Prepatate i fazzoletti, non sò voi ma io ne ho quasi avuto bisogno rileggendo per controllare eventuali errori.
Questo il capitolo della verità ed è la parte angst del passato, ora ogni vostro dubbio sarà dissipato
Titolo: Iris
Autore: vampiretta ( su idea di harin)
Fandom: Arashi
Genere: angst (ma solo per il passato)
Raiting: R
Pairing: Sakumoto
Desclaimers: gli Arashi non sono miei, ciò che ho scritto si ma lo è anche di harin, quindi non è solo colpa mia XD
Post precedenti:
Prologo ,
Capitolo1,
Capitolo 2 ,
Capitolo 3,
Capitolo 4 .
Capitolo 5
Cominciarono veramente tutto da capo, uscirono a cena, andarono al cinema, mai nulla di troppo impegnativo; ognuno si impegnava a modo suo per rendere felice l’altro, Jun cercava di avvicinarsi di più a Sho e Sho cercava di evitare contatti troppo ravvicinati che potessero infastidirlo, anche perché ormai aveva capito che il problema sostanziale era proprio nel contatto fisico, solo che non riusciva a capirne il motivo.
Finalmente una sera mentre lo stava riaccompagnando a casa decise di chiederglielo…
-Jun posso farti una domanda?-
-Si certo- rispose; quella sera era estremamente allegro e rilassato, quindi Sho pensò che era il momento migliore per chiederglielo.
-E’ successo forse qualcosa quando andavi a scuola?- chiese.
Jun impallidì rimanendo immobile, sembrava quasi avesse smesso di respirare.
-Nino mi ha detto che avevi dei problemi con i compagni- proseguì.
-Niente… niente di grave solo… qualche presa in giro- rispose titubante.
-Jun guarda che se…-
-Ti ho detto che non è successo nulla!- si arrabbiò Jun alzando la voce.
Per il resto del tragitto rimasero in silenzio e davanti a casa di Jun lui scese dall’auto senza neanche salutarlo con un bacio come faceva ultimamente, disse solo un secco -ci vediamo domani- e chiuse la portiera.
Il giorno seguente Jun sembrava ancora arrabbiato o forse più che arrabbiato era nervoso: se Sho gli aveva fatto quella domanda stava sospettando qualcosa e lui aveva paura che scoprisse la verità.
-Avete litigato?- chiese Nino a Sho vedendo che i due si tenevano a distanza quella mattina.
-Diciamo che non è proprio un litigio, solo che sembra che io l’abbia fatto arrabbiare- rispose sottovoce per non farsi sentire.
-Che è successo?- chiese Nino con un filo di curiosità.
-Ieri sera mentre lo accompagnavo a casa gli ho chiesto della scuola. Volevo solo sapere se aveva avuto qualche problema in quel periodo; mi ha risposto di no e poi si è arrabbiato- spiegò Sho.
-Credo che preferisca non parlarne-
-Si però… volevo solo capire se aveva qualcosa a che fare con il suo strano comportamento- precisò Sho.
-Secondo me avete solo bisogno di tempo, vedrai che prima o poi passerà- rispose Nino rassicurandolo.
-Ora però forse è meglio che ci parli- concluse Sho, mentre Nino gli faceva un segno di assenso con la testa.
Appena ebbero un momento da soli Sho ne approfitto per parlarci.
-Jun scusa per ieri, non volevo essere curioso, mi dispiace- disse Sho cercando di scusarsi.
-Scusami tu sono stato brusco- rispose Jun.
-Ero solo in pensiero- precisò.
-Si lo avevo capito. Ascolta, a scuola non ho passato un bel periodo e quindi preferirei non parlarne- spiegò.
-Ok, va bene-
Da quel momento tornò tutto più o meno alla normalità, con sempre gli stessi piccoli problemi, ma almeno adesso nessuno era più arrabbiato.
Avevano passato la serata tutti e 5 insieme a casa di Jun per discutere le scalette dei concerti e le varie scenografie, ma alla fine avevano lavorato poco e riso molto; a mezzanotte cominciarono ad andare via, rimase infine solo Sho.
-Vai pure a casa- disse Jun mentre cominciava a sistemare.
-Ma no ti aiuto volentieri e poi in parte sono responsabile di questo disastro- disse guardando la stanza disseminata di piatti, riviste, lattine di birra e quant’altro.
Infine Jun accettò volentieri il suo aiuto e presto liberarono il salone da tutte le stoviglie e cominciarono a lavare i piatti; si organizzarono per far prima, quindi Jun lavava e Sho asciugava rimettendo tutto in ordine nei ripiani man mano.
Erano tutti e due molto allegri, finito con i piatti, Jun cominciò a sitemare nel frigo gli avanzi, quando Sho lo abbracciò teneramente da dietro, Jun rimase sorpreso, ma non lo infastidiva quel contatto, fece per girarsi tra le sue braccia quando inavvertitamente fece cadere una ciotola con della salsa a terra macchiadosi.
Prese subito un panno tamponando la salsa che era caduta sui vestiti mentre Sho stava asciugando il pavimento.
-Mi vado un secondo a cambiare, torno subito- disse Jun dirigendosi verso la stanza da letto.
Sho continuò a mettere in ordine, poi tornò in salone e raccolse i cd e i dvd che erano a terra, posò i cd sul ripiano, ma rimase incerto con i dvd in mano non sapendo dove metterli, così si diresse verso la stanza di Jun, bussò e poi aprì lentamente la porta.
-Jun posso? Volevo sapere dove mettere i dvd- disse facendo capolino dalla porta.
-Posali su quello scaffale- disse la voce di Jun da dietro l’anta dell’armadio aperta, mentre una mano gli indicava il mobile.
Entrò lasciando la porta semiaperta e posò quello che aveva tra le mani sul ripiano, poi si girò per uscire... da quel punto poteva vedere Jun frugare nell’armadio, evidentemente alla ricerca di una maglietta da mettersi dato che non ne portava una; poco dopo sembrò soddisfatto della sua scelta e ne prese una infilandosela, poi chiuse l’armadio e si girò.
-Qualcosa non va?- chiese Jun vedendo Sho imbambolato davanti a lui.
-No è che... ti trovo sempre più bello- confessò.
Jun arrossì un poco, poi Sho si avvicinò e gli mise una mano sulla guancia per poi inclinare la testa e dargli un leggero bacio sulle labbra, quando si allontanò fu Jun a baciarlo di nuovo e visto il consenso dell’altro Sho si sentì libero di approfondire il bacio e abbracciarlo delicatamente portandogli le mani sulla schiena.
Jun sembrava partecipare volentieri e allora Sho intensificò i baci cominciando ad essere sempre più famelico; lentamente si spostarono e Sho fece sedere Jun sul letto, dal canto suo Jun non si stava accorgendo quasi di nulla di ciò che accadeva intorno a lui, continuava solamente a tenere gli occhi chiusi e a baciare Sho mentre sentiva le sue braccia attorno alla vita che lo toccavano in modo delicato.
Sho provò a spingersi oltre portò una mano al bordo della maglia di Jun e la sinsinuò sotto di essa accarezzandogli la schiena nuda, Jun sussultò un istante ma continuò a baciarlo lasciandolo fare, allora Sho lo fece adagiare con la schiena sul letto continuando a baciarlo ininterrottamente, quando infine non resistendo più si mise a cavalcioni a lati di Jun cominciando a baciargli il collo, Jun ansimò e gemette per quei baci, ma quando sentì una mano di Sho sollevargli la maglietta per poi far scorrere le dita lungo il suo petto fino al bordo dei jeans, si irriggidì di colpo, portando le mani al petto di Sho per cercare di toglierselo di dosso, ma Sho lo bloccò con il suo peso e cominciò a baciargli il petto.
-Sho... no- disse Jun cercando di nuovo di scansarlo, ma Sho gli bloccò le mani per farlo stare fermo.
-Sho basta... lasciami- gli gridava, ma ormai Sho non lo sentiva quasi più; portò una mano ai pantaloni slacciandogli il bottone e facendo poi scorrere la lampo.
-Sho... ti prego... basta- disse la voce di Jun nei singhiozzi, in quel momento tornò alla realtà, lo guardò in viso; Jun piangeva e stava tremando.
Lo lasciò immediatamente e Jun si allontanò da lui rannicchiandosi con la schiena poggiata alla testiera del letto, portando le ginocchia la petto.
Sho era spaventato, non solo dal vedere Jun così, ma anche da se stesso, dal fatto di essere arrivato a farlo piangere, di non essersi fermato quando glielo aveva chiesto.
Gli si fece più vicino sedendosi sul letto, Jun non lo guardava e continuava a piangere rimanendo rannicchiato nel suo angolino.
-Jun... scusa io non volevo- disse preoccupato.
-Non è colpa tua... sono io... sono io...- rispose Jun continuando a singhiozzare.
Sho gli toccò leggermente una mano che teneva strette le ginocchia al petto e Jun tirò su il viso a guardarlo, Sho aveva un espressione preoccupata e a Jun venne ancora di più da piangere; Sho gli strinse la mano e lo tirò avvicinandolo a se, Jun si abbandonò tra le sue braccia stringendolo forte e continuano inesorabilemente a piangere.
-Jun io non voglio che succeda di nuovo una cosa del genere; però ogni giorno che passa mi sento sempre più attratto da te e prima quasi non riuscivo più a controllarmi per quanto ti desideravo e così ti ho ferito. Quindi perchè non mi dici cosa sta succedendo? Sono preoccupato e mi fa male vederti che ti allontani da me ogni qual volta provo a spingermi un pò oltre- gli spiegò piano con parole dolci, come se stesse parlando a un bambino.
-Io... ho paura, ho paura di dirti la verità. Non ho mai detto nulla a nessuno- disse Jun sul suo petto stringendo con le mani la camicia che Sho portava addosso.
-E non pensi che ti sentirai meglio se me ne parli? Qualsiasi sia il problema possiamo superarlo insieme, ora noi sei più solo, ci sono io con te qualsiasi cosa succeda non ti lascerò mai, ricorda, sarò sempre qui per te-
Jun lasciò la stretta e si sedette al suo fianco, guardando la sua immagine riflessa nello specchio davanti a lui e fu come rivivere quel periodo, lo vedeva come scorrere nello specchio...
Erano le medie, per l’esattezza l’ultimo anno di medie, ed era un pò che non avevo amici in classe e di conseguenza essendo timido finivo per rimanere in disparte.
Prima qualche amico lo avevo, ma quando sono entrato nei Junior, hanno cominciato a ignorarmi, forse perchè erano gelosi, infatti nella mia scuola non ero stato il solo a fare la domanda, ma sono stato l’unico ad essere scelto.
Anche quando all’inizio dell’anno avevo provato a fare amicizia con i nuovi compagni, finivo per essere allontanato, spesso mi prendevano in giro, poi cominciarono a infastidirmi.
Erano un gruppetto di 4 ragazzi, i più grandi della scuola, uno di loro era nella mia classe, mentre gli altri tre no, ma erano la banda della scuola, si atteggiavano a capi solo perchè avevano ripetuto un anno e infine cominciai ad essere il loro divertimento preferito; mi facevano ogni tipo di dispetto, dal farmi sparire le scarpe al rubarmi il pranzo.
Una volta era anche capitato che durante l’intervallo mi presero e buttarono in piscina vestito, con la conseguenza che poi stetti male tre giorni.
Un giorno mi vennero a prendere con il pulmino dell’agenzia all’uscita da scuola e fu in quel momento che Nino vide che non me la passavo bene a scuola, lui era già sul pulman e vide che mentre uscivo un paio di loro mi spintonarono facendomi cadere, mi chiese che era successo e gli dissi che ogni tanto mi prendevano in giro ed era la verità; io ci stavo male, ma sopportavo pensando che tanto mancava solo un anno e poi me ne sarei andato da lì.
Un giorno però... mi chiesero dei soldi, lo facevano regolarmente già da un pò e io glieli avevo sempre dati per evitare di essere preso di mira ancora di più, una mattina però... ero stanco e arrabbiato perchè il giorno precedente ero stato strillato più e più volte dal coreografo perchè sbagliavo i passi e quando vennero da me a chiedermi i soldi, dissi di no e scappai via, mentre quelli mi rincorrevano.
La mattina dopo andai a scuola presto; insieme a un altro ragazzo ero incaricato di pulire l’aula prima dell’arrivo degl’altri e...
Quando entrai non c’era nessuno, presi tutto quello che mi serviva per pulire e cominciai senza aspettare l’arrivo del compagno, quando dopo un pò sentii la porta chiudersi e mi girai convinto che fosse lui, invece... ero già spaventato, avevo paura di loro, e tutti e 4 se la ridevano divertiti, ma fu il capo a parlare:
-Mi hai fatto davvero incazzare sai? Come ti sei permesso di ribellarti a me? Eh?- mi urlò afferrandomi per la camicia, poi mi spinse facendomi cadere a terra e uno degli altri mi mise un piede sul petto per non farmi alzare.
Lo vidi fare un cenno a uno dei 4 che si allontanò verso la porta, poi disse agl’altri due:
-Tenetelo fermo!- e lo loro mi bloccarono le braccia e le gambe, mentre uno mi teneva una mano sulla bocca per non farmi urlare.
Lui si abbassò su di me e cominciò a sfilarmi la camicia dai pantaloni, rideva divertito mentre cercavo invano di liberarmi ma erano più forti di me; quando cominciò a sfilarmi i pantaloni riuscii per un secondo a liberare le gambe, ma mi furono bloccate di nuovo e piegate contro il petto; ero terrorizzato, non so forse tremavo, perché gli altri ridevano.
Quando poi lui cominciò ad armeggiare con la sua cintura slacciandosi i pantaloni mi disse:
-Ora imparerai chi comanda-
E poi… e poi…
Sho lo abbracciò stretto, Jun tremava e stava piangendo.
-Shh… Shh… tranquillo- disse cercando di fermare quei ricordi, perché vedeva che Jun raccontandogli cosa era accaduto stava rivivendo tutto nella sua testa, perché aveva uno sguardo terrorizzato.
Jun si strinse forte a lui soffocando i singhiozzi sul suo petto.
-Ora capisco perché… Jun perché non hai mai detto nulla?- chiese baciandogli i capelli e stringendolo ancora più forte a se.
-Non so, avevo paura, e… mi vergognavo- disse tra le lacrime.
-Ora non devi avere più paura. Ci sono io qui con te, non permetterò a nessuno di farti del male a nessuno te lo giuro- disse con ira nella voce, diretta a qualcuno, una qualsiasi persona che avrebbe potuto fare del male al suo ragazzo.
-Non sei arrabbiato con me?- chiese Jun alzando lentamente il viso.
-Jun! Perché dovrei essere arrabbiato; tu non centri nulla semmai sono quelli che…- disse ma non finì la frase il solo pensare a cosa gli avevano fatto, a cosa aveva tenuto dentro di se per così tanti anni…
-Io… io non mi faccio toccare. Neanche da te- disse triste.
-Dopo quello che hai passato… dovresti essere tu ad essere arrabbiato con me per quello che ho provato a fare prima- disse dispiaciuto.
-Sho io ti amo- disse in un singhiozzo disperato.
-Anch’io ti amo. E aspetterò, aspetterò tutto il tempo che ti ci vorrà, anche se ci volessero anni e anni; io non ti lascio per questo, ti amo troppo per farlo- disse asciugandogli le lacrime con le dita.
-Io non so se ce la faccio, ogni volta che qualcuno mi tocca, risento quelle mani, rivivo quel momento- confessò.
-Non importa, non fa niente; e vedrai prima o poi lo supererai, lo supereremo insieme. E ora dormi e riposati, finisco io di sistemare- disse mentre lo faceva distendere sul letto e lo copriva con la coperta.
-Sho- lo chiamò.
-Si-
-Rimani qui con me?- chiese.
Sho lo guardò per qualche istante, lo vedeva così indifeso. Si portò dall’altro lato del letto e si sdraiò accanto a lui, Jun lo seguì voltandosi verso la sua parte, poi gli si fece più vicino; Sho gli spostò alcune ciocche da davanti agl’occhi, lo baciò sulla fronte dandogli la buona notte e poco dopo Jun chiuse gli occhi cadendo in un sonno profondo e privo di sogni perché si sentiva al sicuro ora.
Spero vi sia piaciuto, aspetto i vostri commenti^^