Eccoci di nuovo oggi sarò breve che poi mi guardo un film (si deve documentare per scrivere una nuova fict U____U lo faccio per voi U____U).
Abbiamo lasciato i nostri dolci piccioncini alle soglie di una battaglia, cosa succederà...
Titolo: Ai wa Moumoku no
Fandom: Arashi
Genere: AU, Storica
Capitoli: 4 di 20
Raiting: Dal PG-15 all' NC-17
Pair: Sakumoto
Desclaimers: non sono miei perchè loro si ammmano<3<3
Ringraziamenti: A harin e Jinny che hanno aspettato che mi passasse la crisi durata quasi 1 mese per poterla finire di leggere.
Post Precedenti:
Intro,
Cap.1,
Cap,2,
Cap.3 Capitolo 4
Raggiunse il suo contingente poco prima che il padre stava per dare l'ordine di attaccare.
-Dov'eri?- lo rimproverò il padre.
-Mi dispiace- si scusò con un inchino.
-Ora non importa, cerca di fare del tuo meglio, proteggi i tuoi uomini- si raccomandò il padre.
-Si padre- disse Sho poi insieme sfoderarono le spade e diedero l'ordine di attaccare.
Jun sentì le grida dell'inizio dello scontro e rimase immobile, ancora non era arrivato alla radura e l'ansia dell'attesa lo stava già divorando, continuò a proseguire, cencando di non ascoltare le urla che provenivano da non molto lontano e quando arrivò alla radura si sedette sull'erba, non sapeva quanto avrebbe dovuto attendere ma sperava che finisse tutto in fretta e che Sho tornasse presto.
L'esercito messo insieme da Akimura era più numeroso di quanto si aspettassero, non come il loro ma avevano usato il fattore sorpresa e adesso lo Shogun e i suoi uomini erano in svantaggio, la battaglia si stava metttendo male e furono costretti ad arretrare verso il palazzo.
-Padre ci stiamo mettendo con le spalle al muro- disse Sho avvicinandosi al padre.
-Lo so- disse l'uomo sofferente e in quel momento Sho si accorse che era ferito.
-Padre!- gridò cercando di aiutarlo.
-Sto bene- disse l'uomo allontanando il figlio; -le cose si stanno mettendo male, devi pensare a combattere ora, non ti preoccupare per me-
In quel momento le porte del palazzo furono sfondate e Akimura entrò seguito dai suoi uomini, era finita ormai e lo sapevano, l'unica cosa che potevano fare era lottare fino alla morte, padre e figlio si scambiarono un cenno, poi si divisero, Sho si portò a destra attaccando su un lato, mentre il padre attese l'arrivo di Akimura, solo con lui si sarebbe scontrato ora.
-La tua ambizione supera ogni mia aspettativa- disse quando l'uomo gli fu difronte.
-E la tua stupidità la mia- rispose questo; -Credevi di spaventarmi con un esercito più numeroso, ma a me non importa di sacrificare del sangue se posso ottenere il potere- disse Akimura, poi non attese, attaccò, fu uno scontro impari, lo Shogun era gravemente ferito e nonostante la sua egregia lotta contro l'altro alla fine fu colpito.
Sho vide solo cadere suo padre e un grido gli uscì dalla gola, di rabbia e dolore, si diresse verso l'assassino del padre, uccidendo chi si opponeva, ma erano troppi e d'un tratto qualcosa lo trafisse, qualcuno lo sorresse mentre cadava ma in quel momento non avrebbe saputo dire di chi si trattasse, sentiva le forze abbandonarlo.
-Signorino resista. Respingeteli!- urlò la voce della persona che lo aveva sorretto; -ora la porto in salvo- disse ancora quella voce, poi perse i sensi.
Jun continuò a suonare, ignorando le grida, cercando di rimanere calmo ed aspettare, continuò così a suonare finchè le dita non gli fecero male, ma continuò, non avrebbe smesso finchè non fosse tornato il silenzio e dopo ore e ore, dopo che si fece buio di nuovo e tornò l'alba alla fine tutto sembrò cessare. Jun posò il suo strumento e rimase ad ascoltare, nulla poteva dirgli cosa era successo, poteva solo sperare che Sho arrivasse presto, aveva passato un giorno intero senza mangiare ne bere e solo in quel momento si rese conto della necessità, bevvè e si nutrì con del pane che aveva messo nella borsa, non aveva altro, ma dopotutto non gli sarebbe servito, Sho lo aveva promesso... sarebbe tornato a prenderlo.
Ma l'attesa fu invana e tornò il buio...
-S...sho- sussurrò mentre una lacrima gli scendeva lungo la guancia.
Glielo aveva promesso, eppure perchè non arrivava?
Jun si distese sull'erba e si raggomintolo su se stesso, cercando di non piangere, di pensare che forse semplicemente non poteva venire in quel momento, così facendo si addormentò sfinito.
Ma il mattino dopo Sho non c'era, Jun non poteva più aspettare lì, decise di dirigersi verso il paese, in realtà non sapeva la strada, da quando aveva 8 anni non era mai uscito dal palazzo se non per accompagnare Sho da qualche parte, ma gli bastava seguire i rumori, così in poco tempo trovò il sentiero che portava in città, quando arrivò alle prime case potè sentire l'odore di morte tutt'intorno, la disperazione, l'odore di bruciato, cercò di non farsi notare, ma erano tutti troppo presi a salvare le proprie cose o a piangere i loro cari per prestare attenzione, Jun cominciò ad ascoltare quel che diceva la gente, capì che la battaglia si era spinta fin nel palazzo, che avevano appiccato il fuoco alle case e... che lo Shogun era morto. Akimura lo aveva ucciso, l'esercito era stato sconfitto.
Quando Jun capì quello che era veramente successo si sentì morire, che fine aveva fatto Sho? Come era potuto succedere che fossero stati sconfitti?
Disperato cominciò a chiedere alla gente, se qualcuno sapeva che era successo, se sapevano se qualcuno si era salvato, ma nessuno lo stava ad ascoltare, lo cacciavano via troppo impegnati a portar via le loro cose e a trovare un posto sicuro prima che Akimura bruciasse tutto.
-Va via- disse un uomo spingendolo e facendolo cadere a terra.
-Sono morti tutti! Akimura ha ucciso lo Shugun e suo figlio lo ha seguito poco dopo! E se non vuoi morire anche tu farai meglio ad andartene cieco!- disse l'uomo, poi ripartì con il suo carretto pieno delle cose che era riuscito a portare via.
Jun rimase immobile. Morto? Glielo aveva promesso, gli aveva detto che non sarebbe successo nulla che sarebbe tornato! Non poteva essere morto, non poteva! Un grido disperato si alzò dalla gola di Jun mentre cercava di ripetersi che non era vero, che non era possibile.
Quando cominciarono ad appiccare il fuoco, la gente cominciò a gridare, ma Jun rimase immobile, per lui non aveva senso scappare, dove sarebbe andato? Non aveva nessuno, lui aveva solo Sho e lo aveva perso per sempre.
Non si accorse nemmeno quando qualcuno lo sollevò da terra trascinandolo via insieme alla gente che scappava, lo portarono fino fuori la città, poi molta gente si fermò e la persona o le persone che lo aveano portato finò lì lo misero a terra.
-Stai bene?- chiese un uomo, ma Jun non rispose.
-E' cieco non lo vedi- bisbigliò una donna al suo fianco.
-Faresti meglio ad andare via da qui ragazzo- disse dandogli una pacca sulla spalla, poi si allontanò insieme alla donna.
-Andare via- disse Jun, quasi un rantolo erano state quelle due parole.
Infine si alzò, strinse il bastone nella sua mano, strappò un pezzo del suo chimono e coprì la parte intagliata in osso del suo bastone, lo afferrò di nuovo e cominciò a seguire la strada. Non gli importava cosa gli sarebbe successo, poteva anche morire in quell'istante, ormai nulla gli importava più.