Sta afa mi sta sfasciando. E anche i tre/quattro temporal quotidiani. Nonchè la gente che arriva a gardaland isterica perchè c'è il tempo trano. E gli olandesi e i tedeschi che occupano tutte le strade in questo periodo e non le sanno e si fermano in mezzo alla corsia, ma con le quattro frecce .... l'estate proprio non è la mia stagione
Oooh, non mi ricordavo tanta melassa in questa parte ... che teneri ç_ç
TITOLO: In sospeso (è il titolo, non nel senso che ci sto pensando ... è proprio il titolo ... )
AUTRICE: jinnypazza82
GENERE: L'ormai evergreen angst con brio, nonchè AU
FANDOM: Arashi (Monotematicaaaa!!)
PAIRINGS: Per ora non ve li dico, cicca cicca.
RATINGS: direi pg-15 (non succede un granchè ... più chealtro abbiamo uno scaricatore di porto, ecco).
DISCLAIMERS: Possiamo saltarli, stavolta? Che il mio cuore si spezza ogni volta T_T *va a disperarsi per non essere possessricedegli arashi ne di nessuno johnny nominato*
NOTE: Come sempre.. non penso di aver scritto sotto alcool, anche se certi errori che ho trovato (spero di aver corretto) mi fanno dubitare
RINGRAZIAMENTI: come sempre Vampiretta e Harin che si sono sorbite tutto il malloppo XD E grazie a Vampiretta per i ratings e il genere, as usual
GIA' POSTATI:
Prologo 1 2 Masaki sta tremando, mentre lo abbraccio. L’ho proprio offeso…
<< Non… non è una promessa stupida. Per me è davvero importante. Scusami…>> gli dico. Lui si stacca e mi sorride, spostandomi i capelli dalla fronte
<< Scusami tu… non avrei dovuto alzare la voce…>>
<< Puoi alzare la voce! Sono grande, ormai…>> dico, senza riuscire a trattenere una risata. Masaki sorride di nuovo. E glie lo richiedo. Adesso lo voglio sapere…
<< Però adesso me lo dici perché eri qui? Prima di diventare il mio angelo custode, intendo…>>
Masaki sbuffa e si sposta da un piede all’altro. Come i bambini. Poi si siede sul divano
<< Temo sia una storia un po’ lunga…>> mi dice << E non troppo allegra… non so nemmeno se mi va di parlarne… adesso rimpiango i legami precedenti. Almeno non potevano farmi domande…>>
Mi sembra così turbato… però…
<< Allora parlami dei legami prima… come funzionava? O spiegami questa cosa dei legami…>>
Masaki sospira ancora
<< Non lo so perché ci leghiamo ai vivi… alcuni non lo fanno… ma a lungo andare, come diceva Nino, la solitudine fa male… probabilmente siamo persone che già in vita non erano capaci di stare da sole…>>
<< Beh, se facevi il brigante, non dovevi avere una vita particolarmente piena di compagnia.>> gli dico. Sorride, ma è un sorriso triste, un po’ tirato. Non l’ho mai visto così confuso in vita mia, cioè da quando lo conosco
<< Una persona in realtà c’era.>> dice, dopo un po’. Mi siedo sul tappeto, a gambe incrociate, e lo guardo. Si è tirato le ginocchia al petto, e parla tenendo lo sguardo nel vuoto
<< Lui era un monaco itinerante… voleva portarmi sulla “retta via”, inizialmente, ma… ero una persona un po’ strana. Lui insisteva perché cambiassi vita, ma… ero un orfano, ero stato tollerato nel villaggio dove ero nato solo perché ero abbastanza forte da poter lavorare… poi per un periodo mi sono ammalato… adesso sarebbe solo un’influenza, o qualcosa di simile, ma sembrava che stessi per morire, nell’ottica dell’epoca. Mi hanno portato in una caverna, nel bosco, e mi hanno lasciato li. Solo che per qualche strano motivo non sono morto… sono tornato al villaggio, ma siccome ero vivo, e più alto di buona parte di loro…>>
<< Forse per quello stavi male… stavi solo crescendo… a volte succede…>> dico. Masaki sorride
<< Può essere… però allora se tornavi dalla foresta, eri un Oni… o avevi fatto un patto con qualche demone. E così mi hanno cacciato. Ho iniziato a derubare i passanti. Rivendevo gli oggetti di valore e mi procuravo il cibo. La gente aveva paura perché ero quello sopravvissuto alla foresta, e quindi… anche avessi voluto cambiare vita, non so se ne avrei avuto l’occasione… forse cambiando posto, ma… non volevo allontanarmi troppo da dov’ero nato e da dove c’erano le tombe dei miei… e poi è arrivato il monaco. Ha insistito per anni perché cambiassi vita, e allora gli ho detto di andare al villaggio a chiedere di me… quand’è tornato…>> si ferma e si passa una mano nei capelli. Lo fa quando si sente particolarmente figo e, per contro, quand’è in difficoltà…
<< Quando è tornato mi ha abbracciato in silenzio. Subito ho tentato di liberarmi, ma lui mi ha tenuto fermo. Si è scusato per l’insistenza, e mi ha detto che non mi avrebbe più disturbato… ma la cosa curiosa è che io volevo vederlo. Passava nella “mia” foresta ogni mese, e l’idea di non vederlo più mi ha atterrito.>> si ferma, perché gli trema la voce. Mi sento in colpa per averglielo chiesto, ma adesso voglio sapere cos’è successo.
<< Ti siederesti qui, Sho-chan?>> mi chiede. Ha le lacrime agli occhi e trema. Mi siedo immediatamente sul divano accanto a lui, e gli passo un braccio attorno alle spalle. Mi si appoggia contro. Questa scena l’ho vissuta tante volte, ma ero io quello appoggiato. Lo stringo leggermente, mentre lui lotta contro le lacrime
<< L’ho seguito, quando se n’è andato. L’ho seguito fino al posto dove viveva. Per la prima volta nella mia vita mi sono allontanato dal mio villaggio. Quando mi ha visto, subito si è spaventato, ma poi mi ha riconosciuto. Gli ho spiegato come mi sentivo quando lo vedevo, e allora mi ha promesso che sarebbe comunque tornato ogni mese…>> la voce gli si spezza e si nasconde il viso tra le mani
<< Non ne ho mai parlato… fa… fa male…>> singhiozza. Lo abbraccio
<< Scusami… non avrei dovuto chiedertelo…>> mormoro. Mi si aggrappa, e riprende almeno vagamente il controllo
<< Man mano mi ricordo particolari che avevo dimenticato… forse invece mi fa bene parlarne…>> dice lui, sospirando. Gli passo un cuscino, e lui lo abbraccia. Sorrido
<< I cuscini aiutano… mi prendi sempre in giro quando li abbraccio così…>>
Sorride di rimando ed annuisce
<< E’ vero. Aiutano… >>
Rimaniamo un po’ in silenzio, mentre Masaki piange. Ho sempre pensato che gli angeli custodi non potessero piangere. Che gli spiriti non avessero lacrime. Invece Masaki piange in silenzio, le lacrime che gli rotolano sul viso, gli occhi arrossati e gonfi. Mi sento stringere il cuore
<< Possiamo smettere?>> mi supplica dopo un paio di tentativi di riprendere il controllo falliti.
<< Si.>> dico deciso, e lo abbraccio stretto. Lui mi si raggomitola tra le braccia, come facevo io da piccolo tra le sue, e si abbandona ai singhiozzi. Inizio a piangere anch’io, senza sapere perché. Forse solo perché lui sta soffrendo, e allora, dopo tanti anni, mi sembra naturale stare male a mia volta. Piangiamo insieme e ci addormentiamo.
<< Ti voglio bene, Ma-chan.>> mormoro, in dormiveglia. Spero che mi abbia sentito.
Quando la mattina dopo mi sveglio, sono a letto e Masaki sta guardando fuori dalla finestra.
<< Ma-chan?>> lo chiamo. Lui si gira e mi sorride. La tristezza è scomparsa dai suoi occhi, per fortuna. Mi si siede accanto e si struscia come un gatto
<< E’ sabato…>> dice, contento
<< Si lavora solo la mattina!>> dico io, stiracchiandomi. Lui si fa pensieroso
<< Quello che ti ho detto ieri… beh, dei legami… secondo me Nino ne sa più di me… io non ho mai capito in base a cosa mi sono trovato legato alle persone…>>
<< Ma-chan, quel monaco… vuoi trovarlo, vero? E’ lui la tua cosa in sospeso…>>
<< Non in questa vita.>> dice subito, chiudendo il discorso. Sospiro. Dovrò parlarne davvero con Nino…