[STAR WARS TFA] Angry Teenager Love

Mar 03, 2016 22:28

Fandom: Star Wars: The Force Awaken
Pairing: Hux/Kylo
Rating: safe
Avvertimenti: highschool AU
Wordcount: 1410
Cosa sto per leggere: niente, perché ora chiudi la pagina e non riapri mai più questo obrobrio.
Scritta per: COW-T 6, quinta settimana, prompt "Cambiamento" + "Isola"


Nessuno uomo è un’isola. L’ha letto stamattina su uno di quei post d’estetica di tumblr, era una scritta bianca e in stampatello, spessa, in un carattere spigoloso e corsivo che si stagliava con chissà quale arroganza su uno sfondo di galassia blu e viola; un cliché fatto immagine, insomma, e non è nemmeno sicuro di sapere quale sia il suo significato, ma gli ha lasciato addosso un fastidio che non riesce a scrollarsi neanche adesso, un ronzio, come un fischio all’orecchio che lo manda fuori di testa. Che cazzata. Lo spazio non c’entrava nemmeno niente con una scritta del genere, e poi una stronzata simile può averla pensata solamente qualcuno a cui non è capitata la sfiga di conoscere uno come Hux.
Lo stesso Hux che, con lo sguardo assorto su uno dei suoi libri, non sembra nemmeno accorgersi di Kylo che immobile lo sta fissando avvicinarsi lungo il corridoio della scuola, dove l’ha aspettato fin dal suono della campanella. A un certo punto del tragitto però una sensazione deve sfiorargli la coscienza, perché Kylo lo scorge sbattere le ciglia ed aggrottare la fronte, e poi subito dopo sollevare gli occhi, ma piano, con cautela, come in preda al timore di veder confermato chissà quale presentimento - e Kylo, da parte sua, resta lì ad aspettarlo, ad aspettare che i loro sguardi s’incastrino, che quello di Hux si perda per un istante, le labbra appena divise che si richiudono subito, il ritmo nei suoi passi che si spezza per un istante prima di ritrovare dignità, la sua mascella che si stringe, il libro che si chiude con uno schiocco sordo e poi finalmente gli è di fronte, immobile, con una punta di fastidio genuino che non premura di nascondere dagli occhi.
Ecco, ogni tanto a Kylo capita scioccamente di domandarsi perché lo faccia incazzare così tanto, ma poi gli basta averlo davanti perché ogni motivo più stupido riaffiori alla mente, a cominciare dalla sua faccia e dal fatto che, cazzo, ora che lo guarda meglio sembra proprio l’incarnazione di quello stupido post, un luogo comune ambulante, una citazione su un’isola sospesa nello stramaledetto spazio, un’esistenza il cui senso non riesce a spiegarsi e che pure non è capace di scrollarsi di dosso.
“Vaffanculo, Hux”, la voce gli scivola fuori dalle labbra senza che abbia il tempo né la voglia di controllarla, e poco male, comunque, dal momento che di solito non ha molto altro da dirgli. Hux, però, non sembra prenderla con la sua stessa filosofia - al contrario, per riflesso inarca un sopracciglio mentre il suo capo pende di lato, le labbra che s’arricciano appena, mute per un istante, riempiendo Kylo di compiacimento.
“Cosa?”, gli sente domandare, ed è musica per le sue orecchie, è quasi un miracolo che sia riuscito a zittirlo con tanta facilità quando la maggior parte delle volte è costretto a lasciargli l’ultima parola pur di non ascoltarlo blaterare all’infinito. Kylo non ha intenzione di lasciarsi sfuggire un’occasione simile; lo afferra per il polso senza dire nient’altro e se lo trascina dietro, nella fretta il libro scivola a terra - Kylo ne sente il rumore smorzato ma non gli lascia il tempo di protestare: non appena avverte resistenza da parte sua lo strattona più forte, guadagnandone un lamento rabbioso, probabilmente un insulto che però gli scivola addosso senza che abbia il tempo di darci troppo peso. In fondo lo sta facendo anche per questo - per fargli capire qual è il suo posto, per ricordagli che non è una cazzo di isola e che lui può occupare i suoi spazi quando vuole, che può raggiungerlo anche se non gli parla, anche se ogni volta che tenta di rivolgergli la parola lo guarda con il disprezzo subdolo di chi si crede migliore, e Kylo vuole che si accorga che non è così, vuole che si accorga di lui, lo ha desiderato tanto disperatamente da convincersi di odiarlo.
La porta del bagno sbatte alle loro spalle restituendoli al silenzio, e solo ora Hux riesce a trovare il tempo e la forza di strattonare il polso via dalla sua stretta con un gesto stizzito, fin troppo drammatico, che Kylo si sorprende ad ammirare e detestare allo stesso modo.
“Che cazzo, Ben? Hai deciso di iniziare a bullizzarmi in bagno?”
“Sta’ zitto”, glielo ringhia addosso mentre brucia le distanze con un unico passo, svelto e predatorio, da cui Hux non sembra lasciarsi intimidire affatto - al contrario, stringe le labbra e si impettisce, restituendogli il suo sguardo più arrogantemente e provocatorio. Lui però non gli lascia la soddisfazione di cascarci. “E chiamami Kylo, merda”, soffia, ma non ha intenzione di fermarsi qui - non ne aveva nessuna fin dall’inizio, fin da stamattina, da quello stupido post su quella stupida scritta che gli ha ricordato questo stupido idiota. Senza pensarci afferra la tracolla, se la sfila dalla spalla e gliela butta addosso, non gli lascia nemmeno il tempo di reagire, di pensare a quello che sta succedendo - quando Hux si piega in avanti, con gli occhi spalancati e le braccia attorno all’addome dove la borsa l’ha colpito, Kylo piomba su di lui come un avvoltoio. “Ma cos-“, non è la sorpresa a zittirlo, né la voce di Kylo che si accavalla alla sua - no, questa volta non è niente di tutto questo, questa volta ha deciso di provare qualcosa di diverso, e si sente addosso un’elettricità nuova quando si ritrova in grado di sfondare tutte le sue difese con esagerata difficoltà, quando gli afferra il mento con una mano e lo spinge contro il muro con l’altra, quando lo inchioda sotto il proprio il corpo, quando un gemito di dolore misto a sgomento gli inonda i timpani di un piacere che si scopre a rincorrere disperato, quasi senza controllo, tanto che si dimentica persino di chiudere gli occhi quando abbassa il viso su quello di Hux per premere le labbra contro le sue, morderle, leccarle, spingerlo contro il muro senza lasciargli via di scampo.
La bocca di Hux è bollente ed ha il sapore dolce e frizzante del trionfo, è talmente buona che per un istante Kylo è convinto di non potersene separare più. Solo quando avverte le mani dell’altro spingergli con urgenza contro il petto e le spalle si accorge di aver bisogno di aria, di respirare, di staccarsi da lui.
“Ma cazzo, sei fuori di testa?!”, se lo lascia sbraitare addosso con un ghigno compiaciuto - in questo momento persino la voce di Hux deformata dal risentimento e dalla mancanza di fiato riesce a procurargli un piacere che non sarebbe in grado di quantificare. Gli concede persino di alzare le mani per spingerlo via, con forza, quasi intenzionato a fargli male davvero.
“Chiudi la bocca che ti è piaciuto, stronzo”, soffia, il sorriso fra le sue labbra sempre più affilato e soddisfatto, lo sguardo ipnotizzato dal rossore che inizia a tingere il viso altrimenti diafano di Hux. “Guarda, stai pure arrossendo come una puttanella.”
“Vaffanculo”, Hux si fa avanti e lo colpisce di nuovo alla spalla senza trovare resistenza, costringendolo ad indietreggiare di un altro paio di passi. “Muori, bastardo”, Kylo non riesce a smettere di guardarlo e sorridere, di leccarsi le labbra per inseguire di nuovo il suo sapore, ed è così contento che tutto questo faccia infuriare Hux ad un punto tale da dilatargli le narici ed accorciargli il respiro.
“Posso ripetere, se me lo chiedi educatamente”, lo provoca.
“Provaci e ti stacco la testa a morsi”, Hux soffia fra i denti, ma questa volta non gli lascia il tempo di ribattere. Volta le spalle e si affretta verso la porta, minacciando d’inciampare un paio di volte sui suoi stessi passi.
“Sai dove trovarmi, se ne vuoi ancora!”, Kylo lo urla ad un porta sbattuta in faccia, ma in fondo non gli interessa. Si sfila il cellulare dalla tasca, le dita che tremano appena per l’adrenalina, assieme al respiro, mentre preme sull’icona dell’app di tumblr e scorre fra i like ai post. L’immagine è proprio in cima alla lista, con la sua scritta bianca e spessa che adesso quasi gli sembra fluttuare rumorosa e beffarda in mezzo alla galassia blu e viola che fa da sfondo, coloratissima, tinta di ogni sfumatura della vittoria. Passa il dito sul tasto del reblog con un ghigno enorme sul viso. “Che cazzata”, non riesce a fare a meno di ripetersi mentre muove freneticamente le dita sulla tastiera.
Nemmeno tu, stronzo, tagga sotto la foto e poi la posta.

post: cow-t, warning: dub-con, pairing: kylux, fandom: star wars, rating: safe, warning: au, post: fic

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