Eccomi qui a far contenta la mia mogliettina (aka harin) che vuole sapere come continua la storia, dopotutto ne è proprio allo scuro questa volta su tutta la storia; quindi ho ceduto alle sue richieste XD
Buona lettura a tutti ^^
Titolo: Bound to the Heart
Fandom: Arashi
Genere: AU, fantasy, fantascienza, yaoi, angst (un pò di tutto insomma XD)
Raiting: R
Pairing: Sakumoto
Desclaimers: questa storia è pura invenzione fatti e personaggi sono del tutto casuali, eventuali riferimenti a persone esistenti sono deltutto involontarie *si come no XD*
Post precedenti:
Capitolo 1 Capitolo 2
Le stanze loro assegnate erano qualcosa di veramente splendido, lo stile orientale capeggiava anche in quei piccoli appartamenti, e il suo era comunicante con quello di Satoshi; i tappeti erano ovunque, il letto era grande e soffice e su di esso vi era una veste molto bella, anche se forse non molto comoda.
Girovagò per la stanza incuriosito dai colori e dagli oggetti semplici ma essenziali, la cosa meno efficente erano i bagni, il servo gli aveva spiegato che se voleva fare un bagno caldo bastava chiamare e gli sarebbe stata portata dell’acqua calda e del sapone, mentre su un piccolo tavolo da toletta vi erano olii profumati di ogni genere e fragranza, alcune addirittura mai sentite.
La stanza si apriva con un balcone che dava sui splendidi giardini del palazzo, e in lontananza poteva vedere la campagna, i colori di quella terra erano verdi, ciò in parte lo sorprendeva perchè quel pianeta aveva un clima caldo e secco, ma fortunatamente non fastidioso, però di certo ci si doveva vestire leggeri.
-Com’è la tua stanza?- chiese Sho andando ad affacciarsi alla porta che collegava le due stanze.
-Molto bella, anche se mi bastava qualcosa di più piccolo- rispose il ragazzo, mentre guardava con curiosità il vestito che era sul letto cercando di capire come andasse messo.
-Un letto e del cibo e ti fanno contento, hai poche ambizioni Satoshi- gli disse con tono divertito, ma come se fosse un rimprovero.
-Il minimo indispenzabile e sono felice- rispose ridendo.
...
-Sei preoccupato?- chiese d’un tratto Satoshi vedendolo silenzioso.
-Direi sovrapensiero- rispose Sho.
-E’ per via di quei ragazzi?- chiese.
-Uhm-
-Forse è nella loro cultura, noi magari lo troviamo strano, impossibile, magari per loro e normale- cercò di spiegare, volendo metterla su questo punto di vista.
-Può anche essere, ma chi sono? E per quale motivo esiste questa “tradizione”? Sempre che lo sia- disse contrariato, quella cosa gli dava un po’ fastidio, anche se in fondo sapeva che Satoshi aveva ragione e che non si poteva intromettere in ciò che non lo riguardava minimamente.
-Magari… non so, sono i suoi figli- disse Satoshi, a quella frase Sho si girò verso di lui sconvolto.
-Toshi ma sei scemo?-chiese sbalordito; -da quando uno i figli se li lega alla sedia e se li tiene sdraiati ai suoi piedi!- esclamò sconvolto.
-Beh in effetti…- disse con aria pensierosa.
Sho decise di lasciar perdere l’argomento; voleva riposarsi un po’ prima di andare al banchetto; tornò nella sua stanza e si stese sul letto ancora ripensando a quello che si erano detti lui e Satoshi pochi minuti prima; alla fine aveva ragione, non si doveva intromettere, quello che doveva fare non riguardava le tradizioni di quel pianeta, ne quei tre ragazzi.
-Come sto?- chiese Satoshi entrando nella stanza di Sho.
-Devo dire sembriamo due cretini- ridacchiò Sho girandosi a guardare l’amico; -però almeno così ci sembra, ma in mezzo a tanti altri vestiti così nessuno ci farà caso- disse sollevato.
Quelle vesti erano splendide, ma lui abituato a qualcosa di molto più semplice si sentiva ridicolo.
-Andiamo?- chiese Satoshi mentre continuava a guardarsi perplesso.
-Andiamo- disse in un sospiro Sho.
Uscirono dalla stanza e si diressero verso il grande salone dal quale arrivavano le voci degli ospiti, la stanza era grande e illuminata da molte lampade disseminate per tutta la sala, al tavolo erano sedute parecchie persone, molto probabilmente nobili e persone importanti, tutte con abiti eleganti; il re fece subito segno a Sho e a Satoshi di sedersi nei posti lasciati liberi accanto a lui, presero posto al tavolo disposto a ferro di cavallo, il quale lasciava al centro uno spazio parecchio ampio, dove i domestici passavano servendo vino e cibarie; all’inizio non li notò neanche, poi li vide al centro dello spazio vuoto formato dai tavoli, vi era un piccolo obelisco ornato di oro a percorerne il fusto con una decorazione arabesca, e a questo vi erano legate a un gancio le piccole catenelle che aveva visto legate al trono, e ai piedi di questo, su cuscini di raso ricamati vi erano i 3 ragazzi, immutati nella loro bellezza e nelle loro espressioni.
Cominciò il banchetto e il vociare infinito; parlò con chiunque gli facesse domande curioso e... circa a metà pasto, improvvisamente il re si alzò in piedi:
-Silenzio!- intimò per avere l’attenzione, quando anche l’ultima voce si spense, cominciò a parlare...
-Oggi festeggiamo l’arrivo di queste persone venute da molto lontano a renderci partecipi della loro tecnologia, io sono felice che abbiano accettato di aiutarci a far progredire il nostro pianeta e a insegnarci tutto quello che sanno, quindi brindiamo ai nostri nuovi amici- disse alzando la coppa di vino che aveva in mano.
Un boato di assensi salì a gran voce dalla folla e tutti svuotarono i loro bicchieri, poi il re battè le mani richiamando l’attenzione dei 3 ragazzi, rimasti seduti e in silenzio per tutto il tempo.
-Intrattenete gli ospiti con qualcosa di divertente- ordinò il sovrano, Nino il piccolino e il ragazzo castano dall’aria innocente si alzarono e andarono a recuperare degli strumenti in un angolo della sala, Sho potè notare così che le catene con cui erano legati almeno gli davano libertà di muoversi, quando tornarono indietro si risederono a terra con quelle che somigliavano a chitarre di più piccole dimensioni; quando la musica lenta e delicata comiciò a suonare il terzo ragazzo, si alzò lentamente muovendo il corpo insieme alla musica, diventando un tuttono con le note, seguendo lo sorrere della melodia con movimenti lenti e flessuosi, era un modo di danzare molto bello e si sentiva rapito da quello spettacolo, era qualcosa di veramente splendido, come lo era il ragazzo che lo eseguiva; era tanto intento a guardarlo che quasi non si accore della fine della musica; ci fu qualche leggero applauso e nulla di più, mentre secondo lui meritavano veramente di più per quello che gli avevano offerto.
Tornò il chiacchiericcio di prima e dopo un pò, il re fece segno a una guardia di mandare via i ragazzi, la guardia si avvicinò e i 3 ragazzi si alzarono in piedi facendo qualche passo in avanti allontanadosi dall’obelisco a cui erano legati, la guardia sciolse le catene e le tenne tra le mani, poi i tre ragazzi fecero un inchino in direzione del re e seguirono la guardia che li guidava fuori dalla sala.
-Maestà posso farle una domanda?- chiese Sho dopo aver visto scomparire i ragazzi dalla grande porta d’ingresso.
-Certo- rispose subito il re.
-Quei... quei ragazzi chi sono?- azzardò a chiedere.
-Non sono altro che qualcosa di molto prezioso- rispose il re.
“Qualcosa di molto prezioso” pensò Sho tra se, sembrava che il re li considerasse come oggetti, però era inutile... anche se lo infastidiva, doveva mettersi in testa che la cosa non lo riguardava minimamente.
Ancora la storia procede abbastanza tranquilla, però dal prossimo capitolo comincerà veramente a movimentarsi, quindi continuate a seguirla *si fa pubblicità da sola XD*