Avevo promesso di postare oggi quindi eccomi qui, cosa dire? Questo capitolo comporta una decisione importante e si può considerare da una parte fondamentale e dall'altra no (insomma questo discorso è senza senso quindi leggete che sto solo scrivendo per riempire spazio XD)
Titolo: Iris
Autore: vampiretta ( su idea di harin)
Fandom: Arashi
Genere: angst (ma solo per il passato)
Raiting: R
Pairing: Sakumoto
Desclaimers: gli Arashi non sono miei, ciò che ho scritto si ma lo è anche di harin, quindi non è solo colpa mia XD
Post precedenti:
Prologo ,
Capitolo1,
Capitolo 2 Capitolo 3
-Buongiorno- disse entrando in camerino.
Gli altri 3 nella stanza risposero al suo saluto mentre continuavano ognuno la sua attività, si guardò subito intorno alla ricerca di Jun, ma sembrava non esserci.
”Forse non è ancora arrivato” pensò.
Si sedette e aprì il giornale per leggere qualche notizia durante l’attesa.
-Sho dobbiamo andare- disse Masa attirando la sua attenzione.
-Andare? Ma non dobbiamo aspettare Jun?- chiese confuso.
-No. Ha detto che aveva da fare, ha già parlato con il fotografo; farà le foto domani- spiegò Nino.
Anche se ancora un pò confuso Sho si alzò seguendo gli altri. Trovava la cosa molto strana, già aveva pensato parecchio allo strano comportamento di Jun la sera prima e ora non veniva al lavoro; si ripromise che appena finito il servizio lo avrebbe chiamato per vedere se era tutto apposto.
Aveva mentito; aveva mentito agl’altri perchè non se la sentiva di vedere Sho dopo la sera precedente. Così per non rimanere a casa era uscito a fare la spesa. Non sapeva veramente che fare con Sho, la notte scorsa ci aveva pensato un sacco di volte, prima si era detto “meglio lasciarlo per entrambi”, poi “però io lo amo, non voglio lasciarlo ora che lui vuole stare con me”.
Però prima o poi Sho avrebbe voluto... e lui che avrebbe fatto? Sapeva di non riuscirci, aveva troppa paura e se gli avesse chiesto perchè? Non poteva dirglielo, non l'aveva mai detto a nessuno, non era mai riuscito a dire niente.
Improvvisamente suonò il cellulare, distraendolo dalle sue continue riflessioni; lo estrasse dalla tasca dei jeans e guardò il display per vedere chi era... Sho.
Cosa doveva fare ora?
D’istinto deviò la chiamata; ma poco dopo il cellulare cominciò a suonare di nuovo: era ancora lui; deviò ancora e poi spense il cellulare. Non voleva sentirlo, non ora, doveva prima chiarirsi le idee.
Aveva deviato la chiamata, forse stava lavorando, però sentiva come una sensazione che gli diceva che non era così. Alla terza volta rispose la segreteria... aveva spento il cellulare; forse stava davvero lavorando. Gli lasciò un messaggio e tornò al suo lavoro.
Passò tutta la mattinata e Jun non lo aveva richiamato, decise di chiamare ancora.... di nuovo la segreteria, lasciò un altro messaggio poi riattaccò; si stava cominciando a preoccupare, più passava il tempo più pensava che forse Jun fosse arrabbiato, c’era sicuramente qualcosa che non andava, ed ora voleva parlarci per sapere cosa stava succedendo.
Era passata una giornata intera e ancora non era riuscito a prendere una decisione. Quel pomeriggio era andato a fare delle riprese e per tutto il tempo era stato distratto, tanto che il regista lo aveva ripreso più volte e infine, rassegnato, aveva mandato tutti a casa prima.
Tornato a casa prese il cellulare e lo riaccese. Controllò la segreteria: c’erano 6 messaggi; spinse il tasto per l’ascolto e si portò il telefono all’orecchio...
BIP
“Scusami forse stavi lavorando, ti chiamo più tardi”
BIP
BIP
“Hai il telefono ancora spento... Jun richiamami quando senti il messaggio”
BIP
BIP
“Jun mi sto preoccupando non riesco a trovarti da nessuna parte, ti prego chiamami”
BIP
BIP
“Se ho fatto qualcosa di sbagliato dimmelo ti prego, aspetto che richiami”
BIP
BIP
“Jun cazzo chiama!!!”
BIP
BIP
“Scusa per prima, è che sono veramente preoccupato, vediamoci ti voglio parlare, se c’è qualcosa che non va puoi derimelo... facciamo una cosa adesso io...”
BIP
L’ultimo messaggio era stato interroto dalla segreteria; Jun vedeva che Sho era preoccupato e non a torto, dato come si era comportato la sera precedente, e forse aveva capito che lo stava evitando deliberatamente.
Si sdraio sul letto, mentre ancora nelle orecchie aveva la voce di Sho, come un eco nella sua testa; prese uno dei cuscini del grande letto e lo strinse a se affondandoci il viso, era così impaurito che non riusciva più a pensare a cosa fosse meglio fare ed era stanco di pensarci. Ora avrebbe soltanto voluto che Sho non gli avesse mai detto che era innamorato di lui, perchè ormai aveva imparato a convivere con quel suo sentimento non corrisposto.
Fu il campanello alla porta a svegliarlo. Si era addormentato esausto ancora abbracciato al cuscino che ora era un pò bagnato: doveva aver pianto mentre dormiva, perché si sentiva gli occhi pesanti e gonfi. Guardò l’orologio: erano le 11, chi poteva essere a quell’ora? Uscì dalla stanza e si diresse verso il salone, il campanello continuava a suonare accompagnato da ripetuti colpi sulla porta; si avvicinò ad essa e guardò dallo spioncino chi fosse; in quell’istante i colpi cessarono e anche il campanello smise di suonare.
-Jun apri! Ti ho sentito, sò che sei lì dietro- disse una voce arrabbiata.
Perchè era lì? Perchè Sho era lì?
-Jun apri, voglio parlare. Sono preoccupato, è tutto il giorno che cerco di chiamarti- disse Sho dall’altra parte della porta cercando di calmare il suo tono di voce.
Ora Jun capiva cosa stava a significare quell’ultimo mesaggio in segreteria: aveva già intenzione di andare da lui se non avesse chiamato.
Finalmente si decise ad aprire la porta per farlo entrare. Lo fece senza guardarlo negl’occhi. Aveva troppa paura a farlo, aveva troppa paura di fargli capire cosa provava in quel momento.
Lo fece entrare e quando lo accompagnò in salotto Sho lo abbracciò improvvisamente, facendolo irrigidire. Fu forse in quel momento che Jun realizzò finalmente cosa sarebbe stato meglio per tutti e due...
Sho lo sentiva rigido tra le sue braccia e, dopo i cambiamenti avvenuti nei giorni precedenti, ne rimase confuso; lo lasciò lentamente andare poi chiese:
-Jun va tutto bene?-
Jun teneva lo sguardo basso e non disse nulla.
-Hai sentito i miei messaggi?- chiese poi.
-Si li ho sentiti- rispose Jun continuando a non guardarlo.
-Allora perchè non mi hai richiamato?- Jun non rispose; -Jun cosa succede? Ieri ti sei comportato in quel modo strano e... io non capisco, ho forse fatto qualcosa?- chiese preoccupato.
-No. Non centri nulla, non è colpa tua, sono io che... mi dispiace-
-Jun cosa stai cercando di dire? Non capisco…- disse Sho, confuso da quello strano atteggiamento così passivo.
-E’ che... io c’ho pensato, c’ho pensato davvero tanto e...credo sia meglio che ci lasciamo- disse con tono piatto.
-Lasciarci?- chiese, guardandolo perplesso.
-Sho non è colpa tua, è solo colpa mia... io non sono pronto, o forse in realtà... non ti amo veramente…- aveva dovuto metterci tutta la sua capacità di attore per dire quell’ultima frase, perchè in realtà lui lo amava, e tanto, ma non voleva farlo soffrire per colpa sua.
-Perchè mi hai detto di amarmi se era una bugia?- chiese Sho alzando la voce. Era arrabbiato, molto arrabbiato.
-Mi dispiace scusami- disse, inchinandosi davanti a lui.
Era talmente arrabbiato che quasi aveva paura delle sue azioni, così decise che in quel momento era meglio andarsene.
Jun rimase così immobile finche non sentì sbattere la porta dell’appartamento, poi le ginocchia gli cedettero e cadde a terra. Era rimasto così per non far vedere a Sho che stava piangendo, perché se lo avesse visto non avrebbe mai creduto a una sola parola di quello che aveva appena detto.
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