[Axis Powers Hetalia] Le galee della Serenissima

Jun 08, 2009 22:26

Titolo: Le galee della Serenissima
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: la Serenissima (Oc di Venezia) + Cipro, Antonio Fernandez Carriedo (Spagna), Leone (Oc dello Stato della Chiesa/Città del Vaticano)
Parte: 1/1
Rating: PG
Conteggio Parole: 1040
Riassunto: Cipro non è più sua. E lei vorrebbe affondare.
Note: - La storia si pone dopo la battaglia di Lepanto (1571) per la precisione, vista la presenza di un Sebastiano Venier come doge, ci troviamo nel 1577.


Le galee della Serenissima
(capitolo extra)

“Venezia, metà donna, metà pesce, è una sirena che si disfà di una palude dell'Adriatico.”
Jean Cocteau

Fuori il popolo festeggiava con un gran vociare di donne e uomini il ritorno della flotta come se fosse un novizio Carnevale, ma dentro il palazzo Ducale regnava il silenzio.
I patrizi e i magistrati che solitamente percorrevano i suoi bei corridoi erano ognuno nelle loro case, anch’essi impegnati nel celebrare quella magnifica vittoria, solo pochi sfortunati servitori popolavano il palazzo impegnati nelle loro faccende, cercando tutti, però, di evitare l’unica stanza da cui si sentivano provenire rumor di grida.

- Dannati spagnoli! E maledetto sia Antonio! Che gli marciscano tutti quei suoi amati pomodori! -

La Serenissima era arrabbiata, anzi furibonda - nessuno l’aveva vista così dai tempi in cui Genova ancora tentava di spodestarla - per quell’affronto che aveva dovuto sopportare in silenzio. Come aveva osato quel damerino tutto siesta e flamenco fermare i suoi piani?
Un prezioso vaso dai decori orientali cadde, urtato dalla Repubblica nel suo marciare avanti indietro per la sala, con un fragore di cocci rotti andando a raggiungere gli altri suppellettili che in un primo momento d’ira erano stati violentemente scagliati a terra. Se possibile i suoi insulti e improperi contro la nazione spagnola si fecero ancora più pesanti. Ovviamente anche la perdita di quel prezioso vaso era colpa sua.

- Come osa, quel reuccio pavido obbligarci ad un trattato? Abbiamo vinto solo grazie alle mie galeazze, altrimenti Filippo sarebbe lì ancora a farselo mettere in quel posto dai turchi! Il sangue non mente, da un traditore non può nascere nulla se non un traditore¹. -

Un rumore di passi si intromise nel silenzio tra un’ingiuria e l’altra, mentre gli audaci domestici, che erano giunti per porre rimedio al disastro creato dalla Serenissima, si inchinavano al passaggio del doge.

- Vedo che il tuo umore non è migliorato da questo pomeriggio e pensare che speravo di rivederti sorridere come quel giorno sulla prua della Capitana.-

Il doge² era un uomo anziano gli occhi piccoli e scuri sovrastati da sopracciglia bianche come la barba, ma certamente nulla nel suo aspetto tradiva quei sintomi comuni nella vecchiaia che portano alla debolezza, anzi appariva più possente e fiero di molti baldi giovani.

- Monsignor el Doxe.-

La Serenissima si inchinò all’unico uomo che poteva affermare di avere potere su quell’indipendente donna che tutti chiamavano Venezia.

- Credevo che vi trovaste nei vostri appartamenti, Dux -

L’uomo fece un cenno ai servitori che come fantasmi scivolarono via lungo le porte che si aprivano su Sala dello Scudo, sapeva che la conversazione che sarebbe seguita non sarebbe mai dovuta essere resa pubblica. Venezia non poteva permettersi altri momenti di debolezza.

- Vi ero, ma le tue amabili urla mi hanno costretto ad alzarmi..-
- Sembra che oggi io non sia capace di far nulla di buono, Dux -
- Sai perfettamente che non è vero, lo stai dicendo solo per farti adulare. -
- Forse avete ragione, Dux -

La Serenissima rise e il doge seppe che il peggio era passato. Per il momento.

- Inizia con lo smettere di chiamarmi Dux ad ogni frase, mi mette ansia, non mi sarei mai aspettato di diventare doge alla mia età. E poi fino a pochi giorni fa eravamo compagni d'armi, tutto questa deferenza da parte tua mi sconvolge. Mi ricordo ancora bene gli insulti che mi lanciavi ogni volta che mi vedevi con le pantofole sul ponte. -
- Se è questo che desideri Sebastiano, non esimerò più dal dirti che quel colore della seta ti fa sembrare uno di quei dannati pomodori.-
- Vedo che il tuo umore è migliorato, ora intendi dirmi il motivo di una tale furia? Se la vecchiaia non ha confuso completamente la mia mente, da quel che ricordo abbiamo vinto.-

La Serenissima abbassò gli occhi, mordendosi l’interno delle labbra. Il suo era stato un comportamento deplorevole e vergognoso, uno di quei momenti di debolezza che avrebbe voluto relegare alle sue stanze, ma non c’era riuscita. Non con i vestiti di Cipro che riempivano ancora i cassetti del suo armadio.

- Mi scuso, il mio è stato un comportamento infantile,è solo che...-

Il silenzio cadde nella stanza, mentre fuori i suoni dei festeggiamenti riempivano l’aria.
La Repubblica rialzò lo sguardo fissando il suo signore e comandante e nei suoi occhi, l’uomo potè leggere il motivo per il quale Venezia era quella potenza che per anni aveva tenuto testa, senza mai vacillare, alle grandi nazioni continentali.

- è solo che non posso sopportare, che per colpa di Spagna, Cipro sia ancora in mano turca. L’alleanza era già fatta, i Turchi erano alla sbando e sarebbe bastata una leggera pressione su quell’ingenuo di Leone3 per avere tutta la lega Santa a liberare Cipro. E invece no, quel vile omuncolo ha deciso il contrario, perché ha una folle paura che con l’aiuto di quell’isola io possa prendermi tutto il Mediterraneo e quindi minacciare il suo piano di conquista dell’Italia, ma non glielo permetterò mai a costo di allearmi con quell’insopportabile, altezzoso di Roderich. -

La Serenissima si zittì nuovamente e Sebastiano seppe che la verità sarebbe presto arrivata; non che fino ad allora gli avesse mentito, ma la conosceva abbastanza bene da sapere che era avvezza alla perdita di territori o a sconfitte su terra, infondo lei era nata per governare i mari, non la melma che spuntava dalle acque.

- E soprattutto, Dux… Sebastiano, sono stanca. Sono terribilmente stanca.-

Il doge la guardò con occhi sgranati, non si sarebbe mai aspettata una confessione del genere da lei, lei che pochi anni prima combatteva sul ponte della sua galea al grido di “ Viva San Marco”, ma di certo non una parola sarebbe dovuta uscire da quella stanza, il segreto di quella confessione sarebbe morto con lui.

- I veneziani sono sempre più indolenti, legati alle belle ville che riempiono l’entroterra, non c’è più quello spirito d’avventura che incendiava l’animo e che ha portato alla grandezza la Repubblica. Non c’è più forza e io ho paura che mi spegnerò come una fiamma che ha bruciato troppo senza avere più legno da ardere. Qualche volta vorrei che il mare mi inghiottisse perché preferirei senz’altro questa fine alla prigionia, ma non posso.-
- Perché?-
- Perché sto aspettando due bambini che spero crescendo siano diventati, anche solo un po’, simili al nonno. -

1 la Serenissima si riferisce alla Battaglia di Prevesa, dove Carlo V, padre di Filippo II di Spagna, stipulò un contratto con Khayr al-Dīn Barbarossa per distruggere la Repubblica di Venezia. Infatti Doria, il comandante genovese ai comandi dell’imperatore, si rifiutò di dar battaglia ai Turchi e si ritirò dopo che molte navi veneziane erano entrate nel vivo del combattimento, sotto l'esplicito ordine di Carlo V.
2 Il doge con cui parla la Serenissima è Sebastiano Venier
3 Il personaggio di Leone (Stato della Chiesa/Città del Vaticano) è creazione di “ Italian Project”.

------------

Capitolo I
Capitolo II.a - II.b
Capitolo III
Capitolo IV

Extra

E San Marco  vorrebbe piangere (conquista di Cipro)
Dialogo (post battaglia di Lepanto

fanfiction, character: antonio f. carriedo (spagna), fandom: axis powers hetalia, character: cipro, character: serenissima (oc!venezia)

Previous post Next post
Up