Jun 05, 2008 23:26
TITOLO: La principessa della luna
AUTORE: Jinny
GENERE: Drammatico /angst/decisamente queste due
FANDOM: Arashi (giura!)
PAIRING: Ormai credo che si sia capito... o no?...
RATINGS: pg-13, credo...
DISCLAIMERS: Gli Arashi sono sempre più felici di non essere di mia proprietà, poveri cari (stasera ho ottant'anni)
NOTE: più o meno sto capendo dove andare a parare... se continuo a ripetermelo, magari ci credo XD
Masaki entrò nella stanza della figlia. Aveva mandato a casa sua madre, ed ora stava aspettando il medico, per sapere qualcosa. Kazunari e Satoshi erano andati a cercare parcheggio, e lui era solo, davanti al letto della propria bambina. Si avvicinò, e le prese la mano libera dalla flebo, per poi abbassarsi a baciarle dolcemente la fronte. Shizuka sospirò ed aprì lentamente gli occhi. Masaki le sorrise e lei ricambiò il sorriso
<< Ciao, amore piccolo…>> disse lui, piano. La bambina strinse la mano del padre
<< Ciao… ci sono cascati, sai? Prima… avevo un po’ paura… e ti chiamavo, mi ero dimenticata della cosa finta per la gente… e il dottore ha detto che eri al funerale… ci sono cascati tutti.>> disse, orgogliosa. Masaki sorrise dolcemente
<< Ci sono cascati.>> disse. Shizuka annuì. Aveva i tubicini dell’ossigeno nel naso, la flebo nel braccio, un altro paio di tubicini, di cui Masaki ignorava a funzione al momento, ma era tranquilla e sorrideva. Masaki si sentì sciogliere. Si abbassò ed abbracciò la figlia
<< Sei tanto brava, amore piccolo… davvero tanto.>> disse. Shizuka rise, poi sospirò
<< Però… ho tanto sonno… mi hanno dato una cosa… per il taglio dell’operazione… e mi fa venire sonno… posso dormire un pochino, papà?>> chiese. Masaki la guardò, accarezzandole il viso
<< Puoi dormire, amore piccolo.>> disse, sorridendole.
<< E starai qui? Finché mi addormento… ma anche dopo… ne?…>>
<< Non mi muovo da qui, amore piccolo. Non mi muovo da qui.>> disse. Shizuka annuì. Poi lo guardò
<< Hai gli occhi rossi…>> disse.
<< Non ho dormito, amore…>> disse lui. La bambina annuì, poi si addormentò. Masaki continuava a tenerle la mano, così piccola tra le sue. Se la portò al viso, cercando di imprimersi ogni istante nella memoria, spaventato dal suo bisogno di ricordare tutto… il medico fece capolino dalla porta. Masaki lasciò a malincuore la mano di Shizuka ed uscì dalla stanza. L’espressione del medico lo spaventava a morte, ma dalla sua espressione non traspariva nulla
<< Al momento, le condizioni di sua figlia sono stazionarie, ma non sappiamo se la cura farà effetto o meno… se farà effetto, dovremmo vedere i primi miglioramenti tra qualche giorno, con la possibilità di operarla entro le prossime due settimane… se… se non farà effetto, ce ne accorgeremo comunque in pochi giorni… purtroppo è ancora in fase sperimentale, e la bambina è molto piccola, e molto malata… deve prendere in esame l’idea di perderla. Mi dispiace dirle questo, ma…>>
Masaki lo guardò, poi annuì. Sapeva che la sua espressione ora tradiva il terrore e l’angoscia che lo attanagliavano, ma non riusciva a riprendere il controllo. Ayako non c’era più, e rischiava di perdere anche Shizuka… il medico si allontanò, e Masaki si sentì come se il pavimento gli stesse sparendo da sotto… si sedette, respirando profondamente, poi rientrò nella stanza. Sarebbe uscito dopo un po’, per vedere se Kazunari e Satoshi erano arrivati, ma al momento voleva rimanere con sua figlia. La guardò dormire tranquilla, chiedendosi da quanto tempo non la vedesse respirare così bene. Trascinò una sedia accanto al letto e si sedette, accarezzando i capelli e la fronte della bambina
<< Shizu-chan, devi farcela , ok? Per favore, piccola… per favore non volare sulla luna anche tu, principessina… perchè… perchè se sparisci anche tu, il papà non ce la farà ad andare avanti… se sparisci anche tu, io ti seguo a ruota, amore piccolo… mi rimani solo tu, e… e non credo di potercela fare da solo… non senza di te, amore… pensavo di aver superato questa fase quando abbiamo avuto i risultati delle tue prime analisi, ma… adesso la situazione è cambiata… la mamma non è più qui con me, e.. e ho avuto un minimo di speranza, non ce la faccio se me la tolgono di nuovo, quindi, ti prego, ti scongiuro piccina, non abbandonarmi… ti scongiuro…>> mormorò masaki, abbassando il vis fino a posare la fronte su quella della figlia
<< Io non ci vado sulla luna, papà. Sto qui con te. Non voglio dimenticarmi di te, e se vado con la mamma, succederà…>> disse Shizuka. Masaki si mise a sedere dritto, gli occhi spalancati
<< Ti ho svegliata, tesoro, scusami…>> disse, sorridendo. La bambina scosse la testa e gli strinse una mano
<< Mi sono svegliata perché… ho sognato la mamma che volava, ma… la sua faccia era strana… era blu… e gonfia… e poi… mi sembri così triste… non ci vado con lei.E’ di lei che hanno bisogno sulla luna, non di em. Ma tu hai bisogno di me. E io resto qui.>> disse. Masaki sorrise, anche se si sentiva sciogliere, sentendo sua figlia parlare in quel modo. La abbracciò
<< Torna a dormire, amore… vado a prenderti un succo. Hanno detto che lo puoi bere…>>
<< Yay! Il succo!>> disse Shizuka, ridendo. Masaki le diede un bacio sulla fronte, si alzò ed uscì dalla stanza. Ma si bloccò sulla porta, sentendo la conversazione all’esterno.
<< Non le ho nemmeno mai detto che l’amavo… Masa ha potuto dirglielo un sacco di volte, e conoscendolo, l’ha fatto… ma io… io volevo farlo domani, ma… lei si è uccisa prima… non me ne ha dato la possibilità… doveva stare con me, io… dovevo tenermela stretta, diventare l’uomo di cui aveva bisogno, ma… non ne sono stato capace…>>
Masaki, fermo sulla porta, guardò Kazunari. Satoshi si trovò a passare lo sguardo velocemente dall’uno all’altro, senza sapere bene che fare. Masaki si accigliò
<< L’uomo di cui aveva bisogno.>> mormorò, poi si morse le labbra. Kazunari fece per ribattere
<< Non ero io, Nino. Non lo sono mai stato, non lo sarei mai stato... Volevi dirle che la ami nel giorno dell’anniversario del nostro matrimonio, sapendo benissimo che con una dichiarazione del genere sarebbe venuta da te senza pensarci due volte! E io l’avrei persa comunque… e sempre per colpa mia… scusami, ma… anche se siamo amici, e ci tengo davvero tanto a te Nino-chan, però… stavolta non ci riesco… adesso voglio solo prenderti a pugni, quindi… io devo rimanere in ospedale, ma per favore, vattene. Vado a prendere il succo per Shizu, e quando torno non ti voglio vedere.>> detto questo, Masaki si allontanò, con le spalle curve. Kazunari si asciugò gli occhi
<< Che ho fatto, Saccho? Stavolta… stavolta ho fatto un casino davvero grosso…>>
<< Tu stai male, lui sta male. E tu, volente o nolente, vai sempre a beccare i punti deboli delle persone. Masa è davvero tanto fragile, ed il risultato è questo gelo… so che gli passerà, però… adesso fa come ti ha detto. Rimango io qui, ok? Vai a casa, fatti una doccia e vai a dormire. Ci sentiamo domani mattina.>>
Kazunari annuì, asciugandosi gli occhi, poi si allontanò. Satoshi, rimasto solo, si sedette su una panca, passandosi le mani sul viso
<< Ma guarda te se bisognava arrivare a questi livelli… Aya, gran bel casino hai combinato…>> disse, sbuffando.
Sho guardò Jun. L’aveva portato al proprio appartamento, e l’aveva fatto salire, perché Jun piangeva di nuovo. Aveva perso la sua migliore amica, si sentiva in colpa per aver fatto piangere Masaki, ed aveva qualcos’altro di traverso, qualcosa che gli sfuggiva, ed ora, dopo aver singhiozzato disperatamente aggrappato a lui per un’ora, seduti sul divano, era crollato addormentato, come i bambini. Gli accarezzò la fronte. Fu un gesto inconscio, e quando se ne accorse, tolse la mano di scatto, come se si fosse scottato. Si guardò la mano, come se fosse quella di qualcun altro, chiedendosi cosa gli fosse passato per la testa. Poi, però, dovette ammettere che Jun, addormentato in quel modo, faceva davvero tenerezza. Si mordicchiò un labbro, pensoso, poi gli accarezzò ancora la fronte. Jun socchiuse gli occhi
<< Oh, scusami, non volevo svegliarti…>> disse Sho, in un soffio. Jun sospirò, si girò su un fianco e si riaddormentò. Sho sospirò, sollevato. Ma perché poi stava arrossendo?…