Rieccomi, ultimamente trovo pochissimo tempo per scrivere e non so più come fare, ma lo studio mi sta soffocando ç____ç e anche stasera non sono riuscita a scrivere ç____ç, ma almeno cerco di postare, anche xkè così jinny non si preoccupa di spammare XD
Titolo: Angel & Devil
Fandom: Arashi
Genere: AU, angst ma anche comica a volte XD
Raiting: PG-13
Pairing: no pairing principale; sakuraiba, con piccolissima implicazione sakumoto (ma davvero piccola piccola *non ne può fare a meno*)
Desclaimes: se anche solo il diavolo fosse il mio diavolo, anche io sarei cattiva come lui XD
Capitoli precedenti:
Capitolo 1,
Capitolo 2,
Capitolo 3,
Capitolo 4,
Capitolo 5,
Capitolo 6,
Capitolo 7,
Capitolo 8,
Capitolo 9,
Capitolo 10
Capitolo 11
Siccome con Sho non si riusciva a parlare decise che era meglio provare con Masaki, anche perché era molto preoccupato, infatti quel giorno lo aveva visto davvero sconvolto e doveva spiegargli che quello che era successo era solo colpa sua, ed era proprio perché si sentiva in colpa che decise di andare da Masaki e spiegargli che Sho aveva frainteso tutto e che in realtà era solo colpa sua se Sho se l’era presa con lui.
Quando arrivò davanti al reparto del centro commerciale, come d’altronde si aspettava, ci trovò anche il diavolo intento a controllare la situazione senza essere visibile, si avvicinò e gli si ferma accanto, ma lui neanche se ne accorse.
-Soprappensiero?- chiede facendo sussultare il diavolo.
-Per tutte le anime dannate dell’inferno! Ti pare il modo? Arrivare alle spalle della gente così all’improvviso!- lo rimprovera il diavolo.
L’angelo lo guardò senza rispondere con aria persa in chissà cosa.
-Che sei venuto a fare?- chiede poi Jun.
-Devo parlare con Masaki- rispose.
-Il tuo incarico non è lui, quindi non ti intromettere!- replicò il diavolo in disaccordo con quell’idea.
-Ma riguarda anche lui, dato che Sho è il mio incarico-
-Io non cerco di metterti i bastoti tra le ruote, quindi... fatti un pò di angelici affari tuoi!- disse scocciato il diavolo.
-Mi spiace a noi angeli non è concesso fare favori ai diavoli- rispose incamminandosi verso il negozio, dato che stava attirando gli sguardi dei passanti che lo vedevano parlare da solo, visto che il diavolo era rimasto invisibile.
Naturalmente Jun non gli avrebbe permesso di interferire, già aveva compromesso una volta la buona riuscita del suo lavoro per un suo errore, non avrebbe permesso a quell’angelo di mettersi in mezzo.
-Hai intenzione di seguirmi?- chiese sottovoce Satoshi entrando nel negozio.
-Non ti lascerò un momento- rispose Jun.
Masaki era tra gli scaffali dello scatolame per animali a sistemare e si muoveva con lentezza e in modo sbadato facendo cadere le cose più del solito, era distratto e depresso, si vedeva che stava male.
-Masaki- lo chiamò; il ragazzo si girò e gli fece un sorriso, ma non era uno dei suoi soliti sorrise sinceri, sembrava quasi forzato, come se non avesse più la forza neanche di fare una cosa che prima gli veniva così naturale.
-Ciao- rispose.
-Mi chiedevo… ti va di pranzare insieme oggi? Vorrei parlarti- disse Satoshi, Jun sempre dietro le sue spalle, non gli serviva neanche girarsi per sentire che l’aura che emanava era tutt’altro che amichevole in quel momento, per quanto può essere amichevole l’aura di un diavolo.
-Ok, però… la mia pausa inizia tra mezz’ora, puoi aspettarmi?- chiese il ragazzo.
-Certo, non c’è problema; ti aspetto fuori- disse uscendo poi dal negozio.
-Che intenzioni hai?- chiese Jun minaccioso.
-Non ti agitare, perché devi essere sempre pronto a farti sopraffare dall’ira, stai più tranquillo- disse con sguardo un po’ perso.
-Tu non impicciarti e io non mi agito!- replicò.
Poi nulla, il diavolo tento in tutti i modi di farsi dire cosa aveva intenzione di dire a Masaki la sua controparte angelica, ma sembrava essere entrato in un mondo tutto suo; e alla fine ci rinunciò.
Passata una mezz’ora Masaki uscì e si avvicinò all’angelo…
-Eccomi!- disse al ragazzo, sembrava aver ritrovato un po’ della sua allegria, ma era solo apparenza e i due lo sapevano bene.
-Andiamo?- chiese Satoshi risvegliandosi.
Masaki annuì e seguì Satoshi che si avviò verso l’esterno dell’edificio.
“Non vi mollerò un secondo, non ti darò pace, capito!” disse indirizzando l’avvertimento all’angelo che lo ignorò continuando a camminare.
Arrivati nel piccolo locale in cui Jun era andato la prima volta con Masa, si trovarono un tavolo e si sederono uno di fronte all’altro, Jun non aveva intenzione di lasciarli parlare come nulla fosse e si sedette a lato dei due cominciando a studiare Satoshi senza perderlo di vista per un solo istante, il suo sguardo avrebbe fatto paura a chiunque tanto era serio, ma l’angelo non sembrava quasi vederlo, mentre Jun sapeva benissimo che era l’unico in grado di farlo.
Ordinarono e vennero serviti quasi subito, in quel momento l’angelo cominciò la conversazione…
-Volevo scusarmi per quello che è successo l’ultima volta, in realtà è colpa mia, mi è stato dato il posto che Sakurai voleva da tempo-
“Eh?! Cioè mi ha rubato l’idea?! Non è possibile, stavo organizzando tutto e mi hai messo i bastoni tra le ruote anticipandomi” brontolò Jun arrabbiato.
-Non devi scusarti, non è colpa tua- rispose Masaki.
-Ti ha detto tutte quelle cose solo perché ha frainteso vedendoti uscire da quell’ufficio, in realtà non lo pensa davvero-
“Ecco adesso la piega della conversazione non mi piace dove sta andando” borbottò Jun.
-Non ci credo più molto- rispose Masaki.
“Bravo il mio Masa, non ti far abbindolare da questo tipo tutto pace e amore”
-Ti assicuro che ci sta male per quello che ti ha fatto, sono anche giorni che non viene a lavoro, io credo ci tenga davvero a te-
-Se ci teneva a me, perché mi tradiva in quel modo? Perché mi ha trattato così?- mentre faceva quelle domande gli veniva da piangere ma con tutto se stesso cercava di trattenere le lacrime, doveva riuscirci a ogni costo a non piangere.
Jun questa volta non disse nulla, sentiva nelle parole di Masaki le sue parole, era esattamente quello che lui gli aveva detto.
-Ti capisco, tu hai ragione, come si è comportato è stato orribile, e non posso darti torto se tu non lo vuoi più vedere. Però è anche vero che ci stai male, il tempo può anche farti passare questo dolore, ma io penso sia meglio che vi chiarite, che ne parlate perlomeno; poi potrai decidere comunque di non vederlo più- spiegò.
-Per quale motivo dovrei farlo? Per sentirmi accusare di nuovo? Per stare di nuovo male?- non c’era rabbia nelle parole di Masaki, ma solo tanto dolore e l’angelo lo poteva sentire come se fosse il suo.
“Sai anche tu che ha ragione, si farà solo del male se ci parla” disse Jun, in quel momento l’angelo si girò un istante a guardarlo, era sorpreso da quello che il diavolo aveva appena detto, in qualche modo forse era sorpreso anche lui.
“Vuole vendicarsi e la vendetta lo farà sentire meglio” disse immediatamente il diavolo rimediando a quello che aveva detto un istante prima.
-Non è vero!- protestò l’angelo rivolto a Jun, poi si rese conto che effettivamente lo vedeva solo lui.
-Credimi, sta male, io penso che lui ti ami davvero; si è comportato in modo imperdonabile, ti ha fatto soffrire, ma tu lo ami e anche lui ti ama, sono sicuro che questo gli ha fatto capire di aver sbagliato; se solo ne parlaste…-
-Io… non lo so… ho paura di stare male ancora- sussurrò Masaki.
-Ed ora stai bene? Non devi cercare una vendetta o qualsiasi cosa possa ferirvi ancora, perché non diminuirà il dolore-
“Ora basta!” disse Jun vedendo Masaki titubare, non avrebbe lasciato a quell’angelo il modo di rovinare tutto il suo lavoro.
Il telefono di Masaki pochi istanti dopo squillò e gli dissero che c’era bisogno di lui al negozio.
-Mi dispiace devo andare- disse alzandosi e scusandosi con un inchino.
-Ti prego pensaci, se vi chiarite starete meglio entrambi-
-Scusa- disse Masaki per poi scappare via.
“Non ti lascerò portarmelo via” disse Jun con sguardo deciso.
-Potrei non averne bisogno- rispose l’angelo, mentre un attimo dopo il diavolo scompariva in un denso fumo nero.