Dovevo postare ieri ma non faceva che dirmi che il post era troppo lungo quindi mi tocca dividere il capitolo in 2 parti.
Questo è un altro capitolo con parte nc-17, secondo me oltretutto la più bella delle 2 XD
Dico solo un ultima cosa, ora che è finita, continua a postare con cuore più leggero.
Titolo: Kurenai
Rating: R con parti NC-17
Autori: Vampiretta87 e Subaru87
Fandom: Arashi
Genere: AU e un tantino angst
Pairing: Sakumoto
Disclaimers: gli Arashi non ci appartengono ma ci sono apparsi in sogno chiedendoci di accoppiare Jun e Sho in una ff quindi li abbiamo accontentati XD
Post precedenti:
Capitolo 1,
Capitolo 2,
Capitolo 3,
Capitolo 4,
Capitolo 5,
Capitolo 6,
Capitolo 7,
Capitolo 8,
Capitolo 9,
Capitolo 10,
Capitolo 11,
Capitolo12 Capitolo 13
POV Jun
Erano trascorsi alcuni giorni da quella sera e lui era felice come non mai.
Masaki e Satoshi avevano capito subito che le cose si erano sistemate quando quel giorno era tornato a casa; erano un po’ preoccupati dopo quello che era successo, ma i suoi occhi colmi di gioia li avevano convinti che era tutto apposto e che potevano stare tranquilli, nonostante non gli avessero risparmiato una serie di lunghe raccomandazioni.
Ma in quel momento non stava pensando a nulla di simile, solo a Sho e alla sua voglia di rivederlo.
Non gli importava più cosa fosse Sho, quello che desiderava era stare insieme a lui, anche se questo avrebbe significato una vita nell’ombra. Quello che veramente contava erano i loro sentimenti, e finché ciò che provava per Sho sarebbe stato ricambiato, nulla l’avrebbe più convinto ad allontanarsi da lui.
Il suo lavoro purtroppo gli impediva di vedersi ogni notte come facevano prima: da quando era tornato al locale iniziava a lavorare alle sette di sera fino a notte inoltrata, e la maggior parte delle volte, quando usciva, il sole già iniziava a sorgere. Potevano vedersi solo in quell’unica sera a settimana in cui non lavorava; era insopportabile, ma non si poteva fare altrimenti, anche se un paio di volte Sho era tornato al locale per passare un po’ di tempo insieme a lui.
Ma quella finalmente era la sua sera libera e l’avrebbe finalmente rivisto, non stava più nella pelle.
Aveva camminato a passo svelto per tutto il tragitto, impaziente di arrivare il prima possibile da lui. Suonò due volte il campanello ed aspettò che la porta si aprisse per poi gettarsi tra le braccia di Sho baciandolo sulle labbra e impedendogli di concludere il “Hai fatto presto” che aveva iniziato a dire.
Si allontanò dal suo viso sorridendo, “Non ce la facevo più ad aspettare, scusa se ti sono saltato addosso!” disse arrossendo.
Sho rise baciandolo ancora una volta, “Anche io non vedevo l’ora di vederti” disse con le labbra ancora poggiate sulle sue.
Poi si scostò e chiuse la porta, facendogli segno di accomodarsi. Jun si tolse il cappotto andandolo a posare sul divano dall’altra parte della stanza, e quindi raggiunse Sho in cucina che stava armeggiando con alcune pentole.
“Cosa fai?” chiese Jun sorpreso.
“Volevo preparanti la cena, ma mi trovo un pò in difficoltà” confessò continuando a trafficare tra gli utensili senza sosta, cercando tutto a destra e a manca, tirando fuori tutto l’immagginabile dal frigo.
Jun era immensamente felice, gli si avvicinò e lo abbraccio da dietro, poggiando il viso sulla sua spalla.
“Sono tanto felice” sussurrò Jun.
“Anch’io” rispose Sho, toccando le mani di Jun che lo stringevano.
“Facciamo insieme?” gli chiese poi Jun.
“Ok, allora dimmi tu cosa devo fare, perchè non ne ho la più pallida idea” disse Sho, mollando tutto e aspettando istruzioni.
Jun si tirò su le maniche e si diresse verso il lavandino per lavarsi le mani; una volta pronto si voltò verso Sho che era rimasto immobile dove lo aveva lasciato, lo guardò e scrutò la cucina messa a soqquadro, c’erano pentole ovunque ed alcune essendo nel lavandino dovevano significare che aveva già provato a preparare qualcosa senza successo.
“Allora...” cominciò Jun.
“Si!” disse pronto Sho ad obbedire.
Jun sorrise divertito, poi disse:
“Direi che potresti cominciare a rimettere tutta quella montagna di roba nel frigo” disse guardando una colonna di cibo ammonticchiata sulla penisola della cucina; “Non crederai che possa mangiare tutta quella roba vero?” gli chiese ridendo.
Sho cominciò a risistemare tutto nel frigorifero, mentre Jun si attrezzava con pentole e utensili; una volta che Sho ebbe finito Jun aveva tutto il suo occorrente.
“Ora cosa faccio?” chiese Sho guardandolo.
“Metti a fare il riso, ne sei capace vero?” chiese Jun.
“Si, lo sò fare.” rispose Sho; “E poi?”
“Lavi i piatti che sono nel lavandino” ordinò Jun.
“Mi spiace di non esserti molto d’aiuto” si scusò Sho dispiaciuto.
“Non ti preoccupare, ci sono abituato. A casa cucino sempre e poi mi piace; vedrai, ci metterò pochissimo” lo tranquillizzò Jun dirigendosi verso il frigo.
Si misero così a cucinare insieme, Sho mise a cuocere il riso ed andò subito a lavare i piatti, mentre Jun con grande destrezza tagliava la verdura e controllava le pentole sul fuoco. Sho era rapito da ogni suo movimento e ci stava mettendo tantissimo ad assolvere il suo compito.
Parlarono e risero insieme, Jun si sentiva così bene, provava un calore dentro di se che non sentiva da tantissimo tempo, e la felicità era l’unica cosa che riusciva a provare in quel momento.
Poi finalmente si misero a tavola, o più precisamente si mise a tavola...
“Mi spiace di non poterti fare compagnia, vorrei tanto assaggiare quello che hai preparato” disse Sho con aria desolata.
“Non ti preoccupare non fa niente; tu piuttosto hai...” cominciò a dire ma non riuscì a finire la frase.
“Si, ma non ti preoccupare, non ho fatto del male a nessuno!” cercò di rassicuralo Sho che aveva capito subito cosa voleva chiedergli.
Jun si sentiva un pò in imbarazzo, ma nonostante tutto voleva fargli tante domande e non sapeva neanche da dove cominciare...
Fermò le bacchette immobilizzandosi, poi guardando il piatto chiese:
“Cosa provi quando... ti nutri?”
Jun tenne la testa bassa senza guardarlo e non potè vedere la faccia sorpresa di Sho a quella domanda.
“E’ una sensazione difficile da spiegare…” cominciò Sho poggiando i gomiti sul tavolo, incrociando le mani e posando poi le labbra su di esse, fissò un punto imprecisato sul tavolo.
“E’ come... se il mondo intorno a te si fermasse, e tutto quello che riesci a sentire è il ritmo del cuore della tua preda... e il sangue che scorre nella tua gola... e quello che si prova è... come una forte emozione... come un eccitazione crescente” cercò di spiegare, anche se era una sensazione troppo forte e intensa da definire a parole.
Jun non disse niente e continuò a mangiare.
“Scusami se ti ho turbato” gli disse Sho vedendo che non diceva più nulla e non lo guardava.
“Sono stato io a chiedertelo; e poi non mi ha turbato è che è... tutto così strano” disse alzando finalmente lo sguardo.
Sho lo stava guardando con gli occhi più dolci che avesse mai visto e allo stesso tempo anche i più tristi.
Vedendolo così Jun si pentì di avergli fatto quella domanda, non voleva che la serata si rovinasse per colpa sua; allora sfoderò uno dei suoi più bei sorrisi e si alzò in piedi esclamando:
“Sono sazio; ti va di vedere un film?”
Con quel sorriso riuscì a risollevarlo e Jun ne fu felice. Sho annuì alla sua domanda, allora Jun sparecchiò e lavò in fretta i piatti; quando ebbe finito si spostarono in salotto e si misero sul divano. In TV non c’era molta scelta e finirono per vedere un film drammatico; Jun gli si era accocolato accanto e ogni tanto piangeva per la sorte della ragazza malata di cancro di cui il film parlava.
Quando il film finì Jun si asciugò le lacrime e tirò su col naso; Sho lo stava guardando rapito dai suoi occhi che quando erano bagnati sembravano ancora più grandi e intensi.
Jun vide Sho avvicinarsi al suo viso per poi baciarlo sfiorandogli le labbra, a quel bacio ne seguì un altro e un altro ancora. I baci diventarono sempre più appassionati e Sho cominciò ad accarezzargli la schiena e i capelli; poi Jun sentì la mano di Sho infilarsi sotto la maglietta che portava e rabbrividì al quel tocco.
Sho se ne accorse subito e ritirò velocemente la mano; in quei giorni che avevano ricominciato a frequentarsi, anche se Sho gli aveva fatto visita al locale, avevano passato il tempo a parlare oppure sdraiati sul letto abbracciati godendo ognuno del contatto dell’altro, senza spingersi mai oltre.
“Forse sto correndo troppo” disse Sho lasciandolo andare.
Jun non voleva che si sentisse in colpa e in verità lo voleva anche lui..., però il suo corpo aveva reagito d’istinto.
“Non è così, è stato involontario scusami” disse Jun.
“Forse è meglio aspettare ancora un po’.”
Jun non voleva che dicesse questo, lui...
Senza pensare altro lo afferrò per la camicia che portava e lo attirò a se baciandolo intensamente.
Sentì i muscoli di Sho ammorbidirsi finché la tensione scomparve del tutto sciogliendosi nel bacio. Jun si scostò per riprendere fiato e guardò fisso negli occhi ora pieni di desiderio del ragazzo davanti a lui.
“Non c’è nulla che desideri di più in questo momento…”
Sho guardò ancora il suo viso per un lungo istante, poi avvicinò la mano alla sua guancia carezzandola dolcemente, “Non esitare a fermarmi se non vuoi che vada avanti” disse in un sussurro.
Jun sorrise e prese ancora una volta il viso di Sho tra le mani baciandolo più volte. Sho si sporse in avanti intensificando i baci finché non lo spinse contro i braccioli del divano posizionandosi sopra di lui.
POV ShoxJun
Il corpo di Jun era caldo sotto il suo, fremeva al passaggio delle sue mani che ne esploravano ogni angolo.
Si abbassò ancora sul suo viso, poi scese sul petto; aveva appositamente evitato di avvicinarsi al collo, perché sicuramente Jun si sarebbe sentito a disagio, e non voleva rovinare quel bellissimo momento.
Passò le mani sotto la maglietta di Jun massaggiando la sua pelle liscia e chiara. Sfilò velocemente l’indumento e iniziò a baciare il petto che si sollevava verso di lui per via del respiro irregolare.
Le mani di Jun cercarono la sua testa iniziando ad accarezzargli i capelli con movimenti sempre più intensi man mano che Sho si avvicinava con la bocca al suo inguine.
Arrivato ai jeans, Jun lo fermò sporgendosi in avanti e incontrando ancora le sue labbra in un bacio frenetico e agitato, facendo scorrere le mani lungo la sua schiena e accarezzando il tessuto leggero della camicia per poi sfilarlo e cominciare a baciare con passione la pelle ora scoperta del suo petto.
Sho lo lasciò fare godendosi il tocco delicato e caldo della sua bocca che scorreva sui suoi pettorali, poi sulle spalle fino a raggiungere il collo.
Arrivato lì, Jun iniziò a morderne delicatamente la pelle, leccandola e poi iniziando a succhiarla. Sho gemette a quel contatto e alzò la testa consentendo a Jun di avere più spazio; il respiro caldo contro il suo collo gli mandava brividi di piacere lungo tutto il corpo.
Quando Jun si staccò, Sho lo baciò ancora con foga rispingendolo sotto di lui. Col ginocchio si fece strada tra le sue gambe finché incontrò il suo membro ormai duro sotto il tessuto dei pantaloni, facendo tremare Jun che gemette sussurrando il suo nome.
Fece scorrere una mano lungo il suo petto fino a raggiungere i bordo dei pantaloni, quindi slacciò lentamente il bottone ed iniziò ad abbassare la zip. Jun sussultò quando le dita sfiorarono la sua eccitazione; voleva di più, voleva sentirlo di più.
Sho gli sfilò velocemente i jeans e poi iniziò a sbottonare i suoi. Jun lo aiutò a toglierli e una volta fatto lo spinse improvvisamente all’indietro sedendosi sopra di lui.
Lo guardò sorpreso mentre tornava a baciargli le labbra, delicatamente, con un tocco morbido stavolta. Poi si spostò sul viso posando leggeri baci sulle sue guance e scendendo di nuovo fino al collo. Ripercorse piano tutto il suo petto continuandolo a baciare finché arrivò all’inguine.
Sho lo vide alzare gli occhi sul suo volto, e quindi afferrare tra i denti l’elastico dei boxer calandoli lentamente.
Guardò fisso quegli occhi che non lasciarono mai il suo viso, finché anche i boxer furono sfilati del tutto e Jun risalì lungo il suo corpo esitando di nuovo all’altezza dell’inguine.
Sho spostò ancora una volta lo sguardo su Jun - vide un piccolo ghigno piegare le sue labbra - e continuò a guardarlo mentre questo si abbassava sul suo membro eretto leccandone delicatamente la punta.
Sussultò di sorpresa quando sentì Jun piegarsi su di lui, ma poco dopo si ritrovò ansimante a ripetere con sempre maggiore insistenza il suo nome. Socchiuse gli occhi tirando indietro la testa e lasciandosi andare al piacere crescente di Jun che lo avvolgeva sempre più intensamente portandolo verso il culmine…
Quando Jun si accorse che Sho stava per raggiungere il limite si allontanò da lui, non volendo che venisse subito.
Sho protestò con un gemito il suo distacco, riportando lo sguardo su di lui; Jun si riavvicinò al suo viso baciandolo intensamente come a voler eliminare ogni protesta. Sho si lasciò andare al bacio e iniziò ad accarezzargli lentamente la schiena, i fianchi e le gambe; poi lo afferrò per le spalle girandolo contro i cuscini del divano e ritornando sopra di lui. Jun non protestò del cambio di ruolo e anzi tornò a baciare con maggior vigore le sue labbra.
Quando si separarono per riprendere fiato, Sho iniziò a sfilargli i boxer e Jun lo aiutò finché, finalmente libero, si strinse intorno al suo corpo strusciandosi contro la sua pelle cercando un contatto ancora più intenso.
Sho rimase per un attimo a godere della vicinanza dei loro corpi nudi l’uno contro l’altro, mentre l’insaziabile bocca di Jun lo baciava e lo accarezzava lungo tutto il petto. Poi spostò il ragazzo sotto di lui con la testa contro il bracciolo del divano preparandosi ad entrare in lui.
Gli separò le gambe alla ricerca della stretta fessura, quando Jun lo fermò poggiandogli una mano sul petto. “Sho…” disse piano.
Sho si fermò subito guardando sorpreso il ragazzo sotto di lui. “Vuoi che mi fermi?” chiese con voce apprensiva.
Jun scosse la testa facendo segno di no, poi iniziò: “È da prima che ci sto pensando, ecco…” si fermò un attimo cercando le parole giuste, poi alzò lo sguardo verso di lui e ricominciò “Tu… proveresti più piacere se mi mordessi..?”
Sho rimase completamente spiazzato da quella domanda improvvisa.
“Beh, è difficile da spiegare…” disse perplesso “Si, forse proverei più piacere, ma perché me lo chiedi?” domandò con il presentimento di aver capito dove volesse arrivare.
Jun sorrise piano, poi lo avvicinò un poco a sé e gli sussurrò “Mordimi.”
Sho lo guardò contrariato e si allontanò da lui, “No, non ci pensare nemmeno Jun, è pericoloso!” disse con aria di rimprovero.
“Ti prego, solo per poco!” ribatté lui sollevandosi sui gomiti.
“Jun, non capisci che potrei farti male? Non sarà affatto piacevole per te!” rispose iniziando ad arrabbiarsi.
“Ma io voglio che sia piacevole per te!” disse netto Jun mettendo a tacere le proteste di Sho che non rispose.
Dopo qualche attimo di silenzio Jun si sporse verso di lui incrociando le braccia intorno al suo collo e sussurrando a pochi centimetri dalle sue labbra, “Non mi succederà nulla, tu saprai quando fermarti. Quindi ti prego, fallo…” chiese sfiorando le sue labbra con un delicato bacio.
Sho rimase immobile non sapendo se cedere alla sua richiesta o no; Jun continuò a guardarlo negli occhi pregandolo con lo sguardo. “Per favore…” disse ancora una volta.
Sho sospirò arreso spostando il viso da un lato. “Ti farà male, e io non voglio che accada…” disse tenendo il broncio.
Jun sorrise avvicinando le mani al suo viso, riportandolo su di lui. “Non sarà nulla, non preoccuparti” disse per poi spostarsi verso il suo orecchio. “Mordimi…” ripeté in un sussurro.
Un brivido percorse il corpo di Sho quando quella parola risuonò nel suo orecchio; le mani di Jun ricominciarono a muoversi sulla sua schiena e lui iniziò ad avvicinarsi al suo collo.
Arrivò all’altezza della vena pulsante che si intravedeva al di sotto della pelle diafana, sfiorandola e respirando il profumo del sangue che filtrava attraverso il suo corpo. Jun fece spazio alla bocca che si muoveva nell’incavo del suo collo, fremendo al tocco delle labbra fredde su di lui.
Quando pensò che Jun fosse pronto, Sho si mosse spalancando la bocca e affondando più delicatamente possibile i denti nella sua carne.
Nel momento in cui Jun sentì i canini lacerargli la pelle, i suoi muscoli si tesero automaticamente e si aggrappò con forza al corpo di Sho lasciandosi sfuggire un grido di dolore. Al sentire la sua reazione, Sho si scansò immediatamente guardando preoccupato il ragazzo sotto di lui che si era portato le mani al collo con espressione sofferente.
“Te l’avevo detto! Ti fa tanto male?” chiese avvicinando anche lui le mani al collo di Jun cercando di massaggiare la ferita.
Jun socchiuse gli occhi dolorante ma poi tornò a guardare Sho con sguardo deciso. “Non è niente, davvero! Scusami se ho urlato, non volevo farti preoccupare, ma adesso continua, per favore…” chiese.
“Come posso continuare dopo quello che…” ma non finì la frase perché Jun avvicinò una mano alla sua bocca impedendogli di concludere.
“Ti prego, ormai non sentirò più nulla! Voglio che tu lo faccia…” disse, poi si avvicinò per baciare le sue labbra leggermente sporche di sangue, assaporandone il sapore dolce. Morse leggermente il labbro inferiore di Sho riaprendo gli occhi e fissandolo intensamente.
Sho sospirò sprofondando ancora una volta nelle sue labbra soffici, e tra un bacio e l’altro gli sussurrò, “Sei… un tentatore…”
Jun gemette compiaciuto contro la sua bocca, leccando divertito le sue labbra.
Si scansò di nuovo da lui voltando la testa e offrendogli il collo leggermente bagnato di sangue. “Vai avanti…” disse, e poi alzò una gamba premendo il ginocchio contro l’erezione di Sho, facendolo gemere di piacere, “…continua da dove eri rimasto…” concluse con un sorriso perverso.
Sho lo osservò incredulo, e Jun rise con soddisfazione avvicinandolo di nuovo a sé invitandolo a morderlo nuovamente. Sho non si oppose più e iniziò a leccare il sangue rimasto intorno alla ferita, succhiando avidamente la pelle e lasciandovi piccoli segni come lividi.
Quando ebbe finito lì, si spostò sulle sottili fessure lasciate prima sul collo di Jun, e vi affondò di nuovo i denti iniziando a bere il sangue caldo che fiottò nella sua gola.
Jun si irrigidì ancora una volta, stringendo le mani sulle braccia di Sho. Serrò i denti per non urlare e chiuse gli occhi cercando di abituarsi a quella sensazione dolorosa. Allo stesso tempo Sho si mosse tra le sue gambe e una volta trovata la piccola entrata iniziò a penetrarlo.
Jun non riuscì a trattenere un gemito di dolore quando sentì la nuova intrusione farsi strada nel suo corpo, sempre più veloce, sempre più violentemente.
Sho, perso nell’estasi del sangue di Jun che riempiva la sua bocca e nel ritmo crescente con cui entrava sempre più in profondità nel suo corpo, non lo sentiva iniziare ad urlare il suo nome - la voce rotta solo dai gemiti che non riusciva più a trattenere.
Sho iniziò a muovere i fianchi con movimenti sempre più veloci muovendo con sé anche Jun che cercava di tenere il ritmo nonostante la tensione dei suoi muscoli.
Erano entrambi come in una dimensione più elevata, nella quale le loro voci si univano in un unico grido e le loro mani intrecciavano i corpi tesi e sudati mentre raggiungevano freneticamente il limite.
Nel momento in cui venne, Sho si staccò dal collo di Jun inarcandosi sopra il suo corpo, assaporando quell’attimo di piacere massimo che già iniziava a fluire lungo di sé.
Jun venne subito dopo, riversandosi nel bacino di Sho e stringendo con più forza la presa sulle sue braccia dove aveva ormai scavato delle piccole ferite provocate dalle unghie.
L’eccitazione scivolò via tra i respiri affannosi dei due che tornavano lentamente alla realtà.
Jun iniziò ad allentare la presa alle braccia di Sho, ricominciando a sentire il dolore al collo che era stato offuscato dalla passione di poco prima. Si portò una mano sulle ferite bagnate sentendosi improvvisamente debole per via del sangue perso. Sho era ancora dentro di lui, riprendendo fiato - il suo petto si muoveva sempre più lentamente man mano che il respiro si calmava.
Abbassò lo sguardo su di Jun e lo liberò delicatamente dalla sua intrusione scorrendo fuori dal suo corpo; baciandolo poi delicatamente sulle labbra.
“Ti fa tanto male?” chiese preoccupato vedendo la mano poggiata sul collo.
“Non molto” rispose Jun scostando la mano e tirandosi su a sedere, gli girava un pò la testa e la vista gli era leggermente offuscata.
“Sei pallido, forse ho esagerato; te l’avevo detto che era pericoloso; meglio che mangi qualc...”
“Sssh, tranquillo sto bene” disse Jun interromependolo posandogli l’indice sulle labbra, “ho solo bisogno di una doccia e di un pò di riposo”