Postiam postiam, postiam, postiam postiam... *giura che non è impazzita XD* cmq adesso si scopre cosa è successo alla junjola in passato ç____ç
Titolo: Ubi iacet dimidium, iacet pectus meum (Dove giace la mia metà, giace il mio cuore)
Fandom: Arashi
Capitoli: 4 di 7
Genere: Storico, Angst
Raiting: R
Pair: Sakumoto
Deslaimer: se andrò in giappone li rapirò e saranno miei sul serio buahhahahahahah
Note: Sul genere "Il nome della rosa" di Umberto Eco
Ringraziamenti: a Harin che ha proposto il prompt, alimentando le fantasie su una fict che avevo già in mente di scrivere, a jinny che si è sorbita insieme a harin tutti i passaggi di scrittura con annessi blocchi.
Parti precedenti:
Intro,
Parte I,
Parte II,
Parte III PARTE IV
Quella notte stessa aspettai che Masaki si addormentasse, poi uscii di nascosto, non c'era un vero motivo per uscire a quell'ora della notte così feci attenzione a non far rumore, lo cercai ovunque nel monastero, volevo di nuovo parlare con Jun volevo chiedergli scusa e farmi spiegare cosa era successo esattamente 3 anni prima, ma sembrava che quella notte non fosse venuto, così alla fine mi arresi e tornai nella mia cella.
-Maestro dove siete stato?- chiese Masaki svegliandosi al mio rientro.
-Solo in bagno- mentii, lo avevo fatto più volte in quegl'ultimi giorni, avrei dovuto confessarmi.
Tornammo a dormire e la mattina seguente cominciammo più liberamente a interrogare i monaci su quello che la gente diceva, l'Abate era molto contrariato dallo scompiglio che stavamo causando alla quiete che in genere regnava nel monastero.
Purtroppo però non riuscimmo ad ottenere molto e una giornata passò senza grandi risultati.
Quella stessa notte però fui svegliato da alcuni rumori, pensai subito che potessere essere il ragazzo e in silenzio ma con passo veloce uscii nel cortile, proprio in quel momento lo vidi sgattaiolare via, lo seguii a distanza cercando di non farmi vedere ne da lui ne da altri, non volevo spaventarlo, quando lo vidi uscire dal buco che c'era nelle mura poco dopo uscii anche io, si muoveva veloce al buio come sapesse esattamente dove andare anche se non vedeva quasi nulla, lo seguii cercando di non perderlo di vista fu molto più difficile per me e ben presto fu molto lontano e d'un tratto lo persi, vagai dritto in mezzo alla campagnia non poteva essere andato troppo lontano e poco dopo intravidi una abitazione in legno, era malridotta ma una debole luce proveniva dall'interno.
Mi avvicinai senza far rumore e mi accucciai ad ascoltare, sentivo dei movimenti all'interno e da una fessura tra le assi di legno sbirciai... lo vidi, stava aprendo il fagotto che fino a poco prima aveva tra le braccia, mi misi in ginocchio avvicinandomi di più per poter vedere meglio facendo scricchiolare leggermente il legno a cui mi appoggiai con le mani, lo vidi richiudere il fagotto e allontanarsi dal mio campo visivo, dopo poco non sentii nessun rumore, nulla... che fosse andato a dormire? Ma mentre mi chiedevo se bussare, improvvisamente qualcuno mi colpi alle spalle e un istante prima di perdere i sensi mi sembrò di vedere il viso di Jun.
Quando mi ripresi sentivo la testa che mi pulsava forte, ero stato coperto con qualcosa e vicino a me un basso fuoco riscaldava la stanza, quando la mia vista si fece nitida vidi Jun, seduto in ginocchio accanto a me che mi osservava.
Mi alzai a sedere ma dovetti tenermi la testa che mi pulsava ancora.
-Scusa- disse abbassando la testa dispiaciuto, -Mi ero spaventato, non volevo colpirti-
-Non ti preoccupare, è colpa mia, sono stato io a seguirti fin qui, poteva essere qualche brigante hai fatto bene a difenderti-
-Ti fa male?- mi chiese senza muoversi.
-Non molto, pulsa solo un pò- risposi.
-Uhm- disse soltanto, poi calò un silenzio quasi irreale; ma lo avevo seguito per un motivo dovevo pur cercare di parlargli.
-Perchè mi hai seguito?- chiese poi Jun anticipando la mia di domanda.
-So che non avrei dovuto, ma... ho bisogno di chiederti alcune cose- dissi.
-Cosa?- chiese intimorito.
-Vorrei che mi raccontassi cosa è successo quando i tuoi genitori sono morti- alle mie parole Jun tornò a guardarmi negli occhi, ma sta volta si fece indietro e scosse la testa.
Mi misi anch'io in ginocchio e cercai di nuovo lo sguardo che Jun aveva riabbassato.
-Voglio solo cercare di capire cosa sta succedendo in quel monastero, sono stato mandato qui per questo e... voglio aiutarti- dissi.
-Lo diceva anche lui...- rispose Jun mordendosi un labbro.
-Lui chi...? L'Abate?- chiesi quasi certo che di lui stava parlando e infatti lo vidi annuire.
-Quando i miei morirono tre anni fa anche io avevo contratto lo stesso male, però io riuscii a sopravvivere, ma ero troppo debole per soppravvivere da solo. I monaci seppellirono i miei genitori nel cimitero del monastero e... mi presero con loro, mi diedero una stanza e dissero che sarei diventato uno di loro, che avrebbero pensato loro a me da quel momento in poi, pensavo che l'Abate fosse una persona buona, ma... prese la mia terra e...-
Sembrava che Jun soffrisse mentre ricordava, e avrei voluto dare sollievo a quel dolore ma... non sapevo come fare.
-Alcuni monaci mi guardavano in modo diverso, io ero debole ancora e passavo gran parte del tempo a letto nella mia stanza, ma una notte...qualcuno entrò nella mia stanza, mi mise una mano sulla bocca per non farmi urlare e cominciò a toccarmi, volevo urlare ma non ci riuscivo ed ero troppo debole per ribbellarmi e lui si prese ciò che voleva senza problemi lasciandomi poi semi svenuto-
Stavo raggelando, avevo visto cosa era successo con il Cellaro ma... mai avrei pensato a una cosa del genere, chi poteva aver approfittato di lui in quel modo? Di un ragazzo malato e indifeso? Sapevo che non poteva essere stato il Cellaro, nessuno avrebbe continuato a darsi alla persona che gli aveva fatto violenza, anche se era per fame nessuno lo avrebbe mai fatto; ma allora chi era stato?
-E' stato l'Abate...?- osai chiedere, ma mi sorpresi quando Jun scosse la testa.
-Il... il Priore- disse.
Rimasi scioccato la persona che sembrava disprezzarlo di più... non riuscivo a capire perchè... non avrei mai sospettato di lui dopo quello che aveva detto giorni prima, sembrava odiare Jun sembrava essere disgustato da lui come qualsiasi eclesiastico bigotto, ma mai avrei creduto che invece...
-Cercai di fuggire ma... ogni volta mi riportavano indietro e... ogni volta succedeva di nuovo... ma un giorno l'Abate scoprì quello che mi faceva e... era furioso ma coprì tutto quanto, mi lasciò andare via ma... non mi restituì le terre e da quel momento dipendo da loro per sopravvivere- mi spiegò infine.
Ero scioccato, non potevo credere a tutto quello che mi stava dicendo Jun, io credevo nella chiesa nei religiosi, mentre ora mi stava crollando un mondo, il mio mondo e Jun ora... stava piangendo? Stava davvero piangendo? Perchè lo guardavo mentre lacrime silenziose gli rigavano il viso e non riuscivo a dire nulla? Ero talmente scioccato... e possibile che lo trovassi così bello? Nonostante il viso sporco, il corpo magro... era così dolce ogni linea del suo viso, quel continuo mordersi le labbra, il batter le ciglia nascondendo per un attimo quegl'occhi grandi e scuri...
Misi una mano sul suo viso senza neanche accorgermene, anche lui sembrò sorpreso tanto quanto me del mio stesso gesto, ma finalmente tornò a guardarmi negl'occhi, tolsi lentamente la mano dalla sua guancia asciugando però con la mia pelle le lacrime che si erano posate su di essa, Jun mi guardò per un altro istante, poi chiuse gli occhi e con un tocco leggero posò le labbra sulle mie.
Era un bacio casto, era per me un saluto normale quello che spesso si dava tra monaci, ma il bacio di Jun mi diede una sensazione del tutto diversa, sentivo un brivido percorrermi la schiena e ne volevo di più, ma senza neanche dire una parola Jun intensificò quel bacio fino a far dischiudere le mie labbra per accogliere la sua lingua nella mia bocca, era una sensazione che ovviamente non avevo mai provato ma era così inebriante che mi lasciai cadere all'indietro mentre Jun mi spingeva a terra senza nessuna protesta continuando a concentrarmi sulle labbra di Jun che ancora erano sulle mie, il bruciare delle sue mani sul mio corpo, quei tocchi che sapevo essere proibiti, ma nonostante la mia testa mi diceva che era sbagliato, il mio corpo voleva sempre di più e mi ritrovai eccitato e nudo contro il corpo di Jun che si tendeva su di me per poi accogliermi dentro di se, quel calore così improvviso e così intenso mi fece gridare mentre Jun si muoveva dandomi sempre più piacere, facendomi scordare chi ero, perchè ero lì, ma beandomi solo di quelle senzazioni che stavano diventando sempre più forti... concrete... fino a che non esplosero raggiungendo il culmine.
Un ora dopo mi svegliai spalancando gli occhi all'improvviso, convinto di aver sognato tutto, ma quando sentii accanto e me qualcuno che rannicchiato su un fianco mi dormiva vicino mi girai e vidi Jun nudo accanto a me che mi si faceva vicino per rimanere al caldo, non avevo sognato e ne ero stremamente felice.
Il fuoco si era spento e sembrava infreddolito così cercando di non svegliarlo lo coprii con la coperta che mi aveva messo addosso, lo osservai dormire per un pò, respirava lentamente, le labbra leggermente dischiuse, sembrava così fragile...
Si mosse e una ciocca di capelli gli cadde sul viso, gliela spostai e la tirai indietro, Jun si mosse leggermente poi aprì gli occhi ancora assonnato.
-Scusami non volevo svegliarti- dissi.
Lui si stiracchiò mettendosi supino, poi non so esattamente perchè, ma... gli diedi un bacio sulla fronte, rimase sorpreso e mi guardò confuso tirandosi poi a sedere.
-Scusami... non so perchè l'ho fatto- dissi subito nel panico.
-Grazie- disse poi d'un tratto sorprendendo me sta volta, -Sei la prima persona che è stata davvero buona con me-
Lo abbracciai per istinto stringendolo forte a me, ero così triste ma anche arrabbiato per quello che gli era stato fatto in quegli anni da persone di cui invece si sarebbe dovuto fidare.
-Sai perchè l'Abate non disse nulla di quello che era successo?- mi chiese poi mentre lo tenevo ancora abbracciato, lo lasciai andare e tornammo entrambi a sederci, presi la coperta e l'avvolsi intorno a entrambi per stare al caldo, poi aspettai che Jun rispondesse alla sua stessa domanda.
-Il Priore... è suo fratello minore- arrivo poco dopo la risposta.
-Non lo sapevo- dissi.
-Ma le terre? Perchè non hai provato a fartele ridare?- chiesi.
-Ci ho provato, ma... tu sai cosa succederebbe se qualcun altro avesse scoperto cosa mi aveva fatto?- chiese poi lui.
Lo sapevo bene, per la chiesa il colpevole sarebbe stato lui, il Priore sarebbe stato scomunicato, ma lui... lui sarebbe stato bruciato sul rogo, per espiare la colpa di aver accolto dentro di se un altro uomo.
-Lo so- risposi poi; -E il Cellaro?- chiesi.
-Mi da da mangiare- disse lui stringendo le ginocchia al petto, -Lo fa su ordine dell'Abate, ma delle volte mi da un pò di più se...- lo strinsi di nuovo a me sotto la coperta, quel ragazzo stava vivendo di supprusi e... io non ce la facevo più a sentire altro per quella sera, quindi rimasi lì ancora un pò in silenzio finchè lui non si addormentò con la testa sulla mia spalla, poi lo distesi, lo coprii e me ne andai per raggiungere il monastero prima che si facesse l'alba.