Contest secondario: riflettore

May 12, 2008 16:16



Finisco di lavorare ad un’ora assurda. Mi scuso un’ultima volta con gli altri per essermi dimenticato a varie riprese cosa dovessi dire… se non fosse stato per me, avremmo finito da almeno un’ora… Passo dal camerino, per togliere un po’ di cerone, cambiarmi e recuperare le mie cose. Sto per chiamare un taxi e tornare a casa, quando mi viene in mente che anche tu stai girando su un set in questo edificio, allora rientro. Guardo per un attimo i pulsanti dell’ascensore, poi ne premo uno a caso. Ho deciso: se arrivo al piano giusto, è destino, dovrò dirtelo. Mi prenderai in giro fino alla morte, o mi urlerai contro, o scapperai schifato, ma non mi importa. Sono stufo di aspettare. Le porte dell’ascensore si aprono, e mi ritrovo in un posto sconosciuto. Vedo un sacco di gente che corre avanti ed indietro. Seguo le persone che secondo me vanno “avanti” e raggiungo una porta. La attraverso ed eccoti li. Illuminato da un riflettore. La luce ti si riversa addosso, ma a vederti da qui, da dietro il riflettore che ti sta illuminando, sembra che sia tu a brillare. Da dentro. Ma sai, l’ho sempre pensato, da quando ti conosco. In te c’è qualcosa che le persone normali non hanno. Qualcosa che, anche quand’eri piccolo, quando ci siamo conosciuti, ti poneva una spanna più in alto degli altri… Ti giri, ma non mi vedi, perché sono proprio dietro la luce che ti colpisce, anche se sono sicuro che la tua luce sia più forte e che volendo potresti vedermi chiaramente. Parli un attimo col regista e provi un paio di battute. Sorrido, inconsciamente. Ho sempre adorato guardarti mentre provi le battute, perché fai delle facce buffissime… La luce è ancora puntata su di te, ma ora non è più l’unica. Per dare l’atmosfera, oltre a questa, bianca, ne aggiungono una rossa, e diventa tutto rosa… Posso pensare che sei bellissimo? Mi è concesso? Perché è proprio così, e non so più cosa fare… le prime volte che l’ho pensato, eravamo sullo stesso piano, per così dire. Dalla stessa parte delle luci, e, a dirla tutta, mi sono vergognato d’averlo pensato. Poi ho smesso di vergognarmi… ma adesso ti vedo da questa parte delle luci, e penso che tu sia davvero bellissimo…

Il regista ringrazia e vi lascia liberi, e tu ti incammini… nella mia direzione. Ora il riflettore è spento, ma sei luminoso lo stesso… brilli di luce propria, come le stelle…

<< Ma non sei tornato a casa?>>

Mi hai parlato!! Si, beh, lavoriamo insieme da più o meno una vita, ci conosciamo, siamo amici… perché sono arrossito?

<< N… No…>> ho balbettato?! Ho balbettato! Mi sto agitando! Che strano, ne…

<< Sei rosso e balbetti… stai bene?>> mi chiedi. Sembri preoccupato…

<< Sto bene, sto bene… >> riesco a dire. Mi sorridi, e sento di avere di nuovo la faccia calda… si, sono di nuovo rosso…

<< Accompagnami in camerino… se ti va di aspettarmi…>>

<< Mi va!>> eccome se mi va… ecco, l’ho detto ad alta voce… che è quell’espressione?

<< Sei strano stasera… >> dici, avviandoti verso il camerino. Ti seguo in silenzio… non è colpa mia se sono strano. Sei tu che sei luminoso… e bellissimo… argh, cervello, piantala!!

<< Dai, entra… devo anche togliere un po’ di cerone, sennò poi la mia pelle si ribella… ma com’è che non sei andato a casa? Chissà da quanto hai finito…>>

<< In realtà da meno di mezz’ora…>> dico. Mi dai le spalle, ma ti giri, come se avessi sentito la mia smorfia

<< Come mai così tardi?>> chiedi, e ti togli la maglia. Meno male che ho un buon autocontrollo… hai davvero rischiato… rischiato cosa? Non posso mettermi a pensare certe cose adesso! Beh, è un po’ che lo penso, e poi il destino mi ha fatto schiacciare il pulsante giusto, quindi a rigor di logica dovrei parlarti… prenderti da parte e parlarti… ma adesso siamo da soli… potrei farlo adesso…

<< Colpa mia… oggi ero particolarmente smemorato.. poi, stavo per andare a casa, e mi è venuto in mente che anche tu eri qui, oggi… ma non sapevo il piano…>>

<< Hai chiesto al portiere?>> mi chiedi. Hai il tono un po’ beffardo… cattivo!!

<> ecco, argomento introdotto… tocca a te… ti giri a guardarmi, e sono sicuro di avere l’aria spaurita

<< Dirmi cosa?…>> dai, non fare il tono minaccioso, sennò non ci riesco…

<< Masa, cosa devi dirmi? Non sono bravo con gli indovinelli, e li odio… e non piangere, ti prego, che ho fatto adesso?>>

<< Niente, è solo che ho un po’ paura. Ma ormai sono qui, ho indovinato il piano giusto al primo colpo… >> mi asciugo gli occhi

<< Mi piaci, Jun. Da un po’ di tempo, ma non ho mai trovato il coraggio o l’occasione di dirtelo…>> posso avere una vanga, adesso? Devo andare a sotterrarmi…perché rimani in silenzio? Sento che ti muovi, ma ho abbassato il viso, perché ho il terrore di vedere la tua espressione. Sono curioso di sapere che espressione hai, ma se sei arrabbiato, o schifato, non voglio vederti… sei davanti a me. Ti sei abbassato e mi stai guardando. Io sono in piedi i mezzo al tuo camerino, e fino ad un secondo fa stavo guardando il pavimento, invece adesso mi sono perso nei tuoi occhi, e sono sicuro di non voler trovare la strada per tornare indietro… vorrei dirtelo, ma sono bloccato… mi baci, e non capisco se stia succedendo davvero o se sono semplicemente impazzito. Ecco, lo sapevo, sono esaurito…

Mi rendo conto che è vero solo quando ti stacchi da me. E adesso stai piangendo anche tu

<< Quanto volevi aspettare a dirmelo?>> mi chiedi

<< Beh, avevo paura… e se scappavi? E se poi ti facevo schifo? E se…>>

<< Masa, piantala con gli “e se”.>> mi dici, e mi sorridi. Accidenti, dovrei essere io il più grande, in questa stanza, invece finisce sempre che faccio la parte del bambino… ma non ci posso fare niente. Mi agito!

<< Non ce n’è stato nemmeno uno, quindi adesso calmati. E comunque, di certo non sarei fuggito e non mi avresti fatto schifo. Dopo tutti questi anni, ti pare? Baka…>>

Accidenti, nessuno mi ha mai dato dello stupido sorridendo in quel modo e con un tono così dolce… mi abbracci di nuovo

<< Sai, prima, sotto la luce, eri bellissimo.>> ti dico

<< E adesso?>> mi chiedi, preoccupato. Ti sorrido, come potrei non sorriderti?

<< Adesso lo sei di più. Brilli di luce propria…>> ecco, l’ho detto… che vergogna!! Mi fai un sorriso enorme, e hai gli occhi lucidi

<< Che scemo che sei…>> dici, e mi nascondi il viso nella felpa. Io sarò pure scemo, ma voglio che il tempo si fermi adesso, finchè sono qui con la mia stella…

gnr: raburabu, g: arashi, ! contest

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