Jun 25, 2008 13:04
Prima di tutto grazie harin questo avatar è perfetto, rispecchia come vedo Jun nella fict e non la versione vera di quando aveva 17 anni, che era un piccolo ranocchietto; spero non ti dispiaccia che l'ho usato qui^^
Allora ci ho messo un secolo per deciderne il titolo e per farlo ho anche cambiato un pezzettino in modo che fosse adatto, ora non è ancora il miglior titolo che potevo trovare, però non mi è venuto in mente nient'altro di buono.
Non sò ancora quanto sarà lunga per ora sono al 5 capitolo, spero però d riuscire a scrivere il più veloce possibile e di non avere nessun blocco di sorta.
Titolo: Innocence
Genere: angst, au
Fandom: Arashi
Raiting: R (almeno per il momento)
Pairing: Sakumoto (perchè sono ossesionata XD)
Desclaimers: loro due non sono miei e se lo fossero forse Jun non sarebbe molto daccordo su quello che gli faccio sempre capitare quindi forse è meglio così, per la mia sopravivenza XD
Note: esigo che non vediate Jun nella vera versione 17enne, perchè il Jun di questa fict è come quello dell'avatar
Capitolo 1
-Conto su di lei, è giovane e il suo curriculum è spettacolare-
-La ringrazio preside- disse inchinandosi.
-Di cosa, è una fortuna averla qui con noi Sakurai-sensei; sarà un po’ nervoso credo, è il suo primo incarico-
-In effetti, un pochino lo sono, si- rispose il giovane professore.
-Non si preoccupi, questa è una scuola tranquilla, vedrà che andrà benissimo, si rilassi- disse dandogli una pacca sulla spalla di incoraggiamento; -Kitayama-sensei!- chiamo il preside.
-Si!- rispose una ragazza molto bella e forse solo di poco più grande di lui.
-Accompagni Sakurai-sensei alla sua classe- ordinò lui alla giovane professoressa.
-Con piacere. Prego di qua!- disse indicandogli la strada.
-La ringrazio ancora preside- disse con un inchino, poi segui la professoressa.
-E’ da tanto che lavora qui Kitayama-sensei?- chiese mentre percorrevano il corridoio.
-Chiamami Umi, dopotutto abbiamo la stessa età- disse lei.
-Solo se anche tu mi chiami Sho- rispose lui.
-Ok. Comunque sono qui da poco anch’io. Questa scuola è piuttosto tranquilla, vedrai ti troverai molto bene- disse lei cercando di rassicurarlo.
-Lo spero proprio, sono molto felice di essere qui- disse sorridendo, insegnare era sempre stato il suo sogno ed ora trovarsi lì al suo primo incarico con la sua prima classe gli sembrava quasi un sogno.
-Eccoci arrivati!- disse lei fermandosi.
Sho alzò lo sguardo leggendo il cartellino sopra la porta… 3A, quella sarebbe stata la sua prima classe.
-Buona fortuna allora- disse Umi allontanandosi poi per il corridoio.
Sho rimase solo davanti alla porta, era emozionato e soprattutto aveva paura di sbagliare qualcosa e di non saperli gestire.
Prese un respiro profondo e poi aprì la porta; come entrò nell’aula i ragazzi si misero ai loro posti.
-Buongiorno, io sono il nuovo professore di storia e geografia, sarò anche il coordinatore di questa classe, il mio nome è Sakurai Sho- disse presentandosi e scrivendo il suo nome alla lavagna.
La classe sembrava piuttosto tranquilla ed educata, risposero al saluto e attesero in silenzio; così prese in mano il registro e cominciò a fare l’appello. Man mano che chiamava in nomi dei ragazzi, loro rispondevano e lui cercava di imparare i loro visi.
-Koizumi-
-Presente-
-Matsumoto-
…
-Matsumoto?-
Era preso ad osservare con sguardo perso il cielo fuori dalla finestra, quando cercava di concentrarsi su un punto riusciva quasi a dimenticarsi di tutto svuotando la mente dai pensieri e dalle preoccupazioni; poi fu improvvisamente colpito da qualcosa, all’apparenza sembrava solo una pallina di carta, però gli aveva fatto parecchio male, quindi dentro doveva esserci qualcosa.
-Ce l’ha con te scemo- gli disse il ragazzo che probabilmente aveva anche tirato la pallina.
-Matsumoto?- sentì chiedere dal professore.
-Presente- rispose per poi tornare a guardare fuori e ricevere un'altra pallina come quella di prima sul braccio destro, però sopportò il dolore e fece finta di nulla.
La lezione passò senza intoppi, sembrava una classe tranquilla. Solo un ragazzo gli sembrava molto strano, era rimasto così assorto a guardare fuori, che in fondo nonostante sapesse che non stava seguendo la lezione, non aveva avuto il coraggio di richiamarlo.
Quando arrivò in sala professori, Umi gli corse incontro.
-Come è andata?- chiese afferrandolo per un braccio.
-Bene, grazie- rispose lui, un po’ imbarazzato.
-Per festeggiare ti va di andare a bere qualcosa?- chiese lei.
-Non so… volevo organizzarmi la lezione di domani-
-Ma dobbiamo festeggiare il tuo primo giorno non puoi rifiutare, poi verranno anche Takamoto e Hibata sensei- disse lei cercando di convincerlo.
-Ok- rispose infine non volendo offendere i suoi nuovi colleghi.
-Allora ci vediamo alle 8 a questo indirizzo- disse porgendogli un biglietto.
Per tutta la sera Umi era stata seduta vicino a lui e aveva continuato a versargli da bere, tanto che ora si sentiva un po’ alticcio, ma non troppo da non poter tornare a casa da solo. Aveva trovato Takamoto-sensei molto simpatico, aveva una certa età ormai, ma si sentiva ancora un ragazzino; Hibata era diventato papà da poco e gli aveva raccontato le peripezie di essere padre; Umi era una ragazza splendida e molto bella, era un po’ invadente e impetuosa, però andava molto d’accordo con lei.
Quando all’incirca alle 10 uscirono dal locale, Sho salutò educatamente i suoi colleghi e poi cominciò a camminare dirigendosi per il suo appartamento.
Quella giornata era stata veramente ricca di emozioni ed era veramente felice, camminava distratto e con un sorriso ebete sulla faccia, quando improvvisamente notò un ragazzo camminare con sguardo basso lungo la strada, sembrava triste.
-Matsumoto tutto bene? Cosa ci fai in giro a quest’ora?- chiese con un sorriso.
Il ragazzo alzò lo sguardo un po’ spaventato e appena lo riconobbe scappò via correndo.
-Mats…- cominciò a urlargli dietro ma poi si fermò; non voleva spaventarlo, però era strano avesse reagito così, era solamente preoccupato di vederlo in giro da solo a quell’ora.
Quando pensò di essere abbastanza lontano si fermò, si era spaventato e poi c’era qualcosa nello sguardo di quell’uomo che quasi gli dava fastidio.
Guardò l’orologio e decise che era meglio tornare a casa, dopotutto prima o poi ci sarebbe dovuto tornare ugualmente.
Appena aprì la porta cominciò a sentire che stavano litigando di nuovo, sentiva sua madre piangere; si tolse velocemente le scarpe e corse in camera sua chiudendo di colpo la porta.
Le urla cessarono, poi sentì passi sulle scale e i lamenti della madre.
-Esci da lì- urlò l’uomo sbattendo un pugno sulla porta.
Si rannicchiò sul letto, cercando di ignorare le grida.
-Dove sei stato fino a quest’ora? Ti ho detto di aprire- urlò di nuovo.
-Lascialo stare lui non c’entra nulla- sentì piagnucolare la madre.
-Stai zitta. E’ colpa tua è come te…-
Ora litigavano di nuovo tra di loro, non ce la faceva più a sopportarli, li odiava entrambi; si mise il cuscino sopra la testa per cercare di soffocare le grida e frenare le lacrime.
Bene allora, spero vi piaccia, è ancora poco nel vivo, ma il prossimo capitolo si movimenterà già di più.
gnr: angst,
g: arashi,
p: sakumoto,
r: r,
gnr: au