A Light in the Dark

Dec 07, 2008 19:11

Bene non ho finito il capitolo che avrei dovuto finire prima di postare, ma oggi voglio fare uno strappo alla regola quindi posto il capitolo 4 rispettando una promessa.

Titolo: A Light in the Dark
Fandom: Arashi
Genere: un pochino angst, yaoi
Raiting: PG-13 (può subire variazioni col procedere dei capitoli)
Pairing: Sakumoto
Desclaimers: in realtà è colpa di Sho, sono stati i suoi occhi in Truth ad accedere la scintilla; però fortunatamente è solo una storia
Post precedenti: Capitolo 1, Capitolo 2, Capitolo 3


Capitolo 4

-Le ferite alle mani erano solo piccole escoriazioni, è stato medicato e tempo un paio di giorni potrà togliere le bende- disse il medico.

-Dottore, ma la vista?- chiese Satoshi.

-Ieri vedeva quasi del tutto, come può essere calata in questo modo?- chiese Masaki preoccupato.

-E’ stato l’effetto dei farmaci probabilmente, ha abbassato la pressione tanto da riuscire a farlo vedere bene, ma l’effetto ha avuto breve durata; ora sosterremo qualche esame e cambieremo il dosaggio- spiegò il medico.

-Potrebbe essere stato causato dall’effetto dell’alcool che ha bevuto ieri?- domandò poi Jun.

-Che beva tanto non è una cosa buona, però non dovrebbe aver interferito sui medicinali; quindi non è questa la causa- li rassicurò; -però ora come ora forse sarebbe bene che impari a sviluppare di più gli altri sensi- aggiunse.

Poi disse loro che potevano entrare nella stanza e che dopo i risultati degli ultimi esami potevano mandarlo a casa.

Sho rimase molto taciturno e anche loro non sapevano bene cosa dire, si sentivano a disagio anche perché potevano fare poco.

Quando arrivarono gli ultimi esami, il dottore confermò quello che aveva detto loro prima e poi consegnò a Sho un bastone per ciechi…

-Sò che può essere difficile ritrovarsi a non riuscire a essere autosufficienti, però puoi imparare, almeno per il tempo che ti servirà a guarire- gli disse il medico; Sho non rispose continuando a guardare nel vuoto davanti a se.

Quando tutti insieme lo accompagnarono alla macchina di Jun, Masa porse a Sho il bastone, ma Sho lo lasciò cadere a terra, ci rimase male, però poi Nino gli mise una mano sulla spalla cercando di dargli un piccolo conforto, Masa gli sorrise capendo come si sentiva Sho e lo afferrò per il braccio aiutandolo a camminare.

Quando arrivarono alla macchina, mentre Masaki e Satoshi facevano salire Sho in macchina; Nino prese un attimo Jun da parte. Era rimasto in silenzio, per quasi tutto il tempo e sembrava spaventato.

-Jun stai bene?- gli chiese.

-Si, sto bene- rispose, ma era tutt’altro che convincente.

-So che è difficile stare con Sho in questi giorni, però vedrai adesso è nervoso, ma poi si calmerà. Però se… se non te la senti di rimanere con lui da solo qualcuno di noi può rimanere con voi stasera- propose infine pensando che così si sarebbe tranquillizzato.

-No non vi dovete preoccupare, ora lo porto a casa, gli preparo la cena e poi lo mando a letto-

Nino rise e disse: -Sembri una mamma!-

Jun lo guardò male e Nino vide che era già più rilassato; poi si salutarono e si divisero.

-Vedrai ora con il nuovo dosaggio che ti hanno prescritto comincerai a vedere meglio- disse Jun; ma Sho neanche rispose, così Jun continuò a guidare in silenzio verso casa.

Arrivati Jun fece scendere Sho dalla macchina e provò di nuovo a porgergli il bastone che gli avevano dato in ospedale, ma Sho lo scansò via da se e poggiò la mano sulla spalla di Jun, per farsi guidare.

Una volta arrivati in casa Jun fece sedere Sho sul divano e lo aiutò a togliersi la giacca.

-Ti preparo la cena, vuoi qualcosa in particolare?- chiese Jun.

-Non ho fame-

-Sarebbe meglio che mangi qualcosa, anche in ospedale non hai voluto nulla- disse apprensivo.

-Ho detto che non ho fame!- rispose brusco.

-Ok, vuoi… fare un bagno? Non devi bagnare i bendaggi, quindi se vuoi ti aiuto- propose.

-Non ho bisogno che mi fai da balia, sò badare a me stesso- gli urlò contro Sho.

-A me non sembra tu sia in grado di badare a te stesso!- esplose Jun; -stai solo facendo il bambino! Tutti capiamo come puoi sentirti in questo momento, però la tua testardaggine nel non voler aiuto non ti serve a niente; fai solo soffrire chi ti sta intorno!- gli urlò ripensando al volto triste di Masaki di un ora prima; -se veramente vuoi badare a te stesso, impara ad usare questo!- disse lasciandogli cadere il bastone sulle ginocchia; poi si diresse nella sua stanza sbattendo la porta.

Rimase per parecchio tempo seduto lì sul divano a pensare, Jun non uscì più dalla sua stanza, e molto probabilmente se ne era andato a dormire.

Era stato brusco con lui, infondo aveva ragione non era in grado di badare a se stesso, aveva bisogno d’aiuto, e volente o nolente doveva usare quel bastone, anche se lo innervosiva la sola idea; pensando e ripensando a come avrebbe dovuto comportarsi e a come scusarsi con tutti per il suo atteggiamento finì per addormentarsi sul divano.

La mattina dopo Jun si alzò con qualche senso di colpa per come aveva urlato contro Sho la sera prima, però proprio non ce l’aveva fatta a trattenersi ed era esploso.

Quando entrò in salone e lo vide dormire sul divano si sentì ancora più in colpa; si avvicinò e lo scossse piano svegliandolo.

-Sho…- lo chiamò.

Sho aprì gli occhi, ma come la sera prima non vedeva assolutamente niente, sentiva solo la mano di Jun sulla sua spalla; si alzò a sedere, non aveva sentito nessun rumore e non capiva se Jun era ancora lì.

-Jun?- domandò.

-Sho sei rimasto qui tutta la notte?- chiese sentendosi colpevole di averlo lasciato lì da solo.

-Mi sono addormentato-

-Ti preparo subito la colazione- disse precipitandosi in cucina; preparò una colazione abbondante, era il suo modo per sentirsi meno in colpa e fu felice di vedere Sho mangiare con appetito; poi lo accompagnò in camera senza chiedergli se gli serviva aiuto.

Quando fu pronto anche lui, trovò Sho ad aspettarlo in salone, seduto sul divano.

-Sei pronto?- chiese.

-Si- rispose.

Jun si avvicinò per aiutarlo, quando Sho si alzò da solo e usando il bastone, anche se in modo molto goffo, cercò di avviarsi verso la porta; forse era stato duro con lui, ma in qualche modo le sue parole sembrava avessero avuto effetto.

Al loro arrivo agli studi, quando entrarono nel camerino, Jun fu come investito da un atmosfera a dir poco tetra, ma qualche istante dopo Masaki cominciò la sua solita confusione; mentre Nino lo prese da parte e gli fece segno di uscire; lo seguì fuori e si chiusero la porta del camerino alle spalle.

-Nino che succede?- chiese subito Jun.

-C’è un problema, riguarda Sho- esordì.

-Che vuol dire che riguarda Sho?- chiese confuso.

-Prima che voi arrivaste abbiamo parlato con il manager, ha detto che se Sho non riuscirà a portare a termine i lavori che ci assegnano, il gruppo…- titubava a finire la frase.

-Nino il gruppo cosa?- chiese quasi spaventato dalla possibile risposta.

-Il gruppo verrà sciolto e ognuno lavorerà per conto proprio- disse finendo la frase.

-Non possono farlo! Vado a parlarci!-

-Jun è inutile, ci abbiamo già provato-

-Allora vado a parlare con il vecchio, di certo non mi fa paura!-

-Jun…- disse fermandolo per un braccio; -è stato lui a decidere così, non c’è nulla da fare- disse Nino.

-Come può fare una cosa del genere? Sho presto starà bene è solo questione di tempo- protestò Jun.

-Lo so, per ora l’unica cosa che possiamo fare è aiutarlo a imparare a muoversi anche se non ci vede; quindi per ora meglio non dirgli nulla a riguardo si agiterebbe solo, diremo solo che hanno detto che deve imparare, così non potrà protestare in alcun modo- cercò di spiegare Nino; -però… sarai tu a doverlo aiutare il più possibile- aggiunse infine.

-Io? Ma io…- cercò di protestare.

-Jun tu conosci alla perfezione ogni balletto, sei l’unico che glieli può insegnare senza problemi e stando da te avrete più tempo-

-Non so se sono in grado- cercò di difendersi.

-La verità è che non è questo il problema, il problema è un altro, ma se tu non ti deciderai a parlarne non cambierà mai niente- lo riprese.

-Non avrebbe alcun senso parlarne- cercò di difendersi Jun.

-Non puoi saperlo se non ci provi, Sho è ottuso, lo sai che non ci arriva alle cose, se non gli parli non saprai mai cosa prova- disse alzando leggermente la voce.

Jun non disse più nulla, Nino aveva ragione, ma lui non riusciva a dirgli nulla, come non riusciva a rifiutarsi quelle volte che finivano per passare la notte insieme.

r: pg-13, gnr: yaoi, g: arashi, p: sakumoto

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