Jun ha sentito quegli uomini al mercato e adesso nel suo cuore c'è un barlume di speranza di ritrovare il suo Sho vivo, ma sarà davvero lui o saranno solo dei briganti che si vogliono far belli?
Titolo: Ai wa Moumoku no
Fandom: Arashi
Genere: AU, Storica
Capitoli: 7 di 20
Raiting: Dal PG-15 all' NC-17
Pair: Sakumoto
Desclaimers: non sono miei perchè loro si ammmano<3<3
Ringraziamenti: A harin e Jinny che hanno aspettato che mi passasse la crisi durata quasi 1 mese per poterla finire di leggere.
Post Precedenti:
Intro,
Cap.1,
Cap,2,
Cap.3,
Cap.4,
Cap.5,
Cap.6
Capitolo 7
-Ma perchè siamo andati via- bordottò Masaki per la centesima volta.
-Per me puoi anche tornare indietro, non ti ho chiesto di seguirmi, anzi se te ne vai mi fai un piacere- rispose Jun.
-Stai andando a farti ammazzare, non posso lasciarti andare da solo- disse Masaki.
Ci fu un attimo di silenzio e Jun ringraziò il cielo per un pò di pace, ma fu una mera illusione...
-Ne Jun torniamo indietro- piagnucolò di nuovo Masaki; -Ti volevano adottare! E io avrei lavorato per loro come guardia!- disse Masaki cercando di convincerlo, ma era tutto inutile.
-Mi spieghi perchè vuoi farti ammazzare così?- chiese Masaki, -Sono dei briganti, sarà un divertimento per loro ammazzare un cieco-
-Non mi interessa di morire, ma devo scoprire una cosa...- rispose Jun.
Infine Masaki si rassegnò, Jun era cocciuto, ma non poteva lasciarlo andare da solo, quindi continuò a seguirlo e presto Jun si scocciò di ripetergli di andarsene e si rassegnò anche lui ad avere un compagno di viaggio.
Quando scese la sera si erano già addentrati nella foresta e quando ormai fece buio si fermarono per riposare.
-Mi dici almeno perchè vuoi trovare questa gente?- chiese Masaki mentre con un bastone muoveva il fuoco per farlo attecchire un pò di più.
-Voglio incontrare il loro capo, devo scoprire se è davvero il figlio del vecchio shogun- rispose Jun, lo sguardo fisso sulla fiamma senza vederla minimamente ma sapendo perfettamente dove fosse.
-Cosa hai a che fare tu con lui?- chiese ancora Masaki.
-Perchè fai tutte queste domande? Non puoi farti gli affari tuoi almeno per una volta!- protestò Jun alzando la voce.
-Sono solo preoccupato per te- rispose Masaki chinando la testa dispiaciuto.
-Siamo... siamo cresciuti insieme, credevo fosse morto 3 anni fa, e voglio scoprire se quello che diceva quella gente è vero- rispose infine Jun, nella sua voce Masaki aveva sentito una certa malinconia, Jun sembrava davvero aver bisogno di scoprire se quello che avevano detto era vero.
Masaki si svegliò attirato da un suono, era dolce e lento, quando aprì gli occhi il fuoco si era quasi spento ma notò che Jun non c'era dove si era coricato, così si alzò e seguì quel dolce e meraviglioso suono, sicuro che lo avrebbe portato da Jun, così si avvicinò piano facendo il minor rumore possibile per evitare che Jun smettesse di suonare e si fermò un pò lontano osservandolo suonare.
Non lo aveva mai visto suonare il flauto, eppure lo portava sempre legato alla sua cintura, non se ne saparava mai. Quella melodia era così bella ma anche malinconica come lo era stata la voce di Jun quella sera, fece qualche passo per poter udire meglio, ma in quel momento Jun smise di suonare.
-Cosa vuoi?- chiese senza neanche girarsi dalla sua parte.
-Perchè hai smesso era bellissima- rispose Masaki.
Jun lo ignorò, si alzò in piedi e legò di nuovo il flauto alla sua cintura.
-Questo flauto non lo suono per nessuno- rispose semplicemente Jun, poi si avviò verso Masaki per tornare dove si erano accampati, quando improvvisamente si fermò di colpo.
-Che c'è?- chiese Masaki.
-Shhhhhhh- lo intimò di far silenzio rimanendo in ascolto.
-C'è qualcuno! Andiamo!- disse svelto Jun e per la prima volta chiese il sostegno di Masaki per essere guidato porgendogli il braccio, tornarono così velocemente verso il loro accampamento, presero la loro roba e attesero in silenzio.
Quella calma era quasi innaturale, quasi palpabile tanto sembrava densa e reale, poi dei movimenti rapidi e veloci che anche Masaki riuscì a percepire, sguainò la sua katana e anche Jun fece lo stesso.
Poco dopo una decina di uomini li aveva circondati.
-Cosa volete! Non abbiamo nulla!- disse subito Masaki facendo un passo avanti ma rimanendo sempre in guardia.
-Masaki!- lo riprese Jun.
-Oh tra i due è il cieco quello che comanda!- disse qualcuno ridendo alla destra di Jun.
Jun si mosse con una rapidità incredibile e portò la spada sotto la gola di quello che aveva appena parlato.
-Ok calmiamoci- disse qualcuno venendo avanti da solo mostrando che era disarmato, era abbastanza piccolino, poteva sembrare un ragazzino ma sembrava essere lui a comandare quella schiera di uomini.
-Cosa ci fate qui? Non sapete che è un posto pericoloso?- chiese questo.
-Voglio parlare con il vostro capo- disse semplicemente Jun, facendosi indietro e rinfoderando la spada.
-Con il nostro capo?- ridacchiò, -E' impossibile!- disse poi.
-Non me ne andrò finchè non ci avrò parlato!- rispose Jun alzando la voce.
-E perchè vorresti parlare con lui?- chiese d'un tratto.
-Non sono affari tuoi- rispose stizzito Jun.
"Allora non fa così solo con me!" pensò Masaki sentento rispondere così Jun.
-Andateve o sarà peggio per voi- disse il ragazzo, dandogli poi la schiena, gli altri uomini fecero scorrere le spade fuori dai foderi come avvertimento.
-Potete provare anche ad ucciderci, ma io non me ne vado finchè non ci avrò parlato!- disse Jun deciso sguainando la spada e facendosi avanti pronto a difendersi.
-Volete farvi uccidere?- chiese il ragazzo voltandosi di nuovo verso di loro.
-Non sarò io quello ad essere ucciso- rispose Jun, aveva una tale sicurezza di se che Masaki si sentiva un idiota in quel momento, si perchè lui pensava che se avessero attaccato sarebbero stati spacciati, mentre invece Jun non aveva nessuno dubbio sul fatto che invece lui ce l'avrebbe fatta.
-Chi vi credete di essere?!- disse alzando la voce il ragazzo, sembrava che Jun lo avesse fatto arrabbiare.
-E voi chi credete di essere?! A me sembrate solo una banda di briganti e nient'altro! Forse le voci che sia il figlio del vecchio shogun a guidarvi sono solo menzogne. Siete solo una banda di ladruncoli- rispose Jun.
-Jun...- sussurrò Masaki, la cosa sembrava mettersi male e stuzzicarli non sembrava proprio la cosa migliore.
-Se mi dici perchè vuoi vedere il nostro capo forse vi lasceremo comunque andare via vivi- disse il ragazzo cercando di ritrovare la calma nella voce.
-Voglio sapere se è veramente il figlio dello shogun- rispose Jun.
-E perchè che cosa hai a che fare tu con lui?- chiese ancora, ormai era chiaro che se non avesse avuto una risposta non li avrebbe lasciati andare vivi.
-Questo non vi deve interessare. Che questo vi basti per convincervi a portarmi da lui- disse Jun, poi frugò nelle sue vesti e tirò fuori un oggetto che portava legato al collo.
-E' il simbolo dello shogun...-
-Si è proprio quello...-
-Come fa ad averlo un cieco...-
I bisbigli tra quegl'uomini dilagarono come alla vista di qualcosa di sorprendente.
Anche Masaki osservò con meraviglia l'oggetto che Jun portava al collo, non lo aveva mai visto in vita sua però effettivamente somigliava a quello che raccontavano fosse il simbolo del precedente shogun.
-Allora?- chiese poi Jun facendo tornare il silenzio, l'unico che non si era mosso ne aveva parlato era proprio quel ragazzo che fissava ancora Jun leggermente confuso.
-Ok, vi porteremo dal capo, ma dovete consegnarci le armi- disse poi questo.
-Cosa?!!!!- protestò Masaki immediatamente, non aveva la minima intenzione di farsi disarmare così; ma poco dopo Jun lasciò cadere a terra la sua spada.
-Getta la spada anche tu- disse poi il ragazzo a Masaki.
-Non ci penso proprio- rispose subito Masaki.
-Allora morirai- disse guardandolo freddamente.
-Masaki butta la spada- disse poi Jun.
-No! Sei impazzito?! Non ho intenzione di farmi uccidere!- protestò.
Jun sbuffò, poi mosse il suo bastone colpendo la mano di Masaki che mollo di colpo la spada facendola cadere a terra.
-Itaiiiiiiiiiii!!!!!!!!- urlò questo tenedosi il polso.
Un secondo dopo furono circondati e immobilizzati, fin quando le armi non furono prese da alcuni uomini.
-Seguiteci- ordinò poi il ragazzo.