Aug 15, 2009 18:42
Capitolo 19
Era primo pomeriggio e da quella mattina, da quando era tornato a casa non aveva fatto altro che restare sdraiato sul pavimento a fissare il soffitto. Poi d’un tratto bussarono alla porta, si alzo lentamente, con calma, non gli importava se chiunque aspettasse se ne sarebbe andato, ma quando aprì la porta la persona che aveva bussato era ancora lì.
-Posso entrare?- chiese Jun, Masaki si fece da parte senza rispondere e si andò a sedere per terra dandogli le spalle.
Jun si tolse le scarpe e si guardo per un attimo intorno, poi si sedette anche lui.
-Volevo scusarmi- disse poco dopo; -ero ubriaco e non mi rendevo conto di quello che facevo-
-Me ne ero accorto e sono finito per esserlo anch’io visto che tu non riuscivi a smetterla di sparlare e gridare, ho pensato “astutamente” di morderti per farti passare un pò di sbronza, ma come un cretino ho finito per prendermela anch’io- rispose Masaki in tono secco.
-Scusami- ripetè di nuovo Jun; -sono passato per ridarti i soldi, sicuramente la camera ti è costata tutti i tuoi risparmi- aggiunse.
-Non li voglio!-
-Ma... è il minimo che possa fare per scusarmi con te... non avrei dovuto...-
-Se non avessi voluto non sarebbe successo!- replicò interrompendolo.
-Ma io....-
-E’ stata la cosa più bella che mi sia accaduta in tutta la mia vita! Possibile che tu ancora non capisca? Quello che è successo questa notte pensavo che sarebbe rimasto solo una mia fantasia-
Jun lo guardava confuso, poi Masaki si girò a guardarlo per la prima volta, sul volto aveva un espressione seria che non gli aveva mai visto.
-Mi sono innamorato di te, ed ho voluto fare l’amore con te! Posso quasi ammettere che ne ho approfittato, anche se la mia mente lo aveva desiderato e sognato così tanto che credeva che fosse l’ennesimo sogno- spiegò.
Jun fece un passo indietro.
-Hai paura di me? Meglio così! Dopotutto sono un mostro!- ora era arrabbiato.
-No!- rispose Jun, senza però avvicinarsi nuovamente.
-Io non ce la faccio, non così, non posso essere quello che ti consola, non riesco più a permetterti di baciarmi per poi sentirti chiedere scusa, perchè non voglio che tu mi chieda scusa!-
Ci fu una pausa, Jun aveva continuato a guardarlo in silenzio, Masaki si aspettava qualcosa, una parola, anche che si mettesse a urlargli contro gli sarebbe andato bene, ma come aveva sospettato Jun non reagì, era come se non recepisse quello che gli stesse dicendo, come se non capisse che si stava dichiarando, che gli stava dicendo di amarlo.
-Ok facciamola più semplice come nei drama, dovresti esserci abbituato no?... Tu mi piaci e ora ti sto chiedendo se provi lo stesso per me- disse sperando che finalmente Jun realizzasse che quello che gli stava dicendo non era uno scherzo ma era la verità.
Ci fu un silenzio che sembro durare un infinità di tempo, Masaki aspettava in attesa di una risposta e Jun lo guardava con un espressione che non riuscva a decifrare.
-Io... mi dispiace... non posso- rispose Jun abbassando lo sguardo.
-Evidentemente Sakurai si sbagliava- disse in un sussurò Masaki.
-Sho?- domandò Jun perplesso.
-Pensava che forse con me saresti riuscito a lasciarti andare e che avresti contraccambiato i miei sentimenti, ma come pensavo non è così- spiegò.
-Masaki scusami, ma io... non ce la faccio... non ci riesco, ti prego facciamo finta che non sia mai accaduto- rispose Jun.
-Non me lo chiedere Jun, non lo fare, sarebbe mentire a me stesso e io non ci riesco più. Ti darò il tempo di trovare qualcuno che mi sostituisca, poi me ne andrò-
-Io non voglio che te ne vai- protestò Jun.
-Mi dispiace ma non ce la faccio a rimanere, ci sto male, starti vicino ignorando i miei sentimenti è troppo doloroso. Quindi per il tempo che rimane fa in modo che il nostro rapporto si limiti a quello lavorativo, farò quello che è mio compito fare, ma per il resto non sarai altro che il mio capo e nient’altro. Ed ora ti prego va via- disse infine tornando a dargli le spalle.
Jun rimase immobile per qualche minuto, gli occhi che gli si stavano riempiendo di lacrime, poi si alzò ed usci dall’appartamento; nell’istante in cui la porta si chiuse Masaki cominciò a piangere.
Aveva fatto la strata verso casa asciugandosi in continuazione le lacrime che continuavano a scendere lungo le sue guance, tutto quello che era successo era per colpa sua, se la notte prima non si fosse ubriacato forse ora non sarebbero stati in quella situazione.
Lui non aveva creduto alle parole di Masaki inizialmente, non poteva credere che fosse vero, pensava fosse un semplice modo di manifestare un pò di affetto, ma come al solito non aveva capito nulla, come non aveva capito come si sentisse Sho le volte che spaventato lo allontanava da se.
Più passava il tempo più cominciava a credere che non sarebbe mai riuscito ad avere una relazione normale con qualcuno.
Arrivato al portone di casa entrò e notò la posta nella cassetta, la prese senza guardare di che si trattava poi salì in ascensore, entrato in salotto la posò sul tavolo della cucina e si versò un bicchiere d’acqua cercando di riprendersi, nel mentre cominciò a controllare la posta, c’erano un paio d’inviti a delle feste e la bolletta della luce, poi una busta bianca, ma non c’era il mittente, l’aprì leggermente incuriosito e tirò fuori delle foto, quando le vide rimase pietrificato, erano della sera prima non poteva essere altrimenti e si vedeva chiaramente Masaki che lo mordeva sul collo, mentre in un altra le labbra di Masaki sporche di sangue e gli occhi ancora neri dalla trasformazione.
Chi aveva mandato quelle foto? Come poteva proteggere Masaki?
Un attimo dopo suonò il cellulare...
<> disse la voce dall’altra parte, Jun la riconobbe subito e un brivido gli percorse la schiena.
<>
-N...no!- disse Jun senza riuscire a controllare il tremore della sua voce.
<> disse ridendo, poi riattaccò senza aggiungere altro.
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r: pg-13,
g: arashi,
gnr: au,
p: aimoto