A Light in the Dark

Dec 12, 2008 22:48

Capitolo 6

Dalla mattina seguente cominciò il lavoro duro, fecero ore e ore di prove per far in modo che Sho riuscise ad esegure i passi insieme agl’altri senza sbagliare, ma per ora non andava affatto bene, si scontrava con agl’altri che cercavano di evitarlo; cercarono anche di invertire i ruoli e di essere loro per primi ad andare dietro a Sho, ma non era facile come sembrava, anche perchè a lui bastava pochissimo per sbagliare, infatti non vedendo aveva movimenti più lenti, non era colpa sua era l’istinto che lo faceva muovere con lentezza.

Ma nonostante tutto gli altri lo incoraggiavano, e nessuno si era mai arrabbiato o lo aveva ripreso per aver sbagliato; cosa che all’inizio gli era anche di conforto, ma adesso avrebbe preferito che davvero lo sgridassero, perchè magari sarebbe riuscito ad impegnarsi di più.

Si sentiva un po’ frustrato per questo, i giorni passavano ma i suoi miglioramenti erano minimi, l’unica cosa che aveva imparato bene era a usare il tatto, perché ogni sera ripeteva con Jun il solito gioco; anche il suo udito era migliorato, ma la sua imbranataggine nel ballare continuava a essere un problema, e siccome lo era anche quando vedeva adesso era molto peggio.

Una sera dopo le solite e interminabile ore di prova, ritornati a casa Jun cominciò a spostare il divano e i mobili del salone per fare spazio, in modo da avere un posto abbastanza largo per poter provare, lui era stanco, ma dato che era lavoro assecondò Jun che gli chiedeva di provare ancora per un po’, poi attaccarono la musica e ballarono insieme con Jun che lo correggeva quando sbagliava, ma un paio d’ore dopo, all’ennesima ripresa di Jun perché andava fuori tempo si fermò di colpo sotto lo sguardo confuso del ragazzo.

-Qualcosa non va? Forse è il caso ti riposi un po’- disse Jun vedendo l’espressione turbata di Sho.

-E’ tutta fatica sprecata, non posso imparare a seguirvi se non vi vedo!- sbottò Sho rabbioso.

-Si che puoi, hai bisogno solo di pratica- cercò di tranquillizzarlo.

-Sono giorni che facciamo pratica e non miglioro, è inutile e basta- continuò irritato.

Jun si avvicinò poggiandogli una mano sulla spalla.

-Sei nervoso tutto qui, devi cercare di rilassarti e ci riuscirai-

-Rilassarmi?- urlò Sho cominciando a ridere.

Jun era quasi spaventato da quella strana reazione e lo lasciò leggermente andare facendo un passo indietro, quando Sho gli bloccò il braccio, Jun indietreggiò cercando di fargli lasciare la presa, ma Sho stringeva sempre più forte.

-Perché non ci pensi tu a farmi rilassare allora!- gli urlò facendolo sbattere con la schiena contro il muro, bloccandogli poi la testa per baciarlo in modo rude.

Jun cercò di scansarlo via da se premendo le mani sul suo petto, ma Sho non lo lasciva andare, quando liberandosi Jun gli diede un forte schiaffo; Sho si portò la mano al volto, poi tornò a guardare nella direzione in cui era ancora Jun anche se non lo vedeva.

-Siete tutti… così accomodanti; non fate altro che dire: non fa nulla, ci riuscirai, rilassati! Mi sono scocciato, non posso imparare a ballare se non ci vedo!- cominciò a gridare furioso.

-No! Non vuoi! Noi ci stiamo facendo in 4 per aiutarti, vogliamo solo che tu riesca a lavorare insieme a noi; a me come agl’altri fa piacere aiutarti- disse Jun arrabbiato.

-Come se fosse vero, tanto lo so che speri me ne vada presto; sembravi molto felice quel giorno che ci vedevo meglio, almeno mi sarei tolto di mezzo prima, giusto? Se lo stai facendo è solo per pietà!- disse quelle parole con disprezzo, erano dure e cattive. Ci fu qualche secondo di silenzio, Jun era rimasto shoccato da quello che Sho aveva detto e lacrime silenziose avevano cominciato a rigargli il volto.

-Sei… sei un stupido- sussurrò.

-Sei uno stupido!- ripeté alzando la voce; -possibile che tu non capisca? La mia non è pietà! Si ero felice che ci vedessi meglio… lo ero davvero, ma mi dispiaceva che te ne saresti andato; è perché ci tengo troppo a te che ci sto male a vederti così; possibile che tu proprio non riesca a capire cosa provo? Quanto mi fa male non poterti aiutare? Ma… tanto è inutile- disse, poi se ne andò sbattendo la porta; perché in quel momento non ce la faceva a rimanere lì con lui, non voleva stare solo ma non voleva rimanere con Sho.

Ne rimase veramente turbato, si aspettava che Jun si arrabbiasse, ma non pensava che avrebbe detto quelle cose, e aveva sentito la sua voce insicura, tremante mentre pronunciava quelle parole, c’era qualcosa che lo stava facendo pensare, quello che Jun provava e pensava forse veramente non lo capiva; forse aveva sempre sbagliato con lui.

Si sentiva male, in colpa per aver lasciato Sho solo e allo stesso tempo era incapace di tornare indietro. Aveva guidato per un pò senza meta, poi si era diretto da l’unica persona che non gli avrebbe fatto domande, lascinadolo sfogare.

Suonarono alla porta, guardò l’orologio appeso alla parete, erano le 2 di notte, si alzò ed andò ad aprire, ormai i suoi quando suonavano neanche si alzavano a vedere, perchè nel cuore della notte poteva essere solamente qualcuno che cercava lui e di solito era successo qualche guaio quando accadeva.

Scese e aprì la porta, quando rimase shoccato da quello che vide; fuori c’era Jun, il viso sconvolto dalle lacrime che continuavano a scendere rigandogli il volto; portava addosso solo una maglitta a mezzemaniche ignorando il freddo di quella sera, nonostante il buio alla sola luce del corridoio riuscì a notare un segno rosso sul braccio sinistro come se qualcuno glielo avesse stretto con forza.

-Oh-chan scusa per l’ora, ma... non sapevo dove andare- disse con voce roca e spenta.

-Vieni entra- disse subito facendolo entrare; -vuoi qualcosa da bere?- chiese.

-No niente grazie- rispose soltanto.

-Vieni su, per prima cosa ti dò qualcosa di più pesante da metterti- disse vedendo che tremava leggermente.

Sairono su in camera, lo fece sedere sul letto e cercò nell’armadio una felpa da fargli indossare, poi si avicinò porgendogliela.

-Jun... è successo qualcosa?- chiese preoccupato; la reazione di Jun fu immediata, gli gettò le braccia al collo e cominciò a piangere sempre più forte singhiozzando sul petto del compagno, che inizialmente sopreso, cominciò poi ad accarezzargli i capelli, cercando di confortarlo e lasciandolo sfogare; capiva che non ne voleva parlare, anche se era chiaro quale fosse il problema ovviamente, sicuramente era successo qualcosa a casa con Sho, ma se lui non voleva dirglielo non gli avrebbe chiesto niente. Così continuò a tenerlo abbaracciato finchè esausto non si addormentò; lo fece distendere sul proprio letto e lo coprì con la coperta; poi prese il futon nel suo armadio, lo distese a terra accanto a Jun tornando a dormire.

Erano le 6 e oramai era un po’ che era sveglio, così decise di scendere in cucina per mangiare qualcosa; la casa era ancora deserta, aprì il frigo, il suo stomaco brontolava per la fame però sua madre dormiva ancora quindi doveva prepararsi qualcosa da solo se proprio ci teneva a riempire lo stomaco; mise a cuocere il riso, quando sentì dei passi sulle scale.

-Toshino sei tu? Che ci fai alzato a quest’ora?- chiese la madre prendendo subito il suo posto ai fornelli.

-Non riuscivo a dormire ed ho fame- rispose.

-C’è Jun di sopra, è successo qualcosa?- chiese.

-Non so che è successo, ma di sicuro non stava bene ieri sera; magari è meglio lasciarlo dormire ancora un po’- disse; la madre annuì e continuò a cucinare.

Circa un ora dopo Jun si affacciò in cucina…

-Ohayo gosaimasu- disse educatamente con un leggero inchino alla signora Ohno.

-Jun caro, vieni a fare colazione; ti vedo sciupato, ma mangi abbastanza?- chiese preoccupata.

-Grazie, ma non me la sento di mangiare, ero sceso a scusarmi per il disturbo; ora devo tornare a casa- spiegò.

-Sicuro che non ti va proprio nulla?- chiese apprensiva.

-No, la ringrazio- disse ancora, poi salutò e si diresse verso la porta seguito da Satoshi.

-Jun sei sicuro di star bene? Vuoi che venga con te?- chiese.

-No va tutto bene, non ti preoccupare; ci vediamo tra un po’ agli studi-

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