Tempo di favole 1.3

Mar 22, 2009 10:18


TITOLO: Okuneve e i sette nani
AUTORE: Jinny
GENERE: favola XD
FANDOM: janiotaggine sparsa
PAIRINGS: Muhaha *è pazza, perdonatela*
RATING: ehm... (aiuto!!)
DISCLAIMERS: non sono miei. Non sono miei. non sono miei... *fugge piangendo*
NOTE: Barolo...

già postato: community.livejournal.com/pasticci_fanfic/104333.html  community.livejournal.com/pasticci_fanfic/104665.html
Nemmeno da dire che non mi ricordo più come si cambiano i nomi ai link -_- fatica


Rimasta sola in casa, si fece la barba, si concesse un lungo bagno, ritirò il bucato asciutto, fece un trattamento di bellezza per il viso, preparò la cena, poi si sedette a guardare fuori dalla finestra. In quel momento, vide un mercante passare, carico di ceste invitanti. La ragazza si sporse dalla finestra poi, andò direttamente alla porta. Il mercante la guardò, sorridendo

<< Bella fanciulla! Venite a vedere le mie merci! Sono tutte cose preziose! Aspettate! Sono sicuro che questo pettinino vi starebbe d’incanto!>> disse il mercante, che in realtà era l’Uedigna travestita. Perché di nuovo alla domanda sulla più bella del reame, lo specchio aveva risposto Okuneve, e ei stava rodendo come poche… appuntò il pettinino nei capelli di Okuneve

<< Itai!>> protestò Okuneve, mentre l’Uedigna spingeva il pettinino. Okuneve cadde a terra, apparentemente priva di vita

<< E vediamo che sia la volta buona! Che fare avanti ed indietro mi sta costando un patrimonio di benzina!>>

I sette nani tornarono dieci minuti dopo. Di nuovo piansero e si disperarono

<< Hinolo, del sakè! Dobbiamo bere e dimenticare!>> disse barolo. Hinolo, obbediente e sconvolto, annuì e si avviò verso il Sacro Pensile del Sakè. Ma nel farlo, urtò col piede la testa di Okuneve. Il pettinino si allentò e cadde dai capelli della fanciulla, che si alzò a sedere quale vampiro nella sua bara.

<< Oh, che mal di testa…>> mormorò la fanciulla, massaggiandosi il punto dove Hinolo l’aveva calciata

<< Il pettinino, dolce Okuneve… ma Hinolo te l’ha tolto e ti ha salvato la vita…>> disse Ryolo. Hinolo gli rivolse uno sguardo grato e raggiunse il Sacro Pensile del Sakè

<< Orsù, del Sakè, dobbiamo festeggiare che Okuneve viva ancora! Ed il mio momento di gloria!>>

<< No, stasera no… sono ancora storto da ieri…> iniziarono a lamentarsi gli altri

<< festeggiamo che Okuneve viva ancora e basta, allora?>> tentò Hinolo. La proposta venne accolta da urla festanti ed il povero Hinolo, defraudato del suo momento di gloria, si accinse a versare da bere a tutti, con le lacrime agli occhi

<< Coraggio Hinolo, non ti abbattere… sei il mio eroe, per questa sera…>> disse Okuneve

<< Davvero? Ci sposiamo?>> chiese Hinolo, già brillo per gli effluvi.

<< Non credo proprio.>> disse Okuneve, piuttosto tagliente << il mio cuore appartiene esclusivamente a Yamaprincipe!>> aggiunse poi, con aria sognante. Hinolo si addormentò di botto sul pavimento del soggiorno. Nessuno aveva ben chiaro con qual dinamica fossero arrivati in casa dalla radura che fungeva da giardino prima del calcio al pettinino, ma pareva che a nessuno importasse realmente.

La mattina dopo, come sempre, i sette nani andarono al lavoro. Salutarono Okuneve con le solite raccomandazioni

<< Mettiti la maglia di lana, che inizia a far freddo!>> disse Ryolo

<< Non fumare, che ti vengono le rughe!>> disse Hinolo

<< Ricordati di spegnere il gas sennò saltiamo in aria.>> disse Yokolo

<< Chiudi le finestre se senti freddo, sennò ti ammali…>> disse Marulo

<< Non usare la mia sedia…>> supplicò Yassulo

<< Cibo…>> si limitò a dire Massulo

<< Non accettare niente dagli sconosciuti, solo takoyaki. Ricorda, in takoyaki we trust!>> disse Barulo.

Okuneve annuì, rendendosi conto di non aver capito molto.

Quel pomeriggio, l’Uedigna tornò a farle visita, travestita da vecchietta che prepara i takoyaki. Si era munita anche di apposito baracchino, era stata davvero brava, ed era piuttosto orgogliosa di se stessa. Poco importa che le rughe ed i capelli bianchi le fossero venute come naturale reazione alla stizza provocata dall’esistenza persistente di Okuneve. La fanciulla, ricordando l’avvertimento di Barulo, fece segno alla vecchietta, dalla finestra. Prese takoyaki per tutti i nanetti

<< Tieni, dolce fanciulla, assaggia questo! E’ speciale, ci ho messo la mia salsa segreta Kattun… >>

Okuneve, che era di Osaka, non poté resistere al richiamo del takoyaki, così si armò di bacchette e prese il takoyaki che la vecchina le porgeva su un piattino e lo addentò. Cadde immediatamente a terra, con un tonfo. L’Uedigna si affacciò alla finestra e guardò la fanciulla stesa sul pavimento

<< E stavolta, per favore, evita di risvegliarti… tu non hai idea di quanto sia insopportabile quello specchio! Okuneve qui, Okuneve li… e basta!>> detto questo, se ne andò.

I nanetti tornarono a casa e si disperarono, chiamarono il sakè ed iniziarono a malmenare Okuneve, per risvegliarla. Ma nulla funzionò, nemmeno la mossa di wrestling improvvisata da un disperato Hinolo.

<< Questa volta è davvero schiattata…>> disse Yokolo, strappandosi i capelli. Così la misero in una bara di plexiglas e se la caricarono in spalla. Nessuno fece caso alla fuga di Ryolo, che era corso al castello di Yamaprincipe, disperato

<< Yamaprincipe! Yamaprincipe! Accidenti a te, perché non tieni mai il cellulare acceso?! Hai presente quanto ho corso per arrivare qui?>>

<< Per tutti i Johnnys regrediti! Che succede, Ryolo, amico mio?>> chiese Yamaprincipe, affacciandosi al balcone del suo castello

<< Okuneve c’ha lasciato le penne… siamo tornati a casa dalla miniera e l’abbiamo trovata stecchita… Oh, Yamaprincipe, mi dispiace moltissimo…>>

Yamaprincipe guardò l’amico, il vuoto per un attimo nei suoi occhi. Poi chiamò il suo cavallo, Kon, esaltò in sella direttamente dal balcone. Ryolo saltò dietro di lui, e si lanciarono al galoppo. Quando arrivarono nella radura dove avrebbe dovuto svolgersi il funerale, erano in anticipo. Dopo un po’ arrivarono gli altri nani, trasportando la bara

<< Te l’avevo detto che era a destra!>> stava dicendo Barulo

<< Scusa se non mi sono fidato! L’ultima volta che siamo venuti qui eri ubriaco!>> protestò Hinolo

<< lo sono anche adesso, tranquillo!>> lo rassicurò Barulo. In quel momento, con un’imprecazione, Yokolo, che era davanti a tutti, inciampò e finì lungo disteso a terra. La bara finì sopra di lui. Okuneve ebbe un sobbalzo e qualcosa le uscì dalla bocca.

<> urlò Barulo. L’avrebbe riconosciuto a chilometri di distanza. Tutti si fecero intorno alla bara, dato che Okuneve aveva iniziato a tirare calci e pugni, vispa e pimpante come non mai. Aprirono la bara, ignorando il povero Yokolo che era ancora sotto, e fecero uscire Okuneve

<< Mia amata, siete viva!>> esclamò Yamaprincipe, gioioso

<< Oh, mio principe! Siete voi che mi avete salvata?>> chiese la fanciulla

<< In verità…>> iniziò Yamaprincipe. Una sberla di Ryolo gli fece ritrovare la ragione

<< Si mia amata!>> disse. Da sotto la bara arrivò una serie infinita di imprecazioni che un essere umano non dovrebbe conoscere. Venne ignorato. Dovette arrangiarsi da solo a strisciare da sotto la bara, dato che tutti si erano fatti vicini alla coppia di innamorati

<< Sposiamoci, mia amata!>> disse Yamaprincipe

<< Si! Dove? Quando?>>

<< Subito, qui!>> disse Yamaprincipe. Due passeri fuxia portarono il velo nuziale e lo posarono sulla testa di Okuneve, mentre un gufo celebrava la cerimonia

<< Vi dichiaro marito e moglie, uh, potete baciare la sposa, principe, uh.>>

<< Ma ditemi, moglie…>> disse Yamaprincipe << Chi ha cercato di uccidervi?>>

<< L’Uedigna, la mia malvagia matrigna…>> sospirò la sfortunata fanciulla. Yamaprincipe prese il cellulare

<< Quando fa comodo a te, ce l’hai il portatile, eh!>> borbottò Ryolo

<< Akacacciatore, si ciao… che faccio? No, non esco stasera, sono ad un matrimonio… il mio… si… Okuneve… ah, a proposito… potresti portarmi l’Uedigna? No, mi serve… solo un attimino.. ti prego ti prego… si, grazie, bacio.>>

<< Conoscete l’Akacacciatore, marito?>> chiese Okuneve. Yamaprincipe la ignorò. L’Akacacciatore era arrivato portando l’Uedigna

<< Che facciamo? Finale Disney, con gli animaletti che festosi la buttano da una rupe, o finale dei Grimm, scarpe arroventate al vostro ricevimento di nozze?>>

<< Oh, per carità, no!>> disse Okuneve, scandalizzata

<< Mia moglie ha ragione, non siamo così barbari! Basta appenderla ad un albero in prossimità di un nido d’avvoltoi!>> disse Yamaprincipe

<< Aspettate un attimo…>> disse Yokolo. Prese il cellulare

<< Ciao Ninolo, sono Yokolo… senti, so che sei abbastanza nerd… non è che riusciresti a tarare uno Specchio Magico? Si, proprio quello…grazie, ti devo un favore… cia. Bene. Uedigna, cascasse il mondo il tuo Specchio dirà che sei la più bella del reame. Il tecnico sta facendo il lavoro proprio adesso… pare ci fosse un guasto, ce l’aveva da fare da mesi…>>

<< Aspetta un attimo… tutto sto casino per un guasto nello Specchio?!>> chiesero in coro l’Uedigna e Okuneve. Yokolo annuì

<< Oh… niente vendetta sanguinosa, allora…>> mormorò Yamaprincipe, vagamente imbronciato. Poi tese la mano a Okuneve

<< Ehm… non saprei…>> disse la fanciulla << Sai… con loro mi sento a casa… cioè, sono stati la mia famiglia… non so se mi segui…>>

<< Oh, com’è commovente…>> singhiozzò l’Uedigna

<< Yamaprincipe, mi sa che vai in bianco…>> disse l’Akacacciatore, con un ghigno malefico sul viso

<< Vuoi restare qui, moglie mia?>> chiese Yamaprincipe. Okuneve guardò i nanetti, poi si girò

<< Si…>> disse, sorridendo. Yamaprincipe sospirò e fece per andarsene

<< Aspettate Yamaprincipe, vengo io con voi!>> disse Massulo, e saltò sul cavallo. I due si allontanarono

<< Bene, e a me toccherà continuare a fare la spola!>> si lamentò Ryolo

<< Intanto andiamo a mangiare takoyaki!>> disse Barulo

<< Mpf… io per oggi passerei…>>

<< Gli altri non sono avvelenati, mangiali tranquilla, Okuneve. Bene… Akacacciatore, andiamo.>> detto questo, l’Uedigna se ne andò, per potersi al più presto godere il suo specchio riparato ancora in garanzia (adorava le riparazioni gratuite!). Okuneve ed i sei nani tornarono alla capanna nel bosco. Okuneve si appropriò del futon, e vissero felici e contenti fino alla fine dei loro giorni, che sopraggiunse millenni dopo a causa di un’indigestione di takoyaki (fidatevi, lettori, ne varrebbe proprio la pena…)

Fine.

g: kanjani8, g: yamapi, gnr: favole

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