiglia dal frigo. Fece per alzarsi in punta di piedi per prendere due bicchieri dalla credenza, ma Wataru, che lo aveva già superato di alcuni centimetri, lo precedette.
“Vie’, ‘namo in cammera mia”
Fujigaya aveva già cominciato a parlare a ruota quando chiuse la porta dietro di lui. Poggiò la bottiglia sulla sua scrivania e offrì una sedia a Wataru. Il suo eterno monologo però non gli impedì di notare l’insolito nervosismo dell’altro che invece di ascoltarlo, sembrava più concentrato a martoriare il bordo della sua maglietta.
“Che c’hai Wata’?”
“Gnente...”
“Sei venuto pe’ quer gioco der Gheimboi che m’hai prestato du’ mesi fa? Guarda che nun l’ho perso, me so solo dimenticato de riportattelo”
“No, no, ma che!” Yokoo fece un gesto con la mano, come a scartare materialmente l’ipotesi... finché non fece un rapido calcolo mentale “‘tacci tua Ta’, nun era du’ mesi fa, era l’estate scorsa!”
“Vabbè ‘nzomma, stavamo a di’?”
“No è che... stavo a penza’...” la pausa di Yokoo durò più di qualche secondo e Fujigaya cominciò presto a tamburellare le dita sulla scrivania, spazientito.
“Voi ariva’ ar punto entro oggi o te devo comincia’ a prepara’ ‘na brandina pe’ stanotte?”
“Sempre de prescia te! No gnente, stavo a pensa’ che ormai c’ho sedicianni...”
“Sì, c’ero pure io aa festa tua si t’oo ricordi.”
“Eh.”
“E...?” il tamburellio sul ripiano di truciolato si faceva sempre più insistente.
“E gnente!!! E’ che a st’età nun ho ancora mai dato manco un bacio in vita mia!”
Fujigaya lo guardò un istante con gli occhi spalancati prima di cominciare a ridere sonoramente, battendosi le mani sulle cosce. “A Wata’, ma c’hai tutta ‘a vita davanti! Ma de che te preoccupi?”
“Ma l’hai visto Kitayama? A quello je vanno tutte appresso...” insistette Yokoo mogio e con un velo d’invidia.
“Solo perché ancora ‘e pischelle che je vanno appresso nun l’hanno superato in altezza. Aspetta n’antro paio d’anni e... No Wata’, fidate” concluse guardandolo serio prima che potesse ribattere.
“Vabbè ma poi che te frega de Kitayama? Tra diecianni quello starà ancora a elemosina’ i sordi pe l’abbonamento allo stadio e te sarai già avvocato! Avoja a pischelle!”
“Ma che me frega de quello che sta a fa’ tra diecianni Ta’! Er problema è mo!”
Fujigaya ridacchiò di nuovo e Yokoo rinnovò il suo sguardo d’astio. “Wata’ fatte dì ‘na cosa: ‘na vorta che ne hai dato uno, l’artri arivano che manco te ne accorgi.”
“Ma perché, mo te sei esperto?!”
“Ma stamo a scherza’?” Fujigaya si alzò in piedi con fare teatrale e indicò se stesso dalla testa ai piedi, su e giù, su e giù. “Te pare che io non ho mai baciato nisuno? Non è che potemo tutti aspetta’ d’avecce sedicianni!”
“Ah Ta’, ma vaffanculo!”
Fujigaya resistette alla tentazione di ridere di nuovo, limitandosi a un sorrisetto malizioso, e diede una pacca sulla spalla dell’altro. “Ah Wata’, te preoccupa propio ‘sta cosa eh”
“Eh no!” esclamò Yokoo nervoso, a braccia conserte.
“Sai che... si te levi er pensiero poi stai più tranquillo.”
“Co’ chi m’oo levo er pensiero Ta’?”
Fujigaya si piegò in avanti e fece un gesto da non è evidente?. Yokoo si avvicinò e scosse la testa.
“Te quante artre persone vedi dentro a ‘sta stanza?”
Il tempo di realizzare la proposta che gli stava venendo fatta e Wataru scattò all’indietro sulla sedia, rendendosi tutt’uno con lo schienale.
“Aho che c’hai paura? Te sto a fa’ un favore a te eh! Poi fai come voi”
Yokoo scrutò Fujigaya cercando di capire se lo stesse prendendo in giro: l’altro aveva messo su un’espressione finto-offesa, ma per una volta non sembrava che stesse ridendo di lui. Yokoo cominciò a valutare seriamente la cosa. Forse Fujigaya aveva ragione: se solo si fosse tolto questo pensiero...? No, no, no, non con Taisuke. Però almeno Taisuke non l’avrebbe imbarazzato davanti a tutto il quartiere se qualcosa fosse andato storto... ma no, no, no, che stava dicendo?! D’altro canto sarebbe stato meno strano tentare di baciare Taisuke piuttosto che tentare di rimorchiare qualcuno se si fosse fatto trascinare in discoteca di pomeriggio da Kitayama (cosa ci faceva lui in una discoteca? Figuriamoci a rimorchiare?!).
“Vabbè, forse c’hai raggione...”
“Che, scusa? Non me pare d’avé sentito bene.”
“HO DETTO CHE VA BENE!”
Fujigaya, estremamente divertito dalla situazione, si alzò per andarsi a risedere sulle gambe di Yokoo e gli passò le braccia intorno al collo.
Yokoo si irrigidì e serrò le labbra finché non divennero una linea retta.
“Wata’, si stai così teso però fai ‘a fine de mi nonna. Sciallate un pochetto!”
“Sto sciallo, sto sciallo!”
Yokoo in realtà non riusciva a pensare che al battito del suo cuore in aumento e alle sue mani che si facevano sempre più sudate.
Fujigaya ridacchiò “Dai, chiudi l’occhi” e Yokoo era così teso che eseguì senza protestare.
“Mannaggia, me fai propio tenerezza” furono le ultime parole che Yokoo udì Fujigaya sussurrare prima di sentire le labbra dell’altro sulle sue. Era una sensazione strana, nuova ma non spiacevole... le labbra di Fujigaya erano morbide. Non fece in tempo a realizzare molto altro, il contatto non durò che pochi secondi (ripensandoci anni dopo, Yokoo realizzò che non ci furono né nasate impreviste né ulteriori incidenti imbarazzanti, e che il tutto poteva essere ritenuto un gran successo).
Yokoo riaprì gli occhi non appena sentì Fujigaya allontanarsi. Era sicuro che le sue guance stessero andando a fuoco, ma notò con sollievo che anche quella faccia tosta di Fujigaya, nonostante il sorrisetto, era arrossito. Sentì improvvisamente una gran voglia di ridere. Tentò di trattenersi e si fece sfuggire uno tzè che gli scosse tutte le spalle. Anche Fujigaya probabilmente era nello stesso stato e, come se quel suono fosse stata la sua scintilla, prese a ridere, subito seguito dall’altro.
“Daje levate!” disse Yokoo spintonandolo via, ancora tra le risate.
Fujigaya si alzò, ma non si allontanò. Piantò anzi una mano sulla spalla dell’altro. “Hai visto Wata’? Sei diventano n’ometto”
“‘tacci tua Ta’, sei proprio l’amico più stronzo che c’ho!”
--
“Ta’... Taaa’” Fujigaya si sentì scuotere “Semo arivati!”
“Mmmmh?”
“Te ce devo porta’ in braccio a casa? Me te sei pure fatto accompagna’ pe’ ultimo che non se sa che me dovevi racconta’ e te sei pure addormentato... manco t’oo dico quando sei ‘na sola” Yokoo premette il tasto di sganciamento della cintura di sicurezza di Fujigaya. “Daje Ta’, che sennò vado a parcheggia’ e te lascio qua dentro, fai te”
Fujigaya si strofinò gli occhi e guardò Yokoo, ancora in stato vagamente confusionale. Rivedere la faccia dell’altro dieci anni dopo, visto il sogno che aveva appena fatto, gli provocò un moto di ilarità.
“Che te ridi?”
“No niente, me so sognato ‘na cosa”
“Ammazza e che era che de così divertente? Famme ride’ pure a me”
“No gnente, er primo bacio mio... era ‘n pochetto che nun ce pensavo!” spiegò Fujigaya tra le risate.
“Conoscendote me pare strano che t’oo ricordi! Chissà chi era”
“E’ uno che conosci bene Wata’!” Fujigaya diede una pacca sulla spalla di Wataru e poi scese dalla Golf “Bella Wata’, a domani!”
noella84 "Ma 'nsomma Se'... L'altro giorno Fujigaya m'ha detto 'na cosa... E me so n'attimo incuriosito. Perché..." annunciò Wataru nel primo pomeriggio di un giovedì al baretto.
"Wata' datte 'na mossa a arivà ar punto e nun fa l'avocato che ce giri intorno! Tra poco c'ho lezzione!" tagliò corto Senga mentre mescolava il suo caffé.
"Ma n'é 'na cosa de che posso parlà così alla luce del giorno..."
"Si moo voi di de notte se vedemo dopo!"
"Ah Se' intendevo che é n'argomento che richiede 'na certa discrezione..."
"Riguardo a Fujigaya? Ma stai a scherzà?" ridacchiò il giovane.
"Zitto che già Fumito ha appizzato l'orecchie! Vié qua che too dico... Fujigaya me stava a di del primo bacio suo..." cominciò a raccontare Yokoo piegandosi verso Senga con fare riservato.
"Ahò se parla de 'npo' de secoli fa me sa!" urlò Kitayama dall'altro lato del bar, mentre giocava al videopoker.
"'tacci tua Kitayà ma c'hai l'orecchie a ultrasuoni?" urlò Wataru sorpreso.
"Watà comunque che volevi sapé?" chiese Senga guardando l’orologio. Era dopotutto un ragazzo coscienzioso e non voleva fare tardi al lavoro.
"Gnente... M'ha detto che é stato uno che conosco bbene... Quinni me chiedevo..."
"Io nun so gnente. E se te stavi a domanda’ si ero io, nun se semo mai... Vabbé se semo baciati, ma stavamo a cazzarà."
"Io nun t'ho chiesto gnente!"
"Ahò io o so chi é stato er primo!" disse Kitayama avvicinandosi ar tavolo dopo che aveva speso tutto il contante che aveva al videopoker. "Non che ne vado fiero sia ben chiaro!"
Tutti restarono in trepidante attesa, persino Fumito che fingeva di non prestare attenzione.
"Ve ricordate all'asilo che c'avevo la fissa de bacia’ tutti li regazzini? Ebbene ho baciato pure Fujigaya. C'ho pure un po' er timore che é gay per colpa mia." confessò Kitayama.
"Ma vaffanculo Kitayà, ma te pare che mo contamo i baci dell'asilo?! E poi m'hai baciato pure a me e nun me pare che so gay" disse Yokoo deluso e irritato che la notizia si fosse rivelata così poco importante.
"Ah no? Vabbé però sei secchione!” rispose Kitayama.
"Mamma mia comunque so contento che so piú piccolo e nun stavo all'asilo co' vvoi!" disse Senga facendo per alzarsi. "Kitaya' certo che eri proprio teribbile da regazzino."
"Nun é che mo é cambiato tanto eh!" urlò Fumito, che finora non era intervenuto, da dietro il bancone. “Mo è stronzo e manco tanto affettuoso!”
--
Nei giorni seguenti a Wataru sembrò improvvisamente di essere tornato ad avere di nuovo sedici anni. L’unica cosa a cui riusciva a pensare era il Taisuke di quattordici anni, quasi quindici, che spavaldamente annunciava di aiutarlo dall’alto della sua esperienza di baciatore. Per un attimo aveva anche pensato che quando Taisuke aveva tirato fuori l’argomento, volesse sottintendere che il primo bacio lo aveva in realtà dato a lui, ma la sua modestia aveva vinto e la sua mente aveva iniziato a fare calcoli.
Tutto si collegava perfettamente. Il modo in cui Fujigaya trattava Kitayama... Il fatto che lo trattasse male poteva essere indicativo, visto che il ragazzo sembrava essere il tipo che piú trattava male la gente piú ci teneva a loro. Il cuore di Wataru si strinse al pensiero di Taisuke che aveva passato i suoi anni di gioventú pensando a Kitayama e soffrendo per il suo amore non corrisposto. E magari segretamente lo amava ancora ma non poteva confessarlo perché sapeva bene che Kitayama non era interessato agli uomini. O forse... Forse Kitayama non aveva raccontato tutto! Forse Fujigaya si era dichiarato e lui lo aveva respinto! No, non poteva essere. Fujigaya non avrebbe mai accettato di essere respinto, non sarebbe stato più in grado di guardarlo in volto se fosse stato così. Evidentemente si stava solo accontentando di stare al suo fianco come amico, aspettando gesti di affetto che non arrivavano mai. Probabilmente guardava Kitayama da lontano con occhi languidi, pensò Wataru, cercando di prepararsi al momento in cui questi si sarebbe innamorato di qualche donna e sarebbe uscito dalla sua vita per sempre...
Senza pensarci Wataru prese la macchina e corse a casa di Kitayama.
"Oh Wata' ma che stai a fa qua? Strano che me vieni a trovà." disse Kitayama aprendo la porta dell’appartamento.
"Nun é 'na visita de piacere Kitayà... So tutto." Yokoo non fece neanche un passo per entrare, nonostante Kitayama lo avesse invitato dentro con un gesto del braccio, ma restò in piedi sulla soglia.
"E cioo sapemo! Nun sei n'avocato in fonno?"
"Sto a parlà de te e Fujigaya."
"...Wata’. Me sa che ne sai piú te che me. Nun capisco de che cazzo parli."
"Nun fa finta de gnente co'mme. Ce lo sai come te guarda, l’avresti dovuto pure un po’ capi’ da solo... vabbé che co a testa tua..." disse Wataru scuotendo la testa e disapprovando.
"Ma perché come me guarda? A me me pare che nun me guarda propio. Me sa che lo studio te sta a brucia' er cervello a te."
"Solo 'na cosa. Essi chiaro co lui se nun t’enteressa perché é 'na vita che te va dietro e nun te lo po di’. E ce lo sai che si fai soffri’ Taisuke poi m'encazzo io."
Kitayama restò a guardarlo con un' espressione indecifrabile in volto. Wataru non si mosse e continuo a guardarlo serio. All'improvviso Taisuke fece capolino sull'ingresso dalla porta della sala.
"Ahò Watà, me pareva a voce tua. Ciao!"
"Ma che stai a fa qua?!"
"Sto a taja i capelli a la madre de Kitayama, che sto a fa? Ce lo sai che per i clienti de fiducia faccio er servizio a casa."
"Ma..." Yokoo era un po’ interdetto. Non si aspettava la presenza di Taisuke mentre parlava di cose da uomini con Kitayama.
Kitayama si girò verso Fujigaya "Ah Fujiga' ma senti 'npo' ma che per caso te piaccio?"
"Ma che cazzo vai dicenno Kitaya'?" chiese Fujigaya con il tono di chi parla con un pazzo.
Yokoo era disturbato dalla mancanza di tatto di Kitayama. Era palese che Fujigaya avrebbe negato!
"Me pare che l'amico nostro qua se sta a fa li firme. Prima annava in giro a chiede chi era er primo bacio tuo, mo..."
"Er primo bacio mio?! Ah Wata' Che davero te stai a preoccupà tanto? Ma si eri... No vabbé lascia perde. Poi too dico."
"Ma n'ero io er primo bacio de tutti qua?" chiese Kitayama come se si meritasse un premio per quella storia.
"Stai a parlà de le musate su le labbra che davi a tutti all'asilo? Mortacci tua eri proprio un regazzino stronzo. Beh n'é che mo sei meno stronzo." esclamò Fujigaya.
“Ma insomma Ta’... nun te piace Kitayama?” chiese Wataru incerto.
“Ah Wata’ ma te pare che me piace ‘sto cojone? Sarai n’avvocato ma er detective propio nun lo sai fa’!” disse Taisuke con il suo miglior sorriso derisorio.
--
"Allora n'era manco Kitayama?" chiese Yokoo sedendosi sul letto della sua stanza dopo che Fujigaya, finito il lavoro a casa Kitayama, era andato a trovarlo per raccontargli.
"Tecnicamente si, se volemo contà i baci dell'asilo. Però... voglio contà solo quelli de quanno sapevo che stavo a fa si permetti. E quelli che ho voluto da io spontanei, no le musate de Kitayama. Me pareva quasi che me voleva menà. M'ha traumatizzato da regazzino quello stronzo!" rispose Fujigaya seduto a gambe incrociate sulla sedia.
"Mortacci sua, pure a me. Ma insomma allora chi é?"
"E come t'ho detto é quarcuno che conosciamo bbene..." disse allusivo Fujigaya guardando Yokoo di traverso.
"Sto a pensà a tutti li froci che conosco, ma nun me viene nessuno apparte Senga che m'ha detto che nun era. Pure perché c'aveva nove anni quanno che tu ce n'avevi quattordici."
"Nun deve necessariamente esse un frocio 'sta persona..." suggerì Fujigaya senza entrare troppo nei dettagli.
Wataru guardò Taisuke intensamente.
"Noo nun me dí. Una femmina?!"
"Ah Wata' ma te pare che io bacio le femmine?! Ma solo si me pagano!"
"Allora forse..."
"Hai capito mo?"
"Fumito?!" azzardò Yokoo.
"Ma come cazzo te vie’ in mente che me bacio quello? Manco nei suoi sogni piú arditi guarda!"
"Vabbé annava in classe co' te, sete amici..."
"Altro indizio: nun era in classe co' me."
"Ma quanno é successo?"
"C'avevo quasi quindicianni."
"Allora n'era tanto prima der nostro de bacio."
"Eh no."
"Allora chi po' esse... che era quel ragazzetto piú grosso e scafato? Come se chiamava... Koyama?"
"Se magari. A Wata' ma te pare che quello me se cagava quanno c'avevo quattordicianni? Mo forse pure pure ma all’epoca..."
"Eddaje damme n'altro indizio Ta'!" chiese spazientito Yokoo.
"Vabbene, ma solo perché se sta a fa notte. Er bacio sapeva de coca cola."
"Ah Ta' ma che cazzo de indizio é?! Ma che me frega de che sape- aspe' pure quel giorno che é successo a noi avevi aperto a coca cola. No, nun po esse!"
"E 'sta persona é un sellero poco svejo che dopo tutti 'sti anni che studia, ancora nun c'ariva a le cose. Che voi nome, cognome e indirizzo pure?" ridacchiò Taisuke.
Wataru sembrava confuso. "Ma m'avevi detto che c'avevi esperienza! Che dopo er primo l'altri baci arivavano..."
"Eee ‘o sai come so li regazzini no? Sempre a di’ cazzate. Poi comunque so arivati l’artri baci, mica t'ho mentito, no?"
"Ma come no? Mortacci tua ma quali regazzini?! Mo dai la colpa a l’età? Cioé allora io so er primo bacio tuo e tu sei er mio e semo er primo bacio de noi?"
"Wata' nun ho capito 'n cazzo de quello c'hai detto, ma credo de sí."
"Ma io boh, mortacci tua! Ma perché io poi?" chiese Yokoo ancora incredulo.
"Eee che volevo bacià quarcuno ar piú presto cosí m'emparavo subbito. Nun é che potevo sta a fa tanto lo schizzinoso e aspettà l'amore."
"Ta'... Ma me lo potevi pure di' in tutti st'anni no che te n’esci mo!"
"E rovinatte l'illusione che t'aveva imparato a bacià uno esperto?" ridacchiò Taisuke di nuovo.
"Mortacci tua davero. Ma n'é che te piaccio e nun me l'hai mai detto no?"
"Wata' semo sempre stati insieme tutto er tempo, giorno e notte, notte e giorno. Come t'avrei potuto nasconne 'sta cosa si era vera seconno te?"
“Nun lo so Ta' é solo che sarebbe triste. Nun vorrei fatte soffrí se fosse veramente cosí. Nun dico che diventerei gay, però per te ce pure quasi proverei..." ammise Wataru timidamente.
Taisuke sentí un tonfo al cuore e per una volta la sua bocca parlò prima che il filtro ‘freddezza’ si attivasse.
"Te sei er migliore amico mio e sei mille vorte meglio de quarsiasi uomo che potrò mai trovà Wata'. E me basta così, essere amico tuo è già tanto."
"Taisuke..." Wataru era visibilmente commosso.
"Però ecco si te va d'aiutamme dal lato fisico ogni tanto..."
"Ah Ta' io parlavo de sentimenti non de le cose zozze tue."
"Sto a scherzà! Ma te pare che me metto a fa cose co' te? Che poi manco me pari tutto sto granché a letto, guarda."
"Mortacci tua Ta' dopo tutti ‘sti anni, sei ancora l'amico piú stronzo che c'ho"
un_sanzo “Wata’...”
“Eeeeh.”
“Che stai a fa’?”
“Sto a studia’, che sto a fa’? Che nun me vedi?”
“Che studi?”
“Ma che te frega che studio che tanto nun ce capisci ‘na mazza?”
“Vabbè, era pe’ sape’!”
Fujigaya smise di girare in tondo per la stanza di Wataru, prese uno sgabello e si mise a sedere vicino alla scrivania dove l’altro stava studiando qualcosa.
“Dai Ta’, che c’ho n’esame praticamente mo”
“Te c’hai sempre l’esami mo! Dai annamo ar baretto, che te prendi ‘na cosa, te scialli n’attimo.”
“Vacce te ar baretto, no?!”
“Ma che me ne vado ar baretto, te so’ venuto a trova’?”
“Si dovevi da rompe a sta maniera te ne potevi pure resta’ a casa! Anzi, perché nun ce ritorni?”
“Che palle che sei... vabbè, nun c’annamo ar baretto.” Fujigaya sbuffò, ma spostò lo sgabello un po’ più vicino a Yokoo. “Che m’oo fai un caffè?” chiese, col tono più dolce che riuscì a fare.
“Sì, mo t’oo faccio er caffè...” rispose Yokoo con una nota di esasperazione, visto che nonostante tutto era debole alle richieste di Fujigaya “famme finì sto capitolo?”
Fujigaya rimase in silenzio per un totale complessivo di 5 secondi prima che le parole gli uscissero di bocca da sole. “Ma nun starai a studia’ troppo?”
Wataru balzò in piedi così rapidamente che la sua sedia cadde all’indietro e Taisuke, occhi spalancati, rizzò la schiena dallo spavento improvviso. “A Ta’, hai rotto er cazzo! E fattelo da solo sto caffè, tanto praticamente c’abbiti qua! Mo non è che visto che oggi nun ce sta mi madre c’hai paura a entra’ in cucina. Eh no, mo nun me fa quella faccia!” gridò Yokoo tentando di ignorare lo sguardo da cucciolo pentito che Fujigaya gli stava rivolgendo.
Fujigaya però sapeva bene che Yokoo gliel’avrebbe data vinta a breve se avesse insistito con quell’espressione, e infatti così fu. Yokoo sospirò rassegnato, lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e, stanco di tutto, andò a buttarsi sul letto, dando le spalle a Fujigaya.
“Certo bell’amico che sei... c’oo sai che già sto angosciato che sto fori corso...”
“Ma ‘o sai che ‘o faccio perché ce tengo, no? Te vedo stressato”
“Sì a rompemme ‘e palle ce tieni, ‘o so bene!”
“Come faccio a rompette si stai tutto er giorno chiuso a casa a studia’?”
“Me pare che l’hai trovato er modo!”
Fujigaya si alzò e si avvicinò al letto, ma l’altro non lo degnò di uno sguardo. Incerto, appoggiò un ginocchio sul materasso, che affondò sotto il suo peso. Yokoo non disse ancora nulla, così Fujigaya si prese la libertà di stendersi vicino a lui.
“E’ che te se vede così poco ar baretto urtimamente, che pure Nikaido se sta a scorda’ quanto c’ha paura de te...” disse Fujigaya, poggiando una mano sul fianco di Yokoo. Cercando di ottenere una reazione da parte dell’altro, Fujigaya cominciò ad accarezzargli il fianco con appena la punta delle dita, su e giù, tamburellando, più veloce, finché Yokoo non gli schiaffeggiò la mano. Fujigaya cercò di trattenere una risata, ma quando Yokoo si girò nella sua direzione, sdraiandosi di schiena, aveva ancora un sorriso fin troppo compiaciuto.
“Te odio” disse Yokoo senza convinzione e gli occhi ancora lucidi, guardando Fujigaya invece sorridente. La mano dell’altro era tornata sul suo fianco, ferma questa volta, ma non intendeva scacciarla: anche quando Fujigaya era la causa dei suoi mali (il che in realtà succedeva spesso), il contatto con l’altro lo calmava in qualche modo. Forse perché ormai erano amici da tanti anni, ma stare vicino a Fujigaya lo metteva a suo agio.
“Wata’?” disse Fujigaya rompendo il silenzio e i pensieri di Yokoo.
“Uhm?”
Fujigaya allungò il collo quel tanto che bastava ad incontrare le labbra di Yokoo in un bacio morbido e sì, deciso, ma da cui Yokoo avrebbe potuto tirarsi via in qualsiasi momento.
Non lo fece. Ma non rispose neanche, così Fujigaya dopo qualche secondo fece per interrompere il contatto. Yokoo però alzò la testa, premendo di nuovo le sue labbra contro quelle di Fujigaya.
Non durò a lungo, ma la risposta di Yokoo aveva lasciato Fujigaya con un certo friccicore nelle vene.
“A Ta’... mo non è che m’hai baciato na volta nel 1893 e te poi prende ‘ste libbertà”
Fujigaya rise. “Ma si m’hai praticamente supplicato? C’ho sedicianni e nun ho mai baciato nisuno! Ariverò ai 19 vergine! Bello de casa che eri” disse dandogli un pizzicotto sulla guancia.
“Tacci tua” commentò Yokoo lamentosamente, mentre si sistemava su fianco. “che ogni vorta te do pure retta te do, mannaggia a me...”
“Bè allora visto che tanto ce sei abituato, damme retta n’antro minuto”
Fujigaya si avvicinò tanto così alle labbra di Yokoo, ma aspettò che fosse l’altro a fare la prima mossa. Yokoo non si fece pregare, baciando subito le labbra di Fujigaya, mentre l’altro gli affondò una mano nei capelli. Fu Fujigaya stavolta a girarsi di schiena, poggiando la testa sul cuscino, e a tirare l’altro giù con se.
Mentre il bacio si faceva più profondo e passionale, Fujigaya si rendeva conto di quanto avesse voluto tutto questo: le mani di Wataru sotto la sua maglietta, le loro gambe intrecciate, il peso del corpo di Wataru (sebbene non fosse molto) contro il suo, contro il materasso, il sapore della sua bocca... e per una volta era tutto così familiare, così naturale rispetto a quando si ritrovava a concludere le serate con persone che conosceva appena. Improvvisamente si chiese perché non ci aveva mai pensato prima.
Yokoo interruppe il bacio, ma non si allontanò. Fujigaya voleva di più. Poteva? Si morse il labbrò inferiore. Sapeva di aver già chiesto tanto, ma la reazione di Yokoo gli era sembrata... più che positiva. E in fondo perché non avrebbe dovuto essere tutto semplice come quel primo bacio dieci anni prima?
“Wata’ comunque ” disse Fujigaya con un filo di voce, mentre giocherellava col colletto sbrindellato della maglietta dell’altro “si dovesse succede quarcosa... nun è che lo dovemo di a nisuno”
Yokoo lo guardò con sospetto.
“Che c’hai paura? Guarda che o faccio pe’ te, è che te vedo teso”
Il corpo di Fujigaya premuto contro il suo stava già suggerendo a Yokoo che l’altro non lo stava facendo poi tanto esclusivamente per lui, ma da bravo gentiluomo che era, non glielo fece notare. “Sai che Ta’. Mi sa che c’avevi raggione. C’avrei bisogno de sciallamme un pochetto.”
--
Quella mattina Fujigaya si svegliò rilassato e soddisfatto. Era tanto che non faceva un sogno del genere e di cui peraltro ricordava così bene i dettagli!
Prese il telefono e chiamò il numero in cima alla rubrica “Wata’? Che stai a fa oggi pomeriggio? Ma smettila de studia’! Dai te vengo a trova’ che m’offri er caffè”
--
“Ah Fumi’, famme ‘no spritz...”
“Ariva” disse Kawai, pur essendo incerto su come si facesse uno spritz. “che c’hai Ta’ che cominciamo coll’aperitivi alle 5?”
“No gnente... so’ annato a trova’ Wataru e quello m’ha buttato fori de casa senza manco offrimme un caffè.”
“Bell’amici che c’hai” commentò Kawai, mentre versava nel bicchiere ingredienti che credeva essere giusti.
“Tacci tua Fumi’, ma che ne sai te? E’ na vitaccia la mia!”
--
Attenzione, attenzione! Siccome siamo YokoFuji-ste nell'animo XD, non abbiamo potuto fare a meno di chiederci come sarebbe andata se Taisuke avesse dato una risposta differente a Wataru in quella fic. Dunque
noella84 ha scritto un finale alternativo alla storia, ma siccome vogliamo lasciarlo "non ufficiale" (un'AU nell'AU, una fic della fic insomma! XD) pensavamo di postarla lucchettata, con un filtro per gli interessati. Lasciate un commento se volete essere inclusi :3 (e non vergognatevi di commentare anche se non ci conosciamo bene, non mordiamo e saremo felici di aggiungere chiunque apprezzi questa coppia XD!)