Eccomi qui, mi scuso per il ritardo ma ieri non sono stata quasi per niente in casa, ma eccomi subito a rimediare e vi posto immediatamente senza perdermi in ciance.
Titolo: Ai wa Moumoku no
Fandom: Arashi
Genere: AU, Storica
Capitoli: 11 di 20
Raiting: Dal PG-15 all' NC-17
Pair: Sakumoto
Desclaimers: non sono miei perchè loro si ammmano<3<3
Ringraziamenti: A harin e Jinny che hanno aspettato che mi passasse la crisi durata quasi 1 mese per poterla finire di leggere.
Post Precedenti:
Intro,
Cap.1,
Cap,2,
Cap.3,
Cap.4,
Cap.5,
Cap.6,
Cap.7,
Cap.8,
Cap.9,
Cap.10 Capitolo 11
Era l'alba e tutti ancora dormivano, solo alcune guardie erano sveglie e controllavano l'esterno della radura, nessuno disse nulla quando uscì dalla grotta e a passo lento e silenzioso si avviò verso il margine della radura entrando nella foresta, non si allontanò molto ma voleva stare un pò per conto suo, ogni tanto si fermava alzava il bastone e cercava di capire quanto spazio libero c'era intorno a lui, quando finalmente sembrò aver trovato il posto giusto, posò il bastone e si mise al centro dello spazio respirando con calma e lentamente; fece scorrere la spada via dal fodero e cominciò gli esercizi, nessuno vedendolo avrebbe mai detto che fosse cieco, si muoveva con una leggerezza e agilità impressionanti facendo roteare la spada velocemente, il tutto sembrava quasi una splendida danza.
-Perchè mi hai seguito?- chiese Jun d'un tratto riponendo la spada nel fodero.
-Mi hai sentito arrivare?- chiese Sho.
-Ti ho sentito già quando son passato vicino alla tua stanza- rispose Jun.
-Non ti è mai sfuggito nulla- ridacchiò Sho porgendo a Jun il bastone che aveva lasciato contro un albero -Dovresti cambiarlo è rovinato-
-Mi piace così- disse Jun e istintivamente lo portò un pò indietro.
-Sta tranquillo non ho intenzione di romperlo- rispose subito Sho ricordando quello che aveva combinato già una volta da bambino rompendo il vecchio bastone di Jun.
-Non sapere quando mi potresti togliere le cose dalle mani mi infastidisce- rispose Jun stizzito.
-Non lo farò- rispose Sho.
-Posso chiederti una cosa?- chiese poi Jun.
Sho annuì, poi si girò e cominciò a camminare, Jun seguì i suoi passi a poca distanza.
-So che avete difficoltà con i daimyo, davvero non riuscite a scoprire quali Akimura tiene sotto minaccia?- domandò Jun.
Sho si fermò di botto e Jun fece altrettanto, lo sentì girarsi a guardarlo poi disse:
-Tu come lo sai? Anzi no guarda... non lo voglio sapere! Non dovresti sapere nulla di questa storia!- si accigliò Sho.
-Non ti fidi di me forse?- chiese Jun, ora era arrabbiato; -Se è così... beh vieta ai tuoi uomini di bere perchè diventano dei gran chiacchieroni sotto l'effetto di un pò d'alcool!-
-Non lo sto dicendo perchè non mi fido!- rispose Sho acido; -Semplicemente non ha nulla a che vedere con te! E se proprio ti devo rispondere... Si! Non riusciamo a sapere chi sono, sappiamo che Akimura ha una pergamena nel suo studio, ma Nino non è ancora riuscito ad avere l'accesso a quelle stanze che sono sempre strettamente sorvegliate quando Akimura non è presente-
-Posso aiutarvi in qualche modo? Io potrei...-
-No!- esclamò Sho; -Non ci serve il tuo aiuto, e poi... cosa potresti fare, tu...-
-Certo hai ragione cosa può fare uno stupido cieco?- urlò Jun, -So quali sono i miei limiti Sho! L'ho sempre saputo!- detto questo lo superò e se ne andò, era infuriato Sho lo trattava come se non fosse in grado di fare nulla, sembrava quasi che era un peso per lui e Jun cominciava a non sopportarlo più. Non era solo il fatto che sembrasse vergognarsi di lui, che lo cercava solo la sera, quando non era in compagnia di qualche donna, ma quel senso di distacco, come se non si conoscessero da sempre, come se quello che c'era tra loro 3 anni prima fosse stato solo un gioco tra bambini; ma... forse per Sho era così, ma per Jun era diverso, lui lo amava come una volta e non voleva che Sho lo considerasse un peso, non voleva che ogni notte dopo aver fatto l'amore Sho se ne andasse lasciandolo solo. Capiva la posizione di Sho, non doveva far vedere ai suoi uomini le sue debolezze, e Jun non voleva essere una debolezza per Sho, anzi voleva aiutarlo, ma Sho continuava a trattarlo come un bambino, ma non era cresciuto solo Sho era cresciuto anche lui e non era più un bambino.
-La situazione non sta cambiando e molta gente ormai sa dove potremmo essere nascosti, se attendiamo ancora ci scoveranno!- disse un uomo.
-Non possiamo attaccare senza un alleanza lo sapete bene- rispose pacatamente Satoshi.
-Credete che Ninomiya riuscirà a trovare il modo di mettere le mani sui documenti di Akimura?- chiese qualcun altro.
-Ci riuscirà... ne sono sicuro- rispose Satoshi ma non sembrava poi essere molto sicuro.
-Il problema è che Akimura non si fida di nessuno, dobbiamo dare tempo a Nino per guadagnarsi la sua fiducia- disse Sho.
-Dovremmo provare a mandare qualcun altro!-
-Non possiamo aspettare ancora!-
Un boato di lamentele si alzò tra gli ufficiali, chi diceva che non si poteva più aspettare chi cercava di calmare gli animi dicendo che c'era ancora tempo.
Jun rimase in ascolto fuori dalla porta, poi gli venne un idea e anche se sapeva che non aveva il diritto di partecipare a quella conversazione, fece irruzione nella stanza facendo tornare così il silenzio.
-Cosa ci fai qui?!- chiese Sho accigliato.
-Mandate me- disse soltanto.
-Cosa diamine stai dicendo?!- urlò Sho.
-Jun torna nella tua stanza- disse dolcemente Ohno.
-Nessuno mi noterà e sarà facile per me entrare a palazzo- continuò Jun ignorando la richiesta di Satoshi.
-Come credi di poter entrare?- chiese Sho acido.
-Per tre anni ho vagato da città a città e mai nessun signore mi ha rifiutato accoglienza dopo avermi sentito suonare- rispose Jun.
-Qui stiamo parlando di andare a rubare dei documenti che sono sempre sorvegliati, non è una cosa da far fare a un cieco!- Sho era furioso ormai.
-Eppure forse il ragazzo ha ragione- disse uno degli uomini, probabilmente il più anziano data la voce calma e profonda.
-E' troppo pericoloso!- esclamò Sho.
-So cavarmela da solo!- rispose Jun.
-Il signorino ha ragione Jun, è pericoloso, Akimura non ha scurpoli, se ti dovesse scoprire...-
-Non succederà!- disse Jun interrompendo Satoshi; -Come ha detto... il mio signore...- disse esitando per un istante ad usare quell'appellativo che non aveva mai usato con Sho; -sono un cieco e quindi sicuramente darò meno nell'occhio di chiunque altro-
-Non se ne parla! E oltretutto Akimura ti conosce- disse Sho.
Un bisbiglio si espanse nella sala, tutti si chiedevano come quel ragazzo potesse conoscere Akimura.
-Ero un bambino allora! Non mi riconoscerà!- protestò.
-Quanti anni avevi allora ragazzo?- chiese lo stesso uomo che aveva parlato prima.
-Otto- rispose; -Fu Akimura a portarmi a palazzo 13 anni fa quando persi i miei genitori-
Altri bisbigli percorsero la sala.
-Non credo che il ragazzo possa essere scoperto, ma indubiamente è molto rischioso- disse poi l'uomo.
-Kitagawa-san è cieco non può andare lì per noi- disse Sho, ma il tono di voce tornò calmo e riverente, provava rispetto per quell'uomo.
-Il ragazzo vuole aiutarci e credo sia l'unico ad avere qualche chance di non dare nell'occhio, ma ciò non toglie che è molto pericoloso. Te la senti sul serio ragazzo?- chiese l'uomo.
Jun rimase in silenzio, sapeva che era pericoloso e sapeva a cosa andava incontro ma voleva farlo, non era solo il modo per dimostrare a Sho che era in grado di cavarsela da solo, ma era per fargli capire che non era più un bambino, che voleva essere trattato al pari di chiunque altro, ma voleva sul serio aiutarlo e anche se pericoloso non gli importava.
-Si- rispose poi sicuro.
-Bene- disse l'uomo, -Ti faremo accompagnare da qualcuno, così sarai più al sicuro-
-Può venire Masaki con me, fingeremo di essere fratelli- disse Jun.
-Ok, faccio subito avvisare Nino del vostro arrivo, vi aiuterà lui quando sarete a palazzo- disse Satoshi, poi uscì dalla stanza alla ricerca di un messaggero da inviare.
Non poteva vedere Sho ma sentiva che era contrariato e ancora molto arrabbiato, ma in quel momento Jun si sentiva quasi soddisfatto di averlo fatto arrabiare così tanto; uscì dalla stanza dicendo che si sarebbe preparato a partire per l'indomani e tornò nelle sue stanze, si sedette sul letto e posò il bastone, poi si lasciò cadere con la schiena sul letto.
Era un pò spaventato non poteva negarlo, ma era deciso a farlo ormai, stava ancora riflettendo quando qualcuno entrò nella stanza e lui tornò a sedersi.
-Non ci andrai- disse la voce di Sho.
-E' stato tutto deciso ormai- rispose Jun.
-E' troppo pericoloso!-
-Non mi importa! Per 3 anni ho rischiato di essere ucciso da briganti e malfattori e non solo ucciso te lo assicuro, ma so badare a me stesso, te l'ho già detto- ripetè per l'ennesima volta.
-Non cambierai idea vero?- chiese Sho digrignando i denti.
-No- rispose secco Jun.
-Bene, allora fa come ti pare!- urlò Sho uscendo.
Sho probabilmente non avrebbe mai capito perchè lo stava facendo.