Finalmente la seconda storia scritta per la prima anomeme a cui ho partecipato!
TITOLO: Quando il seme germoglia dentro di noi.
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: OneShot. Assurda. Mpreg. Fluff.
RATINGS: Pg.
DISCLAIMERS: Nessun Johnny mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Shigeaki Kato, Keiichiro Koyama { KoyaShige ; KoyAto } .
PROMPT: mpreg. Shige accarezza il pancione di Koyama, gli mormora dolcezze senza senso all'orecchio, si commuove su quanto la loro vita sia felice e perfetta, prega giorno e notte che il bambino non abbia gli occhi da pesce della mamma, tiene sottocontrollo ogni singola cosa che Koyama mangia, va un giro a dire agli amici universitari che sta diventando papà. No davvero, qualunque cosa mi va bene: basta che sia fluff. çOç.
RIASSUNTO: Perché quando stanno aspettando un figlio, diventano ancora più kawaii.
NOTE: Oltre a questa parte, ve ne sono altre tre che completano questa storia, vi rimando ai link per poterle leggere, mi raccomando, seguitene l’ordine cronologico per poterle capire.
1) Questa: Quando il seme germoglia dentro di noi.
2)
Quando ti considerano un pazzo isterico, non possono fare altro che addormentarti3)
Che a Toma non piacciano i bambini?4)
Sperando che non prenda il naso di suo padreTHANKS: Al bambino o bambina che nascerà da questa magnifica coppia X°D.
A Lu, perché l’ha betata.
PAROLE: 1250, con il conteggio di word.
Quando il seme germoglia dentro di noi
“Ma l’ avete visto bene?” la sua voce, la sua voce, dannatamente esagitata, fece voltare, di nuovo, i suoi amici nonché compagni di corso.
“Si, Shige_kun, l’abbiamo notata benissimo quella pancia esageratamente grande. E sì, lo sappiamo che diventerai papà…” Shige fece per dire qualcosa, ma l’ altro non lo lasciò andare avanti.
“Lo sappiamo perché questo sarà la centesima volta che ce lo ripeti”
Uno sbuffo corale seguì questo commento.
“Scusatemi tanto se sono felice” brontolò l’ altro, tornando a guardare la foto con uno strano luccichio negli occhi.
Ormai quello era il quarto mese di gravidanza e Shige non stava più nella pelle dalla felicità.
Se già era estremamente euforico, quella notizia aveva decisamente travolto la sua vita.
La sua e quella del suo ragazzo, Keii_chan.
Shige fotografa ogni giorno la sua pancia, per poterne monitorare la crescita.
Gli aveva programmato una dieta su misura, equilibrata e volta a rafforzare le difese della piccola creatura che stava rannicchiata dentro di lui.
Ma non solo, faceva in modo di far ascoltare, almeno tre volte al giorno, Mozart, Beethoven e molta musica classica, perché avevano dimostrato aiutasse a far nascere dei bambini intelligenti.
Ed ancora, gli aveva proibito di muoversi perché, sbadato e goffo come era, chissà cosa poteva combinare.
Era per questo che Koyama se ne stava sempre a casa…
Shige era pericoloso se si arrabbiava.
"Amore, tutto bene oggi?" chiese Shige apprensivo appena tornato dall'università.
Passarono solo pochi secondi ed un urlo gigantesco si scatenò nella casa.
Koyama fece appena in tempo a coprirsi le orecchie che Shige gli fu subito accanto, aiutandolo a tirarsi su da terra.
"Quante volte te l'ho già detto Keii_chan? Stare seduto a gambe incrociate per terra può provocare problemi al bambino che porti nella tua pancia. Lo sai, ne? Te l'ho già detto più volte"
L'altro ragazzo sospirò, roteando gli occhi al cielo.
Possibile che il suo ragazzo fosse talmente apprensivo e paranoico?
...
...
Sì, dopotutto era Shigeaki Kato.
Keiichiro non riusciva più ad addormentarsi come prima, questo perché il suo ragazzo faceva di tutto per poterlo all'esasperazione.
Durante la giornata non poteva assolutamente muoversi e questo aveva fatto sì che non si stancasse per niente.
Quando finalmente riusciva a prendere sonno ed il vento dei sogni lo cullava portandolo via, era convinto che anche Shige dormisse, ma non era così.
Era in quelle ore di assoluta tranquillità che Shige metteva in pratica il suo piano scellerato.
"Ehi, mi raccomando, non prendere gli occhi da pesce lesso della mamma, ne? Capito piccino?"
Sì, continuava a ripetere queste parole come una litania, notte dopo notte, desiderando ardentemente che il neonato lo ascoltasse.
“L’ assioma di Pitagora…”
Il libro scricchiolò e gli occhi di Keiichiro si aprirono molto lentamente riconoscendo la flebile voce del compagno.
“Shige…?”
Prima che se ne rendesse conto, l’ altro aveva già nascosto il libro sotto il piumone che li ricopriva.
“Cosa stavi facendo?” lo sguardo inquisitore di Koyama lo mise a dura prova: non era mai stato in grado di mentire.
“Niente…” ovviamente Keiichiro non ci cascò e trovato il libro che Shige stava nascondendo lo guardò severamente.
“Ancora con questa storia? Ne avevamo già parlato mi sembra”.
Shige fece per replicare, ma il compagno lo zittì con un’ occhiataccia.
“Ti ho detto che devi parlare al bambino in modo dolce di fiori e di farfalle, non di matematica avanzata”
“Ma il libro Come far diventare il vostro futuro bambino un autentico genio sconsiglia il tuo metodo e anzi… dice che più si parla in quel modo infantile, più quando nasceranno dimostreranno di essere immaturi e stupidi… non vuoi che nostro figlio sia così, vero?”
Quando intercettò lo sguardo di Keii_chan capì dio aver appena commesso l’ errore più grave della sua vita.
“Io sono stato allevato così… vorresti insinuare che io sono stupido?”
Il pensiero di Shige andò alla frase del libro I mille sentimenti della gravidanza.
Deglutì rumorosamente, scuotendo in fretta la testa.
“Bene, vedo che ci siamo capiti… ora torna a dormire Shige e domani sbarazzati di quel dannato libro”.
Sul serio, Shige pensò che da quando era incinto il suo ragazzo era veramente cambiato.
Altro che ragazze isteriche, Koyama le batteva tutte nonostante fosse un maschio.
“Shige…ho voglia”
Quel mugolio pieno di desiderio lo fece voltare, ma quando incontrò gli occhi del compagno capì che non era quello che si immaginava.
“Voglio l’ anguria”
Shige strabuzzò gli occhi: come faceva Keii_chan ad avere voglia di anguria in pieno inverno?
Va bene che era incinto e le voglia, a quel mese di gravidanza, erano più che normali, ma qui si stava oltrepassando il ridicolo.
Tantè che a Keii_chan non era mai piaciuta l’ anguria.
“Amore… è impossibile trovare un’ anguria in questo periodo dell’ anno…”
Ebbe paura quando terminò la frase, perché gli occhi dell’ altro stavano, letteralmente, andando a fuoco.
“Io. La. Voglio”
Male, molto male, sarebbe stato contraddirlo in quel momento, e fu così che Shige si ritrovò per la strada, alle undici di sera, a cercare un’anguria che sapeva benissimo, non avrebbe mai trovato.
“Amore, sono tornato…ho comprato tutto ciò che sono riuscito a trovare a base di anguria: gelati, dolci, ghiaccioli, persino del riso… Mi spiace, ma il frutto vero e proprio è introvabile ormai…”
Lo sguardo di Koyama lo fece rabbrividire, ed anche la sua cera a dire la verità.
Verde.
“Cosa succede?” la sua voce era allarmata e ben lasciava denotare la paura sorda che stava provando in quel momento.
“Che cosa sono?”
Shige sudò freddo, rabbrividendo, spostandosi istintivamente dietro il tavolino… per sicurezza.
“Quello che hai chiesto circa…” una veloce controllata all’ orologio per capire che erano passate ben tre ore da quando era uscito.
“…tre ore fa! I cibi all’ anguria”
Koyama scosse la testa, tirando verso il collo il copriletto che lo ricopriva.
“Io odio l’ anguria!” quel suo urlò lo fece sospirare infelice mentre si accingeva a buttare nella spazzatura tutto ciò che aveva comprato.
Ma come diceva il libro Capire la gravidanza di vostra moglie anche questo era assolutamente normale.
"Volete saperlo?"
Shige e Koyama si guardarono perché avevano già discusso, anche recentemente, su questa domanda.
Sapere o meno il sesso di loro figlio.
Shige voleva saperlo di modo da portarsi avanti negli acquisti e facilitare così la sua venuta, Koyama era di parere contrario desideroso di ricevere una sorpresa.
Ovviamente si era arrivati alla conclusione che Shige non poteva avere quell'informazione, perché ovviamente poi Keii_chan l'avrebbe dedotto.
"Che nome gli daremo?"
Era questa la domanda che rotolava nelle loro menti da un po’ di giorni a questa parte.
Una risposta?
No, non era ancora stata trovata.
"Che ne diresti di un nome straniero?"
Keiichiro strabuzzò gli occhi a questa ridicola proposta.
"Assolutamente no!"
Shige assottigliò gli occhi: certo che il suo ragazzo era un tipo estremamente all'antica.
"E allora, tu cosa proporresti?"
"Qualcosa che contenga il kanji dell'amore, per fargli capire che è stato amato anche quando non era ancora nato"
No, non si aspettava di certo una risposta simile.
Si avvicinò a lui e lo strinse tra le braccia, cullando per pochi secondi.
"Shi... Shige?" il suo tono era sorpreso perché quasi mai l'altro aveva questi slanci di incredibile dolcezza.
"Sono felice che tu sia mio... che voi siate miei" ed il cuore di Koyama a quelle parole sembrò battere più forte, molto più forte, come se al suo si fosse aggiunto quello della piccola creatura.
"Vi amo"
E quell'abbraccio suggellò il momento di commozione suscitata da un solo gesto d'affetto.
Se qualcuno di voi è la ragazza che ha richiesto questa fanfiction, o la conosce, perfavore, me lo dica ;O;.
Voglio sapere se, anche se ci ho messo un'eternità, la sua richiesta è stata soddisfatta.