Titolo: Melodia interna
Fandom: Sherlock BBC
Avvertimenti: follia, slash, sesso esplicito
Conteggio parole: 777 (
fiumidiparole)
Personaggi/Pairing: Jim Moriarty, MorMor
Note: scritta per lo Sherlothon, ultimo turno, prompt Professor James Moriarty @
sherlockfest_ite per la challenge 500themes con prompt 6. Melodia ossessionante
Giorno dopo giorno l’angoscia si faceva strada nella sua mente logica ed offuscava la pulizia dei pensieri. Partì della musica classica dallo stereo e i colori vorticavano in disegni concentrici sebbene confusionari. Si mise le mani ai lati della testa e sfregò le dita sulle tempie frizionando i punti più dolorosi; dondolando avanti e indietro una, due volte e il mondo continuava la sua ascesa alla follia.
Sapeva che gli equilibri sono fatti per essere spezzati, il suo equilibrio era sempre stato fragile ed ora i frammenti dello stesso ruotavano insieme al resto della materia come minuscoli pezzi di vetro.
Si presuppone che quando uno vede il caos attorno a sé debba essere egli stesso il proprio unico punto di riferimento; lui aveva cercato il punto fermo dentro se stesso ed aveva fallito miseramente.
Quattro battiti e la musica cambiò, l’aria raffinata dalla melodia del canto di mille uccelli; quando mai il paradiso era stata un’opzione?
Lasciò le tempie in favore delle orecchie, per coprire i suoni che parevano troppi per essere sopportati, mentre teneva il tempo col battere dei piedi.
Nell’isolamento scoprì di possedere una propria melodia, così cominciò a battere quella.
Un due, un due tre, un due, era sbagliato, tutto dannatamente sbagliato.
Mutava con la facilità di un fiore, allora scoprì uno schema nel suo mutare, ne prese nota.
Filacciamenti di pensieri simili a DNA si scollegavano e si riattaccavano da altre parti, come creature mostruose, perciò imparò ad addomesticarle e lasciarsi domare. Dopo trentadue tentativi le creature smisero di provocargli sensi di colpa.
Avrebbe giurato di essere impazzito, rendendosi successivamente conto che la confusione era sparita; solo rigidi schemi, ora.
La vicina tradiva il marito, così nelle ore di solitudine aveva ucciso il cane - una scusa in meno per la signora e un cadavere in più per lo studio. Basta stupidi uccelli, pensò, ma ne uccise un altro quando cantò sotto la sua finestra - il corpo questa volta avrebbe alimentato la ricchezza della terra del suo giardino.
Sua madre urlava tutto il tempo, però andava bene finché la teneva aldilà della porta. Non mangi quasi più, non ti vedo in faccia da settimane, diceva, ma sei umano, sei mio figlio?
Non rispondeva, guardava l’orologio e s’infuriava.
Tic tac tic tac, stonava col suo ritmo; sua madre trovò la sveglia accanto ad un uccello morto in giardino e pensò che palle questi gatti del vicinato.
Era stranamente lucido nel dormiveglia quando l’idea balenò la prima volta nella sua testa, come sarebbe uccidere una persona?
Quando trovarono Janet Lane morta nel suo stesso letto nessuno pensò fosse omicidio - certo è che le analisi confermarono se ne fosse andata per cause del tutto naturali - ma al terzo decesso nella stessa via iniziarono le indagini. Ad ogni modo nemmeno dopo accurate analisi, ma quando mai questi idioti potrebbero fare delle analisi anche solo lontanamente vicine al significato di accurate, furono riscontrati particolari che confutassero la teoria di morte naturale. Il caso fu considerato irrisolto mentre Jim ebbe il tempo di progettare non meno di altri cinque differenti omicidi.
***
Sebastian Moran faceva versi inumani mentre veniva scopato e tuttavia Jim li trovava danzare sulle corde della propria melodia; gli aumentavano i battiti nel petto, per questo spingeva più forte, facendo scricchiolare le ossa, e non gli dava fastidio il rumore umido dei loro corpi. Non lo baciava, questo no, ma ogni tanto lo scopava - il più delle volte preferiva essere scopato. Aveva trovato un senso di pienezza nell’usare il corpo come mezzo per liberare la mente quando i limiti della moralità, dell’umanità, spingevano ai margini del conscio, un modo come un altro per colmare almeno un po’ il buco nero che stava da qualche parte nel petto e attorno cui tutto il suo essere gravitava - perlomeno quando questo saltuariamente minacciava di divorare troppo e andava rimesso a posto.
Un due, un due tre, un due, era sbagliato, perfetto.
Prendimi, diceva a Sebastian, abbimi, spariva per mesi, poi gli mandava un messaggio con luogo e ora, Sebastian andava e faceva quello per cui veniva pagato - il miglior cecchino in circolazione.
Sovente si prendevano a pugni fino a scorticarsi le nocche, fino a perdere sangue ed acquistare se stessi, uno scambio equo, ripeteva.
Sebastian era stato geloso di Sherlock Holmes, dopodiché gli era stato insegnato che rivendicare qualsiasi tipo di diritto sulla persona di Jim Moriarty può essere una delle cose più sbagliate se si tiene alla pelle.
Mai, neanche una volta, Jim era rimasto col suo cecchino dopo il sesso. Era oberato di idee e macchinazioni e quella stronza della Adler non mi ha ancora chiamato, dovrei ucciderla dannazione. Partoriva piani con la prolificità di una cagna, gli piaceva modellare le leggi di qualsiasi universo al suo volere, odiava ancora gli uccelli.