Jun 18, 2008 22:10
<< Sempre impegnatissimo, il mio Nino…>> commentò poi, cercando di staccarsi della creta che gli si era indurita su un’unghia.
<< Stai ancora facendo le tue statuine, o mi prepari qualcosa di buono? Ho fame, e vengo a cena, quindi…>> disse Kazunari. Satoshi rise
<< Su, fai presto… io intanto preparo… Nino-chan, aishiteru yo…>>
<< Nino-chan, aishiteru yo…>>
Sorrido, mentre mi preparo a rispondere. Non sento il clacson, e vedo solo all’ultimo momento i fari. Sento la voce di Satoshi chiamarmi, più e più volte, ma non ho idea di dove sia finito il telefono. Lo vedo, a pochi centimetri dalla mia mano, e mi allungo per prenderlo, perché sento che il tono di Satoshi è spaventato, quasi isterico. Ma diventa tutto buio.
Riapro gli occhi, disturbato da una luce talmente forte da impedirmi di vedere cosa ci sia intorno a me. Cerco di abituarmi, ed inizio a vedere una sagoma davanti a me. Sono io. Sussulto, cercando di reprimere un urlo.
<< Sono… sono…>> inizio a balbettare
<< Non ancora, ma se non ti sbrighi saremo morti, e in fretta.>> mi rispondo. E sento il dolore. Tanto, troppo. Mi manca il fiato, e mi esce un lamento
<< Pensano tutti che da qui il dolore non si senta, ma si sente eccome… >> mi dice il mio doppio. Lo guardo, o mi guardo, non capisco
<< E’ troppo forte… non ce la faccio… aiutami…>> dico, e sento che mi trema la voce. Sto piangendo per il dolore
<< Ci sono due alternative.>> mi dice il mio doppio. Lo guardo, cercando di respirare normalmente. Lui mi prende per mano e mi fa guardare giù, attraverso una specie di buco. Mi vedo, sdraiato su un letto. Ho tubi ce mi escono dalle braccia, dal naso, dalla bocca, da qualunque punto, monitor accano al letto, ed una macchinetta che aziona il respiratore
<< Quello siamo noi adesso.>> mi dice il mio doppio. Io serro la mandibola, sentendo una nuova fitta attraversarmi tutto il corpo. Lui mi trascina via, e mi fa guardare da un altro buco. Il dolore aumenta, mentre mi vedo cercare di muovere le braccia. Non ce la posso fare, fa troppo male… inizio ad urlare, senza finire di guardare. Ho intravisto qualcun altro, nella stanza insieme a me, ma non riesco a guardare, il dolore è troppo forte, e ho paura. Paura di non farcela, paura i deludere. Non so chi, ma deludere quella persona mi spaventa… beh, a morte. Il mio doppio mi trascina via di nuovo e mi fa guardare da un terzo buco
<< Hai appena visto la prima alternativa. Questa è la seconda.>> mi dice. Io abbasso lo sguardo, pronto a nuove fitte, ma il dolore è completamente cessato. Sto benissimo, ed ho l’espressione serena. Non ho più nessun tubo, e non sto facendo fatica… beh, non mi sto muovendo affatto.. e poi lo vedo. Una figura vicino al mio letto, una figura così familiare. Toshi. E sta piangendo. Non l’ho mai visto così disperato. Sembra che debba cadere in pezzi da un momento all’altro, trema, e mi tiene le mani. Quando se le porta al viso, sento le sue lacrime
<< Puoi decidere di affrontare tutto giorno per giorno, oppure mollare… ma se molli, questo è il minimo…>> mi dice il mio doppio, indicando Satoshi disperato. La scena cambia. Satoshi è in una stanza buia. Sono sicuro che sia Masaki, quello che lo chiama da fuori e lo prega di aprire almeno un po’ la porta, che non lo vede da mesi e gli manca…
<< Perché non si vedono da mesi? E perché non fa entrare Aiba-chan?…>> chiedo. Ma il mio doppio è scomparso. Vedo solo Satoshi rannicchiato sul pavimento di tatami, al buio, mentre i nostri amici da fuori cercano di ottenere una risposta. O-chan, perché non ti muovi?… poi vedo il calendario. E’ il mio compleanno…
<< Adesso io ti ributto giù. Sta a te decidere dove cadere.>> mi dice il mio doppio, e mi spinge. Lancio un grido e serro gli occhi. Rivedo il viso sconvolto di Satoshi, lo rivedo rannicchiato a terra senza riuscire a muoversi. Non voglio che il mio Toshi stia così, non voglio che soffra, e non voglio deluderlo, e se mi lascio andare, il dolore cesserà, ma O-chan… e poi… c’è qualcosa che devo fare, ancora…
Satoshi spalancò gli occhi ed artigliò il braccio di Sho, mentre indicava Kazunari che stava aprendo gli occhi. Sho si portò le mani alla bocca. Satoshi fece per entrare, ma venne fermato da un medico, che entrò per andare a spiegare la situazione a Kazunari, che si guardava intorno spaventato, senza capire dove fosse. Poi, il medico uscì e lasciò entrare Satoshi, che si fiondò nella stanza, con le lacrime agli occhi
<< Toshi, non piangere… non è che ho sbagliato mira e sono finito nel futuro sbagliato? Perché piangi?>> chiese Kazunari, con un filo di voce.
<< Piango perché pensavano che saresti morto, invece sei vivo, e sono così felice che non riesco a fermare le lacrime… che scemo, eh?>> disse Satoshi, avvicinandosi al letto. Kazunari mosse con cautela un braccio, ma poi ricordò che non poteva muoverle, il medico glie l’aveva appena detto. Sbuffò, poi guardò Satoshi
<< Saccho, avvicinati un attimo, ne… c’è una cosa che mi ero dimenticato di dirti, al telefono…>>
Satoshi si avvicinò e si chinò leggermente. Kazunari lo baciò, anche se i tubicini dell’ossigeno che gli uscivano dal naso lo disturbavano parecchio.
<< O-chan, aishiteru yo…>> disse poi, sorridendo.
gnr: angst,
g: arashi,
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