Jan 15, 2008 01:30
Vado avanti
Satoshi si fermò al centro della stanza. Aveva camminato avanti ed indietro per ore. Prima Jun. Adesso Sho. E ogni volta mancava pochissimo che morissero. Si prese il viso tra le mani, inspirando profondamente.
<< Toshi, daijobu ka?>> chiese Kazunari, entrando con i sacchetti del konbini. Satoshi lo guardò
<< Iya, daijoubu wake nai yo…. Comunque la giri, risulta essere colpa mia…>>
Kazunari sospirò, Posò i sacchetti e prese Satoshi per mano, facendolo poi sedere sul divano
<< Adesso ti riempio di birra e ramen, poi vedrai che sarà tutto più bello, ok?>>
Satoshi lo allontanò bruscamente << Mi credete proprio deficiente? Tutti quanti?! Vedo quello che succede! Se non volete che io la pensi così, evitate di farmi leggere i biglietti! Se volete rimanere tutti interi, statemi lontano! Anzi, statemi lontano, punto, perché io vi voglio tutti interi!>> urlò
<< E io voglio proteggerti, puttana miseria! E’ così difficile da capire?!>> urlò di rimando Kazunari.
Satoshi rimase interdetto. Kazunari abbassò il viso, asciugandosi gli occhi. Satoshi si sedette
<< Kazu…>>
<< O-chan… io… io non voglio che ti succeda niente di male… ma non posso proteggerti se ti isoli… e io… si, voglio proteggerti… davvero…>> la voce lo abbandonò. Si nascose il viso tra le mani. Satoshi si morse le labbra. Poi lo abbracciò stretto.
Inspirò profondamente. Il suo Nino. Non avrebbe potuto fare a meno di lui… ma…
<< Nino-chan… anch’io voglio proteggerti… più degli altri. Io… senza di te non ce la posso fare…>>
Era stato solo un bisbiglio, ma Kazunari aveva sentito benissimo. Si aggrappò con tutte le sue forze a Satoshi. Toshi aveva bisogno di lui. Per ora poteva bastare eccome…
<< Perché sei ancora qui?>> chiese Sho, in tono quasi stizzito.
Masaki si stiracchiò << Perché sono tornato a casa mia…>> disse lui, tranquillo. Poi guardò Sho
<< Mi hai fatto prendere proprio un bello spavento, lo sai?>> disse.
<< E tu stai cambiando argomento. Non sei tornato nel tuo appartamento. Sei qui. Dovresti magari chessò, farti una doccia…>>
<< Nel senso che puzzo?! >> chiese Masaki, ed iniziò ad annusarsi.
<< Masaki!>>
<< Allora ti do fastidio?>> chiese quello
<< Solo perché eviti l’argomento!>> disse Sho. Masaki abbassò lo sguardo. Sho sospirò<< Scusa Masaki…>>
<< Tranquillo.>> disse Masaki, sorridendo. Aveva lo sguardo triste, notò Sho. Gli prese una mano << Smetti di pensare a lei. Ti fai solo del male. Intanto potresti andare per esempio da Jun, o da Nino…>>
<< Vedere Jun e Miwa, tutti innamorati e felici… al momento non credo ce la farei proprio bene… in quanto a Nino… bell’accoppiata…>> Sho lo guardò
<< Non mi va di tornare in quell’appartamento… senza di lei…>> bisbigliò Masaki << Sono entrato ieri, giusto per lavarmi e cambiarmi… ma… è così vuoto… >> girò il viso. Sho gli strinse più forte la mano
<< Non per ferirti, ma… l’hai lasciata tu… hai fatto bene, lo sappiamo tutti. Ma non puoi di certo pretendere che torni. E soprattutto… smetti di volerlo, ti prego. Al confronto di com’eri nell’ultimo periodo prima del divorzio, adesso sei fresco come una rosa… almeno non devo più riportarti a casa in braccio perché hai bevuto troppo… non pesi tanto, ma sei ingombrante… tutte queste braccia lunghe… sei difficile da trasportare.>> Masaki rise. Sho gli sorrise
<< Quando ridi va bene. Sarà il modo in cu ridi, ma quando lo fai, va tutto a posto, lo sapevi?>> disse Sho. Masaki arrossì
<< Sho, perché dici queste cose?>> chiese, leggermente a disagio
<< Perché è la verità. Guardare te che ridi… è un po’ come guardare Jun negli occhi. Tu contagi. Lui calma. In ogni caso rimettete a posto le cose… per quello quando sei depresso rischiamo di dare i numeri…>>
<< Ok. Adesso però basta, che i discorsi mielosi mi danno un po’ d’allergia…>>
<< E da quando? >>
<< Da sempre. Io sono quello che fa i discorsi mielosi! Voi altri dovete solo ascoltarli, non mettervi a farli…>> disse Masaki, ridendo. Sho sorrise.
In quel momento entrò un medico, che fece uscire Masaki.
<< Ci vediamo domani, ok?>> disse Masaki. Sho sorrise ed annuì.
Masaki si incamminò. Chiamò Kazunari
<< Posso venire li? O disturbo?>> chiese.
<< Tranquillo. Tanto qui siamo in best friends mode e chi lo smuove…>> disse Kazunari. Masaki ridacchiò
<< Tra dieci minuti sono li.>> disse.
Riattaccarono. Masaki guardò la propria macchina. C’era qualcosa di strano… guardò meglio. Non c’era quella macchia, sotto, quando aveva parcheggiato… Chiamò il carro attrezzi.
Richiamò Kazunari << Credo che arriverò un po’ più tardi… devo aspettare il carro attrezzi… la macchina perde… credo di aver urtato qualcosa parcheggiando, o simile… appena so qualcosa vengo li. Se vuoi prima passo al konbini…>>
<< Abbiamo ramen e birra per un esercito. Puoi venire a mani vuote…>> disse Kazunari, ridacchiando. Masaki rise.
Guardò l’uomo del carro attrezzi che controllava la macchina
<< Qualcuno ti ha fatto un bello scherzo, ragazzo. Ti hanno manomesso i freni…>>
Masaki impallidì
<< Ottimo… beh, per quando riesce a rimetterla in sesto?>>
<< Dammi tre giorni, sarà come nuova. Ti metto a posto anche le ammaccature…>>
Masaki sorrise, annuì e si fece accompagnare a casa di Kazunari. Scese e suonò il campanello.
Kazunari gli aprì. Era già un po’ brillo.
<< Beh? Che aveva la macchina?>> chiese, facendolo entrare
<< Niente più freni.>> disse Masaki, con un’alzata di spalle, mentre si toglieva le scarpe.
Kazunari impallidì. Masaki alzò un sopracciglio
<< Beh, sono stati poco furbi. Hanno sottovalutato la mia vista…>>
Kazunari lo prese per le spalle e lo fece sedere sul divano.
<< Fumi! Porca vacca! Ti hanno tagliato i freni e tu la prendi così?!>> chiese.
<< Cosa?! Ti hanno tagliato i freni?!>> chiese Satoshi, uscendo dal bagno
<< Magnifico. Si, mi hanno tagliato i freni. Ma me ne sono accorto, quindi…>>
<< Potevi lasciarci le penne!>> urlò Kazunari. Masaki espirò. Poi lo guardò
<< Kazu. Calmati. Non dovevo dirvelo, punto.>> disse Masaki.
<< Qualche biglietto?>> si informò Satoshi. Masaki scosse la testa e si strinse nelle spalle
<< Boh. Non ne ho visti. Forse in macchina. Erano anche entrati… non ho guardato. Comunque, mi sono accorto che c’era qualcosa che non andava e non è successo niente, ok?>>
Kazunari si sedette.
<< Sta diventando sempre più pericoloso…>> disse. << Sono preoccupato. Per quello che avrebbe potuto succedere. E per quello che potrebbe succedere… per esempio a me… io ho paura, ragazzi. Sarò egoista, ma sono terrorizzato.>> disse. Satoshi lo abbracciò stretto
<< Nino. Abbiamo tutti paura.>> disse Masaki, prendendogli una mano.
<< Se questo era il mio turno… ugh, mi sa che li ho fatti arrabbiare…>> Masaki impallidì. Poi abbracciò stretti i due amici
<< Stai attento Nino-chan, ti prego…>> bisbigliò. Kazunari riuscì a liberarsi. Masaki aveva le lacrime agli occhi
<< Baka!>>
<< Perché? Solo perché ho paura? Hanno tentato di strangolare Jun, hanno investito Sho, a me hanno tagliato i freni… Nino, stai attento, ti scongiuro…>> Masaki abbassò il viso
<< Tranquillo. Sto attento.>> disse Kazunari, sorridendo.
Masaki sorrise a sua volta.
Jun annuì di nuovo, poi riattaccò
<< Bene. Ad Aiba hanno tagliato i freni…>> disse Jun.
Miwako assunse un’espressione decisamente preoccupata
<< Ma lui se n’è accorto prima di salire in macchina… beh, Nino la mette giù così, ma conoscendo Masaki… avrà visto una perdita e avrà chiamato il carro attrezzi… guida come un pazzo, ma per la sicurezza è fissato… se la macchina non è più che a posto, non ci sale…>>
<< Forse perché sa di guidare come un idiota, quindi preferisce che la macchina risponda in maniera adeguata… non è così scemo come sembra, sai?>> disse Miwako, ridendo. Jun sorrise. Poi si fece pensieroso
<< Chissà chi è che ce l’ha con noi…>>
<< Una donna.>> disse Miwako, decisa. Jun la guardò, interrogativo
<< Eh?>>
<< Stavo guardando il tuo collo… ci sono ancora i segni… sono mani da donna. Forti, ok, ma le dita sono più sottili… non so spiegarmi, ma mi sembrano proprio mani da donna… oh! Un’altra donna ti ha fatto male! Solo io posso picchiarti!>> disse Miwako, stringendosi contro il marito. Jun la strinse a sé, accarezzandole i capelli
<< Le ho prese da una donna che non eri tu… questa cosa è vergognosa… potremmo tenerla nascosta?>> chiese Jun
<< Ovvio! Non vorrai che pensino che mia mo… ehm, mio marito sia un rammollito…>>
<< Stavi dicendo “mia moglie”?>> si informò Jun, minaccioso
<< Forse…>> disse Miwako, ed iniziò a preparare la cena
<< Cattiva…>> si lamentò Jun. Miwako si girò e lo baciò
<< Risarcimento danni morali.>> gli disse, sorridendo. Jun sorrise a sua volta. Le gemelle si svegliarono
<< Ok, addio momento idilliaco… tranquille, papà sta arrivando!>> disse Jun. Miwako sorrise. Poi ripensò ai segni che Jun aveva ancora sul collo
“Se trovo quella baldracca, prima la ammazzo, poi le faccio un sacco male!” pensò, mescolando rabbiosamente.
Sho si svegliò di soprassalto. Era sicuro di aver sentito un rumore. Vide una sagoma. Poi sentì qualcosa in faccia… non riusciva a respirare… premette il pulsante delle emergenze, tentando di lottare. Muovendosi, sentiva le fitte intensificarsi. Sentì dei passi in corridoio. La pressione sul suo viso diminuì.
<< Quel cuscino era la sopra…>> sentì dire ad un’infermiera. Poi tornò a vedere
<< Calmo… stia calmo signor Sakurai.. se fa così si farà male…>>
Sho iniziò a respirare profondamente.<< Bravo, così..>>
<< La finestra era chiusa!>> disse un’altra infermiera.
<< Dovremmo spostarlo ad un piano superiore…>> disse il medico
<< Chiaramente non è stato un incidente quello dell’altro giorno…>>
Sho scoppiò in singhiozzi. Aveva paura…
<< Fantastico… grazie dottore, si era appena calmato…>>
Jun e Masaki arrivarono in scivolata, mentre Kazunari e Satoshi li seguivano
<< Jun, sei già qui!>> disse Masaki
<< Già… >> disse.
<< Ma perché devi avere questi scatti pazzeschi, tu?!>> ansimò Kazunari, all’indirizzo di Masaki
<< Scusa…>> disse lui. Poi guardò la porta della stanza. Si guardarono ed entrarono.
<< Sho-chan?…>> chiamò Masaki, in tono preoccupato e dolce. Sho si girò a guardarli
<< Scusate… vi ho chiamati… ma… ho avuto una paura pazzesca…>>
Satoshi si sedette sul letto, e strinse Sho a sé. Iniziò ad accarezzargli i capelli, per cercare almeno di farlo smettere di tremare. Masaki si scusò ed uscì.
<< Che altro ti ci vuole per darci qualche uomo della security in più?! Da morti non ti serviamo!>> lo sentirono urlare
<< Ci fa licenziare. Questa è la volta che rimaniamo disoccupati…>> disse Kazunari, alzando un sopracciglio
<< Ci penso io.>> disse Jun. Fece per uscire, ma si fermò, con la porta aperta. La richiuse e si girò
<< Ho paura…>> piagnucolò << fa paura… dov’è finito Ma-chan?>> chiese. Satoshi lasciò Sho
<< Poteva morire! Te ne rendi conto, o ormai sei troppo rimbambito?!>> lo sentirono ancora
<< Siamo ufficialmente disoccupati.>> disse Kazunari, sedendosi al posto di Satoshi. Sho si aggrappò a lui
<< Kazu… se rimaniamo disoccupati… non va bene, vero?>>
<< Temo di no…>> disse Kazunari. Satoshi uscì nel corridoio. Guardò Masaki. Era irriconoscibile. Il viso teso, la mandibola serrata, lo sguardo fiammeggiante
<< Non me ne frega una cazzo, assumine di più! Tanto ti facciamo fare abbastanza soldi, no?! Le tue cure costano?! Avrai bisogno di ben altro, se succede qualcos’altro ad uno di loro! Hai capito?! Si, è una minaccia! Ti sei spaventato? Poverino!!! Qui siamo spaventati da parecchio! Brutto str…>> Masaki rimase interdetto a guardare la propria mano, che un secondo prima stringeva il cellulare.
<< Lo scusi. E’ molto spaventato. E’ comprensibile, lo siamo tutti… Torni pure a dormire, lei che può. Nessuno ha tentato di soffocarla nel sonno, per ora… buonanotte. Si, a domani. Alle nove? Ok… si, li scegliamo noi, non si preoccupi. Grazie.>> Satoshi riattaccò
<< Domani ci presenta i nuovi candidati a guardie del corpo.>>
<< Perché non mi hai lasciato finire?!>> sibilò Masaki
<< Perché ci avresti fatti licenziare, stupido scemo.>> disse Satoshi, alterato. Masaki fece per dire qualcosa, ma riuscì solo ad emettere un suono inarticolato. Si nascose il viso tra le mani. Tremava
<< Koneko… prima facevi davvero paura… >> disse Satoshi. Masaki lo guardò
<< Ok, fai ancora paura. Se non fossi sicuro che sei tu, farei fatica a riconoscerti… calmati, ti prego.>>
<< Sono calmo.>> disse Masaki, secco.
<< No. E, insisto, fai paura.>> disse Satoshi. Masaki serrò ulteriormente la mandibola
<< Ma-chan… mi stai spaventando…>> disse Satoshi. Aveva le lacrime agli occhi
<< Ok, devo calmarmi… però… sono così…>>
<< Arrabbiato? Chi l’avrebbe mai detto… ti si è sentito urlare fino in Cina, credo…>> disse Kazunari.
<< Si, ok, ho perso un po’ il controllo…>> ammise Masaki
<< Un po’, Fumi?… Per favore, fallo più spesso, sennò diventa una cosa troppo… così! Non puoi esplodere in questo modo… non in questo periodo. Siamo già abbastanza terrorizzati, non credi?>>
Masaki abbassò il viso. Inspirò profondamente << Scusate.>> disse poi, sorridendo. Era pallidissimo, ma almeno non faceva più paura.
Satoshi lo abbracciò << Koneko… non fare più così, ti prego… guarda che se ti metti a mordere e graffiare, ti abbandono in autostrada, sai?>>
<< Che carino, O-chan… grazie..>> rise Masaki
<< Ok, pericolo scongiurato. Non morde più>> disse Kazunari, trascinando gli altri due nella stanza.
Jun era imbronciato<< Jun-kun?>> chiese Masaki
<< Mi hai spaventato! Sei cattivo!>> disse lui << E hai spaventato Sho-chan.>>
<< Scusatemi..>> disse Masaki, sorridendo. Jun lo guardò. Era ancora pallido, i capelli sconvolti…
<< Quanto avrei voluto riprenderti e mettere il video su YouTube…>> sospirò Kazunari.
<< Sei perfido Nino-chan!>> protestò Masaki
<< Credo che avrebbe fatto passare sotto silenzio anche gli aneddoti di me che minaccio le fans con l’ombrello…>> disse Sho, stiracchiandosi.
<< Sho-chan, ti ci metti anche tu!>> protestò Masaki
<< Avrebbe messo a tacere le voci che IO faccio paura quando mi arrabbio…>> disse Jun
<< Ma tu FAI paura quando ti arrabbi…>> disse Masaki
<< Ma tu molta di più…>> disse Satoshi, appoggiandoglisi contro.
Masaki sospirò << Abbiamo già appurato che se perdo il controllo tendo a fare paura… però… insomma… mi chiedo sul serio che cavolo stesse aspettando… se ci lasciamo la pelle, credo farebbe fatica a non farlo trapelare…>>
Gli altri annuirono
<< In effetti… però hai rischiato davvero di farci licenziare…>> disse Satoshi. Masaki abbassò il viso << Gomen…>> disse, contrito.
<< Se succedesse… tu andresti a lavorare coi tuoi al ristorante… O-chan… avresti i tuoi quadri… Nino, potresti andare davvero a recitare in america… Sho, tu potresti entrare in politica… ma io?…>> disse Jun. Gli altri si guardarono.
<< Jun, non è successo, e non succederà. Ok?>> disse Kazunari.
Jun abbassò il viso. Tirò su col naso << In questo periodo non mi stupirei più di niente…>> disse con un filo di voce
<< Beh, piantala. Se anche non fossi più un Johnnys, te la caveresti comunque!>> disse Sho
<< E come? Oltre all’idol, cos’altro so fare?! E quanti Johnnys hai sentito che siano riusciti a farsi prendere da qualche altra agenzia?>>
<< Ma che ti piglia, Jun? >> chiese Kazunari. Jun si prese il viso tra le mani. Si asciugò gli occhi. Continuò a tenere il viso basso. Sho gli passò un braccio intorno alle spalle
<< Hey, se butta male, progetti palchi…>> disse Satoshi
<< E fai in modo che le persone antipatiche cadano…>>
Jun sorrise tra le lacrime << Bella idea…>> disse
<< Oppure… beh, potresti fare la tua linea di moda…>>
<< Ottimo, così poi Miwako va in giro convinta parlando si sua moglie… già adesso…>> disse Jun. Masaki rise. Jun si asciugò di nuovo gli occhi.
<< Perché sta succedendo tutto questo?>> chiese.
Satoshi abbassò il viso a sua volta.
<< Non ti azzardare a dirlo, Toshi.>> disse Kazunari
<< Ma è la verità.>> disse Satoshi. Gli altri si guardarono
<< Che dice?>> chiese Jun, smarrito
<< Che se non fosse per me, tutto questo non starebbe succedendo.>> disse Satoshi.
<< Riidaa…>> singhiozzò Masaki. Satoshi lo guardò male.
Masaki abbassò il viso << Stanno succedendo e basta. Che poi tu abbia la corona del re della sfiga ok, è un dato di fatto. Ma non è colpa tua!>> disse, rialzando il viso. Satoshi si morse le labbra.
Kazunari lo abbracciò << Quanto sei scemo, Toshi…>> sospirò.
<< Però… l’incidente… se mia sorella non fosse morta, i miei non starebbero così… e io non starei così… e poi i biglietti… se non ci fossi io di mezzo, Sho starebbe bene, adesso…>>
<< In effetti è strano che ti siano capitate tutte queste cose insieme… e c’è anche la ragazzina inquietante che ogni tanto appare…>> disse Sho, pensoso.
<< Quella è proprio inquietante.>> disse Masaki, con un brivido
<< Ma è kawaii…>> disse Satoshi.
<< Conosci me e ti fidi ancora delle persone kawaii? Non ti ho insegnato niente in dieci anni?>>
Satoshi lo guardò << Di te mi fido…>>
<< E allora non ti fidare di quella.>> disse Kazunari. Poi uscì dalla stanza
<< Ma che gli prende?>> chiese Satoshi. Gli altri tre si scambiarono uno sguardo
<< Senti… quella ragazza inquieta tutti…>> disse Jun << quindi, per favore, stalle lontano… ti prego…>>
Satoshi sorrise << Tranquillo. In effetti ha sempre spaventato anche me… oh, merda! Nino ci ha lasciati a piedi, Ma-chan…>> disse, affacciandosi alla finestra
<< Possibile che tu sia così ottuso?!>> disse Jun, alzandosi ed andandosene a sua volta
<< Bene. Adesso siamo definitivamente a piedi…>> disse Satoshi
<< Prendiamo un taxi.>> disse Masaki. Satoshi annuì
<< Andrete via anche voi senza salutarmi?>> si informò Sho. Masaki si chinò e gli diede un bacio in fronte
<< Ci vediamo domani.>> disse, sorridendogli.
Sho arrossì violentemente << E questo cos’ era?!>>
<< Scusa, sono in carenza di affetto…>> disse Masaki, stringendosi nelle spalle. Sho rise.
Satoshi lo salutò con la mano. I due uscirono.
Sho si tirò le coperte fin sotto il mento. Aveva ancora paura…
Il tassista inchiodò improvvisamente. Qualcuno era saltato fuori all’improvviso. L’auto si fermò completamente, dopo un paio di testacoda. Masaki sentì Satoshi urlare. Lo strinse a sé finchè l’auto non si fermò del tutto
<< Ma perché la gente non guarda prima di attraversare?! Adesso vi porto dritti a casa, ragazzi.>> disse l’uomo, e ripartirono. Satoshi tremava forte. Masaki lo guardò negli occhi
<< E’ tutto a posto, ok? Siamo salvi. Non è successo niente…>>
<< Stava per succedere di nuovo! Sempre a me!>> singhiozzò Satoshi. Masaki lo strinse forte << Non è successo, Toshi… non è successo.>> bisbigliò, in tono rassicurante.
Poi ci fu un rumore. Un paio di urti. Satoshi si aggrappò più forte a Masaki. Lo sentì sussultare. Mollò un attimo la presa. Si stavano capovolgendo.
Ancora. Ancora.
Masaki urlò per la paura. Poi la macchina si fermò completamente.
<< Riidaa… sei tutto intero?>> chiese Masaki, con la voce che gli tremava. Satoshi annuì ed uscì dall’auto. Aiutò Masaki ad uscire. Vide del sangue
<< Aiba-chan…>>
<< E’ solo un graffio… > disse Masaki. Aveva lo sguardo preoccupato. Satoshi si sentiva debole.
<< Sdraiati. Ti aiuto. Non ti muovere, vado a cercare aiuto.>> disse Masaki. Satoshi annuì. Masaki aiutò il tassista ad uscire dall’auto << E’ ferito?>> gli chiese. L’uomo scosse la testa
<< Solo spaventato… il tuo amico?>>
<< Non lo faccia alzare, per favore.>> disse Masaki, e corse verso la strada, cercando nel frattempo di telefonare. Dopo poco fu di ritorno, con polizia e paramedici.
La polizia ascoltò le loro testimonianze. I paramedici si fecero tutti intorno a Satoshi, che iniziava ad essere seriamente preoccupato
<< Le fa male?>> chiese uno. Satoshi si chiese che cosa dovesse fargli male. Poi vide il pezzo di vetro. Grande. Nella sua pancia. E sentì il dolore
<< Ehm… credo di si… prima ero troppo spaventato..>> disse, con un filo di voce. Guardò Masaki
<< Tranquillo, Riidaa, adesso ti rimettono in sesto…>> disse. Satoshi annuì. Poi vide due paramedici farsi vicini a Masaki.
<< Si sieda.> ordinò uno. Masaki obbedì. Lo sapeva già.
<< Dobbiamo portarvi almeno al pronto soccorso.>> disse.
<< Che palle.>> sbuffò Masaki
<< Ma-chan… perché hai così tanto sangue sulla schiena?>> chiese Satoshi, allarmato.
<< E’ tutto a posto, O-chan.>> disse Masaki, sorridendo all’amico.
Poi fu tutto buio.
Kazunari riagganciò << Merda!>> disse.
Si fondò in auto, e guidò più in fretta che poté. Quando arrivò, Jun era già li.
<< Nulla di grave. Solo ferite superficiali.>> annunciò
<< Forte, siamo sani in due al momento.>> disse Kazunari. Jun annuì.
<< Che c’è?>>
<< Ad Aiba-chan si è riaperta una ferita sulla schiena… era quella più profonda, e pare stesse dando problemi a cicatrizzare… stava facendo infezione… non ci ha nemmeno detto se gli facesse male o no… io… io lo strozzo!>>
<< E’ più sveglio di quello che sembra…>> commentò Kazunari
<< Lo dice anche Miwa. Secondo me, invece, è solo uno stupido! Non si accorge quando le cose possono diventare pericolose..>>
<< Lo sa benissimo. Fidati.>> disse Kazunari << Solo… non vuole farci preoccupare. Tutto li.>> disse. Jun sospirò.
Masaki uscì << Ripulito e ricucito. Dov’è O-chan?>>
Jun si alzò e gli batté una pacca sulla schiena
<< Iteeee!!!>> sibilò Masaki, serrando gli occhi << Che stronzo!>> disse poi a Jun
<< E tu, vedi di avvertirci quando non stai bene!>> replicò Jun, senza fare una piega. Masaki lo guardò. Poi si sedette, cercando di rimettere a fuoco
<< Adesso fa decisamente più male, però.>> disse, come difesa per non aver parlato. Jun lo abbracciò
<< Io mi preoccupo lo stesso, anche se non vuoi, quindi tanto vale che le cose tu me le dica!>> disse. Masaki sospirò.
<< Ok. La dentro stavo per piangere. Ma ho retto. Sono stato bravo?>>
<< Bravissimo.>> disse Jun, sorridendo.
Satoshi uscì a sua volta. Era ancora pallido
<< Alla fine era solo un graffio…>> disse. Masaki scattò in piedi e lo abbracciò.
<< Ho avuto tanta paura O-chan…>> bisbigliò.
<< Anch’io…>> singhiozzò Satoshi << E… la stessa scena… quella persona che salta fuori all’improvviso… e la ruota che esplode…>>
Masaki sospirò. Kazunari gli prese Satoshi dalle braccia e lo strinse a sé
<< Toshi. Non ti angosciare ancora. E’ successo di nuovo. E non stavi guidando tu, ma un tassista, uno che si suppone sappia guidare… direi che a questo punto tu dovresti esserti convinto del fatto che fosse inevitabile…>> gli disse, guardandolo negli occhi.
Satoshi sorrise << Mi sa che hai ragione…>> disse in un soffio. Poi iniziò a piangere in silenzio. Troppi ricordi…
<< Toshi. Non può andare così per sempre, ok?>> disse Kazunari. Satoshi sorrise ed annuì
<< Hai ragione!>> disse.