Ok non sono così cattiva da farvi rimanere in ansia a lungo e poi ho già tante altre cosine pronte da farvi leggere quindi è inutile perdere ancora tempo, togliamoci il pensiero e vediamo cosa succede ora che sono stati scoperti.
Titolo: Bound to the Heart
Fandom: Arashi
Genere: AU, fantasy, fantascienza, yaoi, angst (un pò di tutto insomma XD)
Raiting: R
Pairing: Sakumoto
Desclaimers: questa storia è pura invenzione fatti e personaggi sono del tutto casuali, eventuali riferimenti a persone esistenti sono deltutto involontarie *si come no XD*
Post precedenti:
Capitolo 1,
Capitolo 2,
Capitolo 3,
Capitolo 4,
Capitolo 5,
Capitolo 6,
Capitolo 7,
Capitolo 8,
Capitolo 9,
Capitolo10,
Capitolo 11,
Capitolo 12,
Capitolo 13,
Capitolo 14,
Capitolo 15,
Capitolo 16,
Capitolo 17 Capitolo 18
Non aveva nessuna via di fuga da quella cella, aveva provato per ore a trovare un cedimento nei cardini della porta ma nulla, non c’erano finestre, il pavimento e le pareti erano di pietra, le prigioni erano state scavate nella roccia al di sotto del castello; così dopo tanto provare e riprovare esausto si era lasciato cadere a terra, la schiena poggiata alla parete, si chiedeva come stavano gli altri, era davvero preoccupato per tutte le persone che ora erano in pericolo per colpa sua.
Ed era in pena per quello che il re avrebbe potuto fare a Nino e Masaki, e soprattutto a Jun, anche perché ormai era chiaro che lo teneva in vita solo per via del cuore, se Jun glielo avesse dato non avrebbe esitato ad ucciderlo togliendo di mezzo l’ultimo ostacolo al suo potere completo.
Si fece quasi l’alba quando mentre si malediceva da solo per essere stato tanto stupido da farsi vedere, per aver scordato il monitor della cimice e non essere tornato indietro a prenderlo; ma mentre continuava a ripeterselo, dei rumori e qualcosa che cadeva attirarono la sua attenzione.
Pochi secondi dopo si trovò davanti Satoshi e Nino…
-Ma…voi?-
-Non c’è tempo per le domande dobbiamo sbrigarci- disse subito Nino, Satoshi gli porse la mano aiutandolo ad alzarsi e poi gli diede una pistola.
-La prossima volta non la scordare in camera- lo sgridò.
-Ma come avete fatto?- chiese uscendo dalla cella, poi alla fine del corridoio vide la guardia svenuta.
-Gli ho dato una botta in testa- disse Masaki che era rimasto vicino alla guardia per assicurarsi che non arrivasse nessuno.
-Le prigioni sono così inespugnabili che non c’è mai molta sorveglianza- spiegò Nino.
-Ma come avete fatto ad uscire dalla vostra stanza?- chiese Sho.
-E’ stato Satoshi a farci uscire- disse Masaki mentre salivano le scale per uscire dalle segrete.
-Ho visto che ti eri scordato il monitor in camera e stavo venendo a riportartelo quando ha cominciato ad inviare segnali dell’avvicinamento di qualcuno, naturalmente ho guardato subito se magari eri tu, ma ho visto le guardie e il re entrare nella stanza, ho accesso la ricetrasmittente ed ho ascoltato quello che succedeva dopo essermi nascosto. Quando ti hanno portato via, ho aspettato per parecchio che si calmasse un po’ la situazione, tutt’ora mi stanno ancora cercando, hanno chiuso tutti nelle loro stanze. Poi quando ho avuto l’occasione sono andato a liberare loro due, per fortuna le nostre tecnologie sono molto più avanzate delle loro e non è stato difficile aprire la porta- spiegò.
-Cosa sta succedendo ora?- chiese preoccupato Sho.
-Il sovrano non sa degli aiuti che stanno per arrivare, ma ha rafforzato la sorveglianza intorno al castello, questo ci darà un po’ di vantaggio perché nel palazzo invece è stata ridotta- disse Satoshi.
-E… Jun?- chiese trovando il coraggio di fare quella domanda.
-Il sovrano l’ha chiuso nella sua stanza, ci sono due guardie a sorvegliarla, non abbiamo potuto avvicinarci, lo ha lasciato lì perché stava organizzando le guardie, ma ormai sono tutti in posizione…- disse Nino, ma non finì la frase.
-Sono sicuro che andrà tutto bene, è questione di poco e saranno qui, dobbiamo solo prendere tempo- disse Satoshi cercando di confortarlo.
-Jun starà bene, non cederà così facilmente vedrai- cercò di rassicurarlo Masaki.
-Dobbiamo fermarlo, ho una brutta sensazione- disse Sho accelerando il passo in direzione dell’ala est.
Non fu facile arrivare fino alla stanza del re, la sorveglianza sarà anche stata meno, ma comunque vi era un gran via vai, fortunatamente però quando vi arrivarono le guardie davanti a questa non c’erano più, la cosa facilitava la loro possibilità di entrare, ma non li rassicurava di trovarci Jun; ma quando arrivarono lì davanti sentirono la voce del sovrano…
-Ti do una sola scelta, se vuoi che viva dammi il cuore!-
-Voglio essere sicuro che non gli farete del male- rispose la voce di Jun e Sho si sentì sollevato.
-Ti farò vedere che lo lasceremo andare via, ma adesso dammelo. Subito!- gridò il re.
-No Jun! No!- urlò Sho.
Irruppero così nella stanza, Jun porgeva la mano verso il re, quasi a toccargli il petto, in una frazione di secondo, il re sguainò la spada e immobilizzò Jun facendosi scudo con il suo corpo.
-Lascialo andare!- gridò immediatamente Sho impugnando stretta la pistola tra le mani.
In quel momento cominciarono a sentirsi anche delle forti esplosioni provenire dall’esterno, erano arrivati gli aiuti.
-Meglio che state indietro- disse il sovrano vedendo gli altri 3 ragazzi dietro Sho fare qualche passo avanti nella stanza, e per rendere chiaro che non stava scherzando mise la spada sotto la gola di Jun.
-Ragazzi state indietro per favore- chiese Sho; poi aggiunse:
-Nino, Masaki, andate a liberare le persone che sono state rinchiuse nelle loro stanze; ma fate attenzione mi raccomando-
-Ok!- risposero, uscendo subito dalla stanza.
-Satoshi tu vai incontro alla squadra-
-Sho non ti lascio qui da solo- disse subito Satoshi intenzionato a restare.
-Ho detto vai! E questa non è una richiesta- ordinò.
Satoshi si fece indietro e sparì oltre la porta.
-Ora lascialo andare- disse Sho avvicinandosi di un passo.
Il re immediatamente si fece indietro stringendo di più la presa intorno alle spalle di Jun.
-Poso la pistola, ma lascialo andare- disse Sho abbassandosi fino a posare a terra la pistola e poi allontanandosi di qualche passo da questa.
Il re sorrise malignamente, poi spinse via Jun facendolo cadere a terra e si lanciò contro Sho attaccandolo; Sho evitò il fendente solo per un pelo, poi cercò di bloccare il braccio del sovrano approfittando della sorpresa di non essere andato a segno, lottarono faccia a faccia ognuno dei due determinato a non farsi sopraffare dall’altro, quell’uomo era più grosso di Sho fisicamente e anche più forte ma con tutto se stesso stava cercando di resistere, non era da lui lasciarsi sconfiggere senza lottare; d’un tratto il sovrano invece di spingere verso Sho con la spada, strattonò a sinistra riuscendo così a liberarsi dalla presa di Sho, che finì a terra perdendo l’equilibrio.
-Ora non hai scampo- disse il sovrano avvicinandosi a Sho ancora a terra puntando la spada sul suo petto; Sho cercò di farsi indietro, ma il re avanzava a ogni tentativo di allontanarsi per rimettersi in piedi.
-Credi di poter comandare nel mio regno? Qui c’è un solo e unico re, e sono io!- urlò, poi alzò la spada per colpire, Sho chiuse istintivamente gli occhi pronto a ricevere il colpo, quando ci fu uno sparo e poi il tintinnare della spada caduta a terra.
Sho riaprì subito gli occhi vide il re tenersi la spalla sanguinante, poi vide Jun, a terra con in mano la sua pistola, le mani gli tremavano ed era spaventato, si alzò immediatamente e lo raggiunse, lo strinse a se e gli fece lasciare la pistola; era sotto shock.
-Jun stai bene?- chiese subito Sho accarezzandogli il viso rigato dalle lacrime.
-S…si- rispose.
-Adesso ce ne andiamo- disse subito Sho aiutandolo ad alzarsi, aveva fatto l’errore che nessuno avrebbe mai dovuto fare, dare le spalle al nemico.
Si sentì un urlò rabbioso, Sho si girò e vide il re caricare verso di lui, la spada di nuovo tra le mani, successe tutto in pochi secondi, sentì Jun gridare il suo nome, poi buttarglisi addosso per toglierlo dalla traiettoria, uno sparo, poi il silenzio.
Dopo qualche secondo riaprì gl’occhi, Jun era sopra di lui…
-Jun… Jun!!- cominciò ad urlare alzandosi e scuotendolo.
Jun aprì leggermente gli occhi e sospirò -S…sho-
-Jun stai bene?- chiese subito, aveva la veste sporca di sangue.
-Dove sei ferito?-
-Sho, sto bene non sono ferito- rispose Jun.
-Sei sporco di sangue!- esclamò spaventato.
-Sho non è il mio... la tua spalla- disse toccandogli il braccio, solo in quel momento Sho si accorse del dolore che provava alla spalla, la tensione era stata talmente tanta che non se ne era neanche accorto.
-Ti ha ferito e non te ne sei neanche reso conto- lo canzonò Satoshi avvicinandosi.
Sho si alzò aiutato da Jun e dall’amico, in quel momento videro il re a terra e il sangue sul pavimento, alcuni uomini della squadra erano nella stanza, armati fino ai denti, erano loro ad aver sparato; gli aiuti erano arrivati in tempo e si erano salvati veramente per un pelo, un secondo di ritardo e tutto sarebbe andato diversamente.
Sentì Jun irrigidirsi, quella scena probabilmente gli era anche troppo famigliare, Sho con l’altro braccio lo strinse a se e accompagnato da Satoshi uscì dalla stanza.
-State bene?!- chiesero subito Nino e Masaki che erano stati fermati fuori e non erano stati fatti entrare.
-Si, solo una ferita superficiale- disse Sho.
-Devi farti medicare- disse subito Satoshi, cercando di guidarlo verso l’infermeria che avevano già attrezzato.
-Basterà una fasciatura, voglio andare in camera ora- disse Sho.
-Ma Sho…- cominciò a protestare.
-Satoshi sto bene, basterà che mi bendi il braccio- disse e con un cenno della testa indicò Jun che tremava ancora stretto a lui.
-Ok- rinunciò Satoshi, che tanto sapeva che era difficile far cambiare idea all’amico.
Una volta in camera Satoshi gli disinfettò la ferita e gli bendò il braccio che aveva già smesso di sanguinare.
-Cerca di tenerlo fermò sennò si riapre la ferita- lo ammonì, -e ora riposate, più tardi il membro del consiglio vorrà parlare con entrambi- disse Satoshi, poi lasciò la stanza.
Jun era seduto sul letto, ancora silenzioso, da quando erano usciti da quella stanza non aveva più detto una parola; Sho gli si sedette accanto e gli strinse una mano nella sua.
-Ora va tutto bene, è finita- disse per rassicurarlo.
-Ora ricordo tutto sai… mio padre, mia madre; quel libro… sai me lo leggeva spesso da bambino per questo è così rovinato e… lo stemma, ricordo quando mia madre lo ha nascosto lì dentro- mentre parlava le lacrime cominciarono a scendere sul suo viso, Sho si sfilò dal collo lo stemma legato al cordoncino e lo allacciò intorno al collo di Jun.
-Te lo restituisco, sei tu che lo devi portare- disse, poi con una mano gli asciugò il viso, ma mentre lo faceva si lamentò per aver usato il braccio ferito.
-Ti fa male?- chiese Jun preoccupato.
-Solo un po’- rispose.
-Mi dispiace-
-Non lo dire neanche, non è colpa tua-
-Non sono riuscito ad evitare che ti colpisse- disse Jun dispiaciuto.
-Jun, cosa dici! Mi hai salvato la vita- lo ammonì Sho.
Ci fu un attimo di silenzio, poi Sho disse:
-Vieni qui- lo abbracciò e Jun corrispose all’abbraccio.
-Ahi!- esclamò Sho quando Jun inavvertitamente lo strinse sul braccio ferito.
-Scusa- disse subito tirandosi indietro.
-Non ti preoccupare- gli sorrise, poi gli prese il mento con una mano e si avvicinò baciandolo, prima dolcemente, poi con passione; quando si allontanarono e riaprirono gli occhi Jun sorrideva e Sho ne fu immensamente felice.
-Oh!- esclamò d’un tratto Sho indicando la pianta che era nella stanza, Jun si girò a guardare ciò che indicava, poi Sho aggiunse:
-E’ sbocciato un fiore!-
Jun abbassò il viso imbarazzato, poi Sho disse:
-Oggi è un giorno di festa, che ne dici di far fiorire il giardino?-
Jun sorrise e in quel momento altri fiori sbocciarono, finalmente era felice, felice sul serio.
-Ti amo- disse a Sho con imbarazzo.
-Quanto ho desiderato sentirtelo dire; anch’io ti amo- rispose Sho stringendolo tra le sue braccia e baciandolo di nuovo.
Siete contente ora? ^___^
Ma non è finita qui ancora...